Ricordiamo il suo nome: Yuriy Kerpatenko.
Era il direttore della filarmonica di Kherson. È stato ucciso dai russi a casa sua per essersi rifiutato di dirigere la sua orchestra nel concerto del 1 ottobre, voluto dai russi per sancire, dopo i referendum, il clima di rinnovata pacificazione a loro dire scoppiato nelle regioni annesse.
Molti pensano che gli umanisti non facciano in realtà alcun mestiere.
Molti pensano che fare musica, pittura, scultura, teatro, letteratura, storia, educazione, sia un lusso che persone privilegiate, che non sanno che cosa sia il lavoro, riservano a se stesse prima che agli altri.
Molti pensano che i musicisti, i pittori, gli attori, i letterati, gli insegnanti, siano inutili rispetto a chi produce beni, denaro, servizi pratici.
Poi accade che quando si debba fare qualcosa di esclusivamente umano, qualcosa che esalti ciò che in noi non è biologico, produttivo, politico o economico, lo sguardo cerchi l’arte.
Poi accade che quando la politica cerca l’arte per la propaganda, si scontri con chi le ricorda che l’arte è libertà e che la libertà è l’elemento più radicale e insopprimibile dell’umanità. Nessun colpo di pistola può ucciderla.
Sono tantissimi i martiri della libertà. Molti sono sconosciuti. Oggi, nel nome di Yuriy, proviamo a rendere omaggio a tutti loro, ascoltando la musica che più ci fa sentire persone, non uomini o donne, non macchine biologiche, ma spiriti liberi, senza vincoli, senza confini. Ascoltiamola in piedi: per lui.
pagando il prezzo supremo, ma ha vinto lui
suggerisco :
https://www.youtube.com/watch?v=fhNrqc6yvTU
lets the sunshine in
Una vita degna di essere vissuta
Come il giovane di Tien a men, come Jan Palach, come tanti altri per lo più sconosciuti che hanno anteposto alla propria vita la libertà, la schiena dritta , la certezza di appartenere alla parte giusta del genere umano. Sfido, con i tempi che corrono, qualunque sindaco sardo a intitolare una qualunque cosa, strada, piazza, vicolo o che altro a Yuriy, non mi si dica che per farlo ci vogliono 5 anni dalla scomparsa…sennò vi rido dietro.
Grazie Paolo.
celebrare un martire è una delle cose più tristi e più nobili che si possa fare.
Nella speranza che la memoria non venga, come quasi sempre, tradita; e spesso tradita a favore di coloro che lo assassinarono.
Ma intanto resta la purezza del gesto, e qualcosa di indefinibile e insopprimibile luminosità, per la speranza di ogni singolo oppresso.
Yuriy Kerpatenko est sa UMANIDADE.
Putinismu e putinistas sunt animalia criminale.
La dignità di quest’uomo davanti al dramma di un potere che davanti alla propria sconfitta vuole fingere la vittoria.