Sono stato in gita all’Asinara.
Un’esperienza non semplice da raccontare. Ci provo.
Primo passo: Stintino.
La porta più bella di ingresso al Parco è dominata da qualcosa di impalpabile, che quando ero assessore ho sentito anche in altri porti: il potere.
Non posso indicare nulla di tangibile, ma è evidente che tutto nel budello del porto è controllato da un unico potere, dagli approdi, ai carburanti, alle gite, come se ci fosse un’autorità informale più attiva e incidente di quella apparentemente ufficiale. Lo si coglie da un certo disordine che disordine non è, cioè è quell’ordine che torna a seconda delle persone cui ti rivolgi. Pochissime le barche outsider, le barche che stanno fuori del cono d’ombra del potere invisibile.
Noi sardi abbiamo ancora sacche feudali, cioè poteri locali dissimulati di legittimità, che in realtà traducono in ricchezza per alcuni la gestione del patrimonio di tutti. Non riesco ad essere più preciso, ma il clima è questo: la puzza del barone si sente, bisognerebbe avere il tempo e la voglia di stanarlo.
Il mare. Il mare è bellissimo, pulito, vivo, attivo. È il più grande risultato dell’istituzione del Parco. Te ne accorgi guardandolo, odorandolo, immergendoti. Tutto torna, tutto è vero: temperatura, fauna, flora, colori, silenzi. Per chi è isolano ‘dentro’ è un esperienza terapeutica. Si riparla con gli archetipi. Si sente la melodia delle pietre e dei venti che piaceva a Sciola.
La terra. La terra è un disastro. La cura per la natura non è la stessa per la cultura. C’è un disinteresse esplicito verso il segno che l’uomo ha lasciato nei luoghi. Gli edifici dell’isola sono fatiscenti. I sentieri non curati. Gli approdi precari. La lettura del territorio inesistente.
Non è possibile arrivare all’Asinara e non essere accolti da un racconto esplicito, chiaro e semplice della sua storia passata e recente (che è tanta).
Non è possibile che si possa osservare una caretta-caretta in una vasca e non si possa vedere un itinerario, seppur minimo, che riguardi Falcone e Borsellino.
Non è possibile che niente spieghi le rivolte carcerarie degli anni Settanta.
C’è soggiacente una sorta di estremismo naturalistico, che insieme alla condanna della plastica, condanna all’oblio anche la presenza umana e il contesto sardo nel quale essa si è svolta.
I soldi. I soldi ci sono, a leggere i bilanci dell’Ente parco.
Se a fine 2021 l’Ente era in avanzo di 6 milioni di euro (manovrabili), i soldi ci sono.
Una situazione di questo tipo non può annoverare solo progetti legati alla biodiversità, deve contemplare anche progetti di equilibrio tra natura e cultura. Non basta portar via capre e cinghiali e salvare pesci, serve una visione positiva, ecosostenibile e aperta. Non si può godere del degrado in superficie come fase precedente al ripristino di una condizione selvaggia che poi non è per nulla quella originaria (magari si ripristinasse il manto vegetativo originario dell’Asinara!).
Sensazioni. La principale è il dolore, il dolore dell’abbandono, da un lato, e della superbia del potere intangibile dall’altro. C’è anche un pizzico di snobismo. Non si possono far pagare tre euro per visitare l’esposizione sulla tutela e difesa delle tartarughe marine e non curare in modo serio e dignitoso la mostra. Di euro se ne possono far pagare anche dieci, ma si devono accogliere le persone in modo degno, si devono sistemare i panel in modo esteticamente curato, si devono migliorare le spiegazioni, aumentare le riproduzioni fotografiche, sistemare gli accessi. Ci vuole gusto, sensibilità e piacere dell’accoglienza.
Esiste una politica di tutela che considera la presenza umana un fastidio e un’altra che, invece, la disciplina e la trasforma in un’attrazione. All’Asinara il messaggio è chiaro: meglio i pesci dell’uomo. Riusciremo mai a raggiungere un equilibrio non estremista?
Sono stata all’Asinara lo scorso giugno..è un paradiso come la ricordavo..però pensavo che dopo degli anni dall’istituzione del parco le cose fossero cambiate.. non esistono praticamente infrastrutture adatte ad ospitare il ” genere umano” ..giusto un baretto..ma un ristorante?..una trattoria?..una gelateria?..un locale dove accogliere turisti che dopo un’escursione hanno ” necessità ” di rifocillarsi.. ma perché non c’è un piffero??..perché non ci sono infrastrutture per accogliere e magari spillare qualche soldo ai turisti??..si potrebbe fare di tutto e contemporaneamente preservare la bellezza dell’isola e del suo ecosistema..serve una svolta!
L’ asinara è un posto dalle enormi potenzialità. Bisogna solo decidere che farne da grande. Così come è un isola che respinge l’uomo. La natura è bellissima ma va curata altrimenti si chiude su se stessa. Anche i ruderi sono affascinanti, il Colosseo di Roma come esempio, ma vanno tenuti curati, puliti , manutenuti. Gli asinelli bianchi belli da vedere ma se defecano sulla strada oppure dinanzi una porta bisogna che qualcuno pulisca . Viceversa la natura diventa ostile per l’uomo che alla fine è l’unico animale che può apprezzarla, curarla e proteggerla. L’ uomo al momento è il “signore” del nostro mondo che piaccia o non piaccia.
