Avantieri, in un’aula di giustizia sarda, è stato sostenuto da un Pm che chi chiede un favore, magari illecito, non è sospettabile di nulla, anzi, se intercettato a commettere reati, i suoi reati non sono reati perché il testimone serve alla Polizia giudiziaria, mentre chi riceve la richiesta è colpevole o sospettabile di esserlo.
Vorrei sommessamente far notare alla dott.ssa Ornano, l’unico magistrato cui posso rivolgermi pubblicamente per aver accettato di sedermi a discutere (e lo rifarei) con lei, che, invece, il magistrato sardo che chiedeva favori a un altro magistrato ben noto alle cronache, e li otteneva, continua a esercitare il suo ruolo e a ergersi come immacolato. Io, dottoressa, non sopporto la sproporzione del privilegio che protegge la vostra categoria, mi fa schifo, e finché avrò fiato, lavorerò a dipingervi per quello che spesso siete: dei prepotenti privilegiati e impuniti.
Oggi però, vorrei rivolgermi un attimo ai tanti uomini politici della Sardegna che di fronte alle bardane di certa magistratura tacciono e si sporcano la mutanda. Oggi vorrei invitarli ad andare a vedere il film Peso morto sulla vicenda giudiziaria di Angelo Massaro, che si è fatto 21 anni di carcere ingiustamente, per una intercettazione fraintesa e trascritta male. Non si pensi che queste cose non accadono in Sardegna, basti ricordare la vicenda di Saverio De Sario. O forse, dico forse, perché il potere è spesso più forte della verità, basterà seguire il processo di appello a don Usai, dopo quello allucinante di primo grado, dove emersero cose così gravi sulla conduzione delle indagini che vennero messe inevitabilmente a tacere.
So perfettamente che molti ritengono queste affermazioni inutili perché non ottengono subito il risultato di cambiare le cose, ma a questi io rispondo come il Cyrano di Guccini: “E voi materialisti, col vostro chiodo fisso / Che Dio è morto e l’uomo è solo in questo abisso / Le verità cercate per terra, da maiali / Tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali”.
Io ho studiato il latino e so che cosa vuol dire gutta cavat lapidem. Personalmente ho la logica e l’etica della goccia (non sarei un’indipendentista democratico) e mi è sempre piaciuta una guida all’ascolto del preludio n.15 di Chopin che fece don Giussani, un vero manifesto politico del valore delle vite che silenziosamente, ma inesorabilmente, afflitte dalle debolezze e dagli errori, restano fedeli alla verità che comprendono.
ho letto un resoconto del caso Scardella e mi è venuta la pelle d’oca…
ammazzato da un rappresentante dello “stato”
e questa ora va in giro per le tv a pontificare?
ma con che coscienza si corica la notte?
Recentemente l’Unione ha scritto di un murales dedicato ad Aldo Scardella
Quando l’Unione era tale, attaccò ed inseguì la verità; piace ricordare che la PM che fu censurata per il suo comportamento e le sue responsabilità in quel suicidio adesso fa l’opinionista in TV su rete4
Quando un popolo non ha memoria..
Dimanda, pregonta: Ma sos ‘políticos’ ite tenent de timire si menzus s’imbrutant sas mudandhas (e fintzas àteru)?
Ca a irballare za podimus irballare totugantos (NO…, b’at magistrados chi no irballant, nàschidos infallíbili!) e che podimus fintzas finire in galera ‘a gratis’, chentza curpa, ma, a parte totu sos manizos de sa política pro resessire a fàghere un’amministratzione de cosas e maneras lezítimas, tenent cosa pro timire sa zustíssia? E sa prima cosa chi depent fàghere, sos políticos de sas assembleas legislativas no sunt fossis sas lezes?
Splendida chiusa
A conferma che queste cose accadono, di frequente, anche in Sardegna, basta ricordare, tra le tante, la vicenda eclatante di Pietro Paolo Melis di Mamoiada assolto dopo 18 anni di carcere. Condannato per una perizia fonica che riconobbe, erroneamente come sua, la voce di uno dei sequestratori di Vanna Licheri.