Breve riepilogo: il Presidente Solin’as è il responsabile diretto e personale del fallimento della continuità aerea della Sardegna, il tema strategico oscurato dalla pandemia. Di fatto, una delle principali industrie della Sardegna, l’aeroporto di Olbia, è stato avviato al declino.
Olbia Su Olbia serve una breve digressione, perché è la carne da cannone della Giunta Solin’as.
La gestione della vicenda Air Italy è ancora lì a dimostrare l’incapacità di questa Giunta di interpretare politicamente il contrasto alla fuga dei qatarini, la sufficienza ignorante con cui si è assistito alla distruzione del sistema formativo gallurese legato alle manutenzioni degli aerei, l’esodo di ricchezza e di intelligenza che da tutto questo è conseguito.
Olbia e la Gallura, terra di accorte mediazioni pre elettorali nel 2019, subisce tutto questo con una masochistica fedeltà al centrodestra osservata con una certa rassegnazione delle opposizioni (non tutte reali), col mugugno sulla miseria che dalle periferie sta aggredendo quello che un tempo era un distretto di assoluta felicità economica.
La Gallura ha beneficiato per mezzo secolo degli effetti di una visione a lei originariamente estranea; oggi non riesce ad avere una visione di sé, del suo futuro, delle scelte necessarie per realizzarlo. L’abitudine all’opportunismo economico derivante dal desco dell’antico Master Plan, la tendenza a lucrare su un turismo di massa e di gossip, decadente quanto volgare, l’incapacità di concepire strategicamente l’entroterra, la sua bellezza, la sua purezza, il suo decoro, sono tutti elementi del ceto politico dominante che la gente capisce ormai come dannosi, ma non ha le forze per reagire.
E dunque, nell’intento di far agire la verità come reagente della libertà e della dignità, ci sentiamo in dovere di continuare a raccontare la latitanza della ragione nelle stanze della Regione per mancanza di cultura, di informazione e di formazione. La Sardegna è nelle mani di una compagnia teatrale non solo senza copioni, ma anche senza mestiere, dove alcuni non hanno mai calcato un palcoscenico.
Il pasticcio delle navi e degli aerei Il 3 giugno, tre giorni fa (non tre mesi, tre giorni) i giornali titolavano sul decreto del Ministro dei Trasporti per il quale fino al 13 giugno avrebbero potuto viaggiare solo i vettori in continuità territoriale: cioè solo Tirrenia e Alitalia. Domanda: chi aveva chiesto al Ministro dei Trasporti di disporre tutto questo per la Sardegna? Ovviamente la Regione Sardegna e non con un intervento dell’Assessore, ma con una lettera, d’ordine del Presidente Solin’as, firmata dal Direttore generale dell’Assessorato dei Trasporti.
Ovviamente scoppia un pandemonio, perché se l’obiettivo del Presidente (che neanche vede l’Assessore dei Trasporti e dà al DG dell’assessorato l’ordine di illustrare al Ministro le richieste della Regione Sarda) era governare l’afflusso dei turisti, avrebbe dovuto non scegliere i vettori, ma indicare una soglia massima di accessi su cui il mercato avrebbe dovuto regolarsi.
Invece no, Solin’as ordina al DG la sua ricetta fallimentare.
Appena iniziano le proteste, Solin’as in 48 ore si rimangia tutto e si arriva al decreto governativo di ieri che permette a tutte le navi e a tutti gli aerei di attraccare e atterrare in Sardegna; siamo di fronte a una sanatoria romana di un pasticcio sardo, non un episodio dell’arroganza romana. Non è questione di sicurezza sanitaria, è questione che paghiamo gli effetti inattesi della legge Basaglia.
Salvini ha alzato il sopracciglio È un caso? No. La stampa sarda non ha mai contato quante volte il Presidente ha cambiato opinione e ha comunicato un giorno una cosa e un giorno l’altra durante la pandemia.
Sono arrivato a contare dodici capriole carpiate con avvitamenti bilaterali. Ne riporto solo tre: 1) l’isola Covid Free (poi Solin’as capisce che il richio è chiudere ermeticamente la Sardegna e comunque avere qualche focolaio interno e dunque abbandona la trovata); 2) Passaporto sanitario (una pensata propagandistica sanitariamente inutile, ma che scatena una marea di polemiche, sopratutto lombarde; 3) Accesso libero con autocertificazione. La distanza tra queste posizioni è tale che in altri tempi avrebbe prodotto una riunione infuocata del parlamento sardo e qualche dimissione. Oggi no. Ma il cambio repentino, dal passaporto all’ingresso libero, ha una radice politica tanto chiara quanto celata: Salvini. Il grande elettore di Solinas ha imposto il libero accesso per risolvere il problema con la sua Lombardia.
La subordinazione politica è un bruttissimo virus dal quale non si guarisce: una volta piegato il ginocchio per un po’ di gloria, si piega anche la testa.
Non è un governo serio; è un governo di imbarazzante incapacità con plurime evanescenze assessoriali graziato dalla rassegnazione politica di molti Sardi. Non di tutti, però.
La Regione Sardegna si e’ “dimenticata” anche dei nativi sardi nella autocertificazione, per non parlare del diritto alla continuita’ territoriale. E che dire di Alitalia? Il sito non permette la prenotazione di voli per non residenti/nativi, ne’ prima ne’ dopo il 13 giugno, la risposta del call center e’: per “implementare” le tariffe… siamo ritornati indietro di decenni.
È anche peggio in Italia. Guardate chi si ritrova la Lombardia e quante lodi imperturbabili si fanno! Che dire degli altri. Certamente sia in Sardegna che in Italia, ma non solo, l’elettorato non ha dato segni di ragionevolezza, buona educazione, valori sani. Ecco perché abbiamo gente non competente ma spaccona ovunque.
Ma chi sono quei geni che hanno votato Solinas? E non sarà che i sardi si meritano Solinas? Io penserei così, perché l’alternativa è mettere in discussione il suffragio universale. Quello che preoccupa nello scenario degli ultimi anni è la volatilità dell’elettorato: spari quattro cazzate populistiche come un mantra, gratti la pancia alla gente e fai il pieno di voti. Mi sa che è dura raddrizzare le gambe ai cani…