Si è appena concluso il tavolo del centrosinistra. La decisione della stragrande maggioranza delle sigle è stata per Alessandra Todde.
La candidatura è stata avanzata dal Movimento 5 Stelle e immediatamente ratificata. Un metodo che la dice lunghissima: onde non aprire discussioni, sono state chiuse subito. Una candidatura mai presentata ufficialmente, viene ratificata appena viene proposta. È la conferma, se mai ve ne fosse bisogno, che il copione era stato scritto da tempo e senza discussione.
La Nuova Sardegna ha subito scodellato il titolo delle 12 sigle a favore su 15.
E qui entra in gioco la matematica.
Che senso ha dire che 12 sigle su 15 si sono dichiarate a favore? Io capisco che La Nuova è ormai diventata un house organ della Confindustria, di Terna, Enel e dei loro amici, ma sostenere in modo così sfacciato mi pare antiestetico.
Meglio sarebbe far di conto delle liste.
Per la Todde ci saranno: PD, Cinquestelle, Rossoverdi, Socialisti e Forza Paris.
Per Soru: Progressisti, Progetto Sardegna, Più Europa, Liberu.
Sulla carta si tratta di una portaerei (Todde), con molte falle, contro un incrociatore di corsa (Soru) con qualche punto di ruggine. Ma la realtà è che non c’è da una parte un’alleanza e dall’altra un ribelle (questo l’ho fatto io in nome delle idee che ho, dopo aver cercato in tutti i modi, nel 2014, di coinvolgere il Pd in un percorso di primarie): ci sono invece due coalizioni che si sfideranno di fronte all’elettorato. I seggi si assegneranno sul voto al presidente. Le liste collegate a Cappellacci nel 2014 vinsero le elezioni, ma le persero sul voto al presidente. Il confronto tra i presidenti sarà decisivo.
Sul piano delle coalizioni l’alleanza Pd Cinquestelle non ha alcun appeal per le forze moderate; essa è dunque definita e chiusa (direi per natura), quella di Soru è aperta e in fieri. La prima serve a confermare l’aristocrazia politica attuale, la seconda ne immagina una completamente nuova.
Poiché Piero Comandini ha dichiarato in apertura della riunione che Graziano Milia avrebbe comunicato che non si sarebbe candidato e che avrebbe dato nomi per le liste a favore della Todde, ho chiamato Milia per averne conferma: “Negli ultimi sei mesi ho sentito una sola volta Comandini e molto tempo fa”.
Quindi, Milia non ha dato un fico secco di nomi di candidati.
Altro siparietto su Mauro Usai, sindaco di Iglesias, tra le proposte di Forza Paris e Più Europa. Il Segretario del Pd ha detto che è stato tra i votanti del documento approvato dalla direzione Pd. Però Usai non fa parte della Direzione. E due.
Poi c’è l’appello all’unità che molti mi rivolgono. Vorrei ricordare il metodo della decimazione che era in uso nell’esercito romano e che venne applicato, per quel che ne so, anche durante la prima guerra mondiale dal Regio Esercito Italiano. Quando la legione disubbidiva al comandante, questi ordinava l’uccisione di un soldato ogni dieci. Poi, a cadaveri straziati e caldi, esigeva disciplina e fedeltà dai superstiti. È da diverso tempo che un’elite della sinistra sarda pratica figurativamente questo metodo: prima ammazza il dissenso, poi a cadaveri caldi esige disciplina. Il guaio è stato che alcuni legionari sardi sono sopravvissuti alla strage e adesso stanno aggrumando tutti quelli che per disgusto non vanno più a votare o comunque non accettano di mettersi sotto padrone. Il Pd ha questo problema: la decimazione non è riuscita.
In ritardo rispondo a
“pecora nera”,
sempre, pur a stento, leggo i Suo scrivere ma, ahimè ,quasi sempre non ne intendo il significato ultimo.
