di Paolo Maninchedda
La Sardegna ha fatto uno sforzo enorme per accogliere il Giro d’Italia e trasformarlo in un evento europeo di promozione del territorio. Il lavoro fatto prima da Francesco Morandi e ora da Barbara Argiolas (raro caso di assessori che si alternano e non si annullano reciprocamente, dando corpo alla tanto celebrata e poco praticata continuità amministrativa) ha fatto sì che durante lo svolgimento della gara la complessità estetica della Sardegna emergesse in tutta la sua bellezza.
Ebbene ieri il Tg1 delle 20 fa un’operazione non giornalistica ma letteraria che rasenta il razzismo.
Voi, quando il Tg1 parla di Firenze, non sentite il bisogno che vi ricordino i luoghi del Mostro di Firenze, o no? Non sentite il bisogno, quando parla il Papa che, subito dopo qualcuno faccia un servizio per ricordare i preti pedofili, o no? Se il Tg1 parla di Renzi, non sentite il bisogno che un altro servizio ricordi la Banca Etruria. Se un servizio parla di Milano, non sentite il bisogno che il servizio successivo vi ricordi le infiltrazioni mafiose all’Expo?
Quando c’è di mezzo la Sardegna c’è sempre l’italiano standard che fa la facile equazione Barbagia = Banditismo, per cui mentre lo speaker del Tg1 annuncia che subito dopo la cronaca sportiva del Giro ci sarebbe stato un altro servizio sui luoghi del giro, il servizio ‘dei luogi’ li declina nell’immagine del cartello di Orune sforacchiato a pallettoni, nella memoria dell’ultimo delitto di Orune e in una visita a Orgosolo e ai suoi murales, con un’intervista al bibliotecario (bravo a rispondere alla domanda originalissima sul ‘sardo chiuso’ con una battuta intelligente: tutti appaiono chiusi finché non li conosci). Forse il giornalista voleva evocare Cagnetta, ma ha solo evocato una gran figura da cani.
Al giornalista italiota poco importa che io gli ricordi che aveva, a proposito di luoghi, a un tiro di schioppo Su Tempiesu, che a Orgosolo aveva il Supramonte sotto i piedi con alberi, rocce, pozzi, fenomeni endemici e carsici unici al mondo, che a Mamoiada aveva le maschere che evocano una delle pochissime sopravvivenze del mondo pagano antico, che a Nuoro aveva la casa di un premio Nobel per la letteratura, che a Dorgali aveva l’accesso a Tiscali e a Gorroppu, e sotto, lungo la costa, le bellissime spiagge e grotte barbaricine e ogliastrine. Questi e altri sono i luoghi del Giro (tra i quali metterei anche la fierezza dello sguardo di Caterina Murino) di cui il servizio pubblico avrebbe potuto parlare nell’edizione di punta. La Sardegna terra di banditi raccontata a ‘freddo’ nel giro d’Italia è un luogo del pregiudizio non della cronaca, è un luogo della narrazione connotativa non denotativa. In sostanza è la giustapposizione dei contenuti, a produrre l’effetto della distorsione, della deformazione della realtà. E la narrazione è sempre un atto di volontà, non di impulso; i penalisti direbbero che è dolosa e non colposa, tanto più che la redazione Rai disponeva già dei materiali per descrivere i luoghi significativi della Sardegna, perché in più di un caso ne aveva parlato durante la cronaca della tappa. Queste narrazioni negativamente selettive applicano tecniche della disinformazione che studiamo all’università, ma vederle introdotte ostilmente dalla televisione di Stato italiana dovrebbe far riflettere non me, che mi sono emancipato dall’educazione italiana ricevuta, ma i sardi che continuano a ostinarsi a pensare la Sardegna secondo modelli italiani, cioè secondo un modello di inibizione, marginalizzazione e deformazione.
Ma che lo dica io, poco importa, perché la Rai, che incassa il canone a prescindere da ciò che fa, se ne frega delle opinioni di un professore indipendentista, ma deputati e senatori sardi possono considerare l’ipotesi di addebitare alla Rai un danno di immagine alla loro Regione (per me, la mia Patria), proprio nel momento in cui si stanno facendo enormi sforzi per intercettare correttamente la domanda turistica, si sta promuovendo il territorio in tutto il mondo, si stanno migliorando i servizi senza per questo produrre un solo metro cubo in più di cemento? Ieri il Presidente del Governo sardo, se avesse potuto, alle ore 22 avrebbe licenziato il direttore del Tg1. Tutta la Giunta ieri notte è scesa sul piede di guerra, ma non ha strumenti reali per sanzionare il servizio pubblico (che in Sardegna non esiste) e non può sempre protestare, parlando per dare fiato ai denti. Il servizio pubblico per la Sardegna è svolto da un’altra nazione, l’Italia, che ufficializza, standardizza e volgarizza i peggiori pregiudizi italioti riversandone i costi sui cittadini e i costi, in questo caso, sui sardi. In pochi minuti si è annullato il lavoro di promozione di mesi, in nome del pregiudizio e dell’ignoranza. Eccellenze parlamentari sarde, di grazia, fatevi sentire, voi siete azionisti della Rai!
