Nella foto, scattata al Teatro Massimo di Cagliari, vedete di spalle Alessandra Todde che abbraccia Piero Comandini e, di lato, in piedi, Giuliano Guida, albergatore cagliaritano nato e cresciuto a Nuoro, opinionista della Tv La7.
L’ho scelta per commentare la rozza e disperata operazione di comunicazione in corso in questi giorni, che consiste nel cercare di far recuperare la Todde dal misero terzo posto in cui è, ma soprattutto, consiste nell’impedire che Soru, destinatario di un massiccio voto disgiunto dei Sardi, che ha tanto il sapore di una ribellione di popolo a una volgare manipolazione di massa da parte dei partiti e dei leader italiani e dei baronetti parassitari sardi (più o meno è questa la cifra che anche secondo la Ghisleri avranno le elezioni sarde, la cifra della ribellione pacifica), possa vincere le elezioni.
Quando non si hanno argomenti, si giocano le relazioni. Voglio raccontare il mondo mellifluo di queste relazioni, perché ci si possa vaccinare dalle sue seduzioni.
Veniamo alla foto.
L’elemento rivelatore è Giuliano Guida (non ho certezza dell’identità di alcuni giovani, che mi sembrano quelli di una nota associazione universitaria che gioca con i pdf, ma non ho certezza e quindi mi taccio). La7, la televisione per cui lavora, è stata in questi giorni la più attiva nell’affermare pervicacemente che la Todde sarebbe vincente, una ripetizione così ossessiva da apparire malata, addirittura affidata anche a figure come Lilli Gruber (a chi piace), a Peter Gomez e a Giovanni Floris. Quando si fa il coretto tutto con tenori di primo piano, l’effetto è una drammatica nota stonata, significa che la situazione è grave, cioè significa che i Cinquestelle e il Pd stanno perdendo e si sente il bisogno di soccorrerli in ragione del rinculo nazionale di una loro sconfitta. E sconfitta, gustosa, sarà, ma oggi voglio parlare di Giuliano.
Giuliano Guida è una persona largamente sottovalutata in Sardegna. Gliene hanno dette di tutti i colori e molti, denunciati, gli hanno dovuto chiedere scusa. Non è un barboncino da salotto. È un lupo in Versace. Bisogna stare attenti.
Per capire Giuliano (e con lui il mondo che sta sostenendo la Todde) bisogna recuperare una figura sei-settecentesca: l’avventuriero. Non fraintendiamo: non si tratta della grande genealogia storica degli uomini che amarono e praticarono l’avventura, da Colombo a Aldrin. No, Giuliano trova l’avventura troppo faticosa.
Giuliano si iscrive nella categoria degli avventurieri sociali, senza scomodità. Se potesse, guarderebbe a Casanova. Pratica l’arte della seduzione, ma lo fa senza finzione né vergogna: seduce chi vuol farsi sedurre, è colpa loro.
Non è né buono né cattivo, ma conosce benissimo le buone maniere. Il suo riflesso letterario potrebbe essere un incrocio tra Long John Silver e Dorian Gray. Ti può essere sinceramente amico, ma esige che tu sempre contempli la possibilità che un giorno lui sia costretto a tentare di infilzarti per ragioni sociali, cioè sue personali (lui è la sua società, e che diamine!).
È molto meno colto di Jep Gambardella, ma frequenta gli stessi ambienti decadenti con lo stesso disgusto. Non ne possiede la malinconia: a Nuoro essere malinconici vuol dire morire da piccoli.
Frequenta i suoi simili; non ama gli uomini e le donne tutti d’un pezzo, lo annoiano, perché non può sedurli, non si può esibire. Però è anche evidente che non ama i suoi simili, anzi in cuor suo li disprezza perché, in fin dei conti, lui sta cercando da sempre il suo ultimo duello, quello fatale, quello che lo libera da sé. Giuliano cerca il suo assassino morale; vuole giocare la partita a scacchi con la morte, come il cavaliere di Bergman.