Tanto mi duole non esprimermi in Lingua sarda in questo Forum
(merito del Professore Maninchedda) al comune amore:la nostra amata Patria. La Sardegna.
Anni addietro ho lasciato la mia amata terra.
Sempre, nel mio girovagare in luoghi nuovi,sempre, cercata e raggiunta la posizione più alta del luogo ho omaggiato la mia Isola;
con limpida e melaconica voce ho intonato una “Battorina”
A volte lontane rimembranze, altre volte ispirate dal luogo.
Tanto mi dava forza;
essere massiccio e mai arrendermi alle avversita.
Mai ho dimenticato la mia terra, sempre ne rimembro il profumo dei lentischi in fiore, sempre ho a memoria i colori, il sussurrar del vento in indomite cime che tutto raccontano e, a saperle ascoltare, tanto insegnano. Mi sovviene il vento che da sempre tiene compagnia agli isolani.
Quel vento, il Gran tamburo, col suo ululato dalle granitiche cime di Aggius,
annunziava sventure e lutti.
(il Muto di Gallura)
pecora nera,
parlo e capisco il sardo Logudorese, ho difficoltà nel leggerlo.
Mio malgrado, mia vergogna in quanto sardo non ho capito il quesito che pone.
A tanto non posso rispondere.
Suo onore e merito qual anelito di Libertà.
… Ba’in bonora, bae, terratrndo mia!
E sias beneita, amada zente!
Ti lugat in su chelu eternamente
S’istedhu de sa paghe a fagher ghia!
Fàghedi onore, libbertade e istima:
Fortza, Sardigna, pèsadi e cammina.
Quanto scrive, come nell’antichità, è da iscrivere su lastre di marmo quale Stele da porre agli inizi di ogni paese sardo a scopo propiziatorio di Libertà.
Già,
Forza Sardigna mia, sollevati e cammina.
Antichi scritti raccontano di un uomo taumaturgico che dava libertà a zoppi e paralitici.
Non di questo abbiamo necessità. Noi sardi non siamo zoppi, tantomeno paralitici;semplicemente disuniti e invidiosi l’uno a l’altro.
Tanto è l’unico piacere che accumuna i sardi :far dispetto al vicino di casa.
pecora nera,
metta la mente in pace, or non è più tempo di Santi e di Eroi,si muore di ignavia, di malcontento,di puttridume spirituale, di maleodorante Sacralità che più non sa distinguere quel che è bene da quel che è male.
Quel che leggo ultimamente nel Forum è un litigio continuo, tra chi vuol essere gallo chi cappone.
Per mia magnimita a me stesso, mi esimo da scrivere i nomi dei contendenti.
Non certo Orazi e Curiazi, Fanfulla da Lodi e Sacet de Sacet.
No, ben miseri di capacità sono gli attuali contendenti.
No, tutti questi non fanno parte del nostro illudersi.
Ben altri Mali, quale disadorno della nostra terra ci attendono nello sciocco ruzzolare tra campi larghi, avversi e ristretti.
Quel che manca in tutto questo argomentare è l’Idea di Salvatore Meloni (Doddore)
Ultimo Indipendentista sardo lasciato morire in carcere,
nessuno gli ha teso una mano, sua disgrazia non di cognome aveva Cospito.
Se così fosse stato, di certo si sarebbe mossa la Gruber, la Rai, il Quirinale, il Vaticano. I giornalisti, quei giornalisti “puri” ed al contempo servi della disinformazione.
Così non è stato.
DODDORE, sempre con te.
Grazie.
Alessandro, fetat contu chi donzi paragone est solu unu paragone, un’assemizu, e no zusta zusta sa realtade meda prus trobojada e mala a cumprèndhere puru, e chi nemos, neune est chentza contradditziones e immaculadu, ca sinono pro sas eletziones tocat a candhidare a Nostra Segnora mama de Zesugristu.