Comments on “La Rai sta alla Sardegna come un insulto a una persona perbene”
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CARA CINZIA PUGGIONI, DISCORSO INDIPENDENTISMO,IL DISCORSO DELL’ECONOMIA CHE NON REGGE ÈSTE UNA CATZADA, E SAS DIFERENTZIAS ECONOMICAS TRA SARDIGNA E ISULAS BALEARES SUN A LIVELLU POLITICU, A UN ALA S ITALIA, (KI NO NOS RAPRESENTADA A NUDDA, CULTURALMENTE E A LIVELLU IDENTITARIU PIUS PAGU) E SU TRATAMENTU RESERVADU DE 50 ANNOS A OE ESTE UNA IRGONZA, NO TENIMUS SERVITZIOS, KI SIEN ISCOLASTICOS, DE TEMAS DE SANIDADE E PIÙ PAGU ISTRADAS E FERROVIAS, KI SUNU ELEMENTOS ESENTZIALES PRO FRAIGARE UN ISTADU, E TOTU PRO SA TIMORIA DE BI PROARE, E PRO CULPA DE TOTA CUSA ZENTE AGARRADA A SAS CADREAS E A SOS TRABAJADORES PUBlICOS ki TIMEN DE PERDER SU TRABAJU, A S ‘ATERA ALA ISPAÑA UN ISTADU KI CANDO BAT DE FAKERE NO TIMEDE A NIUNE, BETA UNA OJADA E ABAIDA CUMENTE SUN POSTOS IN BALEARES A LIVELLU DE SERVITZIOS E ISTRADAS, E A CUMENTE SUN COLEGADOS CUN SA MAJORIA DE SOS DESTINOS EUROPEOS, E POSCA MI TORRAS SU CABU
Scusate, ma non ho potuto leggere tutti i commenti.
Ma nessuno si è accorto che il giornalista è sardo?…
Lavora per il tgr e i suoi servizi sono tutti così, tragico-patetici…è il Leopardi della rai regionale…
Io ci scherzo, ma probabilmente ha seguito lui il delitto di Orune e quindi non ha potuto fare a meno di ricordarlo…
Sicuramente poco professionale, ma razzista non penso…
Però mi chiedo, possibile che in rai nessuno abbia visionato il servizio????….
Quanto ai cartelli forati è una realtà…andrebbero cambiati?…
Certo, ogni quanto?…facciamo a tempo o a numero di fori?…
E infine, quanti italiani pensate che abbiano prestato attenzione a quel servizio?…la verità è che a portarlo sotto gli occhi di tutti è stata proprio questa polemica…
Fuori luogo il servizio e fuoriluogo la polemica…
Mi son vergognata molto di più nel sentir dire durante la teldcronaca che è stato necessario pulire il percorso dalle puntine…
Pregevole Professore,ho letto con profondo rammarico il suo articolo e le confesso che ho trattenuto a stento le lacrime,non so se per rabbia o tristezza. I miei genitori,entrambi nati in un piccolo paese del Goceano, mi hanno insegnato ad essere orgogliosa delle mie origini! Il ricordo, direi “ancestrale”, della soffitta in cui mia nonna informava il pane e il profumo della terra che lavorava mio padre e, prima ancora, mio nonno, non mi abbandona, nonostante la mia vita da “cittadina”. Mia nonna, con la gonna lunga e il fazzoletto intorno al viso, era sempre pronta, anche senza preavviso, ad imbandire tavolate nel cortile interno della casa, per accogliere gli ospiti! Potrei scriverle e raccontarle tanto altro al riguardo. La ringrazio per le sue parole, misurate e dignitose (mi permetta: tipiche di un vero Sardo) ma allo stesso tempo efficaci e capaci di colpire il cuore! Una donna Sarda.
@Dora. Ben detto: si pensa sempre che ci sia questo nemico “Continente” che non fa altro che mettere I bastoni tra le ruote alla Sardegna. Invece I Sardi sono spesso la causa dei mali che li distruggono o impediscono di valorizzare il territorio. Basta pensare al Parco del Gennargentu, alla mafia della Forestale, all’incapacitá di estendere la stagione turistica, allo scandalo della continuitá territoriale che regala €50m ai vettori aerei inefficienti, quando i privati offrono gli stessi biglietti senza sussidi. Ci sono troppi politici in Sardegna che passano il tempo a fare interrogazioni parlamentari sul bistrattamento della Sardegna, o a parlare dell “insularitá”, per farci credere che la Sardegna sia una terra sfortunata, insultata e handicappata. Ai Sardi non gliene viene niente di tutto questo blatterare, soprattutto quando poi é pieno di piccoli esempi che mostrano che quando le cose sono fatte bene (e questo spesso succeede quando ci sono Sardi e non Sardi che lavorano assieme), l’isola non é un problema ma semmai un opportunitá. Le Baleari, con il loro reddito che é il piu’ alto della Spagna, dimostrano bene quanto le isole possono non essere handicappate. I sardi hanno bisogno di politici con piani strategici, capacitá di coordinamento, comprensione dei problemi e visione, non di permalosi signori che cercano scuse per dire che é sempre colpa degli altri.
Suggerirei di chiedere semplicemente che la rubrica del TG1 delle 20 sui luoghi (comuni) del Giro mantenga Regione per Regione lo stesso pensoso taglio antropologico riservato alla Sardegna, altrettanto rivolto a rimestare la cronaca giudiziaria e a rinverdire luoghi (appunto) comuni, anche quando direbbe di volerli smontare (magari in modo, allora, troppo semplicistico).
Quanto alle altre considerazioni, sarebbe meglio provare a tradurle, tutti, in qualcosa di meno vittimistico (scusate) e di più concretamente emancipativo (ma non ce l’ho con nessuno e tanto meno con Admin, il quale operativo si impegna a essere senz’altro).
Tra poco inizierà l’estate, e con essa, la stagione degli incendi e sappiamo bene tutti che la maggior parte sono di origine dolosa. Se si vuol far credere che la Sardegna s’infiamma da se, o che sono i soliti venuti da fuori…. Ci vuole realismo, e fatti concreti per cambiare l’immagine che diamo di noi. Una estate, una sola, senza incendi …. sogno o futura realtà?
