Vorrei mostrare come, anche in questa terra che vuole apparire più ingenua di quello che è, si vivano le stesse dinamiche che attraversano le società più complesse e gli intrighi più noti.
Ieri, un mio collega universitario, mi ha detto: «Paolo, se vuoi capire l’ambiente universitario, devi ricordarti Il signore delle mosche (Lord of the Flies)», un romanzo degli anni Cinquanta che io avevo letto al secondo o terzo anno di università, dopo aver ascoltato una conferenza di Mario Domenichelli.
A ripensarci, quel romanzo è illuminante per capire tutti i processi di abbruttimento nel quale spesso le persone precipitano non appena si trovano in gruppo e devono darsi un’organizzazione.
Viltà diffusa, ambizione dissimulata, branchismo (quella tendenza a sonnecchiare mentre si subisce il potere di qualcuno, per poi scatenarsi appena vien dato il via libera ad azzannare i divergenti), interesse privato vestito da menzognero impegno pubblico, egoismo sfrenato travestito da compassata educazione, violenza endogena trattenuta per pura convenienza ma, appena possibile, cioè in incognito, esercitata con sadica soddisfazione, sono questi i tratti che non è difficile identificare anche ai nostri tempi e non solo in politica, ma in tutti i luoghi dove la storia costringe le persone a stare insieme.
Con quest’animo inclinante al pessimismo, cioè allo smascheramento della finta cortesia, del finto affetto, della finta razionalità ostentata come toilettatura del cinismo più bieco, possiamo commentare alcuni fatti di oggi.
Se si legge sia L’Unione Sarda che La Nuova Sardegna e si è avuta la fortuna di ricevere i messaggi della chat degli assessori (che è quanto di più pubblico possa esistere), si può osservare come il consigliere di Fratelli d’Italia Piga sia caduto nella trappola tesa dall’assessore al Bilancio per identificare le tante talpe che divulgano impunemente i “segreti” della Giunta.
Nei giorni scorsi, infatti, l’assessore Meloni aveva mandato ai colleghi questo messaggino: «Vi comunico inoltre che abbiamo una cassa esorbitante (ad oggi ammonta a 4,525 miliardi di euro a fronte di 3,368 miliardi dello stesso giorno del 2023!), davvero mai vista. Pertanto vi chiedo di sollecitare le vostre strutture affinché in questi giorni paghino il più possibile. In particolare assicuratevi che vengano liquidati interamente i contributi di funzionamento a favore di enti e agenzie».
Meloni non dava, dunque, solo il dato della cassa, ma di fatto ne attribuiva la responsabilità alla lentezza della spesa durante il primo anno della Giunta Todde, tale da non procedere neanche al trasferimento delle risorse agli enti controllati.
Ho ricevuto, come altri, il messaggino e non l’ho pubblicato, perché non mi piace farlo e perché ho sentito puzza di ballon d’essai, cioè di un’informazione divulgata per seguirne le tracce e vedere dove sarebbe uscita.
Piga, col suo intervento di ieri, ha svelato il percorso che porta, a ritroso, al suo informatore, ha “bruciato” il suo agente all’Avana e Meloni ora sa che la Giunta è fortemente infiltrata dal maggiore partito di opposizione (e forse ha capito da dove escono alcune notizie). Tuttavia, anche Meloni ha pagato un costo: oggi corre sui giornali a dire che la cassa gigantesca è colpa di Solinas, mentre ai colleghi di Giunta aveva detto che era colpa dell’inerzia dei loro uffici (ma anche sua, che ha sbagliato a fare due assestamenti e ad accettare di appesantire il bilancio con le mance peculanti dei consiglieri regionali e degli assessori). Maschere e contromaschere, un carnevale del quale il cittadino comune capisce poco al punto da non cogliere di essere governato da una incapacità conclamata all’esercizio del potere, il quale è una brutta bestia, cioè un meccanismo complesso che si fa gestire solo da chi non lo ama, da chi non si abbruttisce nel suo esercizio.
