Questa è la convocazione del Consiglio del Corso di Laurea Magistrale in Scienze storiche e filosofiche dell’Università degli Studi di Sassari.
L’assemblea è convocata per decidere su diversi punti all’ordine del giorno, tra cui il quarto recita: Proposta di inserimento tra gli esami a scelta dell’insegnamento di Letteratura cristiana antica (L-FIL-LET/06) e proposta dell’attribuzione di esso a Mons. Gian Franco Saba.
Per quel che conosco io del farraginosissimo e ipercorporativo diritto universitario, quando un Corso di laurea attiva un nuovo insegnamento si verifica prima se un docente interno sia disponibile a svolgerlo; in caso negativo, si procede a un bando esterno, si verificano le domande pervenute e si sceglie colui che sembra possedere il profilo più congruente con i contenuti della disciplina.
A Sassari no.
A Sassari si attiva un insegnamento e lo si conferisce direttamente a un docente esterno, in questo caso l’arcivescovo di Sassari.
Sicuri che in Sardegna e in Italia non vi sia chi abbia più titoli di sua eccellenza?
Sul versante del vescovo, poi, mi verrebbero da dire tante cose, ma la principale è che dovrebbe fare altro piuttosto che il docente nominato. Ma io ho un’idea di chiesa evidentemente inattuale e fortemente inattuale per quei vescovi che annunciano le visite pastorali con i manifesti sei per tre con il loro bel faccione esposto. Certo che vedere Aldo Cazzullo in testa alle classifiche di vendita con un libro di furbissima divulgazione (Il Dio dei nostri padri. Il grande romanzo della Bibbia) spiega bene che evidentemente egli sta colmando un vuoto lasciato da vescovi e preti divenuti sociologi, psicologi, esperti di emigrazione, specialisti della cooperazione e delle cooperative, grandi manager, grandi comunicatori, ma muti sull’essenziale. Viva la mondanità! Viva il dirigentismo!
Anche se fosse il più titolato docente al mondo le modalità di arruolamento sono inaccettabili. Niente da dire se l’università di Sassari fosse una università privata che recluta con un regolamento interno dove consiglio di amministrazione chiama ad personam, assumendosi tutti i rischi connessi. Ma l’università di Sassari per ora risulta essere ancora pubblica. E i concorsi (anche se sappiamo che csono per la gran parte finti) vanno fatti.
Egregio Francesco, forse il cattolicesimo ha molte scorie storiche, ma il protestantesimo non manca assolutamente di mende, non ultimi i celebri cinque sola, in particolare sola scriptura, che porta a venerare il testo della Bibbia senza alcuna profondità storica, con l’esasperazione del suo valore letterale, cosa aberrante rispetto all’origine e alla natura dei testi. C’è una differenza profonda tra la Parola e la Scrittura.
Il culto cattolico romano è quanto di più distante dalla fede cristiana dei primi credenti. Non per niente è servita la riforma protestante affinché le semplici persone potessero avere , ad esempio, alla personale lettura della Bibbia. Purtroppo tale riforma in Italia, per ovvi motivi, non prese troppo piede (a Napoli si inventarono persino quella idolatrica pratica del sangue di Gennaro per tenersi i “fedeli”), e se i cattolici iniziassero a leggere la Bibbia, dovrebbero immediatamente smettere di praticare gran parte delle loro usanze e liturgie. Ci sarebbe molto da dire, ma chiudo dicendo che la salvezza la troviamo solo in Gesú Cristo, nella meravigliosa buona novella che è il Vangelo, potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede.
Un vescovo politico, OMISSIS, solinasofilo e mariottofilo.