Concordo con il Sig. Franco Giuliano Ronaldo Campus (spero di aver ricordato bene tutto il nome). Io, di contrario all’occasione avuta da Mei e dalla Pedrotti, che conosco e che stimo, sono una speaker Sarda che lavora nelle gare del Nord Italia. Ogni volta che vengo chiamata a “gracchiare” in un posto che non conosco, oltre ai nomi degli atleti più di spicco presenti, la loro storia sportiva e le posizioni nella classifica generale di circuito degli stessi … mi piace documentarmi sulla storia del paese/città, anche non disdegnando particolari simpatici ed insoliti. Naturalmente la prima cosa da sapere è l’esatta pronuncia dei nomi dei paesi e dei cognomi locali. Dopo la figuraccia fatta agli albori della mia carriera a Pontida (Bg), dove non sapevo perchè avesse il titolo di “paese del giuramento”, imparai a documentarmi!!
Buongiorno,
le cose da dire sarebbero tantissime, ma purtroppo non è il contesto giusto. Sono ovviamente contraria ad un indipendentismo sardo, le motivazioni sono innumerevoli, in particolar modo economiche e sociali, ma vorrei attirare la vostra attenzione su un punto: perché sponsorizzate e date molta importanza a personaggi pubblici che denigrano o elogiano la nostra isola? Io non ho bisogno di Briatore o del giornalista delle Iene per avere un giudizio sulla mia terra, non mi interessa affatto ciò che dicono. Per quanto riguarda il servizio del Tg1, ovviamente lo trovo disgustoso e raggelante, ma sappiamo benissimo che la RAI da molto tempo ha raggiunto livfelli di bassezza culturale mai avuti prima. Non sono esperta in questioni legali, ma se molti di voi CREDONO in una Sardegna indipendente, se si parla di questa libertà e indipendenza che tutti rivendicano, perché la Regione non dice NO all’OCCUPAZIONE MILITARE, non dice NO all’avvelenamento della nostra terra, quella in cui giocavamo da piccoli e quella in cui FORSE i nostri figli giocheranno? So che è stata un’imposizione dello Stato, ma dire NO è la più sublime forma di indipendenza che noi sardi possiamo rivendicare, bisogna giusto mettere in pratica i cari ideali. I beni di valore si difendono. Il Presidente della Regione può pubblicare sul web un discorso pubblico in cui espone la sua contrarietà a quanto accaduto. E’ solo una questione di palle (scusate la volgarità)
bella, diablo!
bella figura del cavolo!
se ti vuoi documentare su tutte le questioni che poni hai a disposizione internet, ma ti prego, evita di fare il saccente che sproloquia su luoghi comuni.
se poi la tua pigrizia non ti consente di sprecare tempo a informarti, non ti preoccupare: quando qualcosa non va bene si fa prima a dar la colpa a qualcun altro
ho visto il giro a spizzichi a causa dei miei occhi, ma mi è bastato per capire che quell’occasione unica per far conoscere le bellezze di questa meravigliosa terra,apprezzata solo per sfruttarne le spiagge,è stata buttata,per menefreghismo ? per ignoranza? mi aspettavo di vedere qualche flash dei bellissimi siti archeologici situati nelle vicinanze del percorso: i flash ci sono stati, ma di prodotti industriali. sono ligure-piemontese, ma estremamente disgustata e indignata.
Diablo, chi deve uscire dall’orticello? Io che ci metto sempre la faccia o Lei che si nasconde dietro un nomignolo? Quella che Lei chiama carriera personale è militanza politica, dedizione a ideali, fatica di lavoro per risolvere problemi. Io posso dire di aver testimoni per aver tentato di unire tutti i movimenti indipendentisti, altri no, altri che fanno del loro metro della purezza il criterio per creare confini e gerarchie che, guarda un pò, servono solo a limitare la scelta delle leadership a un mare sempre più ristretto dove anche un gerino può sembrare un delfino, questi altri hanno paura quando il discorso indipendetista esce dalle avanguardie della purezza e diventa coscienza nazionale comune. Ne hanno paura perché le leadership scelte da un popolo cosciente di sé non si fanno in base alla purezza ma alla capacità di creare consenso. Dove mi sono mai inginocchiato di fronte allo Stato italiano? Io posso dire di avere carte, documenti, testimonianze della mia lotta; il mio nome è scritto in battaglie esplicite, ed è segnato dal Governo italiano tra gli avversari, il Suo è ignoto o forse è praticato nei gruppettari dell’indipendentismo autocelebrante che non sente il compito di convincere, perché pretende di conquistare il governo a prescindere dai sardi.
Salve,
Scusi del mio Italiano . Sono nata in Sardegna. Mio padre a immigrato in Canada dopo in Belgio pero nel mio cuore c’e sempre la Sardegna che e bellissima.
In tutti i paesi ci sono buoni et cattivi ma non e une ragione che la RAI insulta il popolo sardo.
Se le personne che non gli piace la Sardegna vi dico come in inglese “Stay Home” la Sardegna non vi vuole néanche.
Concordo con le affermazioni dell’Onorevole Maninchedda ma credo anche che, alla maggior parte del “popolo sardo”, piacerebbe che le stesse critiche venissero rivolte alla Amministrazione Regionale da lui sostenuta, tutte le volte che si è inginocchiata davanti ai soprusi dello Stato Italiano. Colgo l’occasione per domandarle quando (mettendo da parte gli interessi legati alla personale carriera politica) tutti i partiti e movimenti che si dichiarano sardisti, autonomisti, identitari e perfino indipendentisti si potranno mettere intorno ad un tavolo per elaborare un progetto per il popolo sardo e per la terra di Sardegna. Non credo che mancherebbe la condivisione di tutti sui principali temi: servitù militari, continuità territoriale (con l’europa ed il mondo), ambiente ed energia, zona franca, bilinguismo etc. SE decidesse di uscire dal “suo orticello”, ci faccia sapere.
