Oggi sui giornali va in onda lo shocking blues, cioè una cosa senza senso che i giornalisti astenici, quelli che si sentono dire le più grandi stupidaggini e non fanno manco una domanda per sbaglio, quelli anestetizzati dal primario del sonno Artizzu, non riescono neanche a intravedere di striscio.
Il mitico assessore degli Enti Locali Imbirigu Sanna ha solennemente e mussolinianamente (nel senso dell’ostensione pettoruta e diaframmatica) dichiarato e sancito che noi sardi, ricchi da fare schifo, possiamo permetterci il lusso di non votare in uno stesso giorno per le amministrative, per il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari e per le suppletive nel collegio senatoriale del Nord Sardegna.
Noi sardi possiamo permetterci il lusso di buttare circa 9 milioni di euro in due elezioni ravvicinate (anziché la metà facendo le elezioni tutte in un sol giorno) senza che una sola persona abbia niente da dire.
Non solo. Nello stesso giorno, cioè oggi, accade che l’assessore tempiese (per provenienza e per destinazione delle sue politiche) Biancareddu dica che la scuola non ha soldi perché non ci sono soldi.
Trovi il modo Biancareddu di parlare in ventenniese con Imbirigu, magari potrebbe recuperare 5 milioni di euro, anche nel momento in cui la Sardegna viene a sapere dal CRENoS (sempre sia lodato) che la crisi Covid ci costerà circa 4 miliardi di ricchezza prodotta.
Tutto questo è normale nel mondo descritto dalla celebre canzone La classe degli asini, ma è possibile che nessun giornalista faccia più le più scontate domande? È possibile. È possibile che l’opposizione abbia solo riflessi lenti per cui oggi, a scoppio ritardato, fa la battaglia sul Piano casa e non si accorge delle goffe manovre di Imbirigu? Non se ne accorge, o meglio, le condivide. Palla in tribuna e partita finita. Amen.