Prologo Vediamo di riepilogare i fatti. Comandini ha smentito il reclutamento in Consiglio di parenti e affini e ha detto la verità.
Avantieri sono partiti dai banchi del Consiglio regionale diversi alert sulla avvenuta cancellazione dalla legge regionale sui finanziamenti dei gruppi del divieto di assunzione di familiari. Anche io ho passato dei minuti catturato dal trappolone dell’indignazione, ma poi ho scritto un articolo aderente alla realtà delle cose: nessun parente promosso, ma una legge tenuta nascosta, che promuove una procedura farraginosa e incomprensibile per assumere personale a tempo determinato nei gruppi.
Dopo di che, la comunicazione della maggioranza Pd-Cinquetasche-Sinistri futuri e spiccioli è stata travolta dalla forza dell’indignazione istintiva, la stessa che qualche giorno fa la stessa maggioranza usò contro di noi accusandoci di bullismo per aver messo in evidenza non i limiti naturali di un consigliere regionale, ma i suoi evidenti limiti culturali. La realtà è feroce: se uno fa il bandito della comunicazione (mi riferisco a un dandy di importazione), trova sempre chi lo sa fare meglio di lui. A brigante, diceva Craxi, brigante e mezzo.
Fatto è che c’è sempre il giorno dopo, quando uno si sveglia con la sensazione di capire ciò che gli era sfuggito, benché evidente.
Da dipendenti dei Gruppi a dipendenti del Consiglio La prima non banale innovazione della nuova legge sui Gruppi, approvata in gran segreto, è che i dipendenti dei Gruppi saranno dipendenti del Consiglio. Saranno scelti dai Gruppi, saranno alle dipendenze funzionali dei Gruppi, ma firmeranno il contratto con l’amministrazione del Consiglio. Ora, già su questo ci sarebbe da ridire, perché trattandosi di Pubblica Amministrazione, la selezione del personale dovrebbe avvenire in un determinato modo, tuttavia è vero che esistono degli incarichi di natura fiduciaria (ma bisognerebbe dimostrare che anche quello del personale dei gruppi lo è) che sfuggono alle regole generali (fissate dalla carta costituzionale) per il reclutamento degli addetti alla Pubblica Amministrazione. Comunque, su questo per il momento sorvoliamo (non foss’altro per il fatto che a me pare che la Regione Sardegna non abbia rispettato le norme statali in materia di contenimento della spesa per il personale, ma non ho né il tempo né la voglia di fare la ricerca necessaria per dimostrarlo, però potrebbe farlo la Corte dei Conti). Resta il fatto che i fortunati addetti ai Gruppi saranno scelti dal gusto dei Capigruppo e diverranno pro tempore dipendenti del Consiglio, né più né meno come gli addetti dei gabinetti degli assessorati. Solinas ha fatto scuola, il grasso cola e le file dei beneficiati si ingrossano.
La seconda innovazione è che la legge non ha attuazione e delega se stessa a una delibera dell’Ufficio di Presidenza. Perché? Perché le delibere dell’Ufficio di Presidenza ordinariamente non vengono pubblicate. Legge pubblica, attuazione riservata.
La follia In precedenza, il limite massimo di reclutabili nei Gruppi era di fatto stabilito dall’ammontare dello stanziamento riconosciuto a ogni gruppo e dall’ammontare del contratto.
Adesso no.
Nonostante il contributo ai Gruppi non sia stato abolito (ma i Gruppi possono rinunciarvi), la norma prevede che “la base per il calcolo dei suddetti limiti di spesa è determinata attraverso l’aggregazione dei dati relativi alla spesa del personale del Consiglio regionale e della Regione. L’attuazione di tale disposizione è rimessa alla stipula di un’intesa tra il Consiglio regionale e la Giunta”.
Prima di spiegare questa follia, ci tengo a dare una chiave di lettura del contesto politico. A mio avviso in Consiglio si respira aria di fine legislatura e, come sempre accade, si cerca di fare in fretta ciò che si aveva in mente di fare con calma.
