di Paolo Maninchedda
È stato pubblicato il “Documento di consultazione per una Strategia Nazionale sul GNL“.
Gnl sta per Gas Naturale Liquefatto. Che cos’è? Facciamolo dire alla Confindustria (Assogasliquidi) : «Il GNL (Gas Naturale Liquefatto) è gas naturale – costituito principalmente da metano – che, attraverso una serie di processi di raffreddamento e condensazione, viene liquefatto. In condizioni di temperatura idonee, circa -160°C, può essere stoccato allo stato liquido in appositi contenitori e trasportato ovunque, anche nelle zone non raggiunte dalla rete del metano (in montagna, in campagna e nelle isole). Durante il processo di liquefazione il suo volume si riduce di ben 600 volte e ciò permette di immagazzinare una grande quantità di energia in poco spazio. Il GNL ha grandi potenzialità di utilizzo sia in ambito civile (usi industriali e domestici) sia come carburante per i trasporti marittimi e terrestri. Il GNL, così come il GPL, è un prodotto a basso impatto ambientale: azzera le emissioni di particolato e ad abbassa notevolmente le emissioni di CO2».
Che cosa dice sulla Sardegna il documento ministeriale che prelude alla strategia italiana nel settore dei carburanti per i trasporti? Ecco qua che cosa dice:
1) “potenzialità dell’utilizzo del GNL per alimentare, tramite rigassificazione in sito, reti isolate, o per aree del paese non metanizzate, quali ad esempio le isole ed in particolare la Sardegna, per la quale un’ipotesi di sviluppo del GNL distribuito potrebbe rappresentare un’opportunità per la sua metanizzazione” p.8;
2) “Premesso che l’elenco dei 14 porti nazionali previsti nella “Trans European Network Transport” per l’utilizzo del GNL deve essere tenuto presente, ma che anche altri porti possono essere presi in considerazione, ad esempio in Sardegna, nel seguito sono elencati, a titolo indicativo e non in ordine di priorità, i criteri orientativi per la scelta dei porti dove installare serbatoi di stoccaggio di GNL” p.31;
3) opportunità di approvvigionamento di tale prodotto in zone non metanizzate (quali ad esempio la Sardegna) mediante lo sviluppo di sistemi di stoccaggio e di mini rigassificazione del GNL presso il punto di consumo o centri di distribuzione periferici; p.31
4) Particolare situazione è quella rappresentata dalla Sardegna dove, anche a seguito del rinvio del progetto di metanizzazione attraverso il Galsi, le caratteristiche intrinseche del GNL potrebbero offrire una soluzione ambientalmente meno impattante per le attività industriali che impiegano combustibili non gassosi ed una opportunità per differenziare le fonti energetiche per le reti di distribuzione del gas che alimentano grandi agglomerati urbani” p.48;
5) “in zone non ancora servite da una rete distributiva del gas naturale (oltre alla Sardegna alcuni esempi tipici sono alcune zone montane e l’isola d’Elba) e/o per alimentare utenze industriali o civili di grandi dimensioni per le quali l’utilizzo del GNL potrebbe risultare più economico della realizzazione del collegamento con le reti del gas naturale” p. 80.
Prime conclusioni: l’Italia ha già scelto per noi il GNL. Sarebbe utile individuare uno o più porti dove fare i rigassificatori o qualcosa del genere. Ovviamente chi stocca il gas deve avere anche reti di distribuzione o centri di consumo, viceversa, se diamo tutto in mano a un concessionario, ricreiamo un monopolista come Tirrenia
Caro Marvin, il problema non sono i distributori (controllati nel regime tariffario dall’AEEG), ma la base sbagliata, il trasporto su gomma.
Posso assicurarti che gli “avvoltoi” si sono già mossi e spingono per questa strada, ma non sono i gestori delle reti, ma i loro futuri fornitori su gomma di GNL.
Se la Regione Sardegna (dove sappiamo bene il provvisorio è definitivo) perseguirà la strada del GNL stoccato e movimentato su gomma, nulla cambierà per quanto riguarda il costo al cliente finale della Kcal resa rispetto al propano. Se invece per una buona volta si capisse che la Sardegna potrebbe, in uno scenario internazionale attuale completamente favorevole, divenire un Hub produttivo di metano da rigassificazione, forse si aprirà e si imboccherà veramente una nuova strada.
Sono 4 i porti industriali dismessi, Nord, Sud, Ovest ed Est e tutti potenzialmente riutilizzabili per lo scopo, con un passetto alla volta:
• Interconnessione di tutti i bacini già costruiti ed in esercizio a propano o aria-propanata;
• Costruzione primo rigassificatore, magari utile al solo fabbisogno isolano;
• Eventuale realizzazione del collegamento con Piombino (che a mio parere verrebbe “quasi da solo”) se si assumesse in Italia/Europa l’importanza strategica del gas da rigassificazione in uno scenario in cui i russi fanno quello che gli pare;
• Costruzione degli altri impianti di rigassificazione.
Allora si che paradossalmente non solo potremo vendere il metano sui gasdotti internazionali, ma averlo in Sardegna al prezzo migliore.
Il discorso è lungo e complicato anche se le basi sono semplici, ma la deriva del GNL a stoccaggio costiero e distribuito a mezzo gomma è una presa in giro se la sua provvisorietà non dura il tempo minimo per la veloce messa in atto dei primi due punti sopracitati.
Ahh, un appunto per coloro che gridano allo scandalo ecologico, ma di che parlate? Solo convertire a gas tutto quello che oggi va a BTZ e Gasolio, comprese le centrali termoelettriche nord, centro e sud apporterebbe un vantaggio ambientale in termini di polveri, NOx e SOx nell’ambiente che non sto’ nemmeno a descrivere, oltre a tutte le altre centrali termiche di ospedali, scuole, condomini ecc.
Saluti a tutti e …… Sardegna forse ce la possiamo fare!!!
Caro Presidente, purtroppo buona parte di quella rete di distribuzione è stata già predisposta. Ciò è avvenuto in maniera frenetica in questi ultimi anni. Le società che hanno costruito e stanno costruendo le reti nei 38 bacini isolani previsti dalla D.G.R. n. 50/28 del 2005 lo hanno fatto per lo più in regime di project financing, con clausole che prevedono la gestione delle stesse.
E’ evidente che il prezzo del gas non potrà che essere modulato (con i soliti artifici, di cui sono maestri), in assoluto regime di monopolio.
Caro Presidente e cari amici del Partito dei Sardi, mi dispiace darvi un ulteriore dispiacere dicendovi che le imprese, che hanno realizzato le reti, sono, manco a farlo apposta, continentali dure e pure o facenti capo a holding continentali.
Come per il discorso Tirrenia, ritengo che il Partito dei Sardi sia l’unico Partito che, con azioni mirate, possa difendere l’inerme popolazione sarda sbarrando la strada ai violenti attacchi di questi marrani d’oltre tirreno.
A Innantis!
Il Comandante.