Ora il problema non è dunque che Giuliano nei suoi pellegrinaggi del disprezzo dissimulato faccia campagna elettorale, ma è che il Pd sia entrato nel salottino di Giuliano. Lui ne gode come un riccio, ma il Pd ne esce avvilito, offeso, sbertucciato, privato di radici, contenuti e prospettive. Il mondo di Giuliano pratica il cinismo di resistenza alla tragedia del mondo, il Pd non può essere cinico, e invece lo sta diventando per adattamento al salottino. Giuliano è attratto dai Cinquestelle, dalla Todde, perché li trova simili a lui, camaleontici, adattabili all’interlocutore come il diavolo di Faustus (che, lo ricordo ai distratti, non aveva né corna né coda, era elegantissimo, armocromatico, mutevole e adattabile all’umore dell’interlocutore, servizievole, seduttore più e meglio del Maestro di Margherita), sfacciatamente interessati al potere, ma pronti a dare al popolo qualsiasi spettacolo lo tenga tranquillo, dalla forca per qualche potente del passato (lo spettacolo della morte soddisfa enormemente il rancore sociale) al panem et circenses. Il Pd pretende di essere erede della cultura democratica e riformista europea, non del neo-arrivismo post-moderno. Giuliano sta ballando su una gamba a vedere i seriosi Piddini asserviti alla turba di lanzichenecchi Cinquestelle accampati nei salotti in attesa del bottino, perché Giuliano ama i contrasti, i barbari che sputano stando al fianco dei senatori, le donne militanti al fianco delle avventuriere del reddito politico, le lettrici accanite in piedi e le caprette sedute. Giuliano è eccitato dal pullman dei beati di Sinistra ospite nell’albergo dei dannati della Destra arrivista: lui esulta dinanzi a tutto ciò che conferma che la sua doppiezza è diffusa, non è un’eccezione. Lui esulta dinanzi a ogni purezza macchiata, resa comune. Quando il Pd concorse all’emendamento famoso che distribuì risorse a molti boudoir della Sardegna, compreso uno nuorese impegnato nell’acquisto di un immobile che un tempo era stato suo, lui stappò le migliori bottiglie: aveva il meglio del Pd iscritto alla sua scuola di decadenza. Piacere e disprezzo lo invasero: fu estasi.
Cosa restituisce Giuliano in cambio del piacere del boudoir? Semplicemente il boudoir, il suo salotto. Ha solo chiesto ai suoi amici, la Gruber, i Gomez, i Floris ecc., di bombardare quel rigido di Soru, che ancora crede a qualcosa, che si spende per qualcosa, che conferma che un uomo può faticosamente migliorarsi e un popolo riscattarsi.
Ha chiesto loro di fermarlo, perché lo teme.
La nettezza di Soru e della sua coalizione mandano in bestia Giuliano: nessuna seduzione è possibile con loro, solo battaglia dura e pura dall’inizio alla fine, non c’è spazio per esibizioni, mossette, trattative e scambi.
Loro sono un pericolo.
Se Soru vince, finiscono le feste, gli emendamenti ad personam, le seduzioni, i commerci, finisce lo spettacolo dell’immobilismo incancrenito che beve bollicine e si contempla morire. Finisce quel mondo di mezzo che vive di sussidi, incarichi, ruoli esorbitanti le competenze, identità di nobiltà fasulla, finisce il carnevale capace, per sfacciataggine, di celebrare anche la Quaresima. Oggi è questo mondo invaiolato che governa la Sardegna. Lo ha governato con Solinas e vuole continuare a farlo.
Truzzu e Todde non sarebbero un problema.
Soru sì.
CHI TI PAGA?
Egregio Paolo Maninchedda
Hai letto l’articolo su Soru pubblicato su il Fatto Quotidiano di ieri 22 febbraio ?