La cultura Sarda è radicata nelle tradizioni del le popolazioni Sarde, uomini e donne in cammino verso un futuro. Oggi in un mondo i rapide trasformazioni tecnologiche il pensiero dovrebbe essere orientato alla formulazione di progetti utili al vantaggio futuro. La cultura, l’intelligenza non mancano. Oggi serve orientare il pensiero sociale, politiche attuali per raggiungere il bene comune. “Il Vantaggio economico sociale”
È davvero ridicolo e a tratti anche grave leggere certi commenti. Si parla di “mafietta” e di “solite persone” ma non si ha il coraggio di fare una denuncia chiara e visibile a tutti: fate nomi, cognomi e rispettive illecità. Come al solito, i leoni da tastiera, utilizzano un articolo, scritto con uno scopo preciso e con intelligenza, per criticare l’operato altrui, fare cattiva informazione e pubblicità, e ancora peggio denigrare una intera popolazione. La verità è che in questi commenti si vede la vera “mafietta”. C’è molta differenza tra una lamentela “costruttiva” su quale servizio non si sia stato adeguato, un consiglio su cosa fare per migliorare, e parlare di mafia, puntare il dito su una intera popolazione trattandola da ignorante, menefreghista, incapace di gestire il territorio o, addirittura corrotta. La verità è che la maggior parte di voi che puntate il dito fate parte di quella mafietta che da dietro una tastiera o un telefono denigra il prossimo, critica l’operato altrui, vorrebbe decidere , cambiare a proprio favore e operare, chissà in che modo, in un territorio che vi sta a cuore stranamente solo nel periodo estivo perché dovete farvi le vostre importantissime vacanze. Fino a ieri indicavate la Sardegna quale possibile pattumiera per le eventuali scorie nucleari ma oggi siete preoccupati della grande miniera d’oro. Tra l’altro, mi domando, se siete mai andati oltre la nostra Sardegna e la vostra regione, che sarà certamente perfetta visto che vedete il marcio nelle altre. È così semplice non tornare in un luogo che ci ha delusi, lascerete il posto a persone che sapranno gioire di tutto il resto che per loro è bellissimo. State a casa e controllate il marcio di casa vostra che a quello nostro ci pensiamo noi con il giusto tempo e modo. Buona giornata a tutti
Il problema è sempre lo stesso,bisogna combattere la cultura del degrado, cioè quel modo di pensare che è meglio una facciata degradata che ristrutturata ,così non ci abita nessuno perché l’uomo inquina…meglio accoglierli male così non ritorna….i servizi ci sono ma facciamoli funzionare male…e via di seguito
“avete una miniera d’oro”…
Così esordì l’inviato delle “Iene” rivolgendosi ai “cassa integrati” che qualche anno fa’ si insediarono sull’isola per protesta contro la chiusura del petrolchimico.
Proprio così una miniera d’oro, il futuro, la svolta, il rilancio di un territorio ormai abbandonato, troppi anni adagiato sulla chimica e adesso decisamente impreparato al turismo.
Il paradosso Asinara, isola che ha rappresentato il periodo Falcone/Borsellino e la lotta alla mafia e che ora si ritrova con la mafietta in casa,gestita dai “soliti noti” che hanno fatto cartello e chiusa a chi negli anni a cercato di portare progetti puntualmente buttati in un cassetto e dimenticati.
Quei cassetti che la scorsa amministrazione avrebbe dovuto aprire per fare chiarezza ma, lasciamo perdere.
Poi perché la sede dell’ente parco non è sull’isola? Mah..
Siamo così concentrati sull’ambiente che abbiamo dimenticato anni di ciminiere sputa fuoco della zona industriale e adesso siamo disturbati dai fumi delle navi.
Cari turisti noi siamo questo e questo è quello che ci meritiamo, mi dispiace per voi e per il vostro disagio, il nostro è ancora peggio.
Asinara, c’è tanta pulizia da fare, forse dovremmo iniziare dalle persone.
Però una buona notizia c’è, Porto Torres finalmente ha il centro intermodale…ahahahahahah
Ho letto la maggior parte di questi commenti che meriterebbero risposte volgari; io non mi abbasserò a fare ciò che vorrebbero leggere per rigirare la frittata e fare passare i Sardi come quegli “orgogliosi pecorari” che qualcuno ha definito e che, a suo avviso, salvati per merito suo e di altri personaggi volgari mascherati da persone raffinate. La Sardegna non potrà mai essere quella che voi pretendete di trovare. È una terra libera, selvaggia e viva, non è il vostro parco di divertimenti.
La libertà di poter scegliere consente di andare nei luoghi che hanno, per l’appunto, da offrire solo il servizio “parco divertimento”: Chi ha lamentato la mancanza di servizi e denunciato il potere dei ricchi è per la maggiore la stessa persona che ha acquistato la nostra terra e si sente il salvatore e il portatore di cultura ed educazione. Sono, tra l’altro, le stesse persone che lamentano, pubblicando la fotografia di uno scontrino, il pagamento eccessivo di servizi creati in zone comprate e controllate da chi vorrebbe trasformare la nostra terra per le sole persone volgari con il portafoglio gonfio, ricchi di sola presunzione e convinti che tutto debba essere acquistato. L’asinara non è né un acqua park né un museo a cielo aperto. È un’isola ricca di “natura” e basta solo quella per renderla speciale, come del resto tutta la nostra terra. Qualcuno ha detto, con educazione, che si potrebbe creare e offrire alcuni servizi che potrebbero rendere questa esperienza più confortevole, od opere che possano salvaguardare la flora e la fauna di questo angolo di paradiso: nulla di più vero, si potrebbe e si dovrebbe…. ma se tutto questo creerebbe un altro angolo di paradiso riservato ai soli volgari dal portafoglio pieno, trasformando una isola in una nuova riccione e magari altre denunce con fotografie di scontrini? E se il.lavoro dell’uomo, anzi l’interferenza, l’ennesima, modificasse anche tutto l’habitat? La verità è che si dovrebbe accettare, come si fa quando si va negli altri stati, ciò che si è deciso di offrire senza pretese. Saluti cordiali a tutti.