@ OM. Nel suo post c’è un “se” (“se l’incarico…”) che fa tutta la differenza del mondo. Inoltre: il settore scientifico disciplare in cui si inquadra l’insegnamento di Letteratura cristiana antica NON è presente nella SUA (scheda unica annuale) del Corso di Scienze storiche e filosofiche, segno che in sede di progettazione del corso non lo si è ritenuto strategico o importante…
https://www.dissufdidattica.uniss.it/sites/st11/files/didattica/lm-78_lm-84_scheda_sua_2023-24.pdf
Viene dunque creato un’insegnamento “a scelta” e contestualmente si propone l’attribuzione a una determinata persona esterna ai ruoli dell’università da parte di un corso di studio. Le risultano casi simili? E le risulta che, in questo specifico caso, nell’ateneo turritano sia prima stata aperta una procedura di fabbisogno interno in cui si è chiesto ai docenti strutturati (anche di settori affini, come previsto dall’apposito regolamento) se fossero interessati o disponibili a ricoprire l’insegnamento che si chiede di attivare per l’occasione?
Inoltre, lo Statuto dell’Università di Sassari prevede, all’art. 39, comma 2, lett. g, che sia il Consiglio di Dipartimento ad attribuire le responsabilità didattiche ai docenti e a deliberare sulla copertura degli insegnamenti attivati (e così, mi risulta, si fa di solito).
https://www.uniss.it/sites/default/files/2024-10/Statuto_uniss_aggiornato.pdf
@ Virginio Getorige, Perchè è prioritario il conferimento degli incarichi di docenza al proprio personale strutturato , Se l’incarico di Insegnamento di Letteratura cristiana antica (L-FIL-LET/06) risulta scoperto perché i docenti di quel settore scientifico disciplinare non possono assumere l’incarico didattico (ad esempio per superamento del carico didattico) non ci sono priorità tra attribuzione dell’incarico esterno diretto previsto all’ art 23 c1 della L 240/2010 e quello previsto previa procedura di valutazione comparativa ex art 23 c2 L 240/2010.
Qui la norma https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:2010-12-30;240~art23!vig=
Conoscendo l’odinamento universitario è sufficiente che la delibera il Consiglio del Corso di Laurea Magistrale in Scienze storiche e filosofiche dell’Università degli Studi di Sassari di atto dell’assenza di coperture per procedere con la proposta di attribuzione dell’insegnamento agli Organi accademici.
Che sia opportuno, come già detto, è altro discorso.
Non mi intendo dei regolamenti che disciplinano gli incarichi universitari e pertanto mi è difficile asprimere un giudizio sulla liceità dell’episoddio.Tuttavia,non pisso che evidenziare la particolarità del un “pastore di anime” di intrufolarsi in un gregge non suo , da simil-abigeatario , per accendere fiamme di proselitismo sempre più flebili .
O ….no !!!!!! Chissà quale sia la vera molla che impone ad un arcivecovo e ad un rettore di Università di trovarsi d’accordo nel metodo per ignorare metodi codificati ed ampiamente collaudati .
Interessante questo squarcio di luce sulla gestione delle docenze in UniSS, dove vigono regole del tipo: “se uno lo fa e perché sa che se lo può permettere” in perfetta antitesi con “possono, dunque lo fanno anche se non è opportuno”. Certo la simultaneità decisionale allo stesso punto dell’odg per i due aspetti, ovvero inserimento di un esame con tanto di attribuzione al docente, fa pensare ad un modo rapido per uscire da una impasse arrivata in maniera imprevista. Questo applicando delle regole che, tra l’altro, subiscono le interpretazioni più varie e distorte per andare incontro alla convenienza decisamente troppo “ipercorporativa” della bottega. A UniSS esiste poi una ben consolidata tradizione di modificare e distorcere qualsiasi tipo di Regolamento. Ne sia un esempio il famoso “Regolamento per le chiamate dei professori e per il reclutamento dei Ricercatori Universitari” introdotto dal Rettore Mariotti (assistito dalla sua dirigenza) a partire dalle prime mosse di insediamento del 2021. La prima versione di tale Regolamento è stata licenziata a maggio 2021 – se non