Ieri i fuochi di artificio, oggi il lutto: questi Cinquetasche non conoscono le vie di mezzo.
Ieri, a scoppio ritardato, hanno giubilato per l’avvenuta approvazione da parte della Corte dei Conti dei rendiconti presentati dai partiti (compreso il loro) alle ultime elezioni, oggi tacciono afflitti. E la ragione è chiara: l’operato del sen. Licheri è sempre foriero di sorprese, per la natura pirotecnica dell’eloquio populista del senatore turritano (indimenticata la sua perorazione del pane carasau come fattore risolutivo della debolezza economica della Sardegna).
Riconosco di provare, incredibilmente, maggior rispetto per il contegno trappista del Pd: hanno tutti, i piddini sardi, la faccia scura e l’espressione tirata di chi sa di correre un grande rischio; fanno meno gli spavaldi del solito (starebbero sulle palle, per questa sicumera ostentata, in modo incontenibile a Montale, e Alda Merini butterebbe loro tra i piedi le bombette di carnevale per il solo gusto di infastidirli, come faceva con Pasolini).
Il Pd, ogni volta che Licheri fa o dice qualcosa, se la fa sotto.
Gasparetti, il comunicatore della “prima volta per tutto” (mi ricorda il personaggio di Verdone che inseriva sempre nelle sue perorazioni l’espressione “sempre teso”), quello che ogni volta che la Todde fa qualcosa è sempre “la prima volta nella storia”, ebbene questo smartphonista della comunicazione, quando vede Licheri di fronte ai microfoni, si dispera, comincia a chiamare le redazioni a dire che non è vero, e quelle a chiedergli “Ma che cosa non è vero?” e lui a dire “Qualsiasi cosa dichiarata è la prima volta che accade e quindi è probabile che non sia vera”.
Ieri, però, a me è partito l’embolo filologico e mi son messo a rileggere tutto il motivo del giubilo cinquetaschista e a farmi domande.
Il sen. Licheri ha dichiarato alla Corte dei Conti che il suo Comitato, da buon samaritano, ha sostenuto “tutti i candidati” della coalizione del Campo Largo.
Ora il caso vuole che la legge (L.515/1993, art. 9) dica che debbano presentare il rendiconto i partiti che presentano liste.
Il Comitato di Licheri, per sua stessa ammissione, non ha presentato liste (e già questo fatto aprirebbe una questione non da poco), ma ha sostenuto tutte le liste, e sia pure!, ma allora non può configurarsi alla stessa stregua di un partito che ha presentato liste, piuttosto come un sostenitore, un volenteroso raccoglitore di fondi.
E da quando in qua uno che raccoglie quasi centomila euro può permettersi di farlo, in una competizione elettorale, senza essere nominato mandatario da alcun candidato e senza adempiere a tutti gli obblighi previsti dalla L. 515/1993?
Mumble, mumble, mi paret chi Licheri hat fattu casinu mannu!
Ma poi, a me da piccolo hanno insegnato che il problema del parlare troppo e che ci si dimentica di aver parlato, peggio poi se si è anche scritto.
Mi pare che il senatore abbia scritto cose piuttosto impegnative e un po’ incasinanti.
Con l’intento di dimostrare, non richiesto, alla Corte dei Conti che il suo Comitato non era il Comitato della campagna elettorale della Presidente Todde, ma una sorta di confraternita capace di raccogliere finanziamenti per tutti e a vantaggio di tutti e non solo per la presidente Todde, ha affrontato il tema scivoloso del contratto di locazione di un locale e della relativa quietanza di pagamento intestata alla Todde e non al Comitato, e ha scritto:
“La mancata intestazione formale [un giorno il senatore ci spiegherà le intestazioni ‘informali’] al Comitato deriva da un errore della società locatrice nel redigere la fattura [aicci tottus!]…L’immobile è stato locato alla dott.ssa Todde nel mese di gennaio 2023 con un contratto a canone bimestrale. In data 15 dicembre 2023, con l’avvio della campagna elettorale per la convocazione dei comizi elettorali, il Comitato è subentrato nel contratto di locazione in quanto ha ritenuto utile l’immobile per l’attività di coalizione. La dott.ssa Todde ha regolarmente pagato i canoni fino al 14 dicembre 2023 mentre il Comitato ha saldato gli ultimi giorni di dicembre ed il bimestre gennaio/febbraio 2024. al circostanza trova conferma nella prima delle due fatture (quella da 850 euro) la quale è evidentemente riferita agli ultimi giorni del mese di dicembre 2023, stante il canone bimestrale di euro 4000.
