L’Italia è un Paese senza senso del pudore e, per questo, capace di impennate moralistiche ferocissime.
Tutti abbiamo assistito al linciaggio pubblico, progressivamente montato e rimontato, contro Chiara Ferragni per la campagna pubblicitaria priva della beneficenza promessa. L’inchiesta giudiziaria è in corso, magari alla fine il quadro delle responsabilità risulterà diverso da quello ipotizzato, ma poco importa: la sentenza pubblica è stata già eseguita ed è stata proposta dai media come adeguata perché, appunto, c’era di mezzo la beneficienza e la buona fede pubblica gabbata per interesse. Personalmente penso che Ferragni abbia commesso un fatto grave, ma ho sempre dubitato, anche, che a guidare l’indignazione contro di lei sia stata un’invidia sociale e commerciale che ha usato il fatto come pretesto per distruggere un’icona il cui successo rodeva nel profondo. Ferragni non è stata punita per un errore grave; un errore grave è stato usato per distruggere senza appello Ferragni.
Ferragni non può fare ammenda per molti media; può solo ritirarsi, seppellirsi, rinunciare a esistere.
Sono tecniche da linciaggio che si stanno ripetendo con sempre maggiore frequenza, ma che non possono realizzarsi contro qualsiasi soggetto.
Nei giorni scorsi è stato scoperto dalla Procura di Milano un vasto sistema di caporalato da parte di aziende che si servivano di aziende cinesi sparse nel territorio della Lombardia. L’indagine ha portato all’amministrazione giudiziaria della Giorgio Armani Operations, società del Gruppo Armani che “non avendo la capacità produttiva per portare a termine le commesse internamente, avrebbe a sua volta subappaltato l’attività a opifici abusivi che facevano ricorso a manodopera cinese in nero e clandestina, con orari di lavoro massacranti (si parla di 14 ore) e paghe orarie molto basse” (Sole 24 Ore). La Giorgio Armani ha garantito massima collaborazione con l’autorità giudiziaria; Ferragni fece di più: versò il denaro che aveva promesso di versare per le opere di bene e che non aveva versato, ma non bastò.
Ora c’è da chiedersi perché dinanzi a una cosa così grave, come il servirsi di imprese dove viene praticato il caporalato, la questione Armani è durata un giorno o poco più e la questione Ferragni dura ancora. Il motivo credo sia semplice: Armani paga fior di soldi per la pubblicità dei suoi prodotti su moltissimi giornali, siti e tv; Ferragni si faceva pagare per fare pubblicità a diversi gruppi e prodotti. Per Armani la notizia ostile dura un giorno, per Ferragni dura per sempre. Questo è il moralismo: il contrario della giustizia.
E tuttavia, rispetto alla presunta speculazione sulla disabilità oggetto del caso Ferragni, c’è chi fa’, peggio, con l’aggravante che sono figure istituzionali, che come avvoltoi si gettano sui disabili e relative famiglie,succhiandone il sangue,col beneplacito dello Stato,in relazione a cui avere un disabile in famiglia diventa colpa grave. Provate ad informarvi cosa costa il ricovero in rsd di un giovane disabile. Una vacanza ai Caraibi costa meno. E per pratiche giudiziarie come si attaccano gli addetti ai lavori? È uno squallore totale ma rispetto a questo lo Stato o presunto tale, tace ed acconsente anzi peggio ancora spinge alla rovina le famiglie….
Personalmente non sono per il cd linciaggio pubblico, anzi diffido persino dei tribunali ufficiali, noti i numerosi casi di persone innocenti condannate e di delinquenti a piede libero a recidivare, per cui se c’è sfruttamento o raggiro il mio giudizio negativo vale per entrambe le parti. Ma la Ferragni, visto che pubblicamente ha fatto la sua fortuna, abbia allora pubblicamente il coraggio di rispondere ad alcune domande fondamentali. 1) E’ vero o no che per quanto riguarda la donazione nei due casi di disabili /malati lei si prendeva un cachet miliardario, quindi una cifra enorme rispetto alla presunta beneficenza ai veri bisognosi? Quando sarebbe stato corretto se mai esattamente il contrario? E che beneficenza è, moralmente parlando, se io prendo miliardi per farla, se non una beneficenza a me stesso? E’ vero che i soldi della cd beneficenza erano versati direttamente dalla ditta e ad un prezzo prestabilito, indipendente dal numero di prodotti venduti? Ed è vero o no che lei era al corrente di questo ma che la versione ufficlale era che la beneficenza sarebbe stata in proporzione al numero dei prodotti venduti? far chiarezza su queste cose pubblicamente da parte della diretta interessata, sarebbe la cosa più opportuna prima di fare inutili confronti tra un caso e l’altro, ovvero di parlare di un’ingiusta discriminazione mediatica della Ferragni rispetto ad Armani. Non c’entra il confronto con Armani: è uno spostare l’attenzione su altro per distoglierla dai problemi fondamentali. Armani poi risponderà per quello che dovrà rispondere, ma è vero che, infine, nel caso delle beneficenze attribuite alla Ferragni ( Balocco/Dolci Preziosi) c’erano dei trucchi per i quali l’Antitrust l’ha sanzionata, e non degli innocenti “errori di comunicazione”?
