Un grande trovatore, il primo, il mitico Guglielmo IX duca d’Aquitania e conte di Poitiers, era un durissimo anticlericale (e ne aveva tutte le ragioni). In una sua celebre canzone, rinfaccia ai chierici che mentre loro chiacchierano d’amore, lui e la sua dama Bon Vezi, hanno la “carne e il coltello”, cioè lo praticano, lo vivono.
Non ho mai nascosto che l’insularità in costituzione è stata una mobilitazione inutile per cucire un nuovo vestito, una nuova chiacchiera assolutamente inutile, a antiche questioni (per rimanere nella metafora provenzale, una chiacchiera).
Il costo dell’insularità era già stato calcolato da Paci e Pigliaru; i conflitti tra i poteri dello Stato e quelli della Regione vantavano e vantano, ormai, una lunga serie di sentenze della Corte Costituzionale che non sono state spostate di un millimetro dalla pomposa dichiarazione in Costituzione sulla insularità dell’isola di Sardegna.
Ho sempre sostenuto gli sforzi di quanti senza troppa retorica combattono per l’uguaglianza dei sardi di fronte alla legge e alle opportunità e lo fanno in modo corretto, sapiente, lucido (non come è stato fatto in Consiglio regionale nella ultima legge cosiddetta ‘Omnibus’, dove hanno trionfato gli emendamenti orali (non è il titolo di un film sexy) in un clima da putiferio diffuso, con gli stenografi del consiglio impazziti a annotare gli emendamenti perché il sistema era andato in tilt. Così non si fanno le leggi, si fanno i casini).
Silvio Lai, deputato della Repubblica italiana e del Pd, ieri ha illustrato questi semplici emendamenti alla finanziaria nazionale italiana che hanno come primo obiettivo includere la Sardegna, non compresa nella rete del gas metano nazionale, negli sconti sul caro-energia di cui godranno gli altri italiani.
Questo è il modo di superare il gap insulare, non i convegni, le chiacchiere, i comitati, le code da pavone, le lavatrici per far diventare la Destra cagliaritana sinistra e la Sinistra Destra.
Adesso la Destra al potere voti gli emendamenti Lai e dimostri realmente che il vincolo della nazione comune (quella sarda) è più forte del limite geografico (l’insularità). Il problema è, infatti, che l’insularità è nata per annichilire il concetto della Nazione Sarda, così caro a Lilliu, perché il concetto di Nazione mette in campo vincoli sociali e culturali che invece la costrizione geografica non evoca e la Destra cagliaritana ha sempre guardato come fumo negli occhi l’unità politica dei sardi, dai tempi in cui bastò uno sguardo di Angioy alla Francia perché i suoi di Cagliari lo tradissero ferocemente a favore delle forche dei Savoia e del giudice Valentino (forse si può cominciare a capire perché mi stanno sulla punta del naso certi magistrati, quelli capaci del sadismo pubblico).
Negli emendamenti Lai compare anche l’insularità per una cifra simbolica: cento milioni di euro. L’insularità costa circa 800 milioni l’anno, quindi la proposta Lai è come un ballon d’essai, uno scandaglio delle buone o cattive intenzioni della maggioranza di governo. Ovviamente il Governo non è nelle condizioni di mettere neanche un euro e questo dimostrerà che non è l’aver ribadito che la Sardegna è un’isola ad aver mutato le sorti della Sardegna; i destini sardi cambieranno quando i sardi agiranno uniti, come nazione, in posizione dialettica verso lo Stato italiano. Allora le cose cambieranno.
Infine troviamo l’emendamento sull’Einstein Telescope, l’emendamento anti scippo. Mi pare cosa buona e giusta e io non smetterò mai di dire che questa importante infrastruttura scientifica e tecnologica è merito esclusivo di Mario Calia, il sindaco di Lula, che è una dimostrazione vivente di che cosa sia la cultura della fabbrica e del sindacato. Io a lui non devo niente, lui mi deve una clamorosa presa in giro; Lula dovrà a lui se sarà il centro di uno sviluppo sostenibile fondato sulla conoscenza, sulla verità, non sulle chiacchiere.
Maria Luigia, l’on. Silvio Lai è un medico specializzato in odontoiatria e giornalista pubblicista. Politicamente proviene da una famiglia democristiana e, seguendo un percorso formativo nelle Acli di Sassari prima di fare il salto in politica, viene eletto consigliere regionale a 38 anni. Successivamente diventa senatore nel 2013 al parlamento nazionale, XVII Legislatura, nelle fila del Partito Democratico. Oggi è senatore della Repubblica italiana, sempre per il partito democratico.
Fra tutti i neo eletti parlamentari della compagine sarda a rappresentarci a Roma dovrebbe essere il più titolato. Perciò in condizioni di estendere semplici emendamenti, impastati con farina del suo sacco!…
Gentile signora Maria Luigia, mi permetta di credere che lei abbia qualche deficienza in…formativa. Ritorni a settembre.
Non so chi sia l’onorevole Lai, so che questi emendamenti sono da tempo gli stessi di onorevoli di centro destra. L’importante è che passino
Ma lo hanno capito che l’insularità in Costituzione non produrrà effetti se prima non verranno modificati alcuni importanti regolamenti comunitari che non possono essere disattesi o elusi, pena costose e dannose procedure d’infrazione?
Bisogna lavorare con Bruxelles e non con Roma. Ma temo, stando alle ultime notizie, che in quei palazzi aprano le porte più agli sceicchi arabi che non a quattro politici sardi squattrinati.
… ma Giagoni era quello che regalava le agendine blue …e che quando gli hanno fatto notare che le date erano in numeri arabi …ha smesso di regalarle ?
Chissà se quel Dario Giagoni, votato con un vergognoso 55% in gallura, saprà leggere e capire gli emendamenti dell’on.Lai.
Forse ha ancora in mente la compagnia aerea di bandiera 4 mori.
Sos políticos sardos pessant de prenare sos sacos issachendhe néula o peràulas (bellas comente sunt in italianu e in ingresu): a issos lis depet andare bene ca pesant cantu su torracontu personale o pagu prus e su bóidu a pressione pro sa Sardigna.