Ora, a parte il fatto che il Comitato subentrerebbe in un contratto della Todde, alleggerendo la Todde di un costo di 2000 euro mese che mi sembra qualcosa di più di ciò che la Todde ha dichiarato in seconda istanza (ma il problema è, per la Todde, che sia la prima che la seconda sua dichiarazione non sono conformi a ciò che dice la L.515/1993, quindi non si capisce perché la sua documentazione sia stata ammessa a verifica), e cioè di essersi avvalsa solo dell’attività di propaganda del suo partito, posto che il Comitato non è il suo partito e posto che essere ‘esentati’ da un affitto così rilevante è più del vantaggio procurato da un po’ di propaganda di partito, il problema è posto dalle date.
Nell’atto costitutivo del Comitato (che, sia detto per inciso, dichiara di costituirsi per sostenere l’elezione “del Presidente della Regione e del Consiglio regionale della Sardegna”) si legge che il Comitato nasce il 14 gennaio 2024, non il 15 dicembre 2023. Ops!
Non solo: la fattura da 850 euro cui fa cenno il senatore, intestata alla dott.ssa Todde perché a lei è intestato il relativo canone di locazione [non ho trovato nella documentazione depositata la cessione del contratto dalla Todde al Comitato], recita nella descrizione “Vs dare per differenza canone di locazione Novembre Dicembre 2023”. E dunque, un Comitato nato per “tutti”, per sostenere “tutti”, nato a gennaio, paga il 23 gennaio 2024 una differenza di locazione dei contratti della Todde dei due mesi precedenti, quando il Comitato non esisteva. Ops!
Ma non basta: anche la seconda fattura, sempre intestata alla Todde, pagata questa volta in anticipo, sempre il 23 gennaio, per un ammontare di 4.822 euro, sempre riferita al contratto intestato alla Todde [del quale non troviamo la cessione], risulta pagata dal Comitato, con espressa ricevuta liberatoria del proprietario dell’immobile.
Il totale del vantaggio finanziario apportato alla Todde dal Comitato dei volenterosi, solo per la questione locali, ammonta a euro 5.600 e rotti.
Ops!
Mi para si vada oltre i vantaggi della propaganda e anche oltre i limiti finanziari che consentono di non presentare rendiconto.
Detto tutto questo vorrei precisare che a me non importa un fico secco di questi pasticci, anzi, a dirla tutta, mi fanno da un lato ridere e dall’altro vomitare, perché altre persone hanno passato guai serissimi per cose molto, ma molto più lievi; io scrivo perché voglio dire ai Cinquetasche che almeno uno, il sottoscritto, non si fa prendere per il culo.
Non sei l’unico che non si fa prendere per il culo da questi personaggi che operano sul populismo senza competenza, arroganti e presuntuosi!
Non a caso il Senatore 5stelle/fratello d’Italia o riformatore o leghista o qualsiasi partito basta stare dentro, sia coordinatore Regionale senza aver fatto una sola riunione pubblica il giorno dopo aver eletto la Todde Di Maiana. Non solo, è completamente scomparso dopo aver ottenuto la nomina del fedele “scudiero” in città metropolitana.
Diciamo, tutto in casa è meglio!
Saluti
Su «pasticciaccio» de sas dichiaratziones po sa candhidadura si iat a pòdere cunsiderare unu singiale, “sintomo” de cosa meda prus grave.