Sto scrivendo questa riflessione in esito alla lettura dell’articolo.
Un aggressione. Per me un offesa a chi sta condividendo i pensieri di Soru candidato.
Personalmente sono giunto a Soru come presidente ideale, che voterò, con questo percorso mentale.
Premesso che se fossero state indette le primarie avrei presumibilmente votato la Todde.
Ragionamenti basati sul Cencelli stabiliscono tra movimento 5 stelle e PD una spartizione dei territori. Il tutto a Roma. Chi ci fosse e con quale ruolo lo ignoro e peraltro non è oggetto dei miei interessi.
Un autorevole iscritto del PD solleva la questione delle primarie. La decisione romana è irrevocabile e chi ha osato farsi portatore di un principio viene pian piano indicato come sciagurato, prepotente, colpevole di eventuali future disgrazie elettorali.
Lo sciagurato Soru percepisce che molti sardi condividono il suo pensiero: persone di ogni ceto e di tutti i credo politici. Persino molti che nei giorni della sua presidenza non lo condivisero e anzi lo osteggiarono politicamente.
Ecco perché lo scritto di Mauro Lissia – pubblicato su ben due pagine de il Fatto Quotidiano – mi offende. Offende tutti i sardi che chiedono – se non l’indipendenza – almeno il potere di scegliere il proprio Presidente. E quindi ben si comprende perché il Presidente della Regione lo si vuol chiamare secondo un nuovo lessico Governatore: incarna il ruolo che fu ricoperto dai Viceré.
No grazie.
Lo stile di questa grande fatica letteraria è classico del dossieraggio.
Un’autentica aggressione al candidato Soru ma nessuna parola su idee e programmi.
Ovviamente Tiscali, una genialata pazzesca di questo sig. Soru, roba da libri di storia, per Lissia non esiste, surclassata da sentenze assolutorie permeate di dubbio (questo commento sulle sentenze costituisce in termini puramente eufemistici il taglio educativo dell’articolo) e dalla presunta tendenza alla speculazione di Soru.
Tuttavia lo stupore autentico mi viene dal fatto che questi pensieri violenti tradotti in parole siano pubblicati su il Fatto Quotidiano. Accidenti, l’unico quotidiano di carta che acquisto, in un giorno mi demolisce completamente il punto di vista.
Ho difficoltà a credere a tutte le affermazioni della Redazione del quotidiano circa il fatto di non aver padroni, di ragionare sui fatti, di ospitare opinioni (debbo dire che talvolta le opinioni paiono evidentemente assumere consistenza materiale assimilabile nello specifico a rifiuti organici).
La domanda è ovvia: chi ti paga?
E’ stato pubblicato un pezzo assolutamente in linea con le strategie che quotidianamente su quelle pagine sono stigmatizzate. Mi viene in mente quanto pubblicato sugli articoli di Ferrara su Assange. Lo stile è identico.
Ergo, chi ti paga?
L’atteggiamento non è diverso da quello che la parte cosiddetta buona del mondo assume verso le nazioni che di volta in volta alzano la mano per dire no alle politiche di quelli stati che comandano l’impero dei buoni.
In sostanza, il punto di vista della testata, che ho sempre ammirato in quanto autorevole, si involve in “narrazione dei fatti” che si vuole sia identificata come pensiero dominante.
La Redazione de il Fatto Quotidiano, oggi mi appare in linea con tutto ciò che da l’impressione di combattere.
Ignazio s’Antigu
@ Massimo Hai ragione, dovrei essere più esatto sull’associazione studentesca e sui suoi legami politici. Ho dato per scontato che tutti avessero le stesse informazioni. me ne scuso.
Salve, ma è lo stesso Guida che aveva un blog personale negli anni 2003/2004 di area udc? Oltre che dal nome mi sembra di scorgere un profilo simile.
