L’intervista tonda tonda Oggi La Nuova Sardegna (il quotidiano che ha fatto della sua collaborazione con Conad la sua notizia di prima pagina per una settimana, sperando di rimediare in questo modo al crollo delle vendite dell’11.68% nell’ultimo anno) intervista per l’ennesima volta il presidente Solinas. Un’intervista come al solito a due pagine, cioè così lunga e ‘lisciata’ da essere noiosa fin dalle prime battute.
Dalla sintassi non sembra un’intervista “parlata” ma “scritta”. Inoltre la risposta, tutta apparentemente dotta e involuta, all’ultima domanda sul fascismo, con un’arditissima differenziazione tra il giudizio politico e il giudizio storico (e cioè? Qual è il giudizio storico di Solinas-Artizzu?) rivela la manina dell’addetto stampa presidenziale, Ignazio Artizzu, già militante di An con annessa mistica del mascellone.
Oggetto di questa lunga pipì, il rapporto del Psd’az con la Lega e la mancata concessione di un collegio uninominale al Psd’az.
Il vertice Salvini-Solinas a Olbia Essendosi svolto a Olbia, il vertice che ha ufficializzato il niet di Salvini era di “competenza” prevalentemente della Nuova, che però, avendo il direttore impegnato più a cercare pubblicità che a valorizzare il giornale e avendo qualche redattore ferocisssimo impegnato ancora con le procure a cercare di capire come possono colpirmi (purtroppo per loro il loro naso giudiziario-scandalistico ha preso la strada verso la Ass Valley ), non è riuscita a raccontare bene il vertice. Noi possiamo farlo grazie a un testimone.
L’incontro è stato imbarazzante per Solinas.
Salvini lo ha trattato da questuante e gli ha detto no, senza se e senza ma.
Lo ha fatto trattandolo da estraneo del suo partito, cosa significativa se si ricorda la partecipazione di Solinas anche alle riunioni degli organi della Lega. Lo ha fatto secondo il codice della disistima e secondo i ritmi delle cose spicce.
Solinas cotto Il Solinas scaltro, ma con i modi dell’Azione Cattolica, non c’è più. Se aveva una caratteristica evidente tre anni fa, questa era il posizionamento. Sapeva mettersi al posto giusto al momento giusto, senza tante crisi di valori o di coscienza, tanto il popolo dimentica tutto (e questo è verissimo).
Tre anni da presidente della Regione gli hanno fatto perdere il tempismo. Ha giocato troppo, si è mosso troppo tardi ed è stato espulso dal campo di gioco delle politiche. Inoltre, la sua astuzia lo ha reso un partner troppo faticoso e sfuggente per qualsiasi compagno di viaggio. Adesso è solo, una condizione nella quale non sa stare.
La recita sardista Matura in questo quadro la riunione della Direzione sardista di avantieri.
Il risultato ha del patetico.
Un partito che non sa da tre anni chi siano i suoi iscritti.
Un partito che ha federazioni provinciali che non si riuniscono da una vita.
Un partito che ha confuso il concorso Laore, con colloqui e tesi finali, col proprio congresso.
Un partito che per tre anni ha vissuto nella kasba, improvvisamente ieri si è messo a rititrare fuori i temi sardisti (lingua, fisco, trasporti ecc.) come se al governo della Regione non ci fosse il segretario sardista, ma un leghista. Domandine d’obbligo.
Chi è che se l’è fatta letteralmente sotto, appena eletto, di fronte a Ryanair sulla continuità territoriale aerea, la Sardegna o Solinas? Risposta sicura: Solinas.
E chi è che, anziché fare una seria politica fiscale ha fatto solo leggi omnibus, contributi a pioggia ben mirati e leggi ad personam? Risposta certa: Solinas.
E chi è che prima si è buttato sul tubone del gas e poi si è accucciato ai piedi di Enel e Terna ai tempi del governo Conte e di Salvini ministro degli Interni? Risposta certa: Solinas.
E chi è che ha chiuso i reparti di urologia, ortopedia, chirurgia e terapia intensiva neonatale a Nuoro? Risposta certa: Solinas. Apro una parentesi. Solinas sulla sanità dà la colpa a Arru, che non viene difeso da nessuno (la vigliaccheria è una malattia genetica).
Arru non è un mio amico e su di me ha detto gravi balle, ma non ha chiuso uno, dico, un solo reparto in tutta la Sardegna.
Solinas sì. Solinas chiude e dà la colpa agli altri.
Chi è che, in questi anni, ha nominato e fatto ricchi pensionati nei ruoli commissariali?
Risposta certa: Solinas.
Chi è che ha inventato una corte numerosissima ai piedi della Presidenza della Regione creando il Segretario generale della Regione, figura tanto inutile quanto onerosa. Sicuramente Solinas.
Solinas non ha titolo per porre questioni. Ha il dovere di risolvere almeno i problemi che lui stesso ha creato.
Ciò che dispiace è che i sardisti riscoprano il bene (le loro battaglie storiche: fisco, trasporti, energia ecc.) quando va male, e facciano il male, cioè i loro comodi, quando va bene. Ma questo nessuno glielo dice. Per cosa? Per qualche dollaro in più.
Che pena per questa gente, così ignorante da essere presa in giro da un Salvini.
La “Ass Valley” supera la creatività di L. Bonelli in Tex Willer e non sarebbe male come destinazione per le spasmodiche frogie di tutti gli incapaci ascesi al governo della R.A. Sardegna sospinti dalla Bora leghista.
Solo un cenno alla Lega, per par condicio e perché ci si pensi un attimo, anche se non ci faccio troppo conto, al momento del voto:
il NON Assessore della Sanità è il LEGHISTA Mario Nieddu (quello che qualche giorno fa si sperticava penosamente pur di entrare nei selfie di Salvini)
il NON Assessore dei Trasporti è il LEGHISTA Giorgio Todde (che l’Unione continua a definire, senza smentita, “vicino” al Ministro Giorgetti (giusto per fare un po’ di geografia)
E’ questa la Sardegna che vogliamo?
E basta autoassolversi con un not in my name se non li si è votati, occorre fare di più e da subito.
Piange il cuore a veder la nobile bandiera storica del PSD’AZ trascinata miserevolmente a terra da un “theraccu” che la usa per lustrare le scarpe ad un leghista che da servo lo ha preso e da servo lo tratta…coinvolgendo drammaticamente la Sardegna ed i Sardi in questo indegno “lustrascarpe” !!
Grazie.