Provo ad essere sintetico sulla giornata di ieri.
Sassari. Lo psicodramma della crisi al comune di Sassari deve chiudersi perché sta screditando le istituzioni. Noi del Partito dei Sardi non abbiamo alcuna responsabilità nella crisi aperta e abbiamo sempre detto che va chiusa in modo razionale.
Sul futuro della città ieri si leggeva di un’ipotesi secondo la quale noi a breve andremo ad aggiungerci non ho capito bene a quale schieramento.
Potremmo apparire presuntuosi, ma noi siamo uno schieramento, non un dato aggiuntivo.
Siamo indipendentisti democratici, europeisti, solidaristi e libertari. Parliamo con tutti coloro che condividono valori e programmi. Vogliamo rinnovare l’area progressista della Sardegna, nutrirla dei contenuti della cultura dell’autogoverno e allargarla alle forze liberal democratiche compatibili con il nostro programma di governo.
Sassari ha un parco progetti in realizzazione che sarebbe da folli interrompere e una situazione politica insostenibile resa difficilissima da un eccesso di parole e dalla fatica che fanno in molti a rispettare i più banali impegni. Ci si dia l’orizzonte temporale giusto per mettere la città in sicurezza e si dia il corrispondente governo alla città. Noi siamo gente viva; l’agonia suicida è un orizzonte che non ci appartiene.
Piano straordinario del lavoro. Ieri abbiamo ripetuto di fronte alla Cisl che chiediamo un Piano Straordinario del Lavoro.
Il ragionamento è semplice. L’ingente mole di finanziamenti messi in campo da questo governo regionale per recuperare il gap infrastrutturale della Sardegna non può generare a breve l’aumento dell’occupazione di cui la Sardegna ha urgente bisogno.
Stiamo vivendo una crisi dei redditi e del lavoro profonda e grave, che necessita di interventi con un ambito temporale di realizzazione molto contenuto, diciamo entro il semestre.
Indichiamo in 110 milioni di euro le risorse attualmente disponibili: 25 milioni di fondi FSC e 85 di fondi Por e di fondi regionali, oggetto di una rimodulazione di una programamzione precedente.
Abbiamo anche esemplificato alcuni contenuti:
1) allungamento degli orari settimanali di alcuni servizi (apertura serale fino alle 24 delle biblioteche; allungamento dell’apertura delle sedi universitarie con garanzia di servizi interni e di vigilanza ecc. ecc.);
2) una grande campagna di digitalizzazione del patrimonio librario e archivistico della Sardegna;
3) un piano straordinario di scavi archeologici (finanziando accessi, vigilanza e recinzioni con i fondi FSC e il lavoro con gli altri fondi; riapriamo il grande tema dei restauri monumentali….)
4) il piano straordinario di censimento delle reti potabili e irrigue della sardegna (Abbanoa lo ha già preparato e varrebbe l’assunzione temporanea di circa 150 persone);
5) un grande intervento di pulizia e messa in sicurezza della sentieristica rurale periurbana della Sardegna;
6) un piano di eradicazione della Lymantria dispar.
Come al solito, noi mettiamo in chiaro le nostre proposte. Attendiamo che ne vengano fatte delle altre. Ciò che non tolleriamo è il tirare a campare.