di Paolo Maninchedda
L’Assessorato dei lavori pubblici è impegnato da qualche settimana a determinare i coefficienti di usura delle strade sarde, in modo da ripartire secondo criteri oggettivi le risorse rese disponibili dal Patto per la Sardegna per le manutenzioni straordinarie.
Lo stesso lavoro era stato fatto l’anno scorso per le infrastrutture idriche e fognarie.
Nelle more di questo lavoro, emerge che i data-base regionali non sono all’altezza delle sfide. Sappiamo quanto è estesa la rete delle strade provinciali (e dunque sappiamo individuare un parametro che consenta un riparto per provincia), non sappiamo esattamente quanto sia estesa la rete stradale comunale. La si stima in 40.000 chilometri, ma nessun comune ha una conoscenza e una misurazione esatta delle sue strade, distinte tra urbane, intercomunali e rurali. Come pure Abbanoa ha più volte rilevato che la mappatura esatta dei percorsi delle reti idriche e fognarie urbane è inenistente, si è persa con la scomparsa dei veccchi operatori comunali e viene ricostruita faticosamente caso per caso.
Da tutto questo consegue che l’Amministrazione pubblica ha bisogno di raccogliere dati e conoscenze di dettaglio e che dunque è potenzialmente un grande committente di servizi e di lavoro a tempo determinato ma non brevissimo che coinvolgerebbero figure di istruzione media e medio alta.
Perché non fare queste vere politiche keynesiane?
Discutere di queste cose mi sembra che sarebbe più interessante che continuare con i semiultimatum sul cosiddetto rimpasto finalizzato al cosiddetto rafforzamento della Giunta, realizzato a valle della cosiddetta analisi delle criticità e opportunità dell’attuale fase della Sardegna. Vedo parole grosse e sbagliate usate per oggetti diversi da quelli reali. Un vero pasticcio.