di Paolo Maninchedda
Prima i fatti. Ieri il tribunale di Cagliari, presieduto dalla dottoressa Maria Mura, ha emesso questo decreto col quale la Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana è stata nominata sequestrataria dei beni immobili de La Maddalena dove nel 2009 si sarebbe dovuto svolgere il G8, concessi nel 2009 per quarant’anni alla Mita Resort della Marcegaglia.
Perché parlarne? Perché il tentativo di Mita e della Presidenza del Consiglio era quello di mollare il ‘pacco’ dei beni degradati (quelli nei quali venne compiuto il sacco del G8 da parte di una serie di imprese private ben inserite nei labirinti romani e di funzionari pubblici ormai allontanati dai ruoli di responsabilità) alla Regione Sardegna, proprietaria di una parte di quei beni ma assolutamente estranea ai pasticci che li hanno compromessi. Se la Regione fosse stata nominata sequestrataria, che vuol dire in buona sostanza ‘custode’, noi ci saremmo trovati a custodire i danni provocati da terzi e, contemporaneamente, sul banco politico degli imputati quali responsabili del degrado. Abbiamo resistito. Abbiamo lavorato per tutto il 2014 con l’Ufficio legale della Regione (che è stato preciso, competente, tenace, insomma, un ottimo ufficio legale indipendentista), sostenuti, difesi e tutelati dal Presidente della Regione di fronte agli uffici della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per dimostrare le nostre ragioni, per impedire che gli uffici governativi se ne lavassero le mani. Per noi è stata una grande esperienza di lavoro, che ci ha insegnato come le urla e le proteste che non si traducano in intelligenti strategie amministrative e – come in questo caso – giudiziarie, sono sforzi retorici inutili e sospettabili di cosciente e inutile retoricità.
Abbiamo cominciato a chiarire, tra le altre cose, che la riconsegna dei beni alla Regione Sardegna, quando avverrà, deve essere preceduta da uno stato di consistenza dei luoghi che individui la natura delle opere e il conseguente ammontare delle risorse per metterle a posto.
Adesso si apre la questione del G7. Se il Governo Renzi, che non c’entra nulla col degrado de La Maddalena, volesse rimediare a questo disastro, dovrebbe velocemente decidere la localizzazione del summit, mettere le risorse, nominare un commissario governativo per la zona stretta del summit e provvedere a mettere a posto i luoghi e la memoria. È una grande occasione di lealtà, rispetto al maldestro tentativo degli uffici governativi italiani di fuggire lasciando le rovine nella mani della Regione. La Regione, invece, ha vinto, chiede conto delle responsabilità e ha le mani libere; le vorrebbe usare per firmare accordi, non liti.