Sinono, ca totus podeus ibbagliare cun sa furighedha de cùrrere a bìnchiìere, podiat abberu, cun prus dignidade e onore, giare is dimissiones e fàere torra is votatziones. O de ite furint e funt seguros?
Ma intanti su chi su “campo largo” cun guida a “orgoglio” e mancari presuntzione at fatu (o no at fatu) est àteru de unu “sintomo”, est unu FATU.
Ma sa cosa/fatu prus grave meda est po ite dhos ant postos cun timbru oltre Tyrrhenian, cun cale ànimu e cumpeténtzia si funt presentaos, “con quale spirito” de serbire a chie e faendho ite po ndhe bogare o assumancus istesiare sa Sardigna de sa bassa de s’Itàlia e contivigiare prus calecunu torracontu de is Sardos, cun cale cunsideru e arrispetu de sa gente e de su logu nostu si funt fatos presentare.
Ieri, 11 marzo, quasi in contemporanea, sono apparse sulla stampa e sui social, due sentenze che riguardano l’attuale maggioranza regionale: una della Corte dei Conti che approva il rendiconto delle spese elettorali dei 5 Stelle, ma non riguarda la decadenza della Todde, ancora in corso presso il tribunale civile di Cagliari, e l’altra della Corte Costituzionale (sentenza 11 marzo 20225, n. 28) con la quale viene dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 3 della legge della Regione Sardegna 3 luglio 2024, n. 5 (Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio e dei beni paesaggistici e ambientali). La stampa e in particolar modo i social, hanno posto in grande rilievo la prima sentenza che di fatto non sposta neanche una virgola riguardo la pronuncia dei “decadenza” del Collegio di garanzia elettorale nei confronti della Presidente, al contrario della Sentenza di incostituzionalità della legge di “moratoria” di 180 giorni, riguardante la sospensione di decine di progetti in corso d’opera o in procedure di autorizzazione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili. Procedimenti autorizzativi già in atto, bloccati dall’art. 3 della legge di moratoria, se pur rientranti nelle zone riconducibili previste dall’art. 20 del d.lvo 199 del 2021 (decreto Draghi). Cosa accadrà adesso sul piano giuridico per quelli impianti di produzione e accumulo di energia elettrica bloccati che, oltre “a realizzare una lesione del legittimo affidamento dell’operatore, ha provocato un suo indubbio danno, posto che nelle more del compimento delle procedure per l’ottenimento dei titoli abilitativi, sono stati assunti e sostenuti già costi tecnici e amministrativi ingenti in violazione anche l’art. 41 della Costituzione”? E’ evidente che in base a questa sentenza, la Regione, ha l’obbligo, non solo, di procedere al “nulla osta” per la realizzazione tali progetti illegittimamente “bloccati” sul piano delle concessioni, perché antecedenti alla approvazione della L.R. n.20 del 5 dicembre 2024. Non solo. Come andrà a finire l’ulteriore ricorso del governo presso la Corte Costituzionale in cui contrasta ulteriori articoli di quest’ultima legge che riguardano l’identificazione delle zone non idonee? Un bel pasticcio giuridico che isola il Consiglio regionale, rispetto anche alla battaglia di iniziativa popolare di migliaia di sardi, che con la fretta di approvare tale norma, con il vanto di essere stati i primi ad identificare le zone idonee per l’installazione delle “rinnovabili”, scoprirà che una buona parte delle zone dichiarate non idonee contrastano con le leggi nazionali e europee in materia, con il rischio che tutti i “divieti” saltino per aria dando il via alla quel vergognoso assalto speculativo in atto da tempo.
Cada borta chi faveddat Licheri, che ghettat unu muru … s’abbocau 🙃
La politica, quando non ha più risposte, si riduce a un solo obiettivo: resistere, restare, sopravvivere. Questo è ciò che sta accadendo in Sardegna, dove il dibattito sulla decadenza della presidente Alessandra Todde ha messo a nudo un sistema in cui la verità non conta più.
