Incendi Ieri ci sono stati 20 incendi in Sardegna, di cui sette hanno richiesto l’intervento dei mezzi aerei.
Come è noto, già dall’insediamento della nuova Giunta era chiarissimo che Solinas aveva sbagliato i conti e aveva dimezzato la flotta. Era chiaro già cento giorni fa che i bandi andati deserti (4, dico quattro, peggio di quelli per la continuità marittima delle isole minori) avrebbero esposto la Sardegna a un rischio altissimo. Tuttavia la Giunta, anziché pensare agli incendi, ha pensato a fare nomine di esperti, per lo più inoccupati (la contraddizione si spiega da sola), a riversare discorsi superficiali sui sardi, a far governare assessori incompetenti. Non ha pensato di certo agli incendi, non ha pensato agli ospedali, non ha pensato al caro trasporti, non ha pensato alla siccità. Ho il terrore di cosa possa accadere se iniziano le grandi maestralate e se arrivano le piogge intense e concentrate cui ci hanno abituato le tragedie di Capoterra, Villagrande e Olbia. Ovviamente, i partiti tacciono per convenienza e pigrizia, i sindacati sanno di non avere più nessuno dietro di sé, la Chiesa sarda, che ha il dovere di dire la verità, di difendere i deboli e di cercare la giustizia, è troppo impegnata a battere cassa per richiamare il governo alle sue responsabilità. Oremus.
Il Brotzu Sabato il Brotzu ha chiuso per un black out. Può capitare, ma è meglio che non capiti. C’è uno stato di confusione, di litigiosità e di abbandono nella sanità che non può essere tollerato. La Todde è ossessionata da come sostituire i Direttori Generali, è imbottita di chiacchiere malevole cui dà credito, è priva di visioni e di obiettivi generali; la situazione è veramente grave. Tutti quelli che potrebbero concorrere a risolverla sono considerati avversari dagli esperti già inoccupati che stanno intorno alla Presidente. Considerati appestati tutti gli ufficiali, restano solo i caporali. Ma il Brotzu (dove c’è una guerra civile tra primari per posti letto e sedute chirurgiche che meriterebbe davvero un pugno di ferro serio, autorevole, che aiutasse l’ospedale a girare pagina) chiude.
Todde contro Zuncheddu In tutto questo clima, la Todde pensa bene di bisticciare con Zuncheddu, l’editore dell’Unione Sarda.
Primo risultato ottenuto: la Todde ha incoronato il nuovo capo dell’opposizione.
Secondo risultato ottenuto: domani, addirittura in Consiglio, si riuniscono i consiglieri regionali e i dirigenti di partito del Campo Largo per una riunione non convocata dalla Todde. Se Zuncheddu è il capo incoronato dell’opposizione, la Todde è il capo già in discussione della maggioranza.
L’Unione Sarda oggi giustappone il post d’attacco della Todde e la replica di Zuncheddu. Qui il testo Todde; il testo di Zuncheddu è sottoposto a copyright e dunque è leggibile solo sull’Unione (scelta geniale per diffondere le idee! Tenetevelo sull’Unione. Adesso, ore 11.23 del 22 luglio 2024, L’Unione ha messo on line l’intervento del suo editore).
Siamo comunque alla Caporetto per la Giunta.
Faccio solo qualche esempio.
La Todde scrive: «Ho detto chiaramente, nel video pubblicato sui social che tutti potete riascoltare, che la legge blocca l’avvio dei lavori e quindi blocca anche gli impianti autorizzati ma per i quali i lavori non sono ancora iniziati. Pretendere che con una legge si possano bloccare gli impianti già autorizzati, con lavori avviati da diversi mesi, è irragionevole ed espone la Regione a richieste elevate di risarcimento».
Qualcuno le spieghi che se lei pensa di comunicare da Presidente della Regione con Facebook, lei sbaglia e comunque si deve mettere in fila dietro a Alma Desiré Manca che è una professionista del populismo Fb. Facebook è un megafono pensato per gridare «Vergogna!» non per governare.
Seconda questione: se la Todde avesse ascoltato chi voleva concorrere alla leggina che bloccava la speculazione degli impianti e non avesse voluto fare solo di testa sua, forse la leggina sarebbe stata più efficace rispetto al moltissimo per il quale non serve a niente. Zuncheddu ha gioco facile a ricordarle tutti i suoi errori recenti e passati. Se la Todde in campagna elettorale avesse ascoltato chi le diceva che il Decreto Draghi aveva vulnerato in profondità la Sardegna, anziché negarne l’esistenza per nascondere le sue responsabilità come viceministro, avrebbe potuto ragionare meglio su come limitarne gli effetti.
La Todde scrive: «Sono la Presidente di tutte e di tutti e non accetterò di vedere la mia comunità schiacciata dallo scontro invece che impegnata nel dialogo». Eh no, qui se c’è stata una che ha scelto di essere la presidente della sua parte, con disprezzo esplicito dei dissidenti, con conquista della sua candidatura sotto l’ipoteca della rottura della coalizione se non fosse stata accolta, con persecuzione capillare dei dirigenti regionali non allineati, con rimozione dal tavolo delle nomine di tutti i capaci non leccaculanti, questa è stata la Todde. Adesso che scopre di aver bisogno di tutti fa gli appelli al dialogo? Comodissimo, ma non credibile.