Gentile Paolo,
del tutto d’accordo.
Ma converrai con me che con il nuovo Commissario le cose miglioreranno di sicuro.
Cordiali saluti,
Massimo Rocchitta
Sig. Paolo, proprio oggi ho effettuato una gita in barca da Stintino All’Asinara.
Una delle tante proposte di una giornata.
Leggendo il suo articolo ho assaporato le stesse identiche cose che lei ha scritto.
Nonostante io non sia isolano, per giunta era per la prima volta che visitavo il sito, le sensazioni sono state un misto tra meraviglia della natura
terra – mare e sofferenza per lo stato di abbandono che mi ha infastidito.
Non aggiungo altro perché lei è stato semplicemente esaustivo.
Stefano Botti
Purtroppo mi allineo chi mi ha preceduto, io vado tutti gli anni perché ci sono affezionato, ma girando i intorno, parlo di Cala Reale, vedo improvvisazione nel fare, erba alta, e poca pulizia. Perché non assumere una squadra di giardinieri per il mantenimento lunga la strada della pulizia, cosa servono i soldi.
L’unica cosa positiva: l’Asinara è un bel posto per sua fortuna naturale.
Ma la popolazione si è erroneamente fidata di chi doveva amministrare, credendo ai proclami di difesa naturalistica fatti dalla politica e dai propri consulenti, ma i sedicenti ambientalisti non sono realmente per la natura, come sostengono, ma contro l’uomo: c’è una grande differenza.
Per capire il concetto si può andare all’Asinara, dove il frutti di questa ideologia fallimentare sono tangibili.
Ci sono stato diverse volte, sia da terra che da mare. Tutto è pensato per tenere lontani i visitatori e al contempo garantire una grassa mangiatoia per la politica, senza nemmeno curarsi delle apparenze. I pochi operatori, in balia di questo potere, agiscono con la paura che qualcuno gli possa togliere il piatto dove mangiano.
Sono tutte giuste le critiche anche nei commenti, in particolare quella del continentale Romagnoli e visto che qualcuno ancora non lo comprende abbiamo un problema serio.
Una volta un imprenditore turritano disse a mio padre lamentandosi dei propri figli: hanno il miele in mano e non si sanno leccare le dita!
Per cui, in tutta franchezza, le critiche qui evidenziate possono sembrare aspre ma la realtà è molto più amara.
Un grido di dolore. Perchè questo è l’Isola. Un grido di dolore che ancora si sente tra le mura imbiancate di un ostello e un piccolo cimitero che sarebbe tanto caro a Lord Byron. Ho “incontrato” l’Asinara immediatamente dopo la chiusura del carcere, mi sono imbattuta nella devastazione più totale di un territorio che da secoli non è mai appartenuto alla Sardegna. la sensazione di essere straniera in patria mi ha devastato l’anima per anni. Da biologa e insegnante ho seguito le tristi vicissitudini del rimpallo continuo fra istituzioni e le diatribe su incarichi politici a troppa gente che quella devastazione l’ha sentita solo in parte. Ma cosa vogliamo da una Italietta profusa a ben altro ? cosa vogliamo da un Regione Sardegna che non risolve i grandi problemi di un manipolo di sardi in estinzione ? La miglioria di cosa ?….in una isoletta dove ci si arrampica per mantenerne l’essenza vera, salvandole qull’alone triste che caratterizza il suo ambiente naturale, quel silenzio che si insinua tra la dolcezza di una spiaggia e il ricordo dolente di Falcone e Borsellino…… L’Asinara non è (e vorrei che mai lo fosse ) a disposizione del riccone di turno ( se solo qualcuno proponesse…e ci hanno provato) a farne un resort di lusso la velocità nel recupero sarebbe straordinaria…..l’Asinara è per gente che si accontenta di un ostello che non ha i bagni in camera, è una sala recupero di animali selvatici in difficoltà, è quel silenzio prezioso che cerco di regalare ai miei alunni ogni volta che riesco a portarli in viaggio di istruzione, l’Asinara è un grido di dolore per chi nella totale indifferenza l’ha abbandonata da secoli al suo destino. Ora c’è bisogno di tempo…e quei soldi che dite non sono in mano a chi sta dando un apporto amorevole…quei soldi li ha qualcuno che ha altro a cui pensare….E per i nostri connazionali : come pensate di poter vedere l’Asinara ?…. Cristo si è fermato appena sotto la Gallura…….il resto è devastazione ambientale. Viviamo di folk. Nel 2025 saremo un popolo che non arriverà al milione di abitanti…. Tornate con uno zaino all’Asinara, vi auguro di cuore di percepire quel dolore e di farne tesoro.