Il Consiglio regionale è paralizzato.
Non perché manchino le regole, non perché manchino gli strumenti per agire, ma perché nessuno ha il coraggio di farlo. La paura di tornare alle urne ha pietrificato l’istituzione.
Chi oggi siede tra i banchi sa che potrebbe non tornarci più. Sa che un ritorno alle elezioni significherebbe rendere conto ai cittadini, e questo è il vero problema.
Oggi il potere non ha paura di essere nel torto. Ha paura di perdere.
In uno scenario normale, la questione sarebbe chiara: la legge impone regole sulla rendicontazione elettorale, la Corte d’Appello ha mosso rilievi, il rispetto delle norme dovrebbe essere la priorità. Ma la politica non ragiona così.
La strategia è un’altra: spostare il discorso, frammentarlo, far perdere di vista il punto centrale.
Si insinua che la questione sia “politica” e non tecnica.
Si diffondono interpretazioni forzate, costruite per giustificare l’ingiustificabile.
Si confonde l’opinione pubblica, diluendo i fatti con le parole.
Questo meccanismo non è nuovo. È il modello della manipolazione della verità applicato alla politica contemporanea. Se non puoi negare i fatti, devi cambiarne la percezione.
Ed è esattamente quello che sta accadendo.
La realtà si sgretola sotto il peso delle dichiarazioni ufficiali, dei comunicati, delle interviste costruite per riorientare il dibattito. La stessa istituzione che dovrebbe garantire il rispetto della legge si trasforma in un’arena in cui non conta più cosa sia giusto o sbagliato, ma solo chi riesce a imporre la propria versione dei fatti.
Le regole non sono più un vincolo, ma un ostacolo da aggirare.
Chi oggi siede in Consiglio sa che nuove elezioni sarebbero un disastro. Non perché la Sardegna non sia pronta a votare, ma perché la politica non è pronta ad affrontare la volontà dei cittadini.
Il problema non è la stabilità. Il problema è perdere il controllo della narrazione.
Per questo la soluzione non è prendere atto della realtà, ma allungare i tempi, costruire cavilli, rimandare il problema. L’obiettivo non è risolvere la questione, ma stancare l’opinione pubblica, renderla confusa, portarla a pensare che in fondo sia tutto troppo complicato per meritare attenzione.
E intanto, il tempo scorre.
Ogni giorno in più passato a non decidere è un giorno guadagnato per chi non vuole affrontare le conseguenze.
In tutto questo, la presidente Alessandra Todde aveva un’unica possibilità per ribaltare la situazione: dimettersi immediatamente dopo i rilievi della Corte d’Appello.
Se l’avesse fatto, avrebbe preso in contropiede il centrodestra, costringendolo a riorganizzarsi in meno di tre mesi, senza tempo per una campagna elettorale strutturata. Le elezioni si sarebbero tenute a brevissimo, e lei avrebbe potuto ricandidarsi immediatamente.
Il risultato sarebbe stato tutt’altro che scontato.
Il centrodestra si sarebbe trovato a fronteggiare non solo la necessità di trovare un candidato forte, ma anche la difficoltà di gestire una campagna elettorale in tempi ristrettissimi. Avrebbero dovuto convincere gli elettori in un momento in cui la macchina elettorale della Todde era ancora attiva, con un consenso che poteva essere consolidato con un voto ravvicinato.
Ma questa politica non pensa al futuro. Pensa solo a sopravvivere nel presente.
E così si è scelto di resistere. Di giocare su ogni appiglio possibile per rimandare la resa dei conti. Una strategia che forse sarà vincente o forse garantirà ancora qualche mese di potere, ma che sta trascinando il sistema politico sardo nel caos e nella sfiducia totale.
Oggi la politica, a tutti i livelli, non ha più bisogno di spiegare, convincere o dimostrare. Non cerca più di rispondere ai fatti, li altera. Non si limita a tacere, trasforma il discorso pubblico in una nebbia in cui nessuno distingue più cosa sia vero e cosa sia falso.
