Ieri il Presidente (uscente) della Corte dei Conti ha certificato che:
– la spesa nominale dello Stato italiano è scesa del 4,6%, solo nel biennio 2011-2012, al netto degli interessi, una diminuzione che non ha precedenti negli ultimi sessant’anni;
– questo taglio ha comportato una riduzione mai vista prima dei servizi ai cittadini in sede locale (regioni e comuni);
– contemporaneamente le tasse sono aumentate complessivamente di 6 punti, passando dal 38% al 44%; ma le tasse comunali sono passate dal 5,5% al 15,9%;
– la tassazione locale è dunque aumentata del 130% in vent’anni (il Sole 24 ore spara una fesseria oggi, parlando di un incremento complessivo del 130%);
– la regione Sardegna ha l’aliquota Irap più bassa d’Italia, ma le addizionali Irpef comunali e tutte le tasse comunali e tutti i servizi (anche nelle aree industriali) costano più che altrove;
– ne consegue che, in questa Italia ipocrita (nel senso che non combatte il male, ma lo assimila, lo maschera e lo trasferisce con lo scarica barile sui più deboli), il fisco è apparentemente uguale in tutto il territorio della Repubblica, ma di fatto cambia da Comune a Comune, divenendo più oppressivo laddove ci sono meno soldi.
Oh yes, direbbe la buonanima di Jannacci.
Comment on “L’Italia ipocrita”
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Prof, che ne pensa lei del ruolo dell’euro in questa crisi?
In rete, e recentemente sulle piazze, si sta provando a dibattere l’opportunità di restare nell’euro, o comunque a proporre una “spiegazione differente” rispetto a quella catapultata dall’Europa, sopratutto grazie all’opera di diffusione del prof. Alberto Bagnai sul suo blog (http://goofynomics.blogspot.it/).
Nel panorama politico solo la Lega Nord ha preso netta posizione a riguardo (non per volontà di Bagnai&Co che mi pare abbiano provato a parlare a tutti), mentre quasi tutti gli altri considerano l’euro come un dogma e spesso ironizzano sulle tesi proposte.
Un breve estratto per i lettori: http://www.youtube.com/watch?v=SHIxQt_sQFA