Dal 4 novembre (ma sarebbe stato più appropriato il 2 novembre, visto il contenuto della decisione) la Giunta Solinas ha deciso di velare tutte le delibere di Giunta?
Una delle cose più efficienti della Sardegna, il suo sito istituzionale, varato ai tempi della Giunta Soru e anche premiato, consentiva a qualsiasi cittadino, fino appunto al 4 di questo mese, di leggere in tempo reale o quasi le delibere della Giunta regionale. Una trasparenza facile, evidente, utile.
Adesso la cosa pare a rischio.
Uno dei vizi del sistema era che le Delibere più complesse potevano avere tempi di pubblicazione più lunghi.
Adesso, a lato del titolo della delibera di Giunta, si trova l’icona di una bustina. Solo cliccando sulla bustina, si apre un’interfaccia che chiede all’utente l’indirizzo mail due volte, la biffatura di conferma che non è un robot, per poi ricevere via mail l’avviso di pubblicazione.
Riguarda solo le delibere con ritardata pubblicazione?
Possibile, ma questo, anziché risolvere il problema delle delibere con pubblicazione dilazionata, lo complica, perché allunga i tempi di pubblicazione e consente alla Ras di sapere chi è interessato alla Delibera. Quanto tempo si dà la Regione per pubblicare una delibera? Sarebbe bastato stabilire questo e non ci sarebbe stato alcun bisogno di mail e notifiche.
In ogni caso viene varata una trasparenza al contrario: per rendere noti i propri atti, anziché garantire i tempi di pubblicazione punto e basta, si chiede la mail di chi li chiede, cioè si fa funzionare la trasparenza al contrario, non verso chi detiene il potere ma verso chi semplicemente vuole leggere e sapere cosa fa il potere.
In tempo reale la Giunta saprà chi ha un particolare interesse ai suoi atti, mentre oggi non lo sa. Perché vuole saperlo? Perché complica la vita alle persone normali che vogliono e pretendono giustamente di sapere che cosa fa la Giunta? Perché ha paura della trasparenza e crea sistemi barocchi che tutelano i propri vizi anziché incrementare le proprie poche virtù.
Ma il problema non è la Giunta, ormai di lei si sa tutto: origini, motivazioni, obiettivi, strutture esplicite e implicite.
Il problema è l’opposizione.
Inesistente.
E francamente faccio fatica a farla da solo, ma la so fare perché è da anni che vengo colpito da menzogne di origine partitica, di origine mediatica e di origine statale, da cinturamenti e placcaggi organizzati da menti sopraffine che si avvalgono di piccola manovalanza invidiosa e malevola.
Tuttavia, non nego un senso di amarezza per vedere un ruolo così alto come quello di consigliere regionale ridotto a banale convenienza del sopravvivere.
Mi fa male vedere l’assuefazione al peggio.
Candu si narat “Nè carne nè pesce”! (o mancari “carpesce”) O “essere senza essere”.
Tio nàrrere unu “èssere in nedhue” si custa “opposizione” est cun sa “funzione” de gatixedhu in sa RAS ma “con le mani in pasta nel Governo” Oltretirreno. Ita fait, “lingit” Il Governo po fai “opposizione” a custa amministratzioni de sa RAS, o “lingit” custa amministratzioni de sa RAS po fai “opposizione al Governo”?
Certu, is cosas no funt totus isceti o biancas o niedhas! (E ni totu in d-una terra Sardigna giai de tempus geológicus e ni totu in d-unu “Continenti” chi po cunfusioni e ingannu e tostorrímini no naraus Itàlia)
Però, no tenint prus de cassai “topis” ne innòi e ne innias? Ispaciau própriu?
Si assumancus ispaciànt de èssi ne carne nè pesce (o siat “carpesce”) e decidiant de portai sa conca aundi portant is peis po dhui ponni is manus acomenti tocat e serbit a genti digna di èssi tzerriada genti cun genti ge iat a èssi tempus!
O fintzas a èssi “sinistra” est una cosa de “tutto fa brodo”?