Il silenzio è solo una parte della strategia. L’altra è la manipolazione.
Si creano nuove narrazioni per spostare l’attenzione.
Si costruiscono interpretazioni fuorvianti per giustificare ciò che non è giustificabile.
Si ripete all’infinito una versione distorta dei fatti fino a farla sembrare la sola possibile.
La realtà non viene solo ignorata. Viene riscritta.
La vera arma del potere non è più il controllo delle istituzioni, ma il controllo della percezione. Se un fatto diventa confuso, se la gente non capisce più cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, allora chi è al potere ha già vinto.
Chi cerca la verità non è più un oppositore politico. È un problema da neutralizzare.
E così il sistema sopravvive. La politica imprigionata in se stessa, incapace di prendere decisioni reali, ostaggio della sua stessa paura di perdere il controllo.
Ma la domanda resta la stessa: fino a quando?
“In Licheri we trust”😀
oh! oggi lo devo riconoscere è un vero articolo paradisiaco. Ebbasta leggere di questi macigni dei classici della storia che ti arrivano addosso e non ti fanno respirare.
basta, basta con Cesare basta con Lorenzo il Magnifico con Innocenzo decimo (il papa Gesuita piu’ scaltro nella storia) basta con Luigi Quattordici basta con Kissinger e per non negarci cose di casa..con Andreotti Giulio, del contado di Frosinone.
chiniamoci tutti ad altitudini in cui anche se la respirazione è da bassa palude si è piu’ sereni per orgoglio di pensiero; ma chi , domando, non prova disagio al cospetto di un Hobbes oppure di un Carl Schmitt?
p.s.:
Bellissima questa trovatina della “intestazione In (privativo) formale” scrivo sul serio perche’ bisogna finirla una volta per tutte anche con questi Significati e fare in modo che i SIGNIFICANTI viaggino in assoluta liberta’ . lasciamo che le C…..ONATE facciano il loro percorso e non esista Passione che possa arrecarci disturbo alcuno.
oggi provo solo misericordia
Mi pare che in questa circostanza più che mai calzi a pennello il detto popolare “ più murighi la caxxa e più aumenta la puzza”. Urgono potenti maschere antigas…
…. e siamo in due ! Ma credo che neanche il PD sia più disposto a rischiare il cullo per questi scappati da scuola … e lo vedremo allo STRESS TEST delle elezioni nuoresi se Ns Signora de La Solitudine ( per molti ma non per tutti – ndR. ) regge il carico . Dopodiché i DeriuS Bois tireranno una riga e si faranno due Conti ..pardon , due calcoli . Salvo che non li facciano prima candidando 3e & 4e file disposte al sacrificio per il Partito . Sentiremo i ns agenti a SantuPredu ….visto che devo purtroppo salire settimanalmente a Nuoro e posso unire all’ utile il dilettevole .
La propaganda grillina che parte a batteria con suoni di trombe e tamburi appena c’è una notizia che a parole si può piegare manipolare interpretare a loro favore è disdicevole.
Ci sarà un illecito tipo ‘pubblicità ingannevole’ che si puo’ applicare anche per i politicanti?
Meno male comunque che esistono i social, perché anche se loro spalmano propaganda ingannevole, sotto, i commenti dei cittadini dimostrano che non tutti si fanno abbindolare e sono più preparati di quanto si pensi.
Egregio, giusto segnalarne lo spessore politico e culturale ma senza neanche perdere tempo tempo a discuterne. Semplicemente, parafrasando il mitico Toto’ …. -one si nasce e, modestamente, lui lo nacque. Saluti.
Mio nonno diceva: kandu unu fueddada xetti po fueddai, d’akabada a nai ximproriusu.
Buongiorno, ho un problema con il condominio e vorrei fare causa. Potreste farmi avere i contatti dell’avvocato Licheri, per favore? Non per me, sia chiaro, li passerei all’amministratore del mio condominio.