L’Unione Sarda on line pubblica questa lettera firmata, drammatica e terribile, sulla cattiva sanità sarda.
Leggetela, perché qui abbiamo a che fare con una donna che ha avuto il coraggio di scrivere, altri subiscono e tacciono.
Queste lettere meritano le prime pagine, ma così non è.
Ciò che manca è anche l’abitudine alla connessione. La questione del diabete è stata liquidata dalla Giunta come una lamentela del Partito dei Sardi, non come un’emergenza sociale. Oggi, anche un consigliere dell’opposizione, l’onorevole Peru, ha presentato una mozione sui microinfusori.
Il buongiorno si vede dal mattino: nei prossimi giorni la questione diventerà una dura questione politica, generata dall’incapacità della Giunta di sapersi correggere, in una parola dall’orgoglio fatto scontare agli altri. La Nuova Sardegna che fa? Riporta in taglio basso la mozione Peru e non esplicita, collegando il prima e il dopo, il significato di un’emergenza che sta superando i confini della maggioranza e delle opposizioni.
La Nuova Sardegna fa poi una operazione che manco la Pravda ai tempi di Breznev: il Piano LavoRas, quel piano del lavoro nato in Consiglio dall’iniziativa del Partito dei Sardi e di Liberi e Uguali e poi particolarmente usato dalla Giunta in questi giorni conclusivi della campagna elettorale, viene presentato entusiasticamente nelle prime pagine e poi altrettanto entusiasticamente nella pagina di Nuoro, per affidare solo all’occhiello la posizione del nostro Capogruppo, Gianfranco Congiu, che spiega che LavoRas trasformato in una distribuzione a pioggia ai Comuni in base ai disoccupati iscritti presso l’Aspal è una solenne ingiustizia. Tale e tanta è la voglia di dire che va tutto sempre e comunque bene, che si tace l’evidente ingiustizia di trattare le zone interne come le zone urbane. Non lo diciamo noi per pregiudizio ideologico, ma lo dice uno studio a suo tempo commissionato dalla Giunta – quando io chiedevo specifici strumenti per la ricollocazione dei cinquantenni espulsi dal ciclo produttivo nel Nuorese, e mi si contrapponeva la Flex security. Questo studio dimostra che un ultracinquantenne non ha speranze di trovare lavoro nel Nuorese perché nel Nuorese ci sono molte meno imprese che altrove. È o non è una condizione che richiede una specificità di intervento delle politiche attive e passive del lavoro? E invece no. Si ripete come un mantra che va tutto bene, costringendo un Partito come il nostro, che vorrebbe dedicarsi esclusivamente a scrivere l’Agenda Nazionale di una Sardegna nuova, a una battaglia morale per non tacere di fronte al dolore e al disagio.
Noi non taceremo mai. Per noi cimentarsi nel lenire dolori e disagi è esattamente l’esperienza nella quale la politica perde il narcisismo, la mondanità, la superbia; l’esperienza con cui la politica riscopre la più profonda umanità.