Buongiorno signora Antonella, guida del parco Asinara. Mi sono recata in visita guidata sull’isola a fine luglio, a mezzo trenino. Mi spiace molto non averla incontrata sulla mia strada, probabilmente mi avrebbe trasmesso tutta l’essenza dell’isola di cui parla. La ns. guida, purtroppo, ci ha trattati come carro bestiame, sembrando più interessata a farci acquistare prodotti di bellezza nel centro di cui non ricordo il nome e idem nei negozietti delle carceri. Nulla ci ha trasmesso di quello che è, ed è stata l’Asinara, se non 4 informazioni d’obbligo senza empatia ed entusiasmo. Non conosco i retroscena amministrativi e gestionali dell’Asinara e ciò che so della sua storia è quanto letto nei libri, ma ciò che mi resta della visita fatta è degrado, incuria, senso di abbandono, mancanza di manutenzione di sentieri, pannelli informativi e aree attrezzate, fatto salvo la bellezza di scorci panoramici che la natura da sé offre. Sicuramente non è facile gestire materialmente un patrimonio di tale portata, così come non è facile trasmettere ai turisti che “c’è storia e natura nei luoghi”, ma l’impressione è che vi sia disinteresse e mefreghismo nei confronti del territorio, anche da chi “ci mette la faccia” salvo spremere i turisti che scelgono di visitare l’isola. Peccato, solo rammarico per un patrimonio che se ne va.
Gentilissimo ho letto con attenzione le sue parole e non posso che condividerle a pieno. Anche in Toscana abbiamo una situazione simile che si chiama Pianosa. Ancora però, con Giacomo Grassi abbiamo una speranza di poter contribuire ad un’inversione di tendenza e per questa nostra isola ci stiamo impegnando molto. Spero un giorno di poter raccontare una storia diversa …..con un lieto fine.
Sono dacvordo. Asinara. Una bella isola di granito e migmatiti che ha perduto la sua essenza. Possono bastare anche solo le spiagge e le scogliere? E la natura intonsa (ovviamente questo è meritorio, ci mancherebbe. Ma forse il merito va trovato nella storia del Parco, piuttosto che nel solo Parco)?
Senza la sua storia, l’isola parco non funziona. Non dico che sia una bufala ma non funziona da 25 anni. C’è una storia di quasi un secolo e mezzo che al massimo oggi è relegata ad uno o due stop escursionistici e che nessuno vuole raccontare forse perché sono più facili la caretta o l’asino Albino. Un parco da cui si è scissa piano piano quasi tutta la sua storia carceraria, sanitaria, bellica.
Come, a ben guardare, anche il parco regionale di Porto Conte. Qui, in fondo, a parte la sede dedicata, non mi pare che mostrino di sapere granché di mezzo secolo di storia carceraria conclusa circa 40anni prima della istituzione del Parco. Rimosso quasi tutto: con oggi strambi progetti di mitigazione di pericoli geomorfologici in (quasi) assenza di rischi che sembrano regali nel sacro nome della valorizzazione. Progetti che volano alto su idee ruffiane di greenwashing…. e con “apparati” tecnici meno che evanescenti.
E le prigioni che diventano alberghi leggeri e le caserme idem. E campi boe per fare mangiare linguine alla bottarga sotto le falesie da mitigare.
C’è tanta confusione altro che governance!
Ciao Paolo,
leggo con molto interesse la tua riflessione sull’Asinara.
Condivido tante delle tue riflessioni ma voglio lasciare un contributo positivo. Per un anno ho lavorato per Infratel Italia (quella parte dello Stato Italiano che porta la fibra ottica e la banda larga dove non si cimenta il mercato). Stiamo realizzando il Progetto Isole Minori del PNRR che deve realizzare in Sardegna la rete in fibra ottica sia sull’Asinara che nell’isola di San Pietro – Carloforte.
Vedi Paolo, tante delle lacune che hai evidenziate si potrebbero superare con una diffusa ed efficente connessione. Non sto qui a dirti quante opportunità di fruizione turistica potrebbero realizzarsi. Tante, davvero tante con una sapiente programmazione.
Ho trovato nell’Ente Parco tanta collaborazione e disponibilità. Gli ostacoli sono impegnativi, tantissimi permessi per la posa del cavo sottomarino da Stintino e per gli scavi nelle aree demaniali. Ma stiamo andando avanti. Quando parlai col Direttore del Parco mi disse….. siamo 24 anni che aspettiamo l’acqua potabile nell’isola e devo credere a lei che mi dice che in poche stagioni avremo la banda larga?…. Gli risposi che ero fiducioso, che avremo fatto di tutto e che altrimenti quei soldi li avremmo persi.
Però ho scoperto una cosa di cui tu non tieni conto, ovvero che le competenze del Parco sono, sì, tante, ma sono anche limitate. Chi comanda davvero all’Asinara è la Conservatoria delle Coste. Infatti, dopo la dismissione del Ministero di Grazia e Giustizia, la proprietà, per Statuto, è passata alla Regione che l’ha affidata in gestione alla Conservatoria, ente creato nel periodo di Renato Soru con una incisiva seria di competenze.
Infatti,gli atti autorizzativii relativi ai nostri lavori ci sono stati firmati dal direttore della Conservatoria. Aggiungo un’altra notizia positiva, ovvero che interloquendo con i responsabili della Conservatoria ho appreso che si sta realizzando finalmente anche l’allaccio dell’acqua potabile con Abbanoa.
Un abbraccio.
Antonio Pili
Diversi anni fa Radio Radicale aveva lasciato i microfoni aperti per cui tutti potevano chiamare telefonicamente e dire qualcosa di istruttivo
Nel giro di pochi giorni divenne una bolgia di insulti reciproci fra le varie anime d’Italia, ladciando trasparire ante litteram e senza intenzione quello che sarebbero diventati una fetta dei social.