La Todde scrive: «Non accetterò di restare inerme mentre personaggi dalla dubbia morale e sacche di potere intente a perseguire esclusivamente i propri interessi – strumentalizzando la lotta alla speculazione – continuano a diffamare il lavoro di questa Giunta, insediata da appena 100 giorni».
Eh no, my dear, Lei è la presidente della Regione Sardegna, se attacca in modo così netto deve accettare di fare i nomi.
Chi sono i «personaggi dalla dubbia morale»?
Io ne conosco qualcuno/a che dopo aver navigato da professionista tra le società delle energie rinnovabili si è trovato/a a dettare le regole del loro comportamento in una piccola e bellissima isola, ma sicuramente Lei non sta facendo riferimento a questi, vero?
Chi sono le sacche di potere? Su questo riesco ad essere più preciso io: vogliamo parlare delle sacche di potere presenti in Giunta e fuori della Giunta? Vogliamo fare la geografia dei poteri diretti e associati che oggi circondano e sostengono questa Giunta? Fatto il conto di quelli sardi e di quelli peninsulari a frinito certificato, non ne rimane fuori manco uno. Tutti i poteri sono con Lei, presidente, fuori c’è solo resistenza, non potere, ma Lei non ha la cultura politica per tollerarla, per attivare e rispettare un confronto.
Continui a frignare su Facebook, presidente, lo sa fare bene, è quello il suo mondo.
Perdiana, l’intervento di Zuncheddu ha l’aspetto di un fracco di legnate.
Proverà la Todde a replicare?
Si accettano scommesse.
Chi ricorda ancora che legge 8 e PPR erano figli della Carta europea del paesaggio e del Codice Urbani? Per questo, come scrive esattamente Zuncheddu, ressero a molto contenzioso ed incisero su diritti reali. Cosa sarebbero le nostre coste e le aree di pregio senza quelle scelte regionali?
Non avere rappresentanza sarda al Parlamento europeo e disattenzione di quella al Parlamento italiano ha consentito l’approvazione di direttive e norme che calpestano la volontà della Giunta Soru e di quelle successive che non hanno stravolto quei principi, anzi….
Ora noi siamo un altrove su cui si può scaricare la fame di energia non più soddisfatta dal gas russo, per mantenere un modello di sviluppo energivoro, che non riesce a riqualificare i consumi (dove sono finiti gli energy manager?) e non può perseguire scelte ambientalmente e paesaggisticamente compatibili (come pannelli sui tetti o lungo superstrade e ferrovie o eolico in aree compromesse) perché economicamente non convenienti per la congerie di imprenditori (?) che intendono installare gli impianti secondo una logica di massimo profitto.
Voglio concludere queste riflessioni con un forte abbraccio pubblico a Graziano Milia per le gravi aggressioni verbali subite, che devono far agire tutti prima che la situazione scappi di mano.
@ Medardo Era Soru, che, guarda un po’, Zuncheddu non ama al punto da censurarlo anche questa volta.
Nella sua replica Zuncheddu cita anche l’art 4 della legge regionale n.8 del 2004.
Aiutatemi a ricordare, chi era il presidente di allora?
Egregio, come ben sa chi conosce la mentalità dei pentafarlocchi basata sul “sono tutti ladri e corrotti” era assai prevedibile che Todde si sarebbe trovata presto a fare i conti con il peso della responsabilità di governare azzoppata da questo vizio di origine.
Circondata com’è poi da alleati famelici quanto scafati (certamente più di lei), priva di una vision e di un programma di governo costruttivo che vada oltre i frastimi da oppositore (rimarrà agli annali l’intervista nella quale alla domanda sul perché i Sardi avrebbero dovuto preferirla rispose con un ridicolo “perché sono antifascista”), richiamata dalla dura realtà dai gravi problemi da Ella citata, si sta già sciogliendo come neve al sole.
Purtroppo però l’esperienza insegna che il collante del potere e la pochezza degli attori manterrà in piedi questo sconcio per tutta o quasi la legislatura.
Ed il gregge isolano subirà di tutto e di più. Ahimè.
Saluti.
….non ho null’altro da aggiungere al suo brillante e completo esame : purtroppo ,prof,lei ha perfettamente ragione !!!! La Sardegna ,comunque la si esamini , e’ inguaiata !!!! 5 anni di questa amministrazione desertificherebbe anche il giardino dell’Eden. Non c’e’ scampo !!!!!
Caro Paolo, lei sa bene che in Sardegna l’editoria privata si regge interamente sui finanziamenti della Regione. Vale per la Nuova, per la miriade di siti di informazione e vale ovviamente anche per l’Unione. Che riceve e ha ricevuto finanziamenti diretti e finanziamenti dai singoli settori (agricoltura, lingua sarda, POR etc.)
Allora vorrei fare una scommessa con lei. Scommette che prima o poi, per via di questo cordone ombelicale anomalo e controproducente, anche un imprenditore ricco e potente come Zuncheddu sarà costretto a tornare a più miti consigli? Intendo sui temi dell’ eolico e in generale sul racconto delle attività della giunta Todde.
Zuncheddu era una figura mitologica, nessuno ne conosceva il volto e la voce, firmava editoriali latineggiando.
Da un anno e più è in tournée, foto sul giornale, interventi scritti con nome e cognome.
Morto l’amico Silvio tocca mettersi in proprio, a questo giro non voleva fare uno sgarbo al candidato della Presidente, ma è chiaro che parla già da tempo da leader dell’opposizione