Non mi sorprenderei se allargando la foto “dietro” Bardi ci sia qualcun altro
Scenario 1 vince Soru: Fallisce il campo largo. Vanno a casa Comandini, Licheri e compagnia cantante. La Schlein viene cacciata. Il PD si divide: una parte va con Renzi e gli altri si fanno il partitino armocromatico.
Scenario 2 vince Truzzu. Il PD e 5 stelle confermano la validità del campo largo e danno la colpa al maledetto Soru. Rimangono in campo Comandini, Licheri e compagnia cantante. Schlein e Conte festeggiano.
Scenario 3 vince Todde. Che te lo dico a fa’.
Ciao Paolo,
premetto che non sono più un giovanotto e tanto meno universitario, ma da ex studente mi dispiace leggere “supposizioni” su dei giovani che appaiono in foto, citando oltretutto un fatto (quello dei “pdf”) che solo una fantomatica testata ha raccontato in un articolo inizialmente diffamatorio e successivamente modificato con il comunicato dell’associazione tirata in causa.
Da un quotidiano di informazione on-line di proprietà di un giornalista quale sei tu, mi aspetterei ricerche approfondite prima di scrivere tra le parentesi per poi dire “ma non ho certezza e quindi mi taccio”.
Non trovo corretto e nemmeno rispettoso del codice deontologico di voi giornalisti, lanciare la pietra e nascondere la mano sopratutto nei confronti dei giovani. Consiglio rilettura degli articoli 5 e il 6 del codice deontologico dei giornalisti, cosi da evitare illazioni su persone che non hanno nessun ruolo pubblico.
Con stima e rispetto, un saluto.
Gentile professore
Io voterò Soru e cercherò di convincere quante più persone possibili a fare così anche loro, ma resta il fatto che vincere le elezioni sarà un’impresa anche più difficile di quella che ha riportato il Cagliari in Serie A l’anno scorso.
Perché Soru vinca dovranno verificarsi, in concomitanza, tre condizioni, che sono allo stesso tempo tre incognite:
Dovrà esserci una grande affluenza alle urne. Solo così potrà essere colmato il gap creato dalla Destra, che negli ultimi anni ha costruito una articolata rete di clientele locali che hanno fidelizzato piccoli gruppi di potere nelle diverse comunità locali sarde. Che oggi si vada in controtendenza e si verifichi un massiccio ritorno alle urne degli elettori è appunto un’incognita.
Dovrà esserci un grande ricorso al voto disgiunto. Per quante speranze si possano avere nelle liste che sostengono Soru, da sole non hanno la minima possibilità di competere con quelle della Destra e, tutto sommato, con le disastrate e disorganizzate armate del Centrosinistra. E’ previsto da tutti gli osservatori un massiccio ricorso al voto disgiunto, specialmente a Sinistra, ma la sua capacità di incidere è ancora una volta un’incognita.
Dovrà avere un valore decisivo l’entrata in gioco dello spirito di libertà dei Sardi, che non intendono sentirsi governati da Roma e da gente che nulla sa dei loro problemi. Dovrebbe essere la carta in più di Soru, ma a mio parere è proprio quella più debole. Storicamente i Sardi sono sempre stati opportunisti, litigiosi, pronti a schierarsi con questo o quello per pura convenienza personale. Una convenienza estremamente personale. Per quanto possa piacere la retorica letteraria e la narrazione dei Sardi come popolo fiero che resiste, se uno guarda più alla storia che alla letteratura, constaterà che dei Sardi come popolo unito per una causa comune c’è davvero poco di cui fidarsi.
Ora le mie sono solamente impressioni e spero vivamente di essere smentito, perché siamo sulla stessa lunghezza d’onda, malgrado talune differenze di vedute. Io spero, caro professore, che abbia davvero ragione lei.
In tal caso, non avrei nemmeno bisogno di complimentarmi, perché staremmo festeggiando insieme.
Vedremo lunedì come andrà a finire.