Detto questo ringrazio il Professore per l ‘articolo che illustra benissimo l’incuria che abbiamo della nostra terra
Incuria che era sicuramente minore in tempi di pecorai e povertà (incantevole il tacito patto e le critiche per chi nei paesi non puliva “su lemenarju de domo sua”)
Ma qs è un altra storia, che per fortuna un romagnoli qualunque non potrà né capire né scalfire
Sono convinto che ciò che si scrive riguardo l’ Asinara vale per quasi tutte le località marine della Sardegna. Abito in Piemonte da 45anni, ora sono in pensione e coi risparmi di una vita lavorativa ho acquistato un’appartamento a Valledoria e così hanno fatto numerose famiglie (tantissimi pensionati), tutti gli anni si va in comune a protestare perché il mare non è quello per cui le persone hanno comprato casa al mare, un mare a giorni è bellissimo, ma ci sono tantissimi giorni che l’acqua è inguardabile
In comune ci dicono che tutto sarà risolto ma sono 10anni che puntualmente tutto si ripete. Molte famiglie hanno già abbandonato la località ed altri si apprestano a farlo.
Tutti hanno ragione, tutti hanno torto. C’e’ sempre un fondo di realta’ e di verificata fragilita’ in ogni dichiarazione. Ognuno che scrive ha certamente a cuore la Sardegna altrimenti non perderebbe tempo a scrivere 4 righe forse mai prese in considerazione. Mi sento pero’ dare il mio contributo dopo piu’ di 30 anni che vivo in sardegna almeno tre mesi l’anno. Conosco i territori nel particolare ma mai mi sono avvicinato all’Asinara che vorrei fare questo anno. Mi manca solo questa isola. Vedo e percepisco comunque ogni anno segni di peggioramento della considerazione del territorio, non solo in Sardegna, verso i visitatori di questa terra, verso i Sardi e dai sardi verso i turisti. La guerra a fare soldi facili ed in breve tempo e’ la parola d’ordine. Ci rimettono tutti. Pure i pesci. Forse come dice Il grande Fellini noi tutti dovremo umilmente rimboccarci le maniche e darsi da fare in silenzio. Se tutti facessimo un po di silenzio e rispettassimo gli altri ed il territorio che pestiamo pesanti e goffi, forse qualcosa si potrebbe vedere ed ottenere. Ps non ho mai assistito, sollecitazioni fatte in tutte le maniere, a dimostrazioni delle locali Autorita’ ad attivarsi per la salvaguardia dell’ambiente ed a rendere fruibile la visita in Sardegna. Ne posso citare a centinaia. A cominciare da costruzioni fuori luogo a scapito del paesaggio a nessuna iniziativa efficace per raccogliere plastica ed immondiziaSolo restrizioni, multe, soluzioni bieche e degne di una ignoranza profonda e radicale che denota mancanza di progetti e superficialita’ innata. Aspettiamo??
Che l.’asinara rimango così e che le erbacce divorino quelle poche case per la storia c’ e sempre tempo
Sarda,residente in Piemonte da 50 anni ,vorrei far presente a chi ha comprato casa a Budoni che il turismo scadente che ha invaso quel tratto di terra non ha portato nessun beneficio anzi ha cementificato con case scadenti sotto tutti i punti di vista un territorio che con le pecore e i pastori era un gioiello della natura Vero che gli stessi sardi non hanno saputo difendere spesso la loro terra dai facili e miopi guadagniQuanto all’ Asinara meditate su quanto scrive chi ci lavora e in parte può spiegare la
Dopo quaranta anni a Stintino ho l’impressione che la splendida Asinara era più protetta sia come flora e fauna marina e terrestre ai tempi in cui dipendeva dal ministero di Grazia e Giustizia.. forse è solo una mia impressione.
Sign Marco Romagnoli condivido appieno tutto cio che ha scritto e non come critica ma come come consiglio istruttivo verso il popolo sardo che ci vedono solo come continentali e non come connazzionali ed è un vero peccato!
il signor Romagnoli si inserisce in quella schiera di persone che confonde la qualità della vita con la ricchezza.
signor Romagnoli, dovrei stare per ore a spiegarle che il benessere economico ed il vivere bene non son la stessa cosa, ma dubito che riuscirei a spiegarmi.
posso però dirle che conosco “pecorai”, per usare un termine che lei usa in modo vistosamente dispregiativo, che sono fieri di esserlo e che la vita se la godono, che possono essere in un’ora a Budoni o a S’Archittu, quando e se ne hanno voglia.
di sicuro, per gli esempi che ho io, sono persone abituate a non ragionare per categorie (“i sardi” e “i continentali”: concetto di una rozzezza imbarazzante) e soprattutto sono ricchi, forse non di soldi, ma di altre cose la cui importanza sicuramente le sfugge.
come a me sfugge che cacchio c’entra il suo orgoglio da conquistador coi problemi di una cattiva o scarsa organizzazione del turismo all’Asinara
Come non essere d’accordo? Sono stato tra quelli che ha contribuito all’istituzione del parco. Ho da sempre proposto che l’isola tornasse ad essere viva ricreando una piccola comunità, che la riportasse alle sue origini, pur tutelando la biodiversità, che per inteso ha la sua componente più importante nell’area marina protetta. C’è un sistema di fruizione che deve essere ribaltato per evitare che in pochi mesi di concentri un carico eccessivo di “turisti balneari”. Da anni il parco è fuori dal controllo della Comunita’. Senza una guida politica e con troppi enti che se ne contendono la giurisdizione.
Buonasera Romagnoli, la sua trivialitá m’imbarazza profondamente.
Provo tanta pena per Lei e per chi,forse, le sta vicino.