Comandini ha una paura fottuta del reclutamento dei Gruppi (conosce i suoi polli per aver fatto a lungo il gallo nel pollaio), perché ogni errore potrebbe intaccare l’integrità del suo augusto deretano, ma subisce la pressione dei capigruppo (emblematica della disinvoltura dei tempi la permanenza dell’on. Mula quale capogruppo di Alleanza Sardegna dopo aver aderito a Fratelli d’Italia e con un gruppo costituito con un consigliere in prestito).
Comandini ha a disposizione funzionari di valore, i quali gli hanno dunque confezionato una norma di perversissima inconcludenza, ma pericolosissima in termini di principio per le prerogative del Consiglio.
Infatti, per capire bene che cosa hanno scritto i cervelli-a-angolo-giro del Consiglio regionale per proteggere il presidente e ingabbiare l’ansia di reclutamento dei capigruppo, bisogna inseguire la parola chiave: “Intesa”.
L’unica delibera di Giunta dove la parola ricorre con riferimento al Consiglio regionale è questa (tre ore per trovarla): la 41/34 del 23 ottobre 2024 (ciò dimostra che i Comandini boys hanno lavorato ad principis culum parandum per tempo).
Ed è qui che la pazzia si rivela.
Si tratta della solita delibera di calcolo dei limiti di spesa della Regione per l’assunzione di personale con contratti flessibili. Come si può leggere, il Consiglio Regionale non rientra, e giustamente, tra le articolazioni del sistema Regione. Tuttavia si prevede che (si guardi l’ultimo comma del dispositivo) la Regione possa, soddisfatte le sue necessità assunzionali, cedere al Consiglio eventuali spazi residui. In sintesi: se la Regione potesse assumere in termini finanziari 100 persone e ne assumesse invece 90, potrebbe decidere, tramite intesa, di cederne 10 al Consiglio.
La delibera, però, si guarda bene dall’individuare la base assunzionale del Consiglio sommando i dati relativi al personale dipendente della Regione e del Consiglio.
La legge appena approvata, invece, parla espressamente di “aggregazione” di questi dati, cioè la legge ha iscritto il personale dipendente del Consiglio tra il personale della Regione; le conseguenze sono drammatiche e non sto manco a descriverle.
Per far dispetto alla moglie… Insomma, siamo di fronte a uno di quei casi in cui, per evitare un potenziale pericolo, se ne è creato un altro non potenziale, ma reale. È come il marito che per far dispetto alla moglie… Un’ultima osservazione. La legge comporta spesa aggiuntiva nella forma peggiore per un bilancio pubblico, cioè in una forma non computabile. È una legge cabriolet che svelerà i suoi costi col suo svolgersi. Trasparenza? Non apprezzabile.
Perché il sistema Regione propriamente detto è quello che amministra la Regione, cioè le articolazioni amministrative che sono indicate nella delibera che cito nell’articolo. La struttura del Consiglio è unicamente al servizio dell’attività legislativa, non di quella amministrativa.
Come si può accettare che il potere si autoconservi a spese di tutti noi? E’ questa la sintesi di quanto egregiamente esposto dal
Prof.. Maninchedda. Da Sardo lontano emigrato dalla Sua Sardegna 66
anni orsono e leggere che in tutti questi anni si sia fatto poco o nulla
per migliorare la situazione, davvero mi viene da piangere.
Porto solo un esempio, I TRASPORTI, paragonati ai diritti ottenuti dai Corsicani, noi siamo rimasti all’età della pietra. Saluti a tottus.
Tutti fanno finta di non capire, ma nell’incertezza che regna meglio cercare di accontentare elettorato.
Prof lei scrive ” il Consiglio Regionale non rientra, e giustamente, tra le articolazioni del sistema Regione” io le chiedo perché non deve rientrare nel sistema Regione?
…stavo pensando a come agirare agevolmente il divieto di assunzioni pro_tempore dei patenti e affini (fidanzat* ? ) …non sia che un domani tocchi a Me . Quindi, si può fare così: GruppoAlfa1 di maggioranza assume la fidanzata del CapogruppoBeta di minoranza …che fa assumere il nipote del primo dei non eletti del Gruppo Beta da quelli del Gruppo Misto ( appena creato dopo le elezioni perché non si riconoscono negli ideali e programmi che li hanno rieletti – ndR ) che a loro volta chiudono il cerchio assumendo la cognata dell’assessore facente parte di un partito di maggioranza collegato al Gruppo Alfa 1. E via girando …. Peraltro questo sistema renderebbe più facili la resistenza dei Segreyari di Partito alle pressioni dei Peones di turno….spesso impresentabili .
