Uno dei modi per capire la realtà è cercare sempre di avere una visione d’insieme.
Qualche giorno fa, Sardiniapost ha pubblicato e commentato questa determinazione (sulla quale torneremo fra un attimo per esigenze minime di cabaret), che prevede l’acquisto dal gruppo Unione Sarda delle notizie comparse sulla piattaforma del gruppo sotto forma di Rassegna stampa.
Sardiniapost è tornata poi sull’argomento, rivelando che la determinazione regionale è stata assunta a valle di uno scontro dinanzi il Tribunale di Cagliari, tra il gruppo Unione Sarda e la Regione, risoltosi a favore del quotidiano cagliaritano. Oggi, l’intera vicenda è confermata e raccontata dall’Unione. Il retroscena è raccontato sempre da Sardiniapost ed ha del comico: sembrerebbe che circa due anni fa i compilatori della Rassegna stampa della Regione, anziché selezionare gli articoli degni di nota dell’Unione Sarda, procedessero ad inviare l’intero pdf del numero in edicola ad un numero di utenti notevolemente superiore rispetto a quello degli abbonamenti pagati. Tra questi, con grande intelligenza, il direttore dell’Unione. Da qui la causa, vinta dai legali dell’Unione.
A noi, di tutto questo teatrino, non interessa la causa scatenante dello scontro, ma la poca intelligenza del rimedio.
Diamo infatti per assodato che l’Unione abbia ragione a difendere il copyright dei suoi contenuti, il problema è che la Regione, per rimediare a un uso a dir poco poco intelligente degli abbonamenti pagati, accetta di pagare circa 74 euro al giorno (27.000 euro diviso i giorsfni dell’anno) ciò che un utente normale paga 0,54 centesimi (l’Unione offre l’abbonamento annuale a 199,9 euro l’anno).
Ci sta che con quella somma non si acquistano solo i contenuti, ma anche la loro organizzazione, ma da 0,54 a 74 euro il salto è veramente grande e fa comprendere che in realtà non si sta pagando un servizio, che potrebbero fare i giornalisti già in servizio in Regione, ma si sta forse evitando una causa per danni.
Ecco, per l’appunto, la domanda è: chi paga, posto che la inGiustizia cagliaritana ha condannato dei consiglieri regionali per peculato per la cifra ritenuta altissima di 400 euro?
La Determinazione ha un che, come dicevo, di cabarettistico. In primo luogo la motivazione addotta per l’acquisto sotto soglia: “per la realizzazione dei servizi in oggetto è stata individuata la Società L’Unione Sarda SPA in quanto la Rassegna stampa del Gruppo L’Unione Sarda è la maggior piattaforma di raccolta e analisi di notizie sui media regionali: L’Unione Sarda, Videolina, L’Unione Sarda.it, Sardegna uno e Radiolina”. Ma queste sono tutte testate del gruppo Unione Sarda!
È stata molto più onesta l’Unione di oggi che ha scritto che la Rassegna stampa che fornirà alla Regione è la rassegna stampa del gruppo Unione Sarda, non la rassegna stampa del sistema politico e informativo della regione Sardegna. Quindi, la dirigente regionale ha deciso banalmente di comprare dall’Unione Sarda un prodotto dell’Unione Sarda, punto. E dice di averlo fatto perché l’Unione Sarda dispone dei contenuti dell’Unione Sarda. Geniale! Mi inchino davvero a questa stringentissima logica.
Un altro aspetto teatrale della determinazione è la gerarchia della nomina.
La Dirigente del Servizio Comunicazione, ovviamente un facente funzione, come da norma non scritta della legislatura Solinas, nomina se stessa Responsabile del procedimento per questo importantissimo acquisto. Non si deve essere trovato neanche un uscere (e, a proposito di usceri, prima o poi troverò il tempo e il modo di raccontare cosa è successo tra gli usceri della Presidenza….) disponibile a guidare l’acquisto dei contenuti dell’Unione Sarda dall’Unione Sarda a 74 euro al giorno. Il motivo è chiaro: gli usceri sono notoriamente intelligenti.
Non è che anche questa dirigente, da quanto leggo, facente funzioni e self made RUP, adesso va in pensione pure lei?