Gentilissimo signore,
posto che sono perfettamente consapevole che Lei non leggerà mai queste righe, Le scrivo comunque per quel che si chiama “il caso”: può accadere che stando sul divano col cellulare in mano, Le capiti di incontrarle.
I suoi giornali e le Sue televisioni, in questi giorni, hanno chiamato all’indignazione telespettatori e lettori per le parole usate dai Pm durante il processo Ruby ter.
Contemporaneamente, lo stesso Suo potentissimo gruppo editoriale non sta facendo nulla, ma proprio nulla, per informare i cittadini che il 12 giugno si svolgeranno i referendum sulla Giustizia.
È la plastica dimostrazione che l’unico Suo parametro di valutazione della realtà è il Suo personale interesse. Forse questa è la Sua etica; forse aver perseguito il profitto e solo il profitto ad ogni costo Le ha cambiato i connotati morali, ma questa che pare essere la Sua ultima operazione politica ha un che di vigliacco.
Per anni Lei ha attaccato magistrati e partiti accusando tutti di un gran complotto a suo danno, esercitato attraverso il potere più forte dell’ordinamento repubblicano. In molti casi Lei sapeva perfettamente che non c’era alcun accanimento e che semplicemente era stato pizzicato proprio nelle Sue più ardite disinvolture.
Accadeva e accade che, invece, molti cittadini patiscano davvero l’uso arbitrario del potere da parte di un magistrato senza aver combinato proprio nulla, senza avere le Sue risorse, senza disporre del Suo potere. Ecco, di questo, come di tutto ciò che non le porta profitto e gloria, a Lei non frega assolutamente nulla.
Come spesso accade, Lei è stata la persona sbagliata per dire cose giuste.
È accaduto, però, che mentre le diceva, tra vedere e non vedere, si è comprato lo spazio e ha acquisito il potere residuo (quello lasciato libero dalla Rai) di informare tutti delle cose giuste.
Adesso, giacché un pezzo del suo passato ritorna, Lei priva i cittadini del diritto sacrosanto all’informazione, in nome della Sua paura, Lei, che avrebbe voluto essere Presidente della Repubblica.
Personalmente trovo ignobile la censura che il suo gruppo editoriale sta operando sui referendum. La trovo ignobile ed eloquente di ciò che Lei è stato: un predatore di libertà e di risorse, un interprete cinico della politica e degli affari.
Nel riepilogo dei Suoi pochi insuccessi, si segni dunque anche questo: c’è una persona in Sardegna che ha sentito il dovere di farLe conoscere tutto il suo disprezzo per le Sue censure, per le Sue calcolate reticenze, per le Sue perfette convenienze.
Senza alcuna cordialità
Paolo Maninchedda
Per chi è attento! sono cose alla luce del sole
Una riflessione: i partiti politici che oggi, stante i sondaggi, andrebbero a governare l’Italia sono gli stessi che per più votazioni hanno proposto questo pregiudicato a presidente della Repubblica.
Benevatu!
Ben detto.