Per chi vive in Italia deve essere chiaro che si è consolidata una regola. Esiste un programma per vincere le elezioni e un altro per governare.
La regola italiana della mistificazione elettorale è stata mantenuta.
L’alleanza di governo Lega Movimento 5 Stelle era stata esclusa, respinta e censurata in campagna elettorale. Oggi è vigente e regnante.
Il premier non è stato votato dagli italiani, né indicato come tale.
Il programma di governo non è stato presentato agli italiani, né votato.
Le forze antisistema sono diventate organiche al sistema.
La rivoluzione dal basso, come al solito, è diventata rivoluzione dall’alto, cioè transizione da un’aristocrazia a un’altra. Nelle scuole italiane bisogna sostituire la lettura dei Promessi sposi con quella de Il Gattopardo.
L’Italia ha il solito governo diverso da quello presentato agli italiani. I media italiani, specie quelli pubblici, si sono adeguati subito (ieri ho sentito sul Tg2 un peana per Salvini che avrebbe imbarazzato lo stesso leader della lega) in modo da restituire un senso di normalità. Ed è giusto così: l’Italia è la solita Italia.
Invece l’Italia non è un paese normale: è un paese malato alle fondamenta ed è inutile ogni tentativo di nascondere la sua crisi profonda.
L’Italia per rinascere deve chiudere il Risorgimento e non lo sa fare. Ma questo è un altro discorso.
Per oggi basta constatare che la forza delle cose, cioè il debito dell’Italia e la profonda ingiustizia del suo ordinamento amministrativo, fiscale e giudiziario, ha domato altre due forze politiche della storia italiana. Il programma palingenetico è stato domato dall’osso del potere e dalla forza dei debiti. Amen.