L’Assessore dell’Agricoltura della Regione Sardegna ha scritto ieri al ministro dell’Agricoltura con queste parole: ” “Nessun impegno è stato finora mantenuto – sottolinea l’assessore Murgia – e ciò sta comportando nell’Isola un enorme disagio, tenendo conto che le persone occupate nel comparto ovicaprino sardo sono ben più numerose dei dipendenti dell’Ilva di Taranto, con un indotto ancor maggiore. Salvare centinaia di posti di lavoro è un dovere. Solo che per le acciaierie inquinanti lo Stato ha stanziato miliardi di euro, mentre per un sistema economico che tutela e difende l’ambiente non si intende spendere neppure un soldo”.
Qualcuno spieghi all’assessore che vuole controllare ogni atto degli impiegati del suo assessorato, che la Regione ha, in materia di agricoltura, competenza primaria. Cioè, ha pieni poteri. Ciò che può fare la Regione in agricoltura è più di quello che può fare il Governo. Ma questo, l’assessore, non lo sa o non vuole saperlo.
Qualcuno spieghi all’assessore che è seduta su una montagna di denaro – fatta di risorse regionali e europee – che non sa spendere, che ha alle sue dipendenze tre agenzie (Agris, Laore e Argea) e che controlla tutti i Consorzi di Bonifica della Sardegna. Non si governa individuando un nemico; si governa avendo un’idea, chiarezza di obiettivi e capacità di coordinamento delle risorse finanziarie e umane, producendo motivazione più che obbedienza. L’unica cosa seria su cui il governo si era impegnato erano i 14 milioni per il ritiro delle scorte per gli indigenti. Lo ha fatto. Il resto, ed è tantissimo, lo deve fare la Regione, se sa che cosa si deve fare ed è capace di realizzarlo. A guardare ciò che non ha fatto e rovinato sull’Organismo pagatore, si deve rispondere che non sa in quale luogo è seduta, quali responsabilità comporta, quale fatica di comprensione, prima dell’azione, sia necessaria.
Qualcuno spieghi all’assessore che la sua Giunta esiste grazie alla vittoria elettorale di Salvini che promise il latte a un euro, cioè la definizione in sede politica del prezzo di un prodotto. Sia Salvini che i partiti dell’alleanza di centrodestrra sapevano che era una bugia; non è che adesso c’è una giovane Alice che pretende che qualcuno dichiari vero ciò che a tutti era chiaro essere falso. La Giunta di cui l’assessore fa parte, sin dal principio ha affermato la sua esplicita contrarietà alle buone pratiche. Ricorda l’assessore che il suo Presidente dichiarò, sulla peste suina, “Basta con gli incappucciati”? Si ricorda il costante e perdurante schieramento delle politiche regionali sulle politiche della Coldiretti, con un allineamento acritico imbarazzante che sta ingessando le istituzioni sarde?
La guerra civile nella massoneria Lasciamo queste amare considerazioni e andiamo invece alle censure dell’informazione della Sardegna. Oggi entrambi i giornali parlano del grande successo della dorsale, ma poi se si va a leggere si capisce che è l’ennesimo servizio servizievole della stampa sarda a un’attività di lobbing dell’ufficio stampa della Snam. Tacciono invece della notizia data ieri da Sardiniapost sull’iscrizione di due Dg regionali alla massoneria. La notizia in sé non è poi tale da far tremare le vene dei polsi, posto che se maggioranza e opposizione si mettessero a dare la caccia al massone al loro interno, ne rimarrebbero vivi veramente pochi e si rischierebbe di vedere svettare il compasso sulle guglie delle più alte istituzioni sarde.
In realtà che una persona sia massone non comporta che sia disonesto o deprecabile (mentre, e sia detto con chiarezza, un cristiano che sia massone ha qualche problema di chiarezza circa la sua fede, perché nella massoneria tutti devono avere una fede religiosa, ma la sintesi è il teismo, non il cristianesimo).
Il problema è: quale massone è colui di cui si parla? A quale delle tante massonerie appartiene? Vi sono massonerie legali, i cui elenchi sono conosciuti ufficialmente dallo Stato, e massonerie segrete. Questo è il primo punto: la loggia svelata è segreta? In questo caso si aprirebbero problemi non banali. Ma anche in questo caso non sono poi così sicuro che la cosa lasci indifferenti i tanti grembiulati, chi al di qua chi al di là del Tirreno, che siedono nelle istituzioni sarde. Tutti iscritti a logge regolari? Mah!
