Sarà il processo ad accertare le responsabilità degli indagati nell’indagine sui concorsi della Regione di cui oggi i quotidiani danno ampia notizia.
C’è però un dato esterno su cui si può già riflettere.
Le indagini di Polizia Giudiziaria sono state affidate ai Carabinieri e, per una parte consistente, ai Carabinieri di Ottana.
È un fatto abbastanza inconsueto e ha un sapore strategico più che estetico. Un’indagine sul potere regionale, a Cagliari, viene affidata a una struttura investigativa periferica. Qualsiasi sia stata l’origine dell’indagine (una segnalazione da altra Procura o uno stralcio da altra indagine) niente impediva che a occuparsi della vicenda fossero i reparti centrali cagliaritani. Invece no. Perché?
Si possono fare solo delle ipotesi, ma una è più suggestiva delle altre.
Il PM che ha condotto le indagini viene dalla periferia dell’Impero; ha svolto il suo apprendistato a Nuoro. Non fa parte e non è integrato nel bel mondo cagliaritano (come non lo era il pm Cocco, il procuratore dell’indagine sui fondi dei gruppi in Consiglio regionale, che veniva dalla Procura Militare). Potremmo definirlo, absit iniuria verbis, un gatto di campagna.
Il felino di periferia può aver capito che i topi di città frequentano la fauna cittadina e che possono infiltrare anche le stanze più intime delle tane dei gatti (intuizione di cui era maestro il generale Dalla Chiesa), e così, tra vedere e non vedere, onde non fare sapere a nessuno, se non a chi di dovere, i fatti suoi, ha chiamato a lavorare con lui gatti di montagna per indagare i topi di città.
Questo è un fatto traumatico per la città di Cagliari che secolarmente ha visto la magistratura partecipe dei poteri urbani e della loro lotta politica, nel bene e nel male.
Può essere un’ottima notizia, sempre che non abbia ripercussioni interne.
Una volta un noto parlamentare democristiano, con ambizioni intellettuali, fece trasferire il comandante della stazione dei Carabinieri che aveva osato, su delega del magistrato, indagare un suo grande elettore e, con un giro di parole, se ne vantò in un comizio.
La Sardegna è davvero matura per una magistratura realmente indipendente, priva di teoremi e di pregiudizi politici, lontana dai salotti e dalla ricerca del favor mundi, appassionata della sola verità?
Vedremo.
Caro Sergio Masala, il problema vero, soprattutto per la Sardegna, è che fare gli amministratori pubblici non conviene più a chi ha da perdere, quindi avremo al potere Marieddu conch’e boi e Mariedda sa caddozza e i poteri forti la faranno da padroni sempre di più 😰😰😱
E dunque, Pippone? Che cosa c’entra?
Ma poi che problema c’è? A breve una bella legge che supera l’abuso d’ufficio, il traffico di influenze etc. Insieme alla legge Cartabia non ci sarà più alcun argine al malaffare e l’onorabilità delle istituzioni sarà definitivamente estinta.. altro che topi…
Il citato pm Cocco è fratello dell’indagata Silvia Cocco.
Questo dell’anonimato è il classico straw man, Professore. Conta nulla.
Il mio nome e cognome stanno a zero in una questione come questa, nulla aggiungerebbero.
Resta, invece, il fatto che a lei la magistratura piace se riguarda gli altri anche se, qualche volta, “gli altri” poi diventiamo “noi”.
Mi pare di ricordare (mi corregga se sbaglio) che da Assessore proprio lei aveva pensato a una task force che vigilasse sulla spendita dei finanziamenti (formata, tra l’altro, proprio da PM e da prefetti, fortunatamente abortita proprio dal rifiuto di queste autorità) che, in effetti, avrebbe rappresentato l’antitesi tanto dell’ autonomismo quanto dell’ esaltazione del primato della politica.
Le confesso che la Sardegna ha visto, di recente, pochi politici intelligenti e dinamici come lei e che, ogni tanto, il suo blog è una ventata di aria fresca, ma l’autocritica e l’equilibrio non sembrano proprio il suo miglior pregio.
L’impressione è che i diversi gradi di giudizio non servano a niente, fotocopie a pagamento 😜
Mah, mi sembra un po’ troppo machiavellico questo ragionamento,piuttosto mi convince,invece,la ipotesi di una Sardegna divisa tra Cagliari e il resto dell’Isola.😰😰😱
Egregio Mauro, quanto è bello l’anonimato! No, la magistratura è per me, sempre, un potere sospettabile perché irresponsabile, ma quando vedo crepe nella palude cagliaritana, le segnalo.
Come è bella e brava e “di campagna” la magistratura quando indaga gli altri …
La magistratura, in verità e di norma, fa sempre il suo lavoro e le distinzioni speciose che lei insinua non esistono. Poi ovviamente può pure sbagliare ma per questo esistono (fatti salvi i casi di dolo) – nel caso non ne bastasse uno – diversi gradi di giudizio.