E iss’etotu, Alessandro, e totu sos Alessandros e berbeghes biancas e niedhas, si nos purgamus unu pagu agatamus it’e purgare, frundhire e mediare in menzus.
Bi cheret pagu a faedhare a etichetas (decimazione, disertori, codardi, disobbedienti, mammutones, o àteras prus ‘lébias’), si bastaiant a nàrrere su chi bi est intro de donzunu e chentza sa presuntzione de nos cussiderare fóssiles, si no cherimus èssere fóssiles ma disponìbbiles, dispostos a cumprèndhere, fàghere mea culpa e cambiare a cumportamentos prus zustos e netzessàrios, prus lìbberos (=prus zustos e bonos) e responsàbbiles.
Intantu Maninchedda su “perimetro” de sos Sardos no est de oe chi lu est pretzisendhe – sa Natzione Sarda – e pertocat a nois sos Sardos in Sardigna, chentza brincare su mare, ca custu puru, e fintzas solu pro cussu in chistiones de libbertade e responsabbilidade personale e colletiva, si podet cussiderare “diserzione”, est a fuire.
Namus, menzus, chi sos Sardos semus suta (a domìniu) de una ‘educazione’ , allenamentu e istrutzione elementare e superiore, diplomados e laureados a ignoràntzia garantida e presumida de sos fatos, chistiones, istória e identidade nostra a su puntu chi no ischimus mancu chie semus e cale terra nos sustenet gràtzias meda a un’iscola istranza infame (fata fintzas cun sas manos e conca de sos Sardos etotu) chi at fatu e faghet de Sardigna e de Sardos unu “vuoto” a pèrdere, ampullas de prenare e frundhire o “riciclare”, senza fare di ogni erba un fascio, ca chie at pótidu, in carchi manera, podet àere chircadu de ndhe ischire e cumprèndhere carchi cosa de chie, inue e comente semus.
E a Alessandro li dimandho una cosa ebbia pro su chi at iscritu inoghe (bi tia giurare chi isse puru est meda menzus e de prus de su chi paret de carchi eticheta):
Proite fontomat sos «nostri padri, nostri zii, nostro Popolo)» e narat chi «in tanti SONO ANDATI a morire» in totu sas gherras chi s’Istadu italianu at fatu a dortu e rugadis in séculu e mesu chi si agatat?
Mi dispiaghet, ma a faedhare (e pessare) gai est a repitire cosas che a sos papagallos o chentza cussideru perunu, pro èssere fintzas solu zente, Sardos o no Sardos, ca a sos Sardos (e no solu a nois, ma prus de unu motivu tenimus pro nos dòlere) los ant rastrellados e MANDHADOS che berbeghes de imbolare a su masellu, cun sa sola “cartolina” e fintzas a tocu de carabbineris. Sos “mortos in gherra” (custa definitzione est unu pagu prus zusta) NO sunt «CADUTI» comente iscrient in totu sos «monumenti ai caduti in guerra» ma los ant MANDHADOS fintzas a tocu de fusiladas a bochire e a si pònnere (cum grano salis) a bersàgliu, a mìria de sos “nemici” chi no amus mancu mai tentu e medas malevadados che a nois etotu e “indimoniados” su matessi.
Podimus èssere meda de prus e menzus de sos papagallos. In polìtiga puru. Pro nos guvernare.
Professore,
se ben ho inteso i Suoi ultimi scritti è, per come si esprime, ha deciso di attraversare il Rubicone, Pomerium sacro e invalicabile dell’attuale sconcio coacervo di squallidi interessi di Signorotti locali, imposto da Capitani di avventura quali Schlein/Conte.
Signorotto non sono mai stato.
Signore sì –
(ERO UN BULLO)
Tanto Le dà merito.
Non concordo:
quando la mente La porta indietro nel tempo e si richiama alla Legione romana per esprimere, per meglio solidificare e chiamare a raccolta gli ultimi sopravvissuti al Suo indirizzo politico,
La “Decimatio” era riservata ai disertori,codardi, disobbedienti.
