Almirante, non c’è nulla da fare, Almirante ha lasciato il segno su Giorgia Meloni. Quel suo non rinnegare, ma non restaurare il fascismo, era condito di provocazioni sempre ben studiate, finalizzate a far reagire senza pensare, a scatenare riflessi istintivi piuttosto che ragionamenti, in modo poi da invocare la agognata restaurazione dell’ordine compromesso.
E dunque la camerata Giorgia che ha fatto?
Quello che le hanno insegnato da piccola: ha sputato in faccia alla memoria di tre grandi vittime del fascismo per non far ragionare troppo sulla condizione miserevole che accompagnerà oggi la sua partecipazione al Consiglio di Europa, con una linea che va dalla glossa (“che cosa significa riarmo?”) al nulla, la linea dell’isolamento equivoco, con Trump contro Putin che bacia in bocca Trump e fa la linguaccia all’Italia.
Cosa ha fatto il PD? È scoppiato in una crisi di nervi.
Ma chi li manda questi in Parlamento?
Ma che cosa sarebbe stato di loro e di noi, soprattutto, se avessero governato ai tempi delle grandi provocazioni della Destra italiana, da Piazza Fontana alla strage di Bologna, all’Italicus, all’omicidio di Piersanti Mattarella?
Questi bambinetti isterici, facili all’indignazione perché avvezzi alle comodità parlamentari (cosa c’è di più semplice che indignarsi e gridare vergogna? Chi non lo sa fare?), se si fossero trovati di fronte i parenti sporchi di Almirante (quelli che, ormai lo sappiamo, facevano il lavoro sporco per chi fraintendeva la lotta al comunismo sovietico con la licenza di uccidere chi non si allineava ai cattivi costumi dell’Alleanza Atlantica, Moro e Piersanti Mattarella docunt) cosa avrebbero fatto?
Avrebbero portato l’Italia alla guerra civile perché provocati?
Ho appena finito di leggere il libro di Claudio Martelli Il merito, il bisogno e il grande tumulto, scritto bene e rilegato a cazzo dalla Nave di Teseo (non sopporto gli editori che risparmiano su copertina, dorso e colla).
Se chi ha organizzato la manifestazione pro Europa in Piazza del popolo lo avesse letto, avrebbe distribuito un nuovo manifesto europeo piuttosto che il manifesto di Ventotene, non foss’altro perché avrebbe capito che il Pd di oggi non ha un solo grammo in comune con Spinelli, Rossi e il grandissimo Colorni .
Lo dico con certezza, perché conosco il Pd.
Solo i vecchi, quelli che stanno morendo o si sono ritirati sia nell’area cattolica che in quella comunista e socialista, avevano e hanno le palle per misurarsi con gente che ha fatto 20 anni di galera o che, come Colorni, da libero, tornò a Roma a fare il partigiano e venne ucciso dalla banda Koch.
I fighettini che ieri hanno pianto in Parlamento, o urlato, o si sono sbracciati, dinanzi a un arresto e al rischio di un pestaggio non sembrano avere la tempra per reggere. E infatti la Meloni, educata da decenni di scuola alla provocazione post-fascista, ha avuto gioco facile a farli reagire così da non ragionare e dal far finire una difficilissima seduta parlamentare per il governo italiano in una seduta di cordoglio isterico.
Il manifesto di Ventotene, con tutte le ingenuità che lo contraddistