Mi disintossico da me stesso e dal senso comune di inutilità dell’esistenza con cui il mio cervello mi minaccia da sempre, con la lettura e il cinema.
Cinema
Ieri ho visto Assassinio a Venezia, più per un omaggio a Agatha che per una reale attrazione verso la pellicola. Intanto, come al solito, non vi è paragone tra il film e il libro (Hallowe’en Party). In secondo luogo, alcune innovazioni della sceneggiatura sono molto discutibili. Per il resto, è un film gradevole, un po’ claustrofobico e tetro, ma questo passa il convento di questi tempi.
Letture
- Giampaolo Mele ha pubblicato un bellissimo saggio sulla storia dei goigs/gosos: Goigs and gozos (thirteenth – sixteeenth centuries). Historical, metrical, musical notes, and research insights, in Imago temporis. È un articolo che conferma una delle tracce stilistiche che contraddistingue questo studioso (oggi uno dei massimi esperti europei di innografia) e cioè quella di regalare al lettore (in ogni suo lavoro), in nota, la storia degli studi dell’argomento di cui si occupa. Non è cosa che facciano in molti, perché costa una faticaccia, ma è anche vero che alla lunga si rivela particolarmente utile e foriera di nuove ricerche. Chi fosse interessato ai gosos potrà trovare conferma come, per l’ennesima volta, una realtà che può sembrare eminentemente locale e sarda nella fattispecie, rivela invece le sue radici e connessioni con la cultura europea. Chi avrà la pazienza di leggerlo (è in inglese) non potrà non cogliere anche una certa patina ironica che Mele a volte, per nostra gioia, si concede, come, per esempio, quando, ripercorrendo le vicende dei Gaudia in onore della Vergine, si imbatte nell’opera di Guy de Folquet, un notissimo (ma dimenticato) personaggio della storia, giureconsulto, sposato con due figlie, poi vedovo, poi vescovo e infine Papa col nome di Clemente IV, autore dei Los set gautz de nostra Dona. Mele non ironizza mai sulle esistenze altrui, ma sa vedere in controluce le peculiarità della storia e chiama Clemente the law expert-poet-bishop-pope (col trattino, e l’ironia è tutta nel trattino).
2. Giovanni Lupinu ha fatto l’ennesimo dono immeritato alla Sardegna. Ha pubblicato, nell’ultimo numero del Bollettino di Studi Sardi il Saggio di edizione critica delle Questioni giuridiche integrative della Carta de Logu .
Le questioni integrative sono “sono un’anonima operetta in lingua sarda attribuibile alla prima metà del XV sec., la cui tradizione è strettamente legata a quella della Carta de Logu dell’Arborea: in esse è proposta una serie di casi pratici risolti col ricorso al diritto giustinianeo”. Esempio:
De ferida questio.›
Questio.
Pongamus qui uno homini siat ffertu qui non illo apat vistu nemus, de su qualli indi moriti, ed isu ditu homini siat dimandadu qui ’ll’at ffertu, ed isu ditu homini narada qui “Perdo e Johan‹n›i mi at ffertu”, et ateras personas no ’ll’apanta vistu. Podit-si creirri su sagramentu suo ho no? Et si ’ndi podet vener a periudicio su ditu Johan‹n›i e Perdo ho no?Solutio
Sa llege narat gassi, qui non debet esser cretido si non illo provat per atteras personis over testimongios, e no ssi debet turmentari si non esseret persona de malla ffama over qui altres voltas lu avirit amellessadu.
Trad. Quesito sui ferimenti
Poniamo che un uomo sia ferito senza che nessuno lo abbia visto, e a causa di ciò muoia. A tale individuo viene chiesto (scil. prima che muoia) chi lo abbia ferito, e lui dichiara: “mi hanno ferito Pietro e Giovanni”, ma non abbiano assistito altre persone. Si può prestar fede al suo giuramento, o no? E ai menzionati Giovanni e Pietro può venire pregiudizio, o no?
Risposta
La legge (il diritto romano) prevede questo: non deve essere creduto se non lo prova con altre persone ovvero testimoni, e non deve essere torturato (chi sia indicato come colpevole), a meno che non si tratti di persona malfamata o che lo abbia minacciato altre volte.
3.Antonello Murtas
Nei mesi scorsi, i quotidiani sardi hanno riportato la notizia della scoperta di un apografo di un documento di Eleonora d’Arborea che si collocava temporalmente (1399) tra la promulgazione della Carta del Logu di Eleonora (1392) e la morte della Juighissa (1403). Il documento è stato pubblicato in Archivio Storico Sardo (La contesa seicentesca per lo stagno di Cabras. Con la traduzione spagnola di documenti inediti dell’Archivio di Santa Maria di Bonarcado). Antonello Murtas, bibliotecario e ricercatore del Centro di Studi Filologici Sardi ha dimostrato che il documento è falso, risparmiandoci, come Sardi, la brutta figura che si sarebbe fatta, se a smascherare questo tranello dell’antichità fosse dovuto arrivare il solito tedesco.
4. Antonello Mattone L’anno scorso (ma io l’ho letto solo recentemente), la casa editrice sassarese Edes (diretta dall’inviato del Corriere della Sera Alberto Pinna), ha pubblicato l’ultima fatica di Antonello Mattone, Storia della legislazione speciale per la Sardegna, collocata nella collana fondata dal mio indimenticato amico e grandissimo storico Francesco Manconi. Raccomando la lettura del libro a quanti ‘virilmente si protendono’ verso una candidatura alla presidenza della Regione sarda. È un libro completo che recupera e anlizza tutte le leggi speciali dal 1869 al 1914. leggerlo farà male, perché si può scoprire come troppi temi di antichissima origine sono drammaticamente ancora attuali.
5. Mariano Porcu Il mese scorso, Mariano Porcu, docente ordinario di Statistica presso l’Università di Cagliari, ha pubblicato su Repubblica (io, colpevolmente, ho letto solo ieri) un articolo semplice semplice, profondo profondo, che spiega alle teste lucide che ci governano che cosa comporterebbe l’annunciata riforma degli istituti tecnici (un disastro!). È un articolo che spiega la scuola finalmente non come meccanismo burocratico, ma come espressione sociale dello stato di salute e della articolazione della società. Ne consiglio la lettura.
6. Per Gramsci, per sempre Ogni volta che leggo un libro, penso a lui, a Gramsci. Doveva essere un uomo con una anima d’acciaio temprata dalla fatica e dal dolore. Verso di lui si può provare ammirazione e compassione, stupore per la geometrica precisione del suo pensiero e dolore per tutto ciò che la vita gli ha tolto e gli ha comminato. Quest’anno sto dedicando il corso all’edizione del suo Quaderno 13, quello sul Principe, un libro geniale rispetto al quale non si può non sentirsi dei nani. Ebbene, questa domenica vorrei dedicarla a ricordare che è stato vilmente manipolato. Lo voglio fare riproponendo la foto, divulgata da Franco Lo Piparo, dell’etichetta manipolata dell’attuale Quaderno XXIX, sotto la quale è visibilissima una vecchi a etichetta numerata XXVI. A fianco di questa si deve segnalare quella del Quaderno XXXIII, chiaramente non di mano di Tania, come le altre.
Quando Lo Piparo scrisse che era stato sottratto un quaderno venne irriso, eppure nessuno ancora ha saputo spiegare perché le etichette dei quaderni sono state manipolate, perché i quaderni all’inizio erano 34 e ora sono 33. Gramsci attende ancora giustizia.
Letto l’articolo, grazie anche a Mariano Porcu.
Grazie Professore. Appena letto l’articolo di Mariano Porcu. Illuminante.
Ho appreso (il sole24ore) che in India, grazie anche alla demografia favorevole, si laureano circa un milione di ingegneri l’anno. Da noi, con una demografia con segno negativo cosa si programma per il futuro? Stimolare l’aumento dei diplomati tecnici.
Ho letto da qualche parte che bisogna temere i “cretini intraprendenti” perché sono capaci di azioni dai risultati catastrofici. Ho paura che in Italia ne abbiamo eletto in numero sufficiente a produrre cataclismi.
Molte grazie prof.
Gossip Domenicale: Marieddu Conch’ e’ Boi: In tottu custu casinu aundi cazzu mi pongu
Grazie per questi suggerimenti, leggerò oggi stesso l’articolo di Mariano Porcu.
Buona domenica a te e ai lettori di S e L.