In Sardegna si vola con due continuità diverse, ossia vi sono compagnie che fanno viaggiare i non residenti al costo della continuità territoriale dei residenti e compagnie, quelle che operano su Olbia, che, invece, non possono far volare i non residenti allo stesso costo dei residenti. Questo accade per le scelte fatte dal Presidente della Regione nella conferenza con l’UE del 26 marzo scorso.
Ebbene, è molto singolare che si gridasse al danno erariale sulla continuità territoriale della Giunta Pigliaru, che comunque era in dirittura d’arrivo ed era stata negoziata in modo costante con l’UE, e poi si taccia sul fatto che Ryanair e Alitalia viaggino su Cagliari a condizioni molto più vantaggiose di quanto faccia Air Italy su Olbia. Due aeroporti, due leggi, un capolavoro di legalità!
Sono state annunciate le nomine dei direttori generali degli assessorati. Anche in questo caso la legalità viaggia a profondità sottomarine, cioè praticamente invisibili a occhio nudo. Si interpreta la legge regionale che fissa un tetto massimo di cinque anni per i contratti, per fare un contratto insostenibile di soli sei mesi. Quali obiettivi può raggiungere un Direttore generale in sei mesi? Direi nessuno, ma la Giunta dovrebbe darglieli e poi valutare quanto e come siano stati raggiunti per calibrare la parte premiale dello stipendio. Sono curioso di vedere come e chi darà il via libera ai contratti di sei mesi e con quali motivazioni. Ma la cosa più interessante è che palesemente almeno tre nominati Direttori generali non hanno i requisiti per assumere la carica: la delibera della Giunta incarica l’Assessorato del Personale di accertare il possesso dei requisiti. Anche in questo caso sarà interessante leggere le motivazioni per le quali chi non è dirigente potrà andare a fare il Direttore generale.
Mentre accade tutto questo, diversi dirigenti regionali sono senza incarico nonostante vi siano molti servizi scoperti, gli enti sono bloccati.
Questa non è legalità, è disordine, ansia da occupazione millimetrica del potere, assenza di cultura dello Stato. Nel frattempo si fanno incancrenire le sentenze della Corte costituzionale favorevoli alla Sardegna, non si ripropongono e approvano leggi di natura finanziaria essenziali per la Sardegna,
Infine, ieri abbiamo avuto la conferma (ma bisognerà controllare bene le coperture finanziarie) del finanziamento del Mater Floris Olbia ben oltre il 20% in più dello stanziamento per la sanità privata autorizzato dalla legge e sostanzialmente coperto con un incremento della spesa sanitaria, non autorizzabile ai sensi della L. 208. Mentre la gente è inferocita per i servizi che non funzionano negli ospedali pubblici, la prima preoccupazione è garantire, in misura stridente con le leggi vigenti, la copertura finanziaria a una clinica privata che doveva portare le eccellenze da tutto il mondo e invece si sta tarando sul livello della concorrenza al sistema pubblico sanitario della Sardegna.
Di fronte a questi inizi, l’opposizione, civica, culturale e politica è più un dovere che una funzione.