Oggi è in vendita il nuovo romanzo di Walter Veltroni, La condanna, Rizzoli, disponibile anche come E-book.
Lo schema sembra lo stesso de La scelta, il romanzo pubblicato nel 2023, con una diversità sostanziale: La scelta, ambientato a Roma nei giorni della caduta del fascismo, assunta come momento ineludibile di scelte e di distinzioni drammatiche, ma inevitabili, dentro la famiglia, aveva come modelli atavici romanzi centrali nella narrativa italiana come I vecchi e i giovani, quelli che hanno affrontato il grande tema del passaggio di consegne da una generazione all’altra nei momenti drammatici della storia (è tema diverso dalla successione al potere, che è più epico e meno storico e psicologico); La condanna, invece, è il classico romanzo su un fatto di cronaca, rivissuto come indagine del protagonista e dunque arricchito di connotazioni emotive che in genere la cronaca non si concede.
Il fatto evocato e ricostruito nel romanzo è il linciaggio di Donato Carretta, già direttore di Regina Coeli (e prima dell’Asinara) durante il regime fascista, preso dalla folla inferocita il 18 settembre 1944, dinanzi al Palazzo dove oggi ha sede la Corte di Cassazione, sul Luongotevere romano.
Carretta aveva fatto scappare Nenni e Saragat da Regina Coeli e svuotato il carcere per impedire che sui detenuti si abbattesse la ritorsione tedesca. Ma tutto questo non gli valse indulgenza. Ma era comunque stato un importante direttore delle carceri durante il regime fascista.
Roma era ferita dai pestaggi e dagli omicidi delle SS in via Tasso, dalle azioni politico-criminali, ferocissime, della banda Koch. C’era chi aveva perso figli, fratelli e mariti nelle carceri italiane
Incombevano, durissimi, i lutti provocati dalla strage delle Fosse Ardeatine.
Il 18 settembre si celebrava il processo contro l’ex questore di Roma, Pietro Caruso. La folla gridava “Morte a Caruso”. Carretta era stato convocato come testimone d’accusa. Il processo venne rinviato, ma Carretta fu riconosciuto. Prima le urla, poi le spinte, poi il pestaggio. Quando già era livido e pesto, grondante di sangue, la folla ebbe la bella idea di distenderlo sulle rotaie e di farlo travolgere dal tram. Il conducente, militante comunista, si rifiutò, frenò il tram e si portò via anche la manovella del freno. Allora la folla prese Carretta e lo buttò nel Tevere. L’acqua lo rianimò e allora alcuni, che prendevano il sole lungo le rive, lo raggiunsero e lo finirono a colpi di remi. Non bastò. Il corpo esanime venne recuperato e appeso a testa in giù a una delle grate di Regina Coeli, come si può vedere in questo video girato per gli alleati da Luchino Visconti .
Leggeremo e verificheremo se Veltroni ha migliorato la sua lingua che, come scrittore, è il suo limite. Resta un fatto: Veltroni è intelligente. Ieri ha presentato il libro da Bianca Berlinguer. Sembrava di ascoltare un rarissimo uomo di buon senso. Ha detto una cosa semplice, banale e vera. Provocato sul rapporto Pd-Cinquestelle, ha fatto notare che o due forze hanno una comune visione in politica estera e nelle politiche sociali o è difficile che possano rappresentare un progetto positivo per la Repubblica italiana. Giustissimo; il guaio è che in nome della conquista dell’unità politica, il Pd si sta pericolosamente spostando in politica estera e sulle politiche sociali sulle posizioni populiste dei Cinquestelle, cioè sta mettendo in dubbio aspetti sostanziali dello stato liberal-democratico. Il guaio è che, Bibbiano insegna, la tentazione del linciaggio mediatico sulle menzogne fatte apparire come verità è nel Dna di certi Cinquestelle, di certi giornali, di certi gruppi di opinione.
Non è un caso che Veltroni si sia occupato di un drammatico linciaggio, non è un caso.
@ Maria Francesca Lai Ecco, continui così, con i ‘per favore’, sono uguali ai ‘Vaffa’ di un tempo e i conti tornano.
Che Veltroni assurga a mente eccelsa della politica, fa solo ridere. Lui che per tutta la vita ha campato e campa di politica, lui che ha commesso, volutamente, più ign*bile della recente storia repubblicana rendendo l’unico partito della sinistra ,una dependance dei margheritini conf*ndustriali. Che poi hanno preso il sopravvento, annullando con la Camusso il valore della CGIL. Di qui,, la fuga della stragrande maggioranza degli iscritti verso altri lidi. Veltroni dovrebbe fare una sola cosa: chiedere umilmente perdono a precari, disoccupati e poveri e ritirarsi in un monastero trappista. Solo per il job act di Renzi, meriterebbe l’ostracismo perpetuo dalla vita pubblica..
Mi spiega, poi, il significato denigratorio che viene attribuito al termine populista? Che segue il popolo? Che si occupa della fascia di popolazione più povera con provvedimento già previsti in Costituzione e mai posti in atto come l’rdc o il salario minimo? Perché, onestamente, non capisco che male ci sia in ciò. Soprattutto in Sardegna. In quanto alla politica estera, ma magari il PD seguisse i 5s : la stragrande maggioranza degli italiani non vuole la guerra, Nato o non Nato. Quindi, dove sta il problema? E io, da indipendentista, la voglio ancora meno : ho ancora i brividi dopo la sparata di Crosetto su nuove basi quasi che il 65% del totale ital*ota ,è qui da noi. Ormai, les jeux sont fait : più basi, un panorama di pale eoliche , ospedali distrutti tanto che ,persino per un’appendicectomia bisogna recarsi a Cagliari, distrutta la sanità pubblica( sono numerosi i paesi del centro Sardegna, tra cui il mio che non hanno il medico condotto) , giovani che fuggono a gambe levate, coste, al contrario, ben servite di tutte le comodità per i nostri “beneamati” turisti etc etc. E io mi dovrei preoccupare di quanto dice il confindustriale Celtroni col c* lo al caldo, mentre io precaria devo scegliere tra curarmi o sopravvivere? Ma per favore…
Anche in questo caso io sono “talebano”. Il DNA dei 5 stelle e il DNA della loro attuale guida, un altro riccone e per giunta avvocato, sono inconciliabili per qualsiasi convivenza con un PD votabile (quantomeno dal sottoscritto). Non lo dice Veltroni, lo dice il buonsenso.
Mi pare che i due partiti si stiano avviando verso una comune visione politica nel senso che il PD ha fatto proprie le posizioni politiche estremiste, massimaliste e marcatamente populiste dei cinque stelle.Credo che a breve vedremo anche comunione verso la politica estera e la sintesi sarà perfetta.