[L’onorevole Manichedda si dimentica che noi Sardi siamo un popolo con “prevalente attitudine PREDATORIA”]
Il mio precendente commento voleva essere un riferimento sarcastico alo scandalo seguito alle parole pronunciate (che ho messo appunto tra virgolette) dal procuratore generale della Corte d’Appello Roberto Saieva all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario…
Saluti
Sig Maninchedda, anche in Sicilia é pieno di persone oneste come in Barbagia, ma nessuno dice che la mafia non esiste. Se lei nega I riferimenti del TG1, o vuole negare la gravitá della situazione, o non ha mai vissuto in un posto normale senza degrado. In Barbagia il malessere generato dall’odio sta spingendo a emigrare qualunque persona che aspiri alla normalitá per se e la famiglia. Chi non emigra é perché o non ha i soldi o é poco istruito. Benfatto con la videosorveglianza. Ma poi: qual’é la strategia ampia e coordinate di cambiamento? Con 1/3 dei giovani che non finisce nemmeno la scuola superiore e i risultati PISA test peggio della Colombia, dov é la spinta per istruire le persone e renderle capaci di badare a se stesse? Per me, molti soldi regionali sono spesi in modo estemporaneo, con interventi isolati che troppo spesso generano fuochi di paglia. Immagino non sia facile per lei sentire tante critiche, ma il territorio é veramente alla frutta e alla merce dei balenti che nei paesi tutti conoscono e temono. Molte persone non lo dicono, ma non si rendono conto di quanto si sono auto-represse per conformarsi.
Vabè, c’è anche da dire che chi ha seguito le tappe del giro in tv, ieri per esempio diretta integrale dalla partenza all’arrivo, i bravissimi cronisti della rai hanno praticamente prodotto una vera e propria sponsorizzazione della Sardegna parlando di tutti i posti percorsi dai ciclisti e divangando spesso anche su storia e cultura dei posti citati.
Poi sono d’accordo che non tutti sono appassionati di ciclismo e neanche tutti gli apassionati amano sorbirsi dirette di gare abbastanza monotone nel senso puramente tecnico del termine per quanto riguarda la corsa, però chi lo ha fatto come me, ha potuto ammirare il modo esemplare con il quale i cronisti hanno “studiato” il percorso in tutti i suoi particolari facendo scoprire a me, che son pur sardo, alcuni aneddoti che io stesso non conoscevo.
Quindi, non solo critiche…per la Rai :)
I cartelli toponomastici si devono cambiare non farli vedere sforacchiati dai proiettili.
Signor Sanna, il presidente Pigliaru lo ha fatto non più tardi di ieri in modo molto forte, mi creda.
No, signor Pira, noi Sardi siamo un popolo con una grande nostalgia di libertà e con un grande tesoro emotivo di sensibilità. Non siamo predatopri, siamo persone.
Il problema, signor Mariani, è che il gesto che Lei propone è rivoluzionario e illegale (noi non abbiamo oggi potestà sui canoni e tributi statali) e pertanto può essere fatto solo con il popolo al fianco delle istituzioni. Perché questo accada, bisogna convincere i sardi a una mobilitazione pacifica e gandhiana; bisogna fare gesti simbolici che dopo non producano indagini a carico di 12 persone, ma eventi di popolo che esplicitino la fine della sovranità italiana. Una cultura un po’ facilona sta veicolando in rete l’idea che si possa far tutto. Non è così. Si può fare una rivoluzione, e io voglio farla, ma con metodi gandhiani, pacifici e diffusi; la chiave è la disobbedienza civile che per produrre risultato deve essere molto diffusa e simultanea. Ci pensi.
Senta Gp, compiacenza a chi? Io sono lo stesso che quando dei signori invitarono il signor Graziano Mesina nel Consiglio regionale, al bar, uscii dal palazzo. Io vengo da un paese, Macomer, che ha visto tutto il capitale cumulato a fine Ottocento volatilizzarsi in cinquant’anni per i sequestri messi a segno dalle tante bande che impersarono nella zona; ma sono anche quello che, dinanzi alla sua affermazione fatta quasi di corsa che ‘la maggioranza delle persone è onesta’, non accetta che non lo si dica, perché nei paesi che Lei descrive come mafiosi ci sono insegnanti, allevatori, professionisti, ristoratori, agronomi, che trascorrono pacificamente la vita facendo del bene. La Regione non combatte il crimine? Beh, parole veramente grosse con l’unica Giunta che ha varato un piano per la videosorveglianza nei paesi. Ma Lei può parlare con i migliori criminologi del mondo e scoprire che l’argine al male non è solo la repressione, affidata in Sardegna a corpi di polizia che per la logica del risparmio si stanno ritirando dai paesi nelle città, ma soprattutto l’educazione. Ecco, per educare non si può aver interiorizzato la Sardegna della sconfitta, la Sardegna dei Sardi irrimediabilmente incivili. Questo circuito di resa a una falsa sconfitta, che nella storia non c’è, mentre c’è il tradimento delle classi dirigenti sarde verso la loro responsabilità di guidare il popolo a più alti livelli di libertà e felicità, che porta dalla sconfitta interiorizzata all’oblio del passato e alla frustrazione perpetua, è il miglior brodo ci coltura per la ribellione, per la strada corta del male. Badi molto a come usa le parole; su un giovane fa più danno lei che non mille servizi del TG1. Non si permetta mai più di parlare di compiacenza: io ho scelto il bene fin da ragazzo e da lì non mi sono mai mosso.
