di Paolo Maninchedda
Sto facendo di conto per misurare il tempo che mediamente passa tra una decisione di Giunta e la sua attuazione, tra un accordo sindacale e la sua attuazione, tra la decisione per un’opera e la sua attuazione. Il caso di ieri è stato l’apertura della SS 128, un caso scandaloso nel quale un intreccio incredibile di competenze, tempi giurassici per rilasciare un’autorizzazione da parte della Soprintendenza archeologica (uno dei tanti colli di bottiglia che la Repubblica italiana regala alla Sardegna), procedure incredibili per l’affidamento di un lavoro che banalmente consiste nella collocazione dei guard rail, tutto questo concorre a tenere un’opera pressoché conclusa, interdetta al traffico. Hai voglia di aver convinto Anas a prenderla in carico; hai voglia di aver collaborato con la provincia per sbloccare la situzaione. Qual è il tempo dell’attuazione? Ci sono i tempi di legge, che, più o meno, variano dai 90 ai 180 giorni. Poi c’è l’educazione al senso del dovere. È un qualcosa che non si insegna e che, mi spiace dirlo, non è legato alla determinazione di una Giunta regionale o di un singolo dirigente regionale. O diviene un fatto di popolo, generale, diffuso per cultura e non per legge, oppure non c’è futuro che tenga.
Altri esempi? Ieri abbiamo fatto due riunioni fiume per sbloccare i piccoli cantieri Abbanoa, che avevamo creduto di sbloccare definitivamente dando attuazione alle norme dello Sblocca Italia. Soltanto che no, ancora ci sono problemi. Dove? Mica nei grandi ingranaggi, no, questi sono partiti, i problemi sono nei piccolissimi ingranaggi burocratici: gli espropri, o meglio, la procedura degli espropri. Adesso abbiamo risolto, ma non è possibile dover scendere così nel dettaglio, ci si perde.
Non riguarda solo noi. Ieri il Presidente del Consiglio Gianfranco Ganau ha giustamente protestato per le condizioni del manto stradale della SS 131 nel tratto Macomer – Sassari. Bene, quel tratto è nel programma manutenzioni dell’Anas; l’Anas ha già comunicato che interverrà sia nel 2015 che nel 2016 proprio sul tratto Nord. Ma anche l’Anas, dal momento in cui decide al momento in cui può fare, ha i tempi iscritti nei codici italiani e nei codici genetici degli italiani. Anas monitora, spesso col concorso della Regione, l’attuazione dei cantieri. Pochi giorni fa siamo intervenuti entrambi a dare la sveglia all’impresa che sta lavorando all’altezza di Serrenti per l’ultimo stralcio dei cantieri della SS 131 da Villasanta a Serrenti per l’appunto; ma perché è necessario sempre sollecitare per ottenere efficienza?
Altri esempi sono ben più gravi. Leggo sui giornali della riunione dei Tessili del Marghine di ieri. È una vertenza in campo da un anno. L’ultimo appunto letto ieri della struttura di missione è a dir poco lunare: compitini di osservazione del fenomeno ma nessuna soluzione. Non si può essere alla fase di studio dopo un anno. Come non si può stare a guardare su Ottana: si fa la chimica verde o non si fa? Lo si dica. Questo tempo inerziale è un tempo colpevole. Questa lentezza è un avversario politico che personalmente rifiuto, su cui voglio marcare una differenza, una distanza da chi, persone o apparati che siano, la interpreta senza consapevolezza e con un eccesso di leggerezza. Ma è anche una distanza culturale: la lentezza inerziale è italiana, è il ‘tirare a campare’, è l’egoismo piccolo borghese, è il perbenismo moralista di chi pulisce solo di fronte all’uscio di casa. Dobbiamo esplicitare una moralità della nostra cultura, un agire per la nazione e non solo per il proprio uscio.