La Destra sta attaccando da giorni l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte per le sue vacanze a Cortina d’Ampezzo in un hotel a cinque stelle. Lo fa strumentalmente, paragonando la possibilità di Conte di sostenere una spesa per una vacanza di lusso con l’ammontare del reddito di cittadinanza. Tecniche di comunicazione tipiche della Destra italiana. Non si dimentichi che fu la Destra romana a organizzare il lancio delle monetine all’uscita dell’Hotel Rafael di Roma contro Craxi. Niente di nuovo sotto il sole.
Tuttavia, un problema c’è e non riguarda solo Conte, ma tutta la Sinistra.
In termini generali si pone questa domanda: si può contestare il sistema economico del mondo occidentale, con la sua straordinaria capacità di generare povertà acute contrapposte a ricchezze inesauribili concentrate nelle mani di pochissimi, e poi vivere secondo i contenuti e le forme dei ricchissimi che si contestano?
La risposta è no. Non si può lottare per la giustizia sociale e poi ambire all’acquisto di macchinoni, vestire solo griffato, avere barche di lusso, mangiare in ristoranti stellati, vivere in case da sogno, possedere ingenti risorse liquide. Non si può perché non si è credibili nel proprio impegno politico e sociale, giacché si alimenta e ci si iscrive all’etica e all’estetica che genera l’ingiustizia che si dichiara di combattere.
Il grande alibi esibito in questi casi è che il sistema capitalistico occidentale avrà anche i suoi difetti, ma è certamente il meno peggio dei sistemi di governo del mondo nel coniugare la produzione della ricchezza e le libertà individuali. Ne conseguirebbe che chi sta da questa parte, sta comunque dalla parte giusta, perché dall’altra ci stanno i Putin, gli Xi, gli Erdogan, gli emiri ecc. ecc. Usare i benefit della parte buona, cercando comunque di migliorare la parte (è l’atteggiamento dei riformisti), sarebbe dunque comunque da apprezzare e consentirebbe di coniugare privilegio e militanza sotto il segno della solidarietà e della prodigalità. Ma è un’illusione, un alibi appunto.
L’illusione di una certa Sinistra, un’illusione che i cristiani conoscono benissimo perché è dipinta dai Padri della Chiesa come una delle maggiori tentazioni del diavolo (ovviamente c’è chi riderà del diavolo, ma io dopo aver letto Bulgakov e Mann e dopo aver parlato con un noto psichiatra che mi ha raccontato di alcuni suoi casi, ho meno certezze degli scettici), consiste nel ritenere di rimanere candidi usando lo sterco del diavolo (il denaro). È la supremazia morale della sinistra, una distorsione storica cui Berlinguer concorse non poco, immemore di tante colpe del Pci (per esempio i tanti linciaggi morali, condotti sulla stampa amica, realizzati contro gli avversari politici. Il Pci era maestro dell’argumentum ad personam; nelle sue scuole di partito insegnava come dileggiare e colpire sul piano personale gli avversari più temibili) una delle quali mai perdonerò: la linea dura sul caso Moro.
Non si rimane né candidi né lucidi se ad un certo punto si cerca il di più, si cerca il lusso, il potere delle cose, si anela ad essere ammessi nei circuiti esclusivi, si pretende il plauso dei potenti perché si è capaci di usare meglio di loro gli strumenti del potere. La politica non è un’attività separabile dalla propria ricchezza spirituale, non è solo tattica, è di più. Se si passa dall’altra parte con le gambe e con la tasca, ci va anche il cuore e si è compromessi.
Cosa diventa un leader di sinistra con tasca e cuore a destra?
Diventa Cesare. Ho sempre guardato con sospetto i professori che insegnano la storia di Cesare con ammirazione mal celata. Cesare ha fatto il populista per usare il popolo contro il privilegio del ceto cui lui stesso apparteneva, ma non per trasformare un potere aristocratico e concentrato in un potere diffuso, no, per concentrare il potere nelle sue mani. Chi liscia troppo il pelo al popolo e anela ai modi della vita aristocratica, prima o poi svela la sua vocazione dittatoriale. Tutti i capipopolo sono finiti ad essere beccati nell’abbraccio voluttuoso col lusso, con la ricchezza, con i potenti del momento. Il diavolo seduce e conquista non con le corna e la coda, ma col lusso, con la comodità, con le cose.
Ora c’è da chiedersi se nel mondo del politically correct sia più censurata una parola sbagliata o un comportamento politicamente incoerente. La risposta è che è più censurata la parola dell’azione. Detto in altri termini a nessuno importa nulla se chi si dichiara per i poveri si comporta come i ricchi, ma guai se si sbaglia una parola che intacchi la censura con cui il mondo occidentale sta riuscendo a non far parlare più di giustizia sociale a favore di generici discorsi di razza e di genere. Questo è il punto. Se oggi si dice “negro” o “froscio”, insorge il mondo (e a ragione!), ma se si vive come coloro che dominano il mondo e lo conducono alla rovina pur dicendo di volerli combattere, nessuno insorge se non, paradossalmente, la parte dei ricchi, con la risata sguaiata di chi smaschera l’imbucato alla festa.
