(Come lettura del sabato, e per non farmi vincere dalla tentazione di chiudere per disgusto di realtà questo blog, pubblico il racconto dell’ultima telefonata tra Renzi e Letta, così come lo si ritrova nella nuova edizione del libro di Renzi Il mostro. Il primo rilancio di questa pagina è stato de Il dubbio. Non sfugga a nessuno la sproporzione di intelligenza tra i due interlocutori).
La risposta di Letta non arriva da una telefonata o in un incontro ma da un pezzo che apre Repubblica del 22 luglio. Lo firma Stefano Cappellini. È uno di quei pezzi che non sono vere e proprie interviste ma che contengono la reale rappresentazione di ciò che il politico vuol dire o fare davvero. Nulla di male, è un modus operandi che spesso viene utilizzato da giornalisti di tutti i media e da politici di tutti i colori. Ma quando vedo Cappellini scrivere che Letta vuole tutti tranne Italia Viva lo stupore è pari solo alla voglia di reagire. Ma come: ti ho detto che ci sono, che ti do una mano, che se ti serve non mi ricandido e tu per tutta risposta mi fai leggere dai quotidiani che fai l’alleanza più aperta possibile ma con un solo veto: il veto a Italia Viva.
La ragione? Abbiamo un sondaggio di Pagnoncelli che ci dice che solo l’1% degli elettori del Pd vuole fare un accordo con te. Lo stesso sondaggista mi chiamerà qualche giorno dopo per scusarsi e mettermi a conoscenza del suo disagio: quel sondaggio non diceva ciò che le veline del Pd tiravano fuori per giustificare la nostra esclusione. Il giorno dopo l’ufficio stampa del Pd spiega a tutte le altre redazioni che l’articolo di Cappellini, pur in assenza di virgolettati, rispecchia perfettamente il pensiero del segretario Letta. Io non chiamo Enrico. E non mi faccio vivo. Dico ai miei: calmi. Lasciate fare. Hanno appena firmato il loro suicidio politico. Poi il 23 luglio alle 11.57 Letta mi chiama. Io non sento la sua telefonata su whatsapp.
Ci cerchiamo per un paio di volte. Alla fine ci parliamo nel pomeriggio. La telefonata dura meno di cinque minuti.
Io non ho nulla da dirgli. Aspetto che parli lui.
«Ti volevo dire che nessuna decisione è presa e che l’articolo di Cappellini non è il mio pensiero».
Gli rispondo: «Ma mi prendi in giro?». Glielo dico come un fiorentino deve dirlo a un pisano, ma sono frasi che non si possono scrivere in un libro. «Hai scelto, Enrico. Ma sappi che stai distruggendo il Pd e soprattutto stai dando il governo per cinque anni alla Meloni. Solo per un fatto di rancore personale».
«No, ma niente è deciso. Ho la base che non ti vuole per gli screzi del passato».
«La base che non mi vuole per gli screzi del passato è la stessa base cui chiederete di votare Di Maio, magari a Bibbiano. Ma che cosa stai dicendo? Ma per una volta nella tua vita prenditi una responsabilità. Di’ che preferisci perdere le elezioni pur di vendicare l’affronto che ritieni di aver subito nel 2014».
«Sbagli, non ho niente di personale contro di te».
Mi scappa una risata. Sono in giardino a casa con mia moglie che assiste stupita ma divertita a questo dialogo.
«Ti chiamo nei prossimi giorni» mi dice lui.
Sì, certo, come no. È l’ultima telefonata con Letta. Immagino che per lui sarà stata una liberazione. “Ho fatto fuori Renzi dal Parlamento” avrà pensato. Vendetta è fatta. Finirà che si è fatto fuori da solo.
Analisi eccellente. Certamente l’on. Letta, stimabilissimo cattedrato, non lo è altrettanto come uomo di governo e di segreteria di partito . Deduco ciò dai risultati ottenuti in questi anni di governo e di segreteria. Quando Il sen. Renzi gli disse che la sua corsa a Palazzo Chigi era arrivata al capolinea, fu una decisione dell’assemblea del PD, preso atto che quel governo stava solo galleggiano e Renzi , da animale politico, aveva fiutato che era arrivato il suo tempo.
Portò il PD al 42% e si dimise dopo il referendum perso perché parte della nomenclatura del suo partito gli andrò contro. Ricordiamo tutti Dalema festeggiare con gli amici, la sconfitta del suo partito. Gli ex PCI, dopo la fusione a freddo fra le storiche anime della DC e Sinistra non tolleravano che chi non aveva avuto una militanza in via Botteghe Oscure, usurpasse la così detta ” Ditta”. Così la chiamava Bersani.
E a proposito di Bersani politico di buona fattura, oggi santificato, nessuno ricorda che alle politiche del 2013, si fece recuperare 10 punti da Berlusconi , pareggiando , o meglio perdendo quelle elezioni già vinte.
Renzi ha scalato il Partito Democratico, in modo democratico, accettando di sfidare i suoi antagonisti con le regole scritta da altri. Ma , come prima detto, la vecchia guardia comunista mai ha tollerato che uno proveniente da cultura ed esperienza diversa, occupasse la segreteria del PD.
Renzi è stato un figlio spurgo di quella stagione, non incline a farsi dettare l’agenda da D’alema & C. perciò doveva essere decapitato. Spiace che a fare il killer sia stato un ex democristiano, che ha confuso la politica con il rancore personale. Dai padri della DC non ha imparato nulla.
Disastro Letta, sembrava più capace
…ah,poi quel quanto riguarda il disgusto,io ci sono.buona giornata
Il pd? Chi ha un minimo di onestà e lucidità mentale può essere del pd?A Renzi quel #&*@@ di Bettini intervistato da Telese per tpt( ahahaa), ha dato la responsabilità di aver rotto il pd …ma poi è “interessante” leggere le motivazioni…(sigh).L Italia non è un paese in grado di cambiare.Chiunque abbia cercato di cambiare le cose davvero con la politica sappiamo tutti poi com é andata.(la Sardegna è morta).
Sproporzione di intelligenza fra i due. Esatto.