Lei forse fa parte di tali reati collettivi?
Non solo, menziona,
“per quel ne so” (???)
fu applicato durante la prima guerra mondiale dal Regio Esercito Italiano. Sì, Si, Sì.
Fu applicata.
Professore,
quel che dimentica che tale giusta usanza non è stata applicata ai discendenti di Cadorna, Diaz, Badoglio e per ultimo al Re caccoia.
Loro, primi responsabili di Caporetto.
(Brindisi docet)
Tantomeno rammenta i nomi quale Decimatio da attuare ai Dirigenti attuali della Sinistra italiana.
(tralascio i precedenti,sempre in prima Linea quali asserviti e al soldo delle Multinazionali)
Ai codardi condottieri italici della Grande Guerra hanno edificato Monumenti, intitolate strade e piazze in terra nostra, la Sardegna.
Così non è stato per i nostri gloriosi Fanti sardi (nostri padri, nostri zii, nostro Popolo) che in tanti sono andati a morire sugli avamposti del fiume Piave, non tanto a difendere la terra natia.
-poco importava all’esercito Austro-Ungarico della Sardegna –
Sono morti per salvaguardare gli interessi delle ricche Regioni del nord Italia.
Qual è stato il compenso di tale sacrificio?
Mi sovviene ” Né Onore né Gloria”
di Jean Lartéguy
L’inutile morte di tanti valorosi legionari appartenenti alla
“Legio Patria Nostra”
Forse, e ripeto forse, è da quel tempo che nasce il declino delle nascite sarde?
Professore,
in cuor Suo; ne è certo che tanto necessitava rimembrare gli studi giovanili quali dure discipline applicate ad Eserciti in guerra per rapportarci agli attuali Mammutones quali Soru, Todde, Milia, Solinas e quant’altri non mi sovvengono?
” Il PD ha questo problema :
la decimazione non riuscita” (Sic)!
Sono a chiederLe:
ove si colloca?
Di certo, per Suo merito sul campo; non più è sottoposto alla Decimatio.
Tanto non basta.
Sempre necessità osare, non campi larghi, non campi ristretti , ma trincee da erigere e difendere .
Ove si colloca?
Grazie.
Non ce l’ha fatta a cantare l’inno e indossare la coccarda tricolore, l’assessore sardista Antonio Moro ha scelto la linea del silenzio. Durante le celebrazioni nazionali per il 4 novembre che si sono tenute e Cagliari più volte è riecheggiato “Il canto degli italiani”, ma non tutti l’hanno accolto con la mano sul cuore.
Quando sento parlare di campo largo in Sardegna, mi viene in mente la barzelletta dei due piloti che tentano di atterrare prendendo la pista perpendicolarmente.
Ecco, per me questo campo largo è come una pista aeroportuale vista di traverso: larga a dismisura ma cortissima per atterrarci o per poter spiccare il volo.
Il problema non è l’aereo (la Todde), sono i due piloti (PD e 5S) che si ostinano a seguire una rotta sbagliata.
Buona fortuna.
Mi pare di aver letto chiaramente che Milia smentisce Comandini. Dice che non sente Comandini da molto tempo. Come è possibile che un segretario di un partito, del PD, incarico poi che ha fortemente voluto desiderato ecc possa arrivare a questi trucchi per avere per poche ore campo libero e spiazzare il tavolo. Non è possibile. Ma se così fosse è se viene pubblicamente acclarato Comandini è perso e la sua parola non vale niente, neanche quella di proporre o meglio imporre la Todde. Alla faccia della unità del centrosinistra. A questo punto ben vengano le primarie
Vede Salvatore, la differenza tra la mia buona coscienza e la sua è che lei non si firma. Tutto il resto ne consegue. Io sono molto in pace con me stesso: vivo del mio, non devo niente a nessuno e non ho ambizioni politiche. Lei?