Ma la cosa più interessante è che è chiaro da dove è partito il siluro verso i due Dg.
È partito dal centrodestra.
È un siluro casalingo, perché il 31 dicembre scadono i sei mesi del primo incarico (ai limiti del pudore) dato ai Direttori generali. Qualche concorrente interno ha tentato di azzoppare i due DG oristanesi, cioè provenienti da una delle zone a più profonda selezione massonica, dove non vengono iscritti cittadini qualunque, come a Cagliari, ma dove la selezione guarda il rango, la divisa, la toga, la cattedra e il camice.
Quindi il centrodestra è già così alla frutta nella sua lotta intestina da far volare gli elenchi delle logge per ridurre i competitors alle cariche?
Dio voglia che la competizione accenda la luce! Ma è davvero così? Mi pare di no. Mi paiono iniziative dal sen fuggite che verranno immediatamente riassorbite con qualche promozione. La Massoneria sarda, immemore di Mazzini e Garibaldi, non vive di impegno, ma di comodo disimpegno. Riassorbirà questo piccolo scossone che rischia di mostrare i retrobottega del piccolo potere sardo, fatto di conciliaboli, di passioni incoffessabili, di circuiti legati da vincoli di ogni tipo, di rendite e pigrizie, di equilibri e di vergogne.
Scuotete la polvere dai vostri sandali, voi che leggete. È un mondo che puzza anche a distanza.
Caro Paolo, professore chiarissimo, permettimi di salutarti così; ti ringrazio per avere giustamente evidenziato l’incompatibilità tra l’essere cristiano (seguace di Gesù Cristo) e l’essere massone (seguace di chi ?!!)
L’appartenenza ad una loggia massonica comporta sempre la scomunica latae sententiae. Decidiamoci, o si sta da una parte o dall’altra.
Che dire, signor Proserpio? Rispetto la sua fede massonica. Quanto alla selezione classista di talune obbedienze, facciamo una cosa, rendete espliciti i vostri aderenti e poi facciamo esami sociologici accurati. Fino ad allora, guidano inevitabilmente le impressioni e le sospette concentrazioni.
Articolo ben scritto fino a dove incomincia a parlare di Massoneria, riguardo alla quale l’autore dovrebbe auto-rivolgersi l’invito a una maggior conoscenza del tema prima di parlare. Conosco personalmente diversi Massoni sardi, di diverse Obbedienze, ottime persone che sono ben diverse da quelle che descrive l’articolo. Non escludo che ci siano elementi del genere, ma, per favore, non generalizziamo. Riguardo all’accusa di scegliere persone in base alla posizione sociale (cosa che la Massoneria non deve fare, essendo contrario ai suoi valori) la prego, da Massone, di esporre le prove, indicando di quale Loggia e Obbedienza si tratta. Altrimenti eviti, per favore di gettare sospetto e discredito sull’istituzione massonica. Simili accuse senza precisazioni e senza prove sanno tanto di complottismo e alimentano i pregiudizi che molti hanno sulla Massoneria, facendo credere che tutta l’istituzione sia così (cosa del tutto falsa). Infine, mi permetta due parole sulla questione dell’incompatibilità tra Massoneria e Cristianesimo. La Massoneria non ha nulla che sia in contrasto con il Cristianesimo. Essa semplicemente non impone una religione ai suoi membri, divenendo luogo di confronto tra persone diverse. Non è corretto dire che la Massoneria è teista. Essa non cerca nessuna “sintesi” tra le diverse posizioni lasciando liberi i singoli Fratelli di pensarla come vogliono. Io stesso sono Presbitero ortodosso, oltre che Massone. Un Massone cristiano, dunque, potrà continuare a esserlo senza entrare in contraddizione col lavoro massonico. Semplicemente egli dovrà avere l’apertura mentale necessaria ad ascoltare con rispetto l’altro. Inoltre segnalo l’esistenza di Riti massonici dichiaratamente cristiani come lo Scozzese Rettificato (di cui mi onoro di fare parte), lo Swedenborg o la Stretta Osservanza Templare.
Meraviglioso.
Grande stima per Paolo, parole molto saggie.