ricordo male. Ma appena tre mesi dopo se ne è data alle stampe una seconda versione, con tanto di modifiche approvate. Andando avanti, siccome “l’appetito vien mangiando” e nel frattempo certe scorpacciate avevano fatto clamore, finendo pure nelle cronache dei giornali locali, si è sentita l’esigenza di procedere con ulteriori cambiamenti e aggiunte. Per farla breve, dopo aver scorso gli odg e i resoconti del SA sin qui disponibili, si sono apportate almeno 6 modifiche allo stesso Regolamento fino ad arrivare alla fine del 2024. Mi permetto di correggere persone accademicamente ben più qualificate di me che hanno dichiarato alla stampa che il regolamento consta di 80 pagine. Corrisponde invece al vero che attualmente il regolamento consta di 80 articoli redatti in 36 pagine e non viceversa https://www.sassarioggi.it/cronaca/senatrice-corrado-accuse-rettore-mariotti-sassari-7-marzo-2022/. E’ una mia opinione che questa precisazione può dare una idea della chiarezza/confusione imperanti in chi ha favorito queste azioni che hanno portato ad omologare un documento versione “Frankenstein” al pieno riconoscimento di legge. Francamente, per come è andata, non mi sembra una cosa seria! Comunque, per chiudere un discorso che sarebbe molto lungo, questi documenti di regolamento presunto “legale” sono stati recentemente spazzati via dal Consiglio di Stato con una reprimenda nei confronti dell’Università di Trento che, tra l’altro, sarà estesa anche a UniSS proprio per l’eccessiva creatività introdotta nelle sue pratiche regolamentarie https://www.roars.it/il-cds-demolisce-le-terne-dipartimentali-solo-le-commissioni-possono-valutare-chi-diventa-professore-nelle-universita-italiane/ . Si profilano tempi duri per il Rettore che succederà all’attuale, non solo sul fronte amministrativistico ma anche economico finanziario, proprio perché si è scoperto ancora una volta che la forma è anche sostanza. Per favore non definitemi un leone da tastiera https://torino.corriere.it/notizie/cronaca/24_dicembre_05/commenti-web-contro-cristina-seymandi-per-il-pm-non-e-diffamazione-il-dileggio-social-diverso-dagli-insulti-reali-e1c74f14-0388-41ce-964a-2959af6d6xlk.shtml
A pensarci bene, sì potrebbe fare uno scambio: l’Arcivescovo tiene il corso universitario, il Rettore un corso di catechismo nella parrocchia di San Donato,
Più che la decenza vinse il cavillo
Che squallore, questa chiesa sassarese negli ultimi anni è uno schifo avvilente un’azienda alla spasmodica ricerca di danari non si capisce a quali scopo destinati.
Professo’, ha dimenticato “camminatori”, “esperti climatici” e un altro paio di cosette antipatiche dalle quali mi astengo per carità di patria, che fanno tanto glamour e paginette patinate (e sempre in favore di telecamera).
Di convegni pieni, sì (e ora attendono anche aule universitarie), di chiese vuote, manco a parlarne. Non è più un “problema loro”.
I preti ne sanno sempre una più del diavolo; sennò vincerebbe il diavolo.
@ OM. I Regolamenti bisognerebbe citarli correttamente. L’art. 3 del Regolamento che lei ricorda indica le figure alle quali possono essere conferiti incarichi didattici, specificando che restano impregiudicate le priorità del successivo art. 4 (Modalità di attribuzione degli incarichi). Da quest’ultimo si evince CHIARISSIMAMENTE che, solo una volta esaurita una serie di procedure interne, si può ricorrere eventualmente ad affidamenti diretti ad esperti esterni in possesso di un significativo curriculum scientifico o professionale (che andrebbe acclarato). Come vede, chi ha scritto l’articolo era ben informato: lei, invece, estrapola da un Regolamento un passo che andrebbe adeguatamente contestualizzato. Perché?
E’ ammesso dall’art.3 comma 1 lett h) del Regolamento conferimento incarichi didattici UNISS
https://www.uniss.it/sites/default/files/2023-09/regolamento_per_il_conferimento_incarichi_didattici_16.6._1.pdf . Che sia opportuno è un altro paio di maniche, ma siccome possono, lo fanno.
Buongiorno Paolo, come non essere d’accordo su quanto scrivi!!!