Bisogna cercare di intuire cosa c’è dietro questa subdola malinformazione: il proposito reiterato di umiliare i sardi, metterli in soggezione di fronte ai continentali del nord allo scopo di rendere il territorio sardo sfruttabile in tutte le forme più becere (rifiuti, poligoni, spopolamento, riduzione ingiustificato di risorse). Fare sí che ogni sardo in continente per studio, lavoro o affari si vergogni del proprio accento, aspetto e provenienza significa piegare un popolo intero ad interessi dominanti estranei ai veri interessi della regione. Giusto che non si tolleri questo tipo di malinformazione, che rappresenta la premessa dell’esproprio di risorse acuì I continentali italiani (non spagnoli nel passato) sono, come dire, avezzi. Brutti vizi da interdire.
Processo alla tappa.
Il grande successo mediatico del giro, va da sé, porta numerosi pensieri. Da Sardi e da archeologi sardi, a volte tendiamo a buttarci troppo la merda addosso, ma in questo caso, esiste un fatto enorme: si è sprecata (come spesso succede) un occasione enorme per comunicare con correttezza e genialità un monumento archeologico di primaria importanza come è Monte d’Accoddi a Sassari dando lo spazio ad un abile venditore delle sue teorie (quini anche sei suoi libri) ma smentite dalla ricerca scientifica.
Ma in realtà la trasmissione che ha ospitato lo stesso personaggio (viaggio nell’Italia del Giro condotto da Edoardo Camurri) ha poi fatto la solita operazione nostalgia sull’Azuni di Sassari (che per la cronaca ha messo in fila il solito cliquè su Berlinguer, Cossiga, Bonaccorti e Canalis) e poi per chiudere con la tristissima pecora Desolina (e li siamo veramente caduti in basso e non importa se ha migliaia di visualizzazioni, è triste e non mi fa ridere per nulla).
Le responsabilità non sono nel Polo Museale, nei vertici ministeriali, negli archeologi che non sanno comunicare ma nel generale, in un isola, in un nord ovest in particolare, in una città (Sassari), poco orgogliosa della sua storia. Questo accade da tempo, nel clima di smobilitazione di tutto, forse perchè non conosce la vera storia e si apprezza meglio quella nostalgica, anche se massonica, anche di parte e anche se poco democratica.
Il post lungo, chilometrico si chiude con la lettera che il collega Allessandro Soddu ha spedito a RAI SPORT. Concetti che io ovviamente, orgogliosamente, testardamente, sardignolatamente, mezzosardo di Osilo, ma “studiato” a Sassari, approvo e sottoscrivo.
(Franco G.R. Campus)
In tempi di “bufale” o fake news, in una pagina su Wikipedia dedicata al Giro d’Italia è comparso il dato che quest’anno per la tredicesima volta il Giro partiva fuori dall’Italia. Errore o provocazione? Quel che è certo è che i telecronisti Rai non hanno perso l’occasione di dimostrare di ignorare la corretta pronuncia di località sarde più o meno note e soprattutto di non avere alcuna volontà di documentarsi in loco. Ecco dunque che per l’ennesima volta Nùoro (accento sulla prima sillaba, come nùgolo, nùvola, per intenderci) – capoluogo di Provincia, quindi oggetto di studio della Geografia dalla scuole elementari in poi –, diventa banalmente Nuòro (per assimilazione con termini tipo nuòvo, nuòto, nuòra), come che, appunto, Nuoro e la Sardegna non facessero parte dell’Italia e l’esotica lontananza giustificasse (non si capisce comunque perché) l’errore di pronuncia. E poco importa che giornalisti e politici locali, per pudore o accondiscendenza, non abbiano obiettato in alcun modo, coerenti con la bonaria immagine di indigeni sorridenti pronti ad accogliere chiunque con ghirlande di seadas e bottiglie di mirto. Il servizio pubblico ha invece il dovere di veicolare informazioni corrette, oltre che di rispettare ortografia, sintassi e pronuncia della lingua italiana (oltre che di quelle straniere più importanti, come previsto dagli stessi bandi di concorso per l’assunzione in azienda). Penso che i giornalisti Rai abbiano una grande responsabilità di carattere culturale e dovrebbero per questo documentarsi prima che documentare. Continuerò perciò a battermi per la corretta pronuncia di Nuoro, come ho già fatto in passato per il cognome Sìrigu, lasciando ad altri, se vorranno, il compito di fare altrettanto per Padoan, Mossul e tanti altri casi di pronuncia “personalizzata” o semplicemente superficiale.
(Alessandro Soddu)
Noi siamo asini e basta, protremmo vivere da nababbi se ci governassimo da soli, invece siamo pastori ,( in generale intendo), ci facciamo mettere i piedi in testa da sempre, la rai non è altro che una rete nazionale che nessuno dovrebbe guardare per il semplice fatto che ti impongono di pagare, per cosa poi, per tg pilotati e programmi di merda, tutto una gran merdata, scusate il francesismo del mio linguaggio,a scrive uno che si è rotto le balle di tutto e tutti quelli che ci denigrano per voi venire a pagare e farsi le ferie qui da noi. Fanno bene a spennare i turisti, chi disprezza compra sempre alla fine.
Assessore Maninchedda, da Nuorese emigrato trovo estremamente tristi le sue parole. La sua compiacenza, assessore, e la paura di denunciare contribuiscono al malessere come i delinquenti barbaricini. Rai1 ha raccontato una realtá tossica che esiste ed é radicata, non marginale. La Barbagia ha bisogno di essere scossa, non di nascondere lo sporco sotto il tappeto per dire: va tutto bene. A Nuoro, Orune, Lula, Fonni, Orgosolo e tanti altri paesi c’e una cultura fatta di intimidazione, vendetta, omerta e terrore di toccare le poche famiglie che beneficiano dallo status quo. Certo: la maggioranza delle persone é onesta. Ma lo sappiamo tutti che le percentuali di persone che vivono di rapine, disonesta, attivitá illecite é alta e controlla il territorio intimidendo chiunque provi a cambiare. Chi prova a fare un impresa nuova e non assume chi gli viene imposto, chi prova a toccare la mafia degli operai forestali o cerca di ristabilire l’ordine facendo il sindaco, rischia le bombe. Se l’amministrazione regionale avesse promosso un programma credibile per attaccare il malessere diffuso e chi vuole tenere la popolazione sottomessa ai balenti, le assicuro che Rai1 lo avrebbe raccontato.
