Uno degli effetti più importanti dell’assemblea popolare di Abbasanta è la progressiva comprensione del suo contenuto.
Ad Abbasanta si è detto che la Sardegna è una nazione e che tutti coloro che riescono ad affermarlo possono partecipare (organizzare) alle primarie nazionali sarde.
Si fa finta, credo, di non capire, che la novità non sta nelle primarie, ma nel loro carattere nazionale.
È imprescindibile sottoscrivere questa frase: «La Sardegna è una nazione, cioè una comunità di valori e di interessi condivisi, che vuole i poteri necessari a interpretarli e difenderli».
Si ha difficoltà ad affermare che la Sardegna è una nazione? Non si partecipa alle primarie nazionali, semplice.
Se non si avvertiva alcun fastidio quando Renzi, Napolitano, Gentiloni e Mattarella hanno usato il termine ‘nazione’ per l’Italia, ci si deve spiegare perché si ha paura di usarlo per la Sardegna.
Lo voglio dire con cortesia ma anche con chiarezza: non si tratta di parlare di primarie di coalizione (già viste) o di primarie del popolo sardo (un espressione che è in sé la dimostrazione dell’inibizione ad usare il termine ‘nazione’ applicato alla Sardegna).
Noi rispettiamo queste definizioni, ma non sono un punto di caduta per noi.
Le primarie nazionali verranno fatte da chi si riconosce in una nazione, la nostra.
Vorrei poi precisare che noi siamo felici. Ci sentiamo in crescita. Ci sentiamo amati. Abbiamo un progetto e non viviamo di politica. Siamo nelle migliori condizioni di libertà. Possiamo solo crescere.
Noi e tutto il mondo democratico che non si riconosce nei partiti italiani tradizionali non abbiamo problemi di rappresentanza. Superiamo agevolmente le soglie di sbarramento della legge elettorale e sappiamo che nessuno schieramento alle prossime regionali supererà il 40% dei consensi.
Paradossalmente l’abbassarsi del premio di maggioranza, proporzionalizza il Consiglio regionale e rende possibile solo l’azione di un governo di unità nazionale. O questa unità viene creata prima delle elezioni o sarà necessitata comunque dopo. Gli estremisti hanno questi mesi per sgomitare, dopo verranno messi da parte. Il momento ci è favorevole.
Per cui andiamo avanti: organizziamoci e facciamo le primarie nazionali.
La Lega si dichiara alternativa a noi (come è inevitabile, data la contrapposizione di valori e di interessi tra noi e il Nord Italia), e noi abbiamo già detto che raccogliamo molto volentieri la sfida.