Ma credo che non si possa fare realmente … oppure si ?
Il fatto vero e preoccupante è che la cultura dell’ abuso è più diffusa … pervade tutto il paese. Nessuno parla quando si verificano casi eclatanti…
Solo chi è dentro a certi meccanismi burocratici può capire di cosa si tratta .mi sa che più che “ in…tenda “ siamo in roulotte
Non ho letto la legge, ma dai meccanismo che Lei descrive deduco l’alta probabilità che il Governo la impugni. I limiti sulla spesa per il personale sono uno dei principali dai sui quali si concentra l’attenzione del MEF, perché il suo aggregato finisce solo il vigile occhio dell’Unione Europea. E anche l’assunzione di numeroso personale con chiamata fiduciaria, viola i principi costituzionali sulle assunzioni pubbliche. Anni addietro il sindaco di un Comune del sud Italia (non Sardegna; Italia meridionale) fini’ sotto le grinfie della Corte dei Conti perché abuso’ delle assunzioni fiduciarie ex art. 90 del TUEL (Decreto legislativo 267/2000). Era un piccolo Comune e assunse una decina di dipendenti nel suo staff con questo sistema! Credeva di essere furbo, ma gli andò male.
Essendo, anche se temporaneamente, dipendenti del Consiglio Regionale, in futuro faranno i concorsi, e metteranno come requisito per la partecipazione, aver lavorato almeno xxx mesi come dipendenti del Consiglio Regionale.
Ecco trovata una strada per entrare in Consiglio regionale.
Esattamente come avviene da anni nelle ASL per gli autisti di ambulanza, e tante altre figure…
Prof. Quali sarebbero le conseguenze drammatiche dell’aggregazione dei dati?
Il diavolo è nei dettagli. Tre leggi in 10 anni per confondere le idee. Si aggiungono commi, se ne aboliscono altri, si correggono parole, verbi, frasi, punti, virgole, senza alcun senso. Tutto per gli addetti ai lavori per strumentalizzare il significato delle norme in vigore. Praticamente tutto per trasformare il tempo determinato in tempo indeterminato dei collaboratori e collocarli senza concorso pubblico nella mamma regione. Invece di abrogare le due norme precdenti per approvarne una nuova, chiara, leggibile, alla portata di tutti, se ne approva un altra per confondere le idee e strumentalizzarla in futuro. E la Todde sta guardare sotto il ricatto della sua maggioranza e della minoranza, complici quando si tratta dell’assalto alla diligenza o meglio alle casse regionali
l’articolo del professore è un autentico manifesto contro l’assurdità politica che caratterizza l’operato della maggioranza del Consiglio Regionale e della Todde con i suoi sodali. È incredibile come, in articulo mortis, questi “scappati di casa” mettano in scena un’operazione degna del più abile prestidigitatore, tutto per garantire al proprio maritino, alle mogliettine, al parentado di ogni ordine e grado e agli accoliti vari un posto al caldo, mentre il bene comune e il futuro della Sardegna vanno in fumo.
Quis custodiet custodores? Nel nostro caso, sembra che i veri custodi abbiano preferito affidarsi a cavilli legali e all'”intesa” segreta, cercando di mascherare la loro inettitudine e malafede con mossa dopo mossa. La legge, invece di essere uno strumento per tutelare i cittadini, diventa un pretesto per esercitare un potere assoluto, lasciando il nostro territorio in uno stato di esercizio provvisorio, senza un bilancio solido e senza una programmazione che permetta alla Sardegna di prosperare.
È un triste spettacolo vedere come, in un clima ormai di fine legislatura, si tenda a fare in fretta, compromettendo tutto ciò che dovrebbe essere costruito con serietà. In definitiva, la manovra dei grillipidioti – sempre pronti a lanciarsi in trovate ridicole – è non solo un affronto al buon governo, ma anche un triste esempio di autoconservazione politica a scapito del bene comune. Davvero, in un paese dove “nemo dat quod non habet,” come si può accettare che il potere si autoconservi a spese di tutti noi?