Caro Onorevole Manichedda, vero che la Regione non può fare molto di tangibile e concreto, ma a volte un atto simbolico vale più di mille guerre. La Regione Sardegna deliberi attraverso la sua Giunta e il suo Consiglio la richiesta formale di abolizione del canone rai, aggiungendo che se non lo farà il governo (parlamento) per i sardi ci sarà il rimborso da parte della Regione. Finalmente potremo considerare la rai per quello che è, una azienda privata che saremo liberi di non vedere e se il caso di chiedere alla stessa i relativi danni che ogni tanto ci procura. Aprite la breccia, tante altre regioni vi seguiranno. Altrimenti ci parliamo solo adosso.
L’onorevole Manichedda si dimentica che noi Sardi siamo un popolo con “prevalente attitudine PREDATORIA”
La cosa più insopportabile è che un appartenente al popolo inventore della mafia, più bistrattato e stereotipato negativamente al mondo come quello italico possa solo pensare di realizzare un simile servizio sui sardi. Questa spocchia e questo atteggiamento di superiorità morale nei confronti dei sardi lo si vede troppo spesso tra gli italiani. Noi saremmo chiusi? Siamo chiusi perché abbiamo una maniera di relazionarci con gli sconosciuti simile a un qualunque popolo civile del mondo, senza essere invadenti, urlanti e appiccicosi come l’ italiano medio? Saremmo testardi perché di solito siamo coerenti e manteniamo la parola data,al contrario di come sono stereotipati gli italiani, ovvero dei volta bandiera opportunisti e poco seri? La Sardegna è la 3a regione italiana con il più basso tasso di criminalità, un solo sequestro di persona avvenuto negli ultimi venti anni, ma in un servizio di meno di un minuto il TG1 è riuscito a riesumare antichi luoghi comuni sulla barbagia, cercando inoltre di individuare dei connotati socio antropologici in un fatto di sangue che ha coinvolto degli adolescenti (perché non hanno fatto lo stesso nei riguardi del paese laziale dove poche settimane fa sempre per futili motivi hanno ucciso un ragazzo)? Sparare a dei cartelli (uso diffuso in tutti i territori a bassa densità abitativa del mondo civilizzato dall’Alaska a l’Australia, o dalla Finlandia all’Arizona) è così degno di nota? ma poi Orgosolo che centrava, dato che non era nemmeno tappa del Giro d’Italia?
Ottimo ragionamento,con una “piccola”pecca…perchè deputati e senatori e la regione sardegna no???Fare una protesta formale da parte della regione,sarebbe cosa difficile o inutile???Forse,azzardo un’ipotesi,il nostro(suo) “caro”presidente non vuole mettersi in cattiva luce con i suoi compagni di partito (itaglianissimo…)e preferisce demandare a senatori e deputati l’onere della protesta???Insomma,tipo Ponzio Pilato…signori io:”me ne lavo le mani!!”
P.S.e quante volte se le è lavate…
… regista RAI (OMISSIS), nella tappa del giro d’Italia, Tortoli-Cagliari, non ha inquadrato dall’elicottero alcune delle più belle spiagge della Sardegna. Vicino Cagliari, neanche una panoramica della spiaggia del Poetto, nessuna inquadratura per la sella del diavolo, del porticciolo di Marina Piccola e promontorio di Calamosca. Uno SCHIFO.
Caro prof. Paolo Maninchedda, purtroppo no ho visto questa parte di trasmissione con la quale lei apre un dibattito importante, la sue considerazioni mi sembrano pertinenti e costruttive. Questa problematica andava trattata, a mio avviso anticipatamente. La cosa strana è che, come lei sa, la manifestazione è stata sponsorizzata dalla regione Sardegna anche tramite la Presidenza della Fondazione film commission, e mi pare che non ci volesse molto per capire che la Regione, come sponsor importante, principalmente interessata ad un ritorno d’immagine per la terra di tutti i sardi,e nn solo, avrebbe dovuto imporre all’organzzazione una “regia” artistica e paesaggistica, nella scelta delle riprese e dei servizi giornalistici. Solo così si sarebbero potute mostrare in Tv, gran parte degli elementi pregnanti della nostra cultura e del nostro paesaggio, andando a scavare nelle peculiarità attrattive per valorizzare la Sardegna a 360 gradi. Si sarebbero potuti inserire degli spezzoni filmati precedentemente, quindi studiati ad hoc etc.. da Registi sardi. Siamo sicuri che non ci potevamo pensare prima? Bastava impiegare un Regista da affiancare alle troupe Rai, creativi che conoscono il territorio e qui operano..
