di Paolo Maninchedda
Non lo nascondo: mentre pioveva a Santa Teresa, come pure il giorno prima, mentre pioveva sulla SS131 all’altezza del bivio di Villasanta, e , in generale, quando piove molto, io ho paura, perché la Sardegna è assolutamente indifesa, da un certo punto di vista, e incosciente dall’altro.
Iniziamo dall’incoscienza. Ogni giorno combatto per mettere in moto questa macchina regionale che produce più problemi di quelli che sa risolvere, ma mentre ci vogliono metri cubi di carta per produrre una atto (e, in questo senso, una grande responsabilità è in capo alla magistratura che apre procedimenti su ogni gatto che attraversa la strada e di conseguenza inibisce ogni rapidità nelle decisioni; non c’è più un funzionario che firmi qualcosa se prima non ha tutti i timbri di tutti gli uffici e di tutti gli altri funzionari, alla disperata ricerca del disgraziato che si assume una responsabilità e si candida ad essere colpevole), ci vogliono cinque minuti netti per produrre una tragedia. Questo disallineamento tra i tempi delle pratiche e quelli delle catastrofi è sotto gli occhi di tutti: pensate che i ponti occlusi della Bitti-Sologo sono ancora occlusi, la gente ci va a far legna e io non posso ordinare, per esempio, all’Ente Foreste di andare a far pulizia in modo che, se arriva nuovamente una bomba d’acqua in quel territorio, non si ripetano gli scenari apocalittici del novembre scorso. I detriti dell’alluvione invecchiano anche sulle sponde di Su Cologone, con i turisti che vanno a vedere una delle più belle gole della Sardegna dopo aver attraversato un mondezzaio reso poco più che presentabile dai volontari delle associazioni che hanno in gestione il sito. Io non ho il briciolo di un potere per sbloccare i 500.000 euro che la provincia di Bolzano ha stanziato per Oliena.
Ancora: pochi lo sanno, ma in Sardegna non si ha la mappa dei canali tombati, cioè di quei canali nei quali scorrono dentro canali coperti, piccoli corsi d’acqua che attraversano i nostri paesi. Non esiste questo tracciato, che è un vero tracciato del rischio e della morte.
Ancora: tutti si lamentano di strade chiuse, interdette al traffico, ma essenziali per i nostri paesi. Poi io vado a verificare come trovare un po’ di soldi per metterle a posto e scopro che la gran parte di esse non ha le autorizzazioni del Genio Civile, o non è comunque a norma, o è costruita con i piedi. La sardegna non tollera discipline, pretende soluzioni ma non ama le regole, questa è stata la sua storia per troppo tempo. Leggere oggi sul giornale che chi per durare in eterno in politica non ha fatto nulla per non disturbare nessuno oggi accusa la Giunta di troppe chiacchiere e pochi fatti, fa veramente sorridere, perché sono parole in libertà di persecutori politici che accusano della propria pessima politica le proprie vittime.
Quanto sappiamo dei nostri bacini idrografici? Non moltissimo. C’è un pezzo del Pai che non aveva previsto che un determinato paese si sarebbe allagato, ma era stato previsto da uno studio indipendente. Lo studio indipendente non è stato considerato attendibile e il paese si è allagato.
Paesi senz’acqua e fogne che versano nei laghi, nei fiumi, nel mare. Non è colpa di Abbanoa, è ipocrita gridare contro Abbanoa. Chi ricorda quanto perdeva all’anno Esaf? C’è chi rimpiange i tempi dei debiti ripianati a pie’ di lista da Regione; beh, quei debiti ci hanno lasciato in mutande, mentre piove. Abbanoa non ha avuto un euro per mettere a posto le fogne, glielo sto procurando io solo adesso. È colpa di decenni passati a girarsi i pollici, di trascuratezza, di centri sociali fatti al posto delle fogne, o di faraonici viadotti, o di capannoni. Chi scelse di fare cose inutili e dimenticare le essenziali?
Sto facendo un po’ di conti: per mettere a posto le infrastrutture sarde non bastano 2 miliardi di euro e sto anche pensando come trovarli. Ma gridare oggi, dopo che per decenni si è piegata la schiena a chi in cambio di voti finanziava il nulla, è un esercizio ipocrita, un esercizio di irresponsabilità e di infantilismo politico da cui bisogna assolutamente allontanarsi.
Comments on “L’assetto idrogeologico e la rete fognaria sono lo specchio dell’ipocrisia della Sardegna”
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E allora, Natalino, perché diavolo non ti firmi sempre con nome e cognome? Forse ho un carattere da cui difendermi, ma anche tu, potresti controllare ciò che scrivi, che dici?
Ci vuole più responsabilità a livello comunale, nel senso di responsabilità tecnica. Chi amministra continua a gareggiare nel presupposto ideologico della grande opera che guarderà poi decadere prima di diventare vecchio per via del fatto che l’importante è realizzarla per riempire l’occhio della pubblica opinione, ma quando si tratta di metterla a regime arrivano i primi problemi. Si continuano a progettare cattedraline fondo-europee finanziate, senza un briciolo di analisi “realistica” sul reale potenziale di impiego. Soldi buttati per attizzare il fuoco di una spesa pubblica sempre più inefficace e inopportuna. Tutto ciò toglie risorse ai veri problemi da affrontare, alle vere esigenze dei territori. Io aggiungerei un dato: I pozzi di emungimento dei comuni, ovvero quelli in disponibilità dei comuni per far fronte al servizio di annaffiamento verde pubblico, saranno tutti censiti? Mah, chissà… è comunque vero, ritornando al tema di fondo: l’eccesso di burocrazia è un qualcosa di irrazionale, di sconcertante e di delirante.