Satira preventiva: se vince super Renato, nell’ordine, agita la gioielleria a facci della segreteria PD, toglie lo smartphone alla figlia per insubordinazione, poi dopo un po prende a pedate nel sedere i progressisti per eccesso di fighettismo, poi cornate a sangue con il Prof. e infine si dimette e manda tutti a quel paese. Ma se nel frattempo fa un altro miracolo come il ppr, lo rivogliamo dopo altri 25 anni! In realtà il mio filmino sarebbe Todde presidente con Soru, Prof. e Agus a fare da garanti e sentinelle, e magari Milia come consigliere ascoltato, ma è solo un filmino
Belli questi che rivolgono gli stalinisti appelli all’unità quando gli servi per fare uno o due decimi in più del centrodestra, e invece ti scaricano brutalmente quando pensano di essere autosufficienti, come per esempio al Comune di Cagliari, dove pensano di vincere facile grazie alla prospettata candidatura “dissidente” dello storico esponente di Forza Italia Giuseppe Farris, e quindi di poter trattare Massimo Zedda come una pezza da piedi.
Quale sia l’ambientino lo rispecchiano le parole scritte su FB da qualche personaggio della sinistra cagliaritana, che a differenza di altri che tentano di mascherare il loro pensiero dietro le supercazzole, è sincero, ma che difficilmente potrebbero essere distinte dalle esternazioni di uno squadrista fascista.
E io dovrei battermi per far andare avanti questa gente? Anche no, grazie.
Speriamo, davvero, che ci sia un’alternativa commestibile. Magari poi ci ritroveremo ancora Solinas, ma non so, al netto dei guai giudiziari, quanto sia poi peggiore di loro.
Ndhe faghent s’àscamu.
Sos Sardos za zughimus istògomo forte, ma a fortza de ingullire ischifos podimus fintzas revessare, assentare s’istògomo e fintzas ideas e cumportamentos pro ndhe pessare e fàghere de sos chi naschint inoghe, de su chi e comente semus e nos bisonzat.
Mi tiat fàghere piaghere si Soru custa borta lis sighiat a fàghere s’efetu chi at comintzadu su 2004 (pro comente la bido deo).
Bene. Nulla di nuovo. Eravamo.pronti e lo siamo ogni giorno di più.
No, io leggo bene quello che lei ha scritto e che diversamente dalle sue ricostruzioni non smentiscono Comandini. Faccia la persona seria e pace con sé stesso, se le riesce. E se riesce anche a Milia, giusto per sgomberare il campo dai giochetti, faccia un comunicato stampa in cui smentisce di avere comunicato quello che Comandini ha riportato oggi. Occhio “che presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro” (cit.) .
Salvatore, legga le cose come vuole, anche al contrario, ma non cambiano. Milia non ha dato e non darà nomi.
Ma per carità. Leggo che “poiché Piero Comandini ha dichiarato in apertura della riunione che Graziano Milia avrebbe comunicato che non si sarebbe candidato e che avrebbe dato nomi per le liste a favore della Todde, ho chiamato Milia per averne conferma: “Negli ultimi sei mesi ho sentito una sola volta Comandini e molto tempo fa”.. Quindi, Milia non ha dato un fico secco di nomi di candidati.”.
Quindi, Comandini non ha detto di avere sentito personalmente Comandini, ma che Milia ha comunicato che…”. Ora, non le resta che scoprire con chi abbia comunicato e in quale tavolo. E soprattutto, visto che Milia non smentisce, se abbia dato o meno la disponibilità a indicare nomi da inserire in lista a sostegno della candidatura Todde. La si smetta di giocare con la semantica e con ricostruzioni ridicole,. A coddai a casinu, Milia. E mi scuso per il francesismo.
Simpatico dibattito a sinistra
Che schifo
PCI . DS. PDS. Margherita.Ulivo .PD il nome cambia, ma sa konca abarrada sempri kussa