Sarò io un’ eccezione, ma le spiegazioni che ho ricevuto durante una visita guidata con Land Rover lo scorso giugno sono state davvero eccellenti.
La guida era preparatissima in ogni ambito: naturalistico, storico, sociale, culturale, persino di cronaca recente. Pronta a rispondere ad ogni quesito con competenza ed estrema chiarezza, tanto da rendere l’intera giornata interessante anche a mia figlia di 15 anni accompagnata da amica coetanea.
Hanno usato i cellulari solo per prendere foto. Credo che basti solo questo per testimoniare il livello di attenzione ed interesse che è stata in grado di creare. Una guida, ripeto, molto preparata, ma soprattutto innamorata del suo lavoro e di questa magnifica isola. E non c’è nulla di più contagioso che trasmettere l’interesse per qualcosa che si ama in prima persona. Bellissima giornata. Ricordi davvero indelebili.
Buona sera. Sono stato in giugno all’ Asinara. Condivido l’impressione riportata nell’articolo relativa a Stintino. Per raggiungere l’isola a prezzi “umani”, con la nostra bicicletta (sicuramente più ecologica dei fuori strada proposti) , attraverso un servizio pubblico di semplice traghetto , siamo dovuti andare (da Stintino, dove alloggiavamo) fino a Porto Torres. Cos’altro aggiungere….
Ciao Paolo
Siamo stati anche noi questa primavera in visita e le impressioni provate sono molto vicina quelle che tu hai espresso.
Cura quasi inesistente dei luoghi e degrado evidente di sentieri ed edifici, almeno a cala d’Oliva e dintorni.
Grazie
Gian Paolo Palli
Ringrazio Antonella per la sua risposta. Penso si debba sempre esprimere la propria opinione con cognizione di causa. Perciò il signor Marco Romagnoli potrebbe astenersi da scrivere commenti insultanti dove evidenzia la sua profonda ignoranza della storia sarda,
Mary79
Sono stata all’Asinara più di 10 anni fa, soggiornando nell’ostello un paio di giorni alla ricerca un po’ di pace, cosa che ho trovato. Ho trovato anche fascino, storia tanta, ambiente, e tanta buona volontà.
Purtroppo non l’ho potuta girare tutta perché in quei giorni c’erano stati dei problemi ai mezzi, quindi mi sono spostata a piedi per vedere il più possibile.
Personalmente ho visto tantissimo, tutto direi grazie alle informazioni acquisite attraverso libri documentari, film prima di recarmi sull’isola.
Penso che molto si coglie dalla spirito con cui uno va a vedere le cose … E pazienza se non sono entrata nella casa “dell’ente forestale” dove hanno vissuto i giudici Falcone Borsellino……. Mi sono riguardata il film e l’ho apprezzato più di prima…..
Bisogna considerare che la’isola il parco è in mano a “enti supremi” il che richiede tempi burocratici molto più lunghi rispetto ad altri……
Per il resto non vedo l’ora di fare conoscere questo angolo di paradiso a mio figlio, sicura che coglierà l’essenza dell’avventura e della perla della Nostra Meravigliosa Isola🏝️.
Ciao Sardegna libera
Mi spiace Antonella, ho fatto una visita guidata. Mantengo la posizione. Conosco la storia dell’Asinara e non la trovo ben rappresentata. Non ce l’ho con chi fa al massimo e anche bene il proprio lavoro, ce l’ho con quelle istituzioni distanti di cui Lei parla. Conosco bene la vicenda dei locali Falcone-Borsellino. Tuttavia, ciò che Lei dice, non giustifica minimamente l’oblio.
Da diversi anni frequento L’Asinara e l’abbandono è senza dubbio ciò che più mi colpisce.
Anziché lamentarmi,vorrei fare una proposta.
Ritengo che l’isola dovrebbe diventare un grande centro studi naturalistico .
I fabbricati esistenti dovrebbero essere ristrutturati per diventare centri di ricerca ma anche di ospitalità per i ricercatori e per studenti che potrebbero ,trecesessantacinque giorni l’anno,frequentare degli stage seri e realmente formativi.
La terra dovrebbe essere restituita al suo scopo ed alla sua storia ricreando vigneti, orti e campi seminativi anch’essi rivolti alla ricerca come a fornire parte dei cibi necessari a chi vive e studia sull’isola.
Le maestranze ,non raccomandate,dovrebbero essere costituite da giovani sardi.
Capitolo a parte per il turismo che oggi sembra rincorrere i criteri che ritroviamo alla Maddalena piuttosto che quelli di un turismo compatibile.
Non mi Diego oltre anche se avrei moltissimo da dire.
Raniero Sandrelli
Ciao! Mi sorprende e non poco il ” grido di dolore” giustificato con: si tutela la natura e poco o niente la storia! Il grido d’allarme invece, viene a me quando sento parlare di “accoglienza” In nome della cosiddetta “accoglienza” ovunque si sono commessi e perpetrati crimini assoluti contro le coste sarde e italiane, noi d’ estate diventiamo una Gardaland dove tutto è lecito e permesso dove fiumane di cafoni e li sto trattando bene, sardi e non, si riversano su spiagge borghi e cittadine lasciando dietro se degrado e inquinamento. Vogliamo fare fare questa fine anche all’Asinara invasa da fuori strada, termini, macchinine ecc.ecc.? Cosa vuole dire con “aperta”? Altro termine ambiguo e adatto ad ogni situazione. Meglio i pesci di certi umani mi creda, e sono d’accordo con lei sul ripristino anche delle specie botaniche presenti prima dell’ avvento dell’ uomo.