@ Genoveffo Perché no, avanti con la querela. Detto da uno che si nasconde dietro uno pseudonimo, è un onore! Anche perché la legge punisce anche le cause temerarie.
Giorgio Armani non è indagato:questa è la differenza,sostanziale.Il resto sono chiacchiere e se le porta via il vento e magari una querela.Saluti.
lo racconta anche Saviano in “Gomorra”. In Campania è pieno di laboratori clandestini che producono per gli stilisti italiani (non solo Armani), abbigliamento che viene venduto soprattutto all’estero
Però qualche differenza c’è tra i due casi. La Ferragni si è esposta in prima persona nella campagna pubblicitaria, Armani non credo gestisse lui i sub appalti.
Ma soprattutto la Ferragni ha costruito e alimentato la sua carriera con la sua esposizione mediatica, senza quella non esisterebbe. Esposizione mediatica della sua immagine, di se stessa, della sua famiglia. E’ quasi normale che al primo passo falso il mondo del web ti si rivolta contro. Nel sua caso è stata attaccata la persona perché il successo è della persona fisica, non di una azienda. Le aziende vengono a traino dell’immagine pubblica della Ferragni. Per Armani è esattamente il contrario. Si sono create aziende e da qui la visibilità della persona.
@Franca, per me l’errore della Ferragni e grave, quello di Armani, qualora fosse provato, sarebbe odioso. Dico odioso perché impiegare manodopera a basso costo per 14 ore al giorno per me è rubare ai bisognosi per arricchirsi. Cosa avrebbe rubato? Tempo di vita e libertà. Invece, la Ferragni, avrebbe tolto a noi “benefattori” per arricchirsi, ma di fatto non avrebbe tolto a sofferenti e bisognosi, al massimo non avrebbe dato. Comportamento grave, si, ma in fin dei conti con meno conseguenze sui deboli.
Tuttavia la Ferragni vine lapidata e condannata all’oblio (personalmente non mi sono mai interessato al suo business e non credo di averlo mai alimentato), mentre Armani continuerà a fare profitti grazie a milioni di complici che ne acquistano i suoi prodotti, perché culturalmente la povertà è vista come una colpa del singolo e non come un’ingiustizia perpetrata dal potere economico su tante persone a cui non vengono offerte reali e concrete alternative di vita.
Lo sfruttamento dei poveri è conosciuto da tempo, non fingiamo che sia solo di Armani e solo dei cinesi. La Ferragni (che ora mi fa pena da quando persino quel gentiluomo del marito l’ha mollata) ha fatto della sua immagine la superdiva che sbatte in faccia la ricchezza a chi vive di stenti. Questa è una società orribile dove gli esempi sono una assolutamente spaventosi. Per fortuna ieri ho sentito due bambine (,guardando i quaderni della Ferragni) che si chiedevano: ma chi è la Ferragni? A 12 anni una di 35 è una vecchia (in tutti i tempi)
Condivido esattamente quanto riportato. Il caso Ferragni è stato amplificato soprattutto perché la meloni ne ha parlato in un comizio e Fedez molto spesso gli parlava contro. Armani invece fa parte del circuito destra meloni quindi poco risalto.
Sono prodotti discografici con scadenza , sarebbe uscita di scena ugualmente . Il casino dei sub appalti ne abbiamo ogni giorno , volete tanto inseguire il modello nordico , iniziamo a raddoppiare le paghe , dimezzare le ore di lavoro e fare la settimana corta . Ma tutto questo e’ un utopia , perché il Padrone vuole stra guadagnare e il sistema non vuole che il cittadino si arrucchisca, stiamo lavorando per le tasse . E’ la realtà, mi spiace . L Italia e’ un Paese finito.
Penso che il confronto non sia calzante. Le pieghe che assumono le vicende umane sono imprevedibili, anche se apparentemente simili. Non mi risulta che la Ferragni abbia mai sinceramente chiesto scusa. Eppure quello che è successo non si presta ad equivoci indipendentemente da quello che sarà la sentenza su di lei. Anche questo condiziona l opinione pubblica, non solo i massmedia…
Mi è piaciuto molto quello che ha scritto. Non conoscevo la vicenda Armani ma sapevo dell’esistenza di queste aziende di cui si servono tanti marchi blasonati dalla lettura anni fa di un libretto della Laterza che denunciava tutto.