Tutto chiede salvezza, ma non c’è salvezza senza sacrificio.
occorre insegnare ai nostri figli che c’è uno stile di vita frugale, che non vuol dire miserabile, ma semplicemente sobrio e compatibile con l’esistenza di un pianeta che va impoverendosi sempre più e a ritmi vertiginosi.
prima di insegnarlo occorre che ce ne impadroniamo noi facendone obiettivo quotidiano
troppi vivono, come diceva Guccini, “scordando che alla fine tutti avremo due metri di terreno” (e non agricolo nè edificabile))
Il Diavolo non utulizza solo il denaro e il lusso per attraare a se gli uomini ricchi che dominano sul resto dell’umanità. Credo che utilizzi un’arma più subdola e cinica: l’odio dei poveri verso gli altri poveri. Per questo nessuno insorge contro chi dice di avere il cuore a sinistra possedendo un ricco portafoglio a destra o contro coloro che hanno cuore e portafoglio a destra e se ne fregano di tutti gli altri.
Una canzone non banale di Jovanotti (artista criticato anche lui per avere il cuore a sinistra e il portafoglio a destra) recita la frase ” ehi mi fido di te, cosa sei disposto a perdere?”
Domanda irrisolta da millenni e che dovremmo tutti farci almeno 1 volta al giorno se vogliamo che il termine “solidarietà sociale” abbia un senso.
Cosa siamo disposti a perdere?
É immorale chi per una vita ha predicato la parsimonia e poi sfruttando le opportunità che offre il mondo capitalista, salta il fosso e diventa benestante tanto da potersi permettere gli agi un tempo solo appannaggio delle classe sociale dei piani alti.
Mi viene in mente la parabola di D’Alema rampollo della sinistra cresciuto a pane, Capitale e lotte operaie, predestinato a scalare tutte le vette della politica.
Divenuto esperto velista compra una barca, classe batik 40 , mitica Ikarus,
. Si cimenta in regate di alto bordo e nel ’99 vince l’italiano. Nel mondo della vela non è cosa di poco conto. L’anno successivo, oltre essere il defender per il titolo, è anche Presidente del Consiglio dei ministri, carica sottratta a Prodi, con la complicità di Cossiga. Da detentore del titolo della classe, ha il diritto di scegliere il circolo dove regatare per difendere il suo trofeo. Uno che può scegliere di sedersi nelle poltrone soffici dei club griffati, non se ne va al circolo canottieri di Anzio Non fa figo. Ovviamente fa carte false per ormeggiare il suo yacht nello specchio acqueo dello Yacht club Costa Smeralda di Porto Cervo. Il numero uno del Mediterraneo ex aequo con Monte Carlo.
Gli interlocutori sono l’Aga khan & company, compreso il dott. Violati, marito della Cucinotta e re delle acque minerali , che per la cronaca e gli annuario, gli sottrae il titolo all’ultima prua.
Morale: anche la classe operaia vuole andare in paradiso, ma in quello terrestre, perché l’altro non si sa se ci sia.
A me sembra più semplice. I cosiddetti “social” (unico spazio dove il c.d. lusso di Conte interessa a qualcuno) sono intrisi di moralismo, sempre e costantemente. Ogni occasione è buona per fare la morale, giudicare, lasciarsi andare ai soliti luoghi comuni. Temo sia la nostra cultura cattolica: il denaro è SEMPRE l’incarnazione del demonio.
Conte? Per chi nn ha il prosciutto su gli occhi si commenta da solo … magari, il problema fosse (solo) che va a cortina… e d alema?con la sua barca a vela da 800mila euri e in fondo sarebbe il male minore rispetto a ciò che ha e nn ha combinato,ne vogliamo parlare? Etc etc etc.amen
Su chi contat est a parlare, parlare, parlare, convincere e mescamente VINCERE e, che a su ‘mastru’ bonànima, a issos puru de “sinistra” o de vattelappesca lis bastat «mille morti» de calesisiat zenia per sedersi a tavola e bancas de totu sas formas e mannària.
Pro fàghere e cambiare nessi carchi cosa bi at sempre tempus che a mòrrere e a pagare issos: lis bastat chi morzant sos ‘preventivados’.
Povero non è chi ha poco, ma chi ha già tanto e desidera sempre di più…
Lo diceva Seneca, dovrebbero insegnarlo alle elementari per avere la speranza di educare persone e non consumatori.
articolo magistrale.
“La risposta è no. Non si può lottare per la giustizia sociale e poi ambire all’acquisto di macchinoni, vestire solo griffato, avere barche di lusso, mangiare in ristoranti stellati, vivere in case da sogno, possedere ingenti risorse liquide. Non si può perché non si è credibili nel proprio impegno politico e sociale, giacché si alimenta e ci si iscrive all’etica e all’estetica che genera l’ingiustizia che si dichiara di combattere.”
Quanti capi partito di sinistra, proprietari di barche e occupanti di case popolari, dovrebbero leggere i Suoi articoli e vergognarsi
Parole Sagge, credo che non riusciremo mai ad essere smentiti, e, comunque, come ho sempre detto, Conte è un lupo travestito da pecora. Preferisco essere come sono e chi mi ama mi segue 😂😷💪
…si continua a morire di fame…
La disuguaglianza di ricchezze, spesso immeritate, è tale che non può non essere chiamata immorale. Se c’ è chi muore di fame e chi spende 15.000 euro per un cenone la disuguaglianza è immorale. Ancor di più se chi è povero lo è perché qualcuno possa essere straricco.