Purtroppo la cosa non riguarda solo l’asinara, ma tutto ciò che riguarda il bello. Purtroppo i sardi sono gente molto presuntuosa e arrogante, aggettivi spesso confusi con la parola “orgogliosi”.
Questo porta a non capire che quello che la natura,la storia,hanno dato all’isola,non è merito dei sardi.
Si sono trovati con un mare spettacolare e una natura bellissima,con una storia che risale a milioni di anni fa.
E loro come unica risposta cosa dicono: a noi viviamo bene anche senza il turismo!!!! Ma di cosa stiamo parlando.
Io vengo da una esperienza di 18 anni di casa in Sardegna,a budoni, e posso dire che se non fosse stato per il turismo, buoni sarebbe stata un paese di pecorai come la prima volta che ci sono arrivato nel 1980,con la via principale sterrata e abitata da 4 pecorai che manco sapevano di avere in mano oro!!! L’acqua di quello splendido mare che avevano a pochi metri,dove portavano le mucche e le pecore a pascolare!!!!.
Cari sardi,fatevi un bel regalo, siate più aperti ai cosiddetti “continentali” e non vedete come nemici,ma come vostri connazionali che amano la vostra bellissima isola e fanno grossi sacrifici per venirci a trascorrere le vacanze.
Buongiorno,a rispondere è una guida del parco. Questa descrizione sembra scritta da qualcuno che ha scelto di non effettuare una visita guidata. Le mancanze che si lamentano sono quelle di chi scende sull’isola e se ne va all’oscuro di quale sia la sua storia,molto più ricca di quella che si conosce e che va oltre il discorso della colonia penale. É chiaro,senza qualcuno che fornisca approfondimenti sul passato e sul presente dell’isola, la sensazione è di degrado e abbandono. Gli edifici sono fatiscenti,vero. Qualcuno le ha spiegato perché? Sa a chi appartengono? Sa se il parco in quanto ente può intervenire oppure no? Sa quanto impegno ci mettono le guide a trasferire quella che è l’essenza dell’isola in poche ore, cercando di trasmettere quello che l’isola racconta quasi da sola, con la sua bellezza e la sua storia straziante?Sa quanto è difficile lavorare in quel microcosmo dove tutte le difficoltà si amplificano a causa del mare, della condizione di isolamento,di non residenzialità; dove ogni attività costa il doppio per via del trasporto, dove tutto manca perché manca la vita giornaliera dell’uomo. No, chi non vive quel posto non lo sa. Il fatto che ci sia molta attenzione ai pesci,dice lei, non significa per niente che non ci sia attenzione all’uomo,anzi. Il problema in questo caso, è che l’uomo in questione ha voluto fare da sé. Ha voluto scendere in un territorio senza affidarsi a chi avrebbe potuto sciogliere ogni dubbio, a chi vive quel territorio consapevole delle infinite problematiche,ma che mai, mai e poi mai avrebbe permesso che l’uomo si sentisse meno importante di un pesce o di una tartaruga, perché questo è il nostro lavoro: illustrare l’isola e fare in modo che il visitatore (che noi amiamo chiamare ospite) si senta parte di quello che c’è, di quello che l’isola è. Per quanto riguarda la questione politica e gestionale dell’isola dell’Asinara, ricordiamoci che è un parco nazionale,che fa capo ad istituzioni ben più in alto della presunta baronia di cui lei parla, e che spesso sono distratte e poco attente alle esigenze dell’isola, nonostante l’incredibile impegno delle persone che ci lavorano (che attenzione, non sono dipendenti pubblici del ministero, bensì sono lavoratori qualsiasi, dipendenti di aziende qualsiasi,con molte più difficoltà di un dipendente qualsiasi). Tutto ciò per chiarire,che se avesse veramente voluto sentire l’importanza dell’essere umano,sia quello che ha fatto la storia dell’isola,sia quello che vuole conoscere la storia dell’isola, avrebbe semplicemente dovuto affidarsi a qualcuno in grado di spiegarla. O molto più banalmente,non volendo spendere per un’escursione,approfondirne la conoscenza prima di venire sull’isola, attraverso qualcuna delle numerosissime pubblicazioni storiche e scientifiche disponibili, per poi riscontrare sul territorio le tracce dei temi trattati. Il suo articolo dà l’impressione di qualcuno che, all’oscuro di ogni problematica che rende il parco dell’Asinara quello che è (nel bene e nel male, purtroppo), pensasse di trovare un museo a cielo aperto gratuito, non considerando che quel poco che si trova è tenuto in piedi da persone che lavorano,che sono preparate e che hanno diritto ad un introito. Per altro,il tanto criticato centro di recupero delle tartarughe è l’ unica attività a pagamento. Gratuito il Ceas con la sua mostra fotografica e la mostra scientifica, gratuita la visita alla Diramazione centrale con l’osservatorio della memoria. Per quanto riguarda il mancato percorso Falcone e Borsellino, la casetta che li ha ospitati è un edificio di servizio del corpo forestale (quindi di pubblica utilità) e in quanto tale non visitabile se non in particolari occasioni. Ma niente impedisce di andare a vedere la toccante targa posizionata sulla parete esterna. Cosa che qualsiasi guida avrebbe potuto garantire, semplicemente chiedendo, oppure che avrebbe potuto fare per conto proprio se solo si fosse informato meglio. Mi dispiaccio moltissimo di un giudizio così aspro su un territorio che fa profondamente parte della mia vita, e fermo restando che ognuno ha il diritto di esprimere il proprio giudizio e le proprie sensazioni, è sempre auspicabile che tale giudizio venga ponderato andando a cercare le ragioni di determinate condizioni, cercando di capire se effettivamente possono essere cambiate,se si tratta di negligenza o di impossibilità,se si tratta di volere o potere.E soprattutto,se un giudizio come questo, formulato al netto della conoscenza,faccia bene o male alla nostra Sardegna, di cui anche lei mi pare faccia parte. Saluti
Non possiamo istituire una associazione o meglio una fondazione per tutelare l’isola sia in mare che in terra, con il giusto rispetto per la cultura e la storia di cui l’asinara e’ impregnata, compresa la storia moderna ( Falcone e Borsellino),
Io mi rendo disponibile, sono sardo vivo in Piemonte ma amo profondamente la mia terra sono stato l’ultima volta all’asinara a maggio di quest’anno in bici…ho avuto la stessa sensazione… ho tempo ( sono in pensione) e non sopporto i Baroni e gli Acrocchi per lucro, ho lavorato 40 anni con i giovani nella formazione professionale veicolando i valori della dignita’ , rispetto e il lavoro onesto.