Con rispetto e stima, un collega in esilio perché non cooptato dalle univeristà nostrane, che preferisce mantenere l’anonimato, ma che non dovrebbe essere troppo difficile riconoscere, ci siamo scritti su academia.edu, siamo stati in accordo e in contrasto su alcune cose, ci stimiamo, credo,
Conte è andato via dalla destra perchè da furbacchione aveva capito che in qull’area non avrebbe avuto spazio…troppo affollata…si è messo un po di gel nel ciuffo ed è passato a sinistra, dove ci sono praterie e non per mettere pale eoliche…a sinistra, con personaggi come quelli nominati c’è il vuoto. conte sa bene che la sklein (non ricordo e non mi interessa andare a cercare come si scrive) verrà travolta e spazzata via ed il pd dovrà di nuovo tentare di riorganizzarsi per l’ennesima volta perdendo sempre più pezzi e consensi. conte si prenderà la scena dell’opposizione nazionale, il pd non se ne ancora accorto, ma non andrà da nessuna parte, con questi la meloni avrà lunga vita. spero solo che se ne accorgano i sardi CRETINI ED IN MALAFEDE. i giornalisti, stampa e televisione, sono davvero vergognosi, ma purtroppo in giro si sente troppo menefreghismo e gente offuscata da questi delinquenti. FORZA SORU!!!
@Lorenzo
é vero, c’è da dire molto di più su quel personaggio. Aggiungendo cognomi non ci si allichirisce. Ma basta fare una ricerca su internet…..
@ Giovanni Io, ma solo io, ho contrastato la Destra sarda per cinque anni, anche quando era alleata dei Cinquestelle. Il Movimento 5S è un soggetto generato a Destra e collocato a sinistra per esigenze tattiche e elettorali. Per questo contrasto sia Truzzu che la Todde, ma voglio bene a gente come te.
sentire il serafico Bersani, iersera al salotto della Gruber La7, commentare con amichevole commiserazione il tentativo di Soru di ritagliarsi un ruolo politico a spese della sinistra, è stato veramente troppo!
la cosa vergognosa di questi fedelissimi del pd (oramai residuali, non si incontrano, non dibattono, non programmano, non informano, non perdono il vizio dello slogan precotto e digerito) è che negano l’evidenza ad ogni costo: non è vero che Soru ha tentato in tutti i modi di trovare un punto di mediazione, la storia delle primarie è tutta una balla, la candidatura della Todde è stata concordata dai sardi in Sardegna, lui è solo un dispettoso (per dispetto di che e di chi?)
penso che la vittoria di Soru gioverebbe soprattutto a costoro, che finalmente troverebbero argomenti per far rinascere confronto e ragionamento
È proprio un piacere leggerla. Grazie!
Comunico a tutti che sta circolando sul web il seguente messaggio postato da un candidato nelle liste del PD:
VOTI
SORU
VINCE
TRUZZU
In sardegna sono arrivate le vipere!!!
Caro Paolo, ma lo sguardo alla fiera della nullità ieri, con tutto il repertorio squadrista pseudo sardista non merita attenzione??
Un caro saluto.
Giovanni
Sono il primo che ha denunciato pubblicamente sull’Unione “l’affaire” della regione di 420 mila euro San Pietro a favore della Fondazione di Nuoro per l’acquisto della sua catapecchia nel rione San Pietro a Nuoro. Sono stato da lui denunciato, ma non ho ritirato le accuse, anzi in sede di conciliazione le ho confermate. La stampa Sarda ha “conciliato” regalandogli una pagina per la presentazione di un suo libro, escluso l’Ortobene di Nuoro, con il sacerdote Francesco Mariani. Attendiamo il processo. Mi vergogno per la Todde che si fa accompagnare da questo codazzo di individui quali Telese e Bardi, uniti non so da quali reconditi interessi.
Articolo magistrale Prof!
O meglio. Hai detto tutto senza dirlo …
E non hai detto tutto 😂😂🤣😂😂