Iniziamo con alcune notizie di contesto, rese dal bagnasciuga, di primo mattino, con i piedi in acqua e la mente lucida, libera ancora dal conflitto tra desiderio di felicità e coscienza della tragedia del vivere che fa di ogni essere umano una persona. Diamo le notizie vere nel limbo di un risveglio marino.
Iniziamo dalle elezioni suppletive del Nord Sardegna.
Cosa dicono i sondaggi? Dicono che vincerebbe il Centrodestra, perché mentre nel Sassarese sarebbe in lieve vantaggio il Centrosinistra, in Gallura stravince il Centrodestra.
Chi sono i candidati?
Non sono gli ex rettori, ma per la Destra il candidato in pectore sarebbe Sergio Milia, per il Centrosinistra Paolo Manca di Federalberghi, schierato proprio per tentare di pareggiare in Gallura.
In questo scenario si inserisce Quirico Sanna, che sa che a ottobre lascerà la Giunta (pare insieme a un nutrito gruppo di assessori bocciati allo scrutinio estivo). L’assessore all’urbanistica (che oggi riesce a dire due cose quasi giuste sullo scempio del Puc di Palau) è esponente non banale della maggioranza interna del Psd’az stretta intorno al segretario presidente Solinas, il quale se facesse un rimpasto troppo profondo (per esempio mandasse a casa anche Chessa e il capo di Gabinetto dell’urbanistica) potrebbe trovarsi in difficoltà nel Consiglio Nazionale sardista (sebbene il portafoglio di un Presidente di Regione sia così gonfio di opportunità e di promesse che non è difficile avere sempre margini di recupero pur elargendo punizioni severe).
Quirico non vuole mettersi da parte e chiede la candidatura. Nel matrimonio di interesse Lega-Psd’az, la componente maschile (la Lega) pende per Milia, la componente femminile (Psd’az) è della categoria delle disponibili, e quindi ancora non ha fatto una scelta.
Poi c’è un outsider single, ma molto popolare, che è Peru, il quale non è gradito perché è di Sorso, con tutto quello che questo comporta.
La riforma sanitaria è un risiko politico che vedrà vittoriosi i Riformatori-Rastrellatori che terranno il Brotzu e daranno via libera al ripristino delle 8 Asl. La transizione avverrà con il saldo controllo dell’Ats in mano alla vintage Dc di Oppi.
In questo quadro, l’inserimento del gruppo Petruzzi nella sanità privata sarda con il rilevamento del Policlinico sassarese reso appetibile dalle norme anti-Covid, compone anche un’altra partita: quella della vendita della Nuova Sardegna che è lì per essere definita con l’alta mediazione politica di chi si può immaginare.
Il futuro del giornale è nero fuori da un gruppo con forti economie di scala, ma per qualche anno si continuerà nella linea tracciata: garantire l’equilibrio di bilancio non con l’aumento delle copie vendute ma col taglio dei costi. Quando si arriverà all’osso, si farà crack. Questa visione ha tenuto lontane dall’operazione le banche e altre espressioni del credito.
L’assegnazione della deleghe di Amministratore delegato di Abbanoa alla persona unanimemente ricondotta a Tunis-Floris (anche se Abbanoa è una realtà così dura e complessa che è capace, in autotutela, di spingere i singoli a difendere il proprio buon diritto a non andare in galera dalla faciloneria con cui la politica pretende di gestire ciò che non le compete. Si dice che uno dei tre componenti del Cda abbia già iniziato a fare dichiarazioni a verbale…) comporta un parallelo ridimensionamento della stessa componente (che si riduce a un consigliere regionale, ma anche a un gruppo di interesse che non è proprio leggerino a Cagliari, visto che esprime un senatore della Repubblica e il più forte gruppo immobiliare e sanitario di Cartagine) nella Giunta Solinas. L’Assessorato dell’industria sarebbe ambìto, per ragioni ideologiche e autonomistiche, dalla Dc vintage di Oppi, di cui sopra.
Ora possiamo parlare di leggi. La revisione farlocca del Piano paesaggistico, il Piano Casa, il Piano dei litorali (non si ha un’idea di quanta politica campi di ombrelloni e chioschi), la riforma sanitaria, il piano di stabilizzazione del personale di Forestas e tante altre cose, non discendono da una visione strategica della Sardegna, ma dall’accompagnare gli assetti di potere che ho appena descritto (in modo sommario) con una serie di previsioni normative orientate su specifici interessi, necessarie a tenere unite le truppe mercenarie che dal terzo secolo avanti Cristo villeggiano qui da noi.
Vedere oggi alcuni esponenti della maggioranza cartaginese parlare di autonomia fa morire dal ridere.
E dov’era la loro sensibilità autonomistica quando il Presidente della Regione sfasciava la continuità aerea e navale della Sardegna? Dormiva? E dov’era la loro sensibilità autonomistica quando il presidente firmava, in tutta fretta e con la complicità del Pd, un accordo sulle entrate che è un suicidio normativo e finanziario per la Sardegna? E dov’era la loro sensibilità autonomistica quando l’epidemia esplodeva a Sassari e a Cartagine si diceva che andava tutto bene? E dov’era quando andava in onda la sceneggiata vergognosa del tubone del gas?
E oggi che Roma si tiene i suoi poteri (che il connubio Lega-Psd’az non ha mai messo in discussione perché fondativo della loro unione di fatto) dovremmo applaudire un po’ di matrone (si fa per dire) offese che si vorrebbero proporre come illibate autonomiste?
Non bluffiamo: la Sardegna è oggi in una delle sue tante fasi mercenarie. Chi non è in vendita deve resistere e vivere in alta montagna, ma che i giornaletti continuino a raccontare questa fase storica di puro mercato con un tono di rassicurante normalità, questo è fastidioso, tanto più di fronte al mistero della bellezza del creato, che non lascerebbe spazio al male, e invece lo accoglie come se niente fosse.
No, allora, il centrosinistra voleva candidare Massimo Ranieri, il centrodestra Toto Cutugno, ma poi qualche genio del centrosinistra si è ricordato dei 3 tenori e ha telefonato alla sede locale. Quello che ha risposto ha capito rettori anziché tenori. Quindi sono venuti fuori i nomi dei rettori. Ora per rimediare uno lo vogliono candidare a sindaco di Modolo l’altro a comandante dei vigili urbani a Tresnuraghes. Il centrodestra sta pensando a Pamela Prati che porta voti, il centrosinistra non ha una contromossa immediata, al momento studiano. Qualcuno ha fatto una telefonata spiritica ad Armandino per chiedere consiglio, ma pare che lui li abbia mandato a cagare. Insomma, la verità è che c’è un grande fermento di idee: come direbbe Battiato, povera patria…