Mercoledì scorso, i rappresentanti degli studenti del mio Corso di Studi mi hanno riferito di un incontro avuto con figure apicali del mio Ateneo sulla situazione bivaccante degli studenti nella sede di via San Giorgio a Cagliari (mangiano nei corridoi, non hanno una sala studio manco a pagarla, ecc. ecc.). Ovviamente il tema era lo stato dei locali e le manutenzioni e si sono sentiti rispondere da un apicale che i crolli accadono, sono normali. Come chiamare questo approccio? Trovate voi un aggettivo, io non voglio abbruttirmi di rabbia.
Ieri l’Agea ha dimostrato che il mancato pagamento della Pac ai pastori e agricoltori sardi è una colpa interamente ricadente sulla Regione Sardegna, in particolare sull’Assessorato all’Agricoltura e su Argea. Si tratta di colpe di cultura, cioè di sapere specifico dei problemi e delle procedure; si tratta di mancanze gravi dovute allo spreco del tempo in cose inutili, allo scontro paralizzante che è in atto nell’Assessorato tra organi politici e organi amministrativi. Non si possono passare otto mesi a parlare del nulla e a non fare nulla e poi accusare l’Agea di responsabilità che invece sono proprie. Questa volta, ed è abbastanza raro l’utilizzo dei termini espliciti del comunicato Agea, le strutture centrali dello Stato non sono state al gioco e hanno detto papale papale che il mancato pagamento è colpa della Regione e di chi la governa.
Immediatamente, l’assessorato e Argea hanno cercato di attenuare la notizia e di pasticciarla e i giornali, pigrissimi, hanno accettato una versione edulcorata dei fatti. Ma se si gioca così sporco, allora uno come me (che comincia a pensare che Gesù fosse ottimista quando diceva che lui sarebbe stato presente dove fossero stati due suoi amici, perché invece io penso che non appena ci si metta insieme, il diavolo banchetti) è legittimato a farne la seguente parafrasi a uso dei sardi ostili alla sodomia politica post-tergale: L’Agea ha dato alla Regione una severa lezione e l’ha esposta alle responsabilità, chiare e ineludibili, che ha avuto nel non pagare la Pac; poi, chiarito che capiscono poco e che sono inefficienti, nonostante le assunzioni dei vari concorsoni di solinasiana memoria, hanno detto loro: «Vabbè, siccome non riuscite a fare il vostro lavoro, vi diamo una mano di aiuto, ovviamente con successivo invio di fattura. Nel mentre liquidate comunque ai dipendenti Argea i premi per obbiettivi su ogni pratica aperta, non su quelle istruite, su quelle aperte, così siete tutti contenti premiandovi per la vostra inefficienza». Maschere e contromaschere, in un carnevale che sembra una danza macabra.
Che siano maledetti,giocano sulla pelle dei cittadini e in questo caso della categoria degli agricoltori e allevatori.
Ma il.popolo sta acquisendo una consapevolezza diversa ,le pale eoliche hanno dato il via a un filtro che non veniva fuori da tempo Voglio fare una donazione a quel cittadino che denunciato al Tar le mance di questi piccoli politici,lo voglio aiutare e collaborare ad spingere questa denuncia e farne anche altre….in procura chiaramente
……ovunque si poggi il dito , si aprono crepe ,falle e disastri amministrativi non degni di un civile consesso .Se il precedente ( solinas) non ha brillato per capacità ed accortezza amministrativa , l’attuale giunta pare superare ogni inadeguatezza : i nuovi amministratori ( benché ampiamente curriculati ) ci fanno rimpiangere persino Solinas ; non c’è davvero limite al peggio e……….. siamo appena al primo anno di governo !!!!!!!! Chissà cosa ci riserva il futuro e cosa e come questa maggioranza riuscirà a stupirci .