L‘Agenas, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, ha pubblicato gli esiti della valutazione della perfomance manageriale degli ospedali italiani per l’anno 2021. Si tratta di una parte del vecchio Piano Nazionale Esiti che compara i livelli di efficienza dei diversi reparti ospedalieri con il livello medio nazionale.
Più si aderisce al livello medio nazionale di efficienza, più si è efficienti, più ce ne si allontana, più si è inefficienti e pericolosi per la salute dei pazienti.
Se n’è accorto il Corriere della Sera che ha fatto una sintesi del rapporto, pubblicando la classifica dei migliori dieci ospedali d’Italia e anche quella dei peggiori dodici.
Nella classifica dei peggiori ci sono le due aziende ospedaliere sarde: l’AOU di Sassari (prima tra i peggiori per tempi di attesa per i tumori) e l’AOU di Cagliari.
Il dato è tale da incuriosire e sollecitare di andare a vedere il risultato delle altre strutture ospedaliere pubbliche. Il quadro è da disperazione e da terribile paura per l’attività di ospedali che in settori delicatissimi come l’oncologia e la chirurgia, ma in alcuni casi anche la ginecologia, si distanzia troppo verso il basso rispetto allo standard nazionale italiano.
Vediamo gli ospedali del Nord Sardegna.
Alghero
Come si può notare la ginecologia e la chirurgia generale sono in rosso, cioè hanno un’adesione allo standard nazionale molto basso.
Ma ciò che più stupisce è l’esito dell’ospedale Marino di Alghero, che fa solo ortopedia e pur
facendo solo questo è in rosso, cioè si distanzia notevolmente dagli standard nazionali.
Sassari
Il dato impressionante delle Cliniche sassaresi è che sono in rosso la ginecologia e la chirurgia generale, cioè i reparti che fronteggiano le nascite e gli interventi chirurgici più banali ma anche più comuni.
La debolezza chirurgica delle Cliniche non è compensata dal SS. Annunziata che ha comunque un dato basso in chirurgia e molto basso in chirurgia oncologica.
Ozieri
Ecco qua, Ozieri è una grande macchia rossa, con l’oncologia non classificabile. Non servono commenti.
Tempio
A Tempio ci si può rompere un braccio (e anche con risultati di efficienza medi, non eccelelnti), ma guai ad avere un infarto o un’emorragia.
Olbia
A Olbia, invece, si può avere un infarto ed essere ben curati, ma se si ha un tumore o un’occlusione intestinale o se si deve partorire si rischia: la chirurgia è in rosso, l’oncologia ha un dato di efficienza basso come la ginecologia.
La Maddalena
La Maddalena non è valutabile. Ognuno tragga le sue conclusioni
Ho trovato molto interessante la sezione dedicata ai “tempi di attesa” per l’area “tumori maligni” https://stat.agenas.it/web/index.php?r=public%2Findex&report=11.
In Sardegna, nel pubblico, si è passati dal 50,7% di interventi in classe A assegnati in 30 gg sul totale interventi in classe A del 2019 al 47,8% del 2021, contro un dato per il privato accreditato che era dell’88,9% e che va al 92,5% (correlazione?).
Il dato incrociato con lo “indice di fuga” (nome omen) riportato nel Focus della Mobilità per Patologie Oncologiche https://stat.agenas.it/web/index.php?r=public%2Findex&report=15 mostra poi che la “fuga” è particolarmente elevata in % nel settore privato accreditato e meno nel pubblico, dove comunque per alcune tipologie di tumore, se se ne ha la possibilità, è meglio “scappare a gambe levate” e non “farsi toccare” nella nostra isola.
Qualcuno potrebbe obiettare che il saldo della “mobilità totale dei ricoveri” https://stat.agenas.it/web/index.php?r=public%2Findex&report=10, che indica “la fuga dei propri assistiti, verso strutture sanitarie, pubbliche e private accreditate fuori dalla propria Regione”, è migliorata passando dai -44,56 Mln del 2019 ai -34,47 Mln del 2021, ma non bisogna farsi trarre in inganno, perchè è evidente che con il COVID (2020) non è stato possibile andare fuori a curarsi e, infatti, il confronto 2020-2021 (da -30,01 Mln a -34,47 Mln) mostra un riavvio del fenomeno che troverà sicuramente conferma nei dati 2022 appena disponibili.
Insomma, come si dice “il quadro è da disperazione”.
Sarebbe stupefacente che qualcuno si stupisse della situazione a Sassari . 4 Direttori Generali in 4 anni scelti su base personalissima dalla consorteria massonica che governa la sanità sassarese (e l’università), talvolta senza i requisiti di legge e privi di qualsiasi esperienza specifica nel campo. A cascata il resto. Liste di attesa fuori controllo, Atto Aziendale inventato a cena, Assessore che va e viene mostrando una chiara preoccupazione per il suo futuro, interessi personali che confliggono con l’interesse personale di chi dovrebbe gestire, etc. Ma c’è mica il tempo per pensare ai malati!!