di Mario Cadoni
Vincitore del premio Oscar 2006 nella categoria miglior film straniero, arriva in Italia Le vite degli altri dell’esordiente Florian Henckel Donnersmarck.
Film bellissimo, con una solida sceneggiatura e attori straordinari, ambientato nella Germania dell’Est, precisamente a Berlino. Le vite degli altri serve a capire in che modo la Stasi, con 13 mila funzionari e 170 mila collaboratori informali, controllasse la vita di un popolo. Donnersmarck apre il film con un interrogatorio condotto dal capitano Wiesler (Ulrich Muhe), che per 40 ore non da tregua al sospettato, e contemporaneamente mostra una lezione tenuta dallo stesso Wiesler ai suoi allievi, futuri torturatori psicologici.
Il prologo ci conduce dentro la storia del film: Wiesler viene incaricato di spiare il noto drammaturgo Georg Dreyman (Sebastian Koch), l’ordine arriva dal ministro della cultura Bruno Hempf (Thomas Thieme), che lo vorrebbe eliminare per potere disporre della sua compagna, da lui già ricattata, l’attrice Christa-Maria (Martina Gedeck).
Wiesler dissemina la casa di microfoni e inizia il suo maniacale controllo di Dreymman per trovare qualsiasi prova che lo possa incastrare. Ma col passare del tempo invece di raccogliere prove, ci sarà un cambiamento nel funzionario, una condivisione della vita della coppia che lo porterà a redigere rapporti falsi. Wiesler riscopre o, sarebbe più giusto, scopre la propria vita, probabilmente si rende conto di non averne mai avuto una, e soprattutto scopre la libertà.
Le vite degli altri non è un mero ritratto dell’attività svolta dalla Stasi, ma è anche una solida riflessione di quello che è oggi il nostro mondo, dove tutti sono spiati e controllati (basti pensare alla vicenda Telecom).
Di Florian Henckel Donnersmarck, con Ulrich Muhe, Martina Gedeck, Sebastian Koch, Ulrich Taku, Thomas Thieme.