Oggi il notista politico della Nuova Sardegna Umberto Aime, trova l’occasione per scrivere, mentre fa la cronaca della riunione di ieri del Centrosinistra, che per l’occasione io sarei stato “meno fustigatore del solito”.
Questo è un tipico vezzo dei vecchi giornalisti, cioè riservarsi un ‘graffio’, uno sberleffo, un giudizio, un modo per dire ‘comando io e se mi stai sulla punta del naso mi tolgo lo sfizio’. Lo faceva Giorgio Pisano, che ho mandato a quel paese, con un certo successo, in diretta televisiva; lo faceva Giorgio Melis, che ho ripreso a salutare solo quando finì di prestare i suoi servigi a Soru e Soddu, cioè quando si ammalò. Lo faceva il non rimpianto ex direttore della Nuova Sardegna, tal Antonio De Rosa, oggi scomparso dagli orizzonti comunicativi, ma che per cinque anni ha preteso di dettare la linea ai sardi, compilare la lista dei buoni e dei cattivi, promuovere alle stelle e bocciare alle stalle. Perché lo facevano? Per esercitare un potere, per colpire e servire, per esistere nel proscenio del mondo, anche se questo poteva far del male ad altri.
Sono tecniche egemoniche di chi pensa di avere l’ultima parola e di fondare la realtà con le proprie parole, anziché sentire il dovere di raccontarla. Oggi l’ultima parola, se mai esiste, non è della carta stampata ed è invece affidata alla dialettica delle parti che si svolge in rete.
Come ci si difende da una critica gratuita, che nasce più dal gusto di chi la muove che dalla realtà delle cose (posto che io, con certezza, non fustigo nessuno, mentre La Nuova Sardegna ha una storia drammatica di campagne di stampa contro persone arrestate e poi dichiarate innocenti, ma nel frattempo distrutte sulla pubblica piazza)?
Sono esigente con me stesso, è diverso.
Sento dei doveri verso ciò in cui credo, ma non pretendo niente dagli altri.
Ho sempre combattuto da solo, anche contemporaneamente contro tanti, compresi i magistrati della cui spocchia sono acerrimo nemico.
Ho sempre camminato dritto.
Vivo secondo un codice, perché diversamente mi sentirei perduto e volgare, ma non lo impongo a nessuno.
Ed è questo codice che mi ha portato a scontrarmi duramente con chi interpreta il potere con prepotenza e con chi lo serve con devozione.
Ieri ho svolto una funzione secondo il mio codice.
Ieri non dovevo dire ciò che penso.
Dovevo semplicemente aiutare il formarsi di un clima, di un contesto.
Era una situazione tesa, che richiedeva molta delicatezza e cortesia.
Mancava l’entusiasmo. Occorre costruirlo.
In questo quadro, si poteva anche scegliere di non nominarmi o di dire semplicemente che ho passato il microfono. E invece no; siccome le cose sono andate bene, e questo ha generato un po’ di stizza, bisognava inventarsi che io sono un fustigatore.
Se alcuni amici mi liberassero le mani e mi togliessero il bavaglio che mi hanno chiesto di impormi, racconterei io, con fatti, non con illazioni, come La Nuova fustighi i poveracci che le stanno antipatici, asservendosi a uno dei poteri più odiosi attualmente attivi nella Repubblica italiana.
Comunque, mi sta bene, con La Nuova avevo abbassato la guardia. Riprendiamoci: en garde!
Personalmente sono molto pessimista a riguardo. Il clima è sempre il risultato di tante variabili che lo influenzano, gli elementi climatici, i fattori climatici e quelli geografici. Per instaurare un clima a varie scale spaziali, in questo caso regionale, debbono passare molti anni. Siamo di fronte purtroppo ad un cambiamento climatico anche nella nostra regione, che ha visto i Sardi affidarsi alla destra rediviva sardo-leghista. Un buon “climatizzatore” al più potrebbe mitigare il tempo metereologico di una riunione, mancando un contesto messianico (tipo effetto Soru) che tempo fa indusse molte illusioni di cambiamento ( alias effetto serra).
Spese male le istanze social democratiche, tradite quelle sardiste perché supportate da persone evidentemente dalla schiena storta, succubi di altri poteri. la scadenza elettorale difficilmente sarà in grado di modificare “il clima”. Non di una riunione, ma della Regione. Perché i cittadini sono disillusi e non si aspettano niente di buono da una classe politica che è sempre uguale a se stessa. Professore, ma ha visto i profeti seduti ai tavoli di quel confronto? Tutti chiusi in un loro mondo autoreferenziale, che non sa guardare lontano e al quale uno come Maninchedda purtroppo può parlare solo con delicatezza e cortesia. Mentre noi sappiamo che sa parlare con determinazione meno diplomatica. Che è quello che servirebbe soprattutto in quei contesti. Piaccia o non piaccia. Il fatto di non avere eserciti al seguito non deve limitare. Non li hanno neanche gli altri interlocutori. Qualche soldato di ventura. Molti lanzichenecchi, questo sì.
Il campo largo ha dimostrato in tutte le recenti elezioni in Italia di essere un fallimento.Per battere il centro destra occorre un campo molto stretto ma qualificato.
Tarcisio, io sto svolgendo un ruolo minimamente ancillare, di facilitatore. Non ho né il mandato né la forza per fare di più. Molto è nelle mani dei partiti e dei loro dirigenti. Speriamo bene.
Caro Paolo, apprezzo il tuo atteggiamento dell’incontro di ieri di “ aiutare il formarsi di un clima, di un contesto.
Era una situazione tesa, che richiedeva molta delicatezza e cortesia.
Mancava l’entusiasmo. Occorre costruirlo.”. Credo ce ne sia bisogno, l’esperienza con te maturata in prima commissione mi fanno ben sperare, per la visione che hai della Sardegna, in un contesto nazionale ed europeo, che rivendica e si batte perché sia riconosciuta all’isola pari opportunità, sociali ed economiche. Tarcisio Agus
Caro professore, le piace colpire col cannone i moscerini. Ma si chieda,: se dopo 30/40 anni di onorato servizio un professionista senza nemmeno scrivania e di certo non onorato dal suo giornale scrive così ci sarà una ragione. Talvolta il potere, sebbene miserabile e mediocre, non ha neppure bisogno di chiedere. Non serve.
“Era una situazione tesa, che richiedeva molta delicatezza e cortesia. Mancava l’entusiasmo. Occorre costruirlo.” Per gentilezza, si occupi di questo; fa bene a controllarsi le spalle e a non accumulare, cioè a restituire subito l’aggressività ricevuta perché aiuta a non sovraccaricarsi di energia negativa, però tenga come faro questo passaggio “Dovevo semplicemente aiutare il formarsi di un clima, di un contesto.” Grazie. Saluti.