Ben venga questa sensibilizzazione ….diamoci da fare!!!
Un plauso all’articolo del maninchedda, che condivido pienamente.
Approvo quello che ha detto, aggiungo il trasporto vergognoso come indicato qualche giorno addietro per la mancanza di una struttura per disabili sul traghetto porto Torres Cala Reale, la stessa senzazione di trascuratezza con erbacce alte, persino il gioiellino della caserma CC. e infestata di erba., c’è da chiedersi perché l’ente Parco non assume per sette – otto mesi giovani per garantire un ordine apparente sull’isola garantendo un ottimo stipendio, due parole l’accoglienza del posto ristoro con dubbia pulizia, tubi dell’acqua che fuori escono dal locale. Purtroppo come in molti casi I Baroni comandano senza ascoltare nessuno, come diceva il MARCHESE DEL GRILLO “IO SO IO E VOI NON SIETE UN C….”
Sì. Bisogna lavorarci un po’. La terra merita rispetto tanto quanto il mare. Fare delle fattorie con missione educare alla convivenza con la natura? L’Asinara per iniziare?
Ho avuto modo anch’io di visitare l’isola ma non per vacanze ma bensì per rendere esecutivo un appalto di servizi per conto del gestore d’ambito Abbanoa spa
Confermo che lo stato di abbandono degli agglomerati principali con un minimo di presenza antropica
Cioè Cala Reale,cala d’oliva,fornelli(punto di approdo per chi viene da Stintino) e di assoluto rilievo
Forse i fantasmi vogliono nel silenzio dire ancora qualcosa sulla storia dell’isola.
Quello che mi intriga sono le ferree regole per chi da visitatore si muove da un capo all’altro dell’isola.
È video sorvegliato anche se come mezzo di locomozione usa la semplice bici meccanica o elettrica
Se poi possiedi qualcheHandicap motorio allora bisogna metter mano al portafoglio per il traportò che va dai 30 / 50 Euri persona
Paradossalmente quando lo stato tramite il ministero di Grazia e giustizia garantiva i servizi essenziali tutto funzionava meglio
Le infrastrutture del Servizio idrico integrato consegnate al gestore d’ambito sono obsolete e per arrivare ai siti principali impianti di produzione non esistono strade
Ovvero le piste d’accesso non sono transitabili per i mezzi d’opera necessari alla manutenzione
Comunque i soldi pubblici per i enti proposti alla sviluppo sostenibile dell’isola non mancano almeno per garantire le presidenze e le Direzioni Generali.
Non credo l’isola abbia un futuro.
Il patrimonio immobiliare in mano alla conservatoria delle coste è talmente deprezzato e privo di qualsivoglia rilievo parsaggistico ( i materiali di costruzione poveri amianto e infissi d’alluminio ) che non possono che avere un solo fine
Discariche.
Non è possibile stimare i costi anche per gli smaltimenti di legge a meno che non si operi all’italiana
tombare tutto in siti magari nei cimiteri di guerra
Di uno stato guerrafondaio.
Risultando zona di interesse comunitario i vincoli di legge e il politically correct imbastito ad arte in materia conservazione dell’ambiente non fanno altro che peggiorare il contesto
Non ultimo i trasporti per l’isola la società armatrice che garantisce il servizio da Porto Torres per cala d’oliva può a breve sparire in quanto non confermata .
Nois semus, prus che totu s’àteru, zente chentza guvernu, cun guvernos de vaffa a manu anzena e a manu nostra de marionetas, cancarada.
Cun libbertade e responsabbilidade q. b. morindhe chentza mòrrere ma morindhe.
Àter’e che balentendhos porcarzos, sos balentones mannos!
La disciplina migliore che manca in primis… L’ educazione ambientale,il senso di protezione incondizionato della propria terra, è l’amore per la bellezza! Sé vogliamo preservare questo ultimo paradiso rimasto, dobbiamo avere conoscenza del nostro patrimonio! SALVIAMO LA SARDEGNA….
L’Asinara è disastro amministrativo e gestionale. Un solo ed individuato colpevole : la politica.
C. d. A? Presidente? Non pervenuti.
Il senso di disagio all’Asinara ti derivava dalla presenza dei fantasmi degli oltre 5.000 prigionieri di guerra croati lasciati morire di colera dagli italiani sull’isola, a Campo Perdu.
Tanto ormai la galera era stata istituita, dopo la deportazione degli abitanti sull’isola maggiore.
Italiani brava gente.
“Siamo solo ciò che sappiamo accogliere.”