Oggi i giornali sardi rivelano l’assenza di spirito critico che li affligge. Siamo anche costretti a leggere pensierini più che deboli del direttore della Nuova, che scrive un articolo di fondo sulle elezioni politiche meno curato di quello dedicato al matrimonio della Nuova sul freschissimo del giovedì (e questo freschissimo infrasettimanale è tutto un programma) della Conad.
Primo punto: Solinas si candiderà al Parlamento italiano? Direi che le condizioni sono straordinariamente favorevoli. La legislatura regionale sarda volge al termine. Non ci sono grandi programmazioni da concludere, perché non ne è stata iniziata neanche una. Solinas potrebbe essere bene accompagnato (Truzzu o si candida adesso o mai più). Inoltre, e questo è il bello, potrebbe svolgere la campagna elettorale senza dimettersi da Presidente, attendere di essere eletto, tergiversare un po’ con le dimissioni, protetto dalle commissioni elettorali parlamentari, e arrivare a dicembre. A quel punto, dimettendosi, porterebbe le elzioni del Consiglio regionale a maggio 2023, cioè in concomitanza col turno di amministrative, otto mesi prima della scadenza naturale. Si può fare.
Secondo punto. Il Pd deve sanare ogni frattura, da Renzi a Calenda. Deve riuscire a fare liste di coalizione sotto il simbolo di partito. Non facile, ma necessario. L’acqua si restringerebbe se il diktat diventasse la ricandidatura degli uscenti: non ci sarebbe posto per nessuno. Inoltre, se il capo della segreteria di Letta, Marco Meloni, venisse candidato in Sardegna, ci sarebbe ancora meno spazio. Il congresso del Pd non si celebrerà e le decisioni saranno in capo alla Direzione Nazionale del Partito, dove contano le tre correnti di Franceschini, degli ex renziani e di Orlando. Il rischio a sinistra è che, anziché assistere da qui a fine agosto (data della presentazione delle liste) ad un dibattito politico, si assista a una mattanza dei deboli, alla strage degli orfani di padrinato. Speriamo bene.
Terzo punto. Tutte le forze politiche diverse dal Pd, tanto più quelle minoritarie quale quella in cui mi riconosco, hanno due strade di fronte: rivendicare qualche candidatura nei collegi (laddove capire come andrà a finire è un terno al lotto) o sostenere la parte progressista senza chiedere nulla. Sarei tentato dalla seconda per pigrizia, ma mi rendo conto che vi sono delle personalità nell’area non Pd che meriterebbero davvero di andare in Parlamento e che sarebbe giusto sostenere (come è noto, io ho un’allergia agli acari dei tessuti parlamentari italiani e non voglio convincere più nessuno, neanche nella più piccola delle elezioni amministrative, delle mie posizioni).
Quarto punto. La Destra sarda sa perfettamente che se l’area progressista sarà unita farà cappotto. Gli eletti sicuri a Destra saranno quelli candidati nel proporzionale. Quindi, se si candida Truzzu e se si candiderà Solinas, tutta la Destra si scannerà per due posti. Non proprio una bella prospettiva. Bisognerà attendere l’elezione del nuovo CSM per vedere, se da Destra e da Sinistra, Pittalis e Cucca riusciranno a diventare membri non togati dell’importante organo di autogoverno dei Magistrati. Se così accadrà, con qualche vantaggio per i sardi (sempre che il mandato venga esercitato con coraggio, sentimento soffocato da sempre, nei sardi passati per il travertino romano, dalla convenienza), allora si libererà, da una parte e dall’altra, qualche spazio.
Fine delle trasmissioni.
C’ è pochissimo tempo. Idee di rinascita. Bisognerebbe proporle e sperare che le copino. Mancano idee e l’appoggio popolare.
I populisti sanno parlare bene alla pancia degli italiani nell’illusione di riempirla. Come dessert offrono l’illusione di una vita felice tutta legge e ordine.
Quale sarà il menù alternativo che il mondo progressita e moderato offrirà alle pance abbronzate in riva al mare per strappare voti alla destra?
Parlo di pance perché tempo a disposizione per parlare alle coscienze ce n’è poco, specialmente in estate, considerato che fino ad ora è regnato il silenzio.
Spero comunque in un miracolo.
Rispetto il tuo pensiero ma oenso, però, che questo pensiero, corretto sotto il profilo della politica, cozza contro il sentimento degli elettori della sinistra.
Quella cordata che proponi per la sinistra sarebbe un’ottima cosa se i protagonisti chiamati a partecipare avessero dimostrato veramente di essere “onorevoli” (uomini di onore e disciplina). Ma Renzi, Calenda ed ora anche Conte apparirebbero così alla maggioranza degli elettori di sinistra? Ho paura di No ! Temo anzi che potrebbero avere un effetto contrario, ovvero allontanare gli elettori che – pur non essendo simpatizzanti del PD – potrebbero votare per questo partito. Dico ciò, atteso lo sforzo che il partito stesso ha fatto in modo compatto per sostenere il Governo Draghi che, a prescindere da qualche sbavatura, stava governando bene.
A mio parere sarebbe meglio che il PD presentasse una sua lista chiedendo – a chi non vuole dare il suo voto alla destra – un appoggio generoso (come lo hai descritto tu nella tua nota) che potrebbe essere compensato in caso di vittoria.
Nel caso che questa ipotesi fallisse, avremo comunque una forza corposa in parlamento, in grado di condizionare un governo di destra e anche di mobilitare una massa di elettori per forzare laddove in Parlamennto non fosse possibile difendere sopratutto i valori di uno stato sociale.
In questa previsione la descrizione perfetta dell’italietta. Conti e conticini elettorali, in primo piano, lontano, lontano invece gli interessi dei sardi. Io sarei più sulla descrizione modello Titanic.
solinas verrà eletto e diventerà ministro del governo meloni.
direi alla pubblica istruzione
il percorso di laurea sara semplificato molto