La recente Legge sugli appalti, che contiene anche l’Anas sarda, è stata la legge col più lungo confronto preparatorio con le parti interessate che la storia recente ricordi. Una prima redazione è stata sottoposta al vaglio dell’Ufficio legislativo della Regione e poi approvata dalla Giunta, poi esposta al Dibattito Pubblico, poi modificata alla luce delle osservazioni pervenute, poi dibattutta in riunioni verbalizzate con i sindacati e con gli Ordini, poi riapprovata in Giunta, poi tenuta congelata in Commissione consiliare per dieci mesi, infine approvata.
Una cosa è certa: sarebbe stato un errore che la legge costruisse artificialmente ambiti di mercato riservati a questa o a quella categoria. Se si fosse previsto questo, non si sarebbe fatta una legge sugli appalti ma sull’autarchia. È certamente normale che gli Ordini professionali e i sindacati delle imprese facciano lobbing durante l’approvazione di una norma, ma lo è meno che, pur ammettendo i notevoli passi in avanti della norma, tentino di provocarne l’impugnazione da parte del Governo in modo da lasciare la Sardegna immobile e arretrata, solo perché un piccolo orticello non è stato garantito a questo o a quell’interesse.
In questa corsa alla demolizione di noi stessi, noi Sardi siamo degli specialisti. Ma anche in queste attività demolitorie occorre essere minimamente coerenti. Oggi sulla Nuova Sardegna la legge viene attaccata dal Presidente dell’Ordine degli ingegneri del nord Sardegna, che lamenta, tra le altre cose, il mancato ascolto proprio degli ordini. Ieri, invece, ho ricevuto una mail di ringraziamento da parte del Presidente dell’Ordine del Sud Sardegna, che riporto di seguito:
«Stimato On. Maninchedda,
ho avuto modo di visionare oggi il testo licenziato dall’aula.
Ho notato le seguenti modifiche, intervenute rispetto al testo discusso in assessorato nel recente incontro:
– è stato introdotto l’art. 5 recante “Denominazione delle opere pubbliche”;
– è stato effettivamente introdotto l’art. 7 sulla società in house (ex emendamento art. 5 bis), sulla quale abbiamo espresso qualche perplessità ma non siamo aprioristicamente contrati;
– nell’art. 9 (ora 11) è stato assegnato eguale peso agli Ordini ed alle Università:
– nell’art. 21 (ora 23), comma 3, è stato modificata la formulazione, con una soluzione sicuramente più efficace;
– nell’art. 21 (ora 23), comma 5, è stato dato eguale peso agli Ordini ed alle Università;
– nell’art. 31 (ora 33), è stato introdotto integralmente il comma 2 da noi proposto sugli incentivi per le funzioni tecniche.
Non posso che riconoscere che l’aula ha ascoltato le nostre istanze e fornito risposte concrete.
Colgo l’occasione per ringraziarla del Suo interessamento e confermo disponibilità degli Ordini a collaborare ai provvedimenti che conseguiranno.
Cordiali saluti,
Sandro Catta
Ordine Ingegneri di Cagliari».
Che dire? Impariamo a rispettarci, restare uniti e fidiamoci di uno sguardo aperto sulla realtà, libero da pregiudizi e cattive abitudini.