Saluti
L’articolo mi ha fatto immediatamente pensare a ciò che ho visto durante il Giro d’Italia, le belle immagini sopratutto dall’alto, quelle che non siamo abituati a vedere percorrendo le strade in macchina; ma i molti cartelli stradali forati con pallettoni, li vediamo tutti percorrendo le nostre pessime strade e chi è preposto non li cambia, omissione nello svolgimento del proprio lavoro, le forze dell’ordine avranno avvertito e scritto agli uffici preposti per farli cambiare, chi adopera le armi dovrebbe esser controllato meglio, lasciano le tracce ed in molti sono stati già segregati nelle galere o ai domiciliari; chi avrebbe dovuto provvedere a rendere sicura e decorosa le strade per il percorso del Giro avrebbe dovuto cambiare anche i cartelli. Ha fatto bene Paolo Maninchedda a prender nota della mancanza di rispetto al Popolo Sardo e alle Istituzioni, per una telecronaca sportiva ottima per veicolare la voglia di percorrere le strade sarde in bicicletta, ma considerando le troppe forature e la vista dei tanti rattoppi stradali siamo sicuri di aver fatto una bella figura? Oltre alle bellezze che madre natura ci ha concesso, i nostri genitori ci hanno permesso/costretto di nascervi e noi abbiamo deciso di viverla o di visitarla, non c’è amore in chi l’abusa, osservo ad ogni metro della nostra terra dei sardi (come ci dovrebbero chiamare?) un continuo d’immondizie abbandonate sui cigli della strada, un manto stradale mai perfetto, linee orizzontali molto spesso inesistenti, paletti con catarifrangenti distrutti da chi dovrebbe non solo sfalciare le erbacce ma anche raccogliere e differenziare ciò che i sardi e visitatori gettano ai bordi o nelle piazzole di sosta. È corretto riprendere il giornalista che è un professionista della comunicazione e che dovrà scusarsi pubblicamente prima che il giro finisca ma non potremmo mai far dimenticare che nonostante tutti i soldi spesi e il coinvolgimento di tante persone, che le nostre strade siano pericolose e non curate adeguatamente per favorire un turismo su due ruote, dovremo noi stessi raccomandare a chi si inoltra in certi luoghi di far attenzione a come ci si esprime, a come si guarda, a come ci si deve atteggiare, a come ci si deve vestire perché anche in Sardegna esistono persone pericolose, che non rispettano il bene comune, che non rispettano le libertà individuali, che non fanno apprezzare completamente i sardi, ma per pochi elementi non si può denigrare o criminalizzare un intero Popolo.
Anche oggi durante la tappa Tortoli- Cagliari ho preferito vedere la telecronaca su Eurosport trasmissione a livello mondiale con due telecronisti che hanno saputo esaltare le usanze e i costumi del popolo sardo in tutta la sua interezza e non come la Rai mandando la pubblicità durante l’attraversamento dei paesi …..vorrei rispondere riguardo il mio primo intervento so benissimo che la Regine non sponsorizza per la cultura sarda e la sua lingua Rai 1 o 2 ma che bisogno c’era se già sul territorio sardo ci sono le TV che lo fanno ?
Continuiamo a lamentarci fra noi, ad esprimere sdegno, sempre fra di noi, ma non mi risulta che pari istanze vengano portate, nemmeno sommessamente, nei luoghi ufficialmente deputati ad esporle. La colpa è esclusivamente nostra che abbiamo delegato a rappresentarci in Italia ed in Europa persone non all’ altezza del compito assegnato e che interpretano in modo ” creativo” la delega ricevuta,
Peccato Tusacciu che ancora Le sfugga che io lavoro davvero per unire i sardi e quindi non taccio quelli che votano i partiti italiani, che sono ad oggi l’80% dei sardi, di chissà quale nefandezza. Lavoro con loro e per loro, per convincerli a un nuovo inizio. Mai visto nessuno convincere qualcuno insultandolo o violentemente rimproverandogli errori madornali. Non ci sono sardi veri e sardi falsi, ci sono sardi da convincere pacificamente, educatamente, senza razzismi ideologici. Quanto poi io sia appiccicato alle poltrone, beh, forse ha memoria molto corta, ma il suo ragionamento è efficace a mostrare quanto primitiva sia la sua visione del discorso politico, per cui Lei quando dissente non discute, chiede le dimissioni. Complimenti, è un modo maturo e democratico di interpretare la dialettica. Devo dimettermi dalla Giunta che per la prima volta in sessant’anni ha quantificato il costo dell’insularità? Devo dimettermi dalla Giunta che ha istituito l’agenzia delle entrate sarda? Devo dimettermi dalla Giunta che ha approvato, dopo sessant’anni, le norme di attuazione che garantiscono la certezza dell’utilizzo delle entrate della Sardegna? Devo dimettermi dalla Giunta che ha fatto pagare allo Stato le strade Statali? Devo dimettermi dalla Giunta che sta combattendo Enel e Anas? Certo, ci sono anche molte ombre, ma intanto molti uomini politici sardi oggi, quando parlano dei loro colleghi del Governo italiano, parlano degli ‘Italiani’, perché stanno maturando una coscienza nazionale sarda. Ma Lei continui pure a chiedere dimissioni e a distribuire patenti di purezza sarda. Continui così e vedrà che prima o poi troverà una persona che dissentendo da Lei, Le chiederà di dimettersi o di tacere, come hanno sempre fatto i prepotenti e i fascisti.
Pubblicizzare l’immagine del sardo “grezzo, ignorante e sottosviluppato… che si accoppia con le pecore” fa parte di quello che il resto dell’Italia si aspetta… non saprei proprio a questo punto dove risieda l’ignoranza… ne prendiamo tristemente atto… ho pensato…inizierò anche io ad elencare la “merda” degli altri regionalismi… poi però elaboro il primo pensiero… non voglio essere qualunquista e semplicista come gli altri… mi evolvo… incasso a denti stretti e mi mostro, come del resto sono, più intelligente di molti italiotti… via amo “continentali”… perché sardi, per fortuna, si nasce non si diventa!!!
Nn ho sentito la telecronaca ma nn ho nessuna ragione x mettere in dubbio il suo commento.
Mi sembra giusto il richiamo ai parlamentari sardi che dovrebbero nn solo fare una interrogazione congiunta ma portare il problema davanti alla commissione parlamentare di vigilanza RAI.