La Ferragni è sempre stata un fenomeno per me boomers inspiegabile e anche un po’ inquietante, peró la lapidazione mediatica la trovo crudele e aspetterei l’accertamento dei fatti giudiziari che spesso sono diversi da quelli mediatici, come lei ha già scritto.
@ Francesco Assoluzione di piazza 2
@ Franca Assoluzione di piazza 1
Se avete sentito parlare la Ferragni rappresenta il vuoto assoluto di significato, eleganza , stile, la vedo come una venditrice di nulla alla Vanna Marchi. Conosco da anni Armani da vicino, rappresenta l’ eleganza italiana nel mondo, parliamo di una persona che ha fatto tanta beneficenza senza pubblicizzarla, uno spessore culturale, etico, estetico e morale anni luce dalla Ferragni, se poi a 90 anni suonati qualcosa gli sfugga di mano é anche comprensibile dopo 40 anni di made in Italy irreprensibile. Insomma il confronto non si può fare.
Il caso Ferragni è oggettivo,ha usato la beneficenza sui bambini realmente ammalati,e poi mai effettuata per riempirsi le tasche,ha chiesto cachet esorbitanti non so neanche a quale titolo.la sua immagine è basata sulla menzogna.Armani crea ,fa beneficenza in silenzio come è giusto che sia, è le commesse che lui demanda per fare lavorare terze persone,si perdono nei sub appalti,dove l’ intermediario vuole lucrare,ma sono certa che la credibilità e l onestà di Giorgio Armani né uscirà pulita.Altresi sono certa che la Ferragni non ne uscirà pulita.
L’opinione pubblica è come una bandiera al vento , sventola dove il vento la spinge !!!! Chi riveste le sembianze del vento : i giornali e le consorterie che stanno dietro i loro consigli di amministrazione !!!!!! In questa società malata , si costruiscono fortune e si distruggono vite per ordini ed interessi superiori rigorosamente occulti ,ma perennemente presenti in ogni aspetto sociale . Non si sa se sia meglio starne alla larga o abbozzare qualche timida difesa !!!! Che ci piaccia o no ,questa e la nuova mafia dei colletti bianchi che tutto vede , indirizza,persegue e spesso crudelmente uccide .
Basterebbe leggere bene le etichette dei grandi brand…grandi sorprese sui luoghi di produzione!!!
@ Domenico Ma io non mi sono occupato della marginalità dei grandi marchi, ma del diverso trattamento che la cosiddetta opinione pubblica riserva alle persone.
Funziona così in ogni campo…un tavolo che noi facciamo a 1000e viene venduto a 12000…è inutile che ti fermi a un solo marchio
Distinguo due aspetti :
● quello di Armani è il vero potere economico che abusa dei bisognosi, lo chiamo furto/ladrocinio, perché ha sottratto soldi ai bisognosi di lavoro per continuare ad ingrassare il suo già grasso impero…e i media sapevano
● non so se il brutto atto che ha fatto la Ferragni sia un atto fatto con cinismo e la consapevolezza di imbrogliare il pubblico, oppure è un atto fatto da chi curava i suoi interessi, approfittando della sua ingenuità…🤔 in dubbio…
non è ancora una cosa certa, certo è invece che Lei difficilmente si riprenderà da un fatto simile perché, come dice Paolo, la giustizia social ha già deciso per la forca…
Si chiama vile, avida, dannosa pocrisia.
La stampa nazionale ne fa gran uso a vantaggio dei più forti per tutelare se stessa .
Disprezzo moltissimo per quello che avrebbe fatto la Ferragni e inorridisco ancora di piu per il sistema di caporalato lombardo della Armanioperation.
Sono tre situazioni ORRIBILI
Si può sperare in una Italia migliore?
Ho letto il commento sopra riportato.mi chiedo quanta gente la pensi così e se come presumo sia abbastanza perché subisce in silenzio?
Un ulteriore elemento: gli influencer di successo sono pochi e molto invidiati. I subappaltatori ai Cinesi sono moltissimi e molto ammirati.
La storia dei super-tollerati sub abbalti “cinesi” è nota da decenni: pratica disgustosa ma indispensabile e quindi socialmente condivisa.
Ma la Ferragni…
Quando vi è una ricchezza enorme da una parte vi è povertà e vittime di sfruttamento dall’altra.
Il sistema attuale è immorale, proprio per questo.