Intanto non sono un vigliaccone che si nasconde….il mio nome è Melis Natale Mariano nato a Sardara il 06 gennaio 1965 noto come Natalino,e mai mi sono nascosto,sono uno di quelli che il 20 luglio 2013 erano a Losa e hanno partecipato alla fondazione del partito dei sardi uno di quelli che ti ha difeso e sostenuto,se pensi che sia una specie di bandito dell’web sbagli di grosso,continuerò a sostenerti nonostante non sei molto avezzo alle critiche….
Il signor Maestrale, nel rispondere al signor Melis prima ancora che il suo commento fosse stato pubblicato dimostra di essere la stessa persona del signor Melis, ossia uno dei tanti vigliacconi con due nomi che si coprono con tanti nomignoli in rete. Lo so che è dura vivere la vita in modo franco e sincero, ma quando becco questi pirati fluviali che escono dalle anse in cui si nascondono per fare le loro piccole scorrerie della bugia, mi diverto molto a tirar giù la maschera per guardare negli occhi ciò che nessuno vorrebbe mai essere.
Egregio signor Virdis, Lei ha una vaga idea di che cosa voglia dire in questo Stato italiano dove tutti esigono dagli altri atti di coraggio ma praticano intensamente la vigliaccheria, violare unilateralmente il Patto di stabilit? Ha idea di quali responsabilità personali e patrimoniali comporti? Abbanoa ha la liquidità che le ccompete, ma non per gli interventi manutentivi e sulle infrastrutture che, ovunque in Italia, sono sostenute non dalla tariffa, che schizzerebbe alle stelle, ma dagli investimenti sostenuti dalle Regioni. Abbanoa non è mai stata capitalizzata; ci hanno messo qualche soldo la Regione e neanche un euro i Comuni. Nonostante questo, Abbanoa è solvibile. Sarà un miracolo, ma lo è e lo si vedrà dal bilancio 2013. Tuttavia, chiedere a Abbanoa che ripari le reti colabrodo della Sardegna senza che altri soggetti ci mettano i soldi vuol dire una sola cosa: far schizzare in alto la tariffa e coprire con il gettito conseguente gli investimenti. si vuole questo? Io penso a un’altra strada: Regione capitalizzerà Abbanoa e sosterrà gli investimenti. La tariffa verrà adeguata ma non fino a diventare insostenibile. Solo fra sette anni, messa a posto la rete, si potrà affidare il sistema all’esclusivo rapporto con la tariffa.
Vede, sig. Pani, e con Lei rispondo anche al suo collega Maestrale che scrive sul suo commento ancor prima che lo si pubblichi….., io non sono alla terza della legislatura. Ho fatto il consigliere reginale per due legislature e sto facendo l’Assessore. Nelle due legislaure passate ho fatto leggi, gliene ricordo solo alcune: una norma di attuazione dello Statuto Specale, la legge di riordino delle Comunità Montane, la legge che attribuisce i poteri al Presidente della Regione per la nomina dei commissari negli enti locali (prima era una prerogativa prefettizia), la norma sui prodotti sardi e sugli agriturismi, la fiscalità di vantaggio per i comuni montani, due leggi finanziarie con l’iscrizione delle Entrate a bilancio e che hanno resistito alla Corte Cortituzionale, la norma – mai utilizzata da alcuna Giunta – che pone il dimensionamento e la distribuzione del personale nelle scuole in capo alla Regione, i cantieri verdi – unica legge di riequilibrio ambientale approvata negli ultimi 7 anni, l’esodo degli operai anziani di Ottana, la disciplina degli Accordi di Programma Territoriali. Sulle infrastrutture, inevitabilmente, l’iniziativa legislativa non può che essere della Giunta, dove io non sono mai stato fino ad oggi, e non può che essere così perché occorrono una serie di conoscenze di dettaglio che il Consiglio non ha. Ma chi è stato in Giunta per molto tempo, non può dire oggi che si stanno producendo chiacchiere: noi stiamo mettendo ordine in un sistema dove mancano i progetti e le strategie e questa è una precisa responsabilità di governo. Detto tutto questo, come vede, il fatto di avere una storia, di essersi duramente impegnati nella militanza politica, non significa avere delle colpe; come pure, spero lo capisca ma ne dubito, cercare di assimilare tutti i politici a una medesima colpa è l’esercizio tipico di chi, non capendo i problemi, ha un solo interrutore nel cervello: colpevole – non colpevole. Capisco che, data la limitazione intellettiva dell’interrutore, risulti difficile capire sistemi con più punti luce….
Mi scusi, ma lei e’ alla terza legislatura e solo adesso fa i conti? Sembra un po’ tardino assumersi le proprie responsabilità’ ora anni dopo tanti anni in cui si sono fatte cose inutili e dimenticare le essenziali?
cosa significa “Abbanoa non ha un euro”? Una società per Azioni, deve avere cassa, soprattutto se ha dei contratti con Enti e cittadini. Chi ha creato Abbanoa, quando l’ha fatto, ha pensato che sottoterra c’era una rete in amianto, colabrodo o ha pensato solo a fare cassa? Sedilo è da 6 giorni senza acqua, Abbanoa non ha soldi e il Comune ha le mani legate con il patto di stabilità. Sganciatevi dalle ipocrisie del patto di stabilità e intervenite al più presto.
Il Sig. Melis nel porre la domanda ha anche dato la risposta: un…bel niente!!!
Penso che non ci sia altro da aggiungere…
ma che cazzo hanno prodotto in questi ultimi 30 anni le giunte passate…