Riterrei opportuno coinvolgere anche Franco Siddi che, mi pare ma nn sono sicura, fa parte del Consiglio di Amministrazione Rai nonché il sindacato giornalisti RAI. È stata da poco chiusa una trasmissione x commenti sessisti.
Ritengo però che anche la Giunta Regionale nn sia così con le armi spuntate di fronte alla Rai che è sempre un servizio pubblico. Quindi mi aspetto che facciate qualcosa che sia più che “dar fiato ai denti” e nn solo su questa questione, vedi, x fare un esempio recente, le esercitazioni militari in corso da Teulada a Costa Rei.
Complimenti Paolo, in poche parole hai ben descritto in quante occasioni viene offeso il nostro territorio, non solo sardo, in barba a chi, con enormi sforzi, tenta di promuoverlo. Purtroppo devo lamentare di aver constatato che l’ostruzionismo ignorante e menefreghista non è mai sa una sola parte. Potrei descriverti molti episodi in cui le amministrazioni sarde hanno fatto di tutto per ostacolare chi vorrebbe portare turismo in questa terra bellissima. L’unica consolazione è che, invece, il fiero popolo sardo sa accogliere chiunque, senza distinzioni, proprio a dispetto di amministratori che, per non correre il rischio di assumersi piccole responsabilità, preferiscono non ascoltare. Da “italiano” posso solo dire che, più di ogni altro luogo, amo il popolo sardo, la Sardegna e la sua eccezionale natura, troppo spesso categorizzata solo per il suo stupendo mare, ma che invece offre una infinità di luoghi, cultura e tradizioni, anche culinarie, degne di maggior spazio e rispetto.
Perfettamente d’accordo. Sono gli stessi politici (ma di un’altra Sardegna) che negano alle comunità locali i diritti che spettano a tutti.: acqua sana da fonti che qualcuno si è indebitamente appropriato. Se servono nomi e cognomi (OMISSIS)
Gentilissimo Professor Maninchedda,purtroppo l’analisi da Lei effettuata è pienamente corretta e condivisibile in ogni sua parte. Visto che ci siamo vorrei aggiungere,rigirando così il coltello nella piaga,che sento odore di razzismo anche ogni qualvolta sull’italiota Radiotelevisione sento ripetere a mantra “sardo sardo sardo sardi sardi sardi” quando, per qualche strana ragione, sentono l’esigenza o sono costretti a parlare di qualche nostro conterraneo o di qualcosa che riguarda la nostra Sardegna. Un affettuoso saluto, Marco Pinna.
Ogni commento sulla RAI sarebbe assolutamente inutile per diversi ordini di motivi, tra cui primeggia L’IGNORANZA più becera. Io mi limito a riportare le parole del PREMIO NOBEL (guarda caso) SARDO:
Siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi, romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi…
Siamo le ginestre d’oro giallo che spiovono sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese…
Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo, lo splendore del cielo…il rosso fiore del muschio!!
Siamo il regno ininterrotto del lentischio, delle onde che ruscellano i graniti antichi della rosa canina….del vento….dell’immensità del mare!!
Questo sono i Sardi e la Sardegna!!!!
E secondo Lei, Eleonora, che cosa ho fatto?
Ho 57 anni e sono più di quarant’anni che vengo in Sardegna ed ho appena realizzato il mio sogno di un piccolo appartamento vicino Sorso.
Detto questo, il razzismo é vigente in tutta Italia: Trentino,, Veneto, Friuli, gran parte del sud e pure in centro Italia, non é un “privilegio” sardo.
Ma Avete straragione, hanno sfruttato le vostre terre e sputato nel piatto dove hanno mangiato.
Io adoro il vostro modo di essere. Quando vengo mi sento a casa e dei banditi o dei cartelli stradali con i buchi, me ne frego. Guardiamo avanti, quello é passato.
Il classico caso del “predica bene e razzola…”. Se il sig. Assessore ricordasse la sua sardità anche quando amministra forse quegli articoli avrebbero più successo e se ricordasse poi che l’unità dei sardi la si dovrebbe provare non stando appiccicato ad una poltrona, sia pure essa assessoriale, ma battendosi per una vera unità, quella che deve sempre distinguersi dai partiti nazionali e dal loro sistema di amministrare. Se la Sardegna fosse veramente amministrata dai sardi, quelli veri, allora si che avrebbe voce in capitolo non solo con la RAI.
E dunque Stefania a ogni evento positivo deve essere affiancato il cartello? Attenzione, è proprio questo accostamento che non è giusto in ogni circostanza.
No Cipriano, troppo facile così. Ti devi ricordare che cosa ho fatto io per riportare a un rango elevato la Rai Sardegna. Chiedetelo al miglior direttore che ci sia stato, Romano Cannas e chiedetegli poi chi non ha presidiato quegli accordi. Inoltre, il TG1 non lo fa la sede Rai della Sardegna.
La riflessione e la denuncia sono condivisibili, ma sai che c’è: nessuno cambia quei cartelli forati che danno un sinistro benvenuto a chi si avventura alla scoperta di questa terra, nessuno che si adoperi per condurre gli esploratori sui luoghi della nostra storia, cartelli insufficienti e poco esplicativi. Perciò sei solo e la fantasia galoppa alle storie di banditismo, così forti e affascinanti perché nessuno ha mai raccontato e mostrato altro per tranquillizzarti.
Vorrei dire a Paolo ….ricordatene quando voti in giunta per elargire denaro dei sardi alla Rai …….questa è la cultura che dovrebbero promuovere
Faglielo sapere direttamente a quelli della Rai, noi queste cose già le sappiamo caro Maninchedda.
Condivido pienamente ogni singola parola.
Servizio scadende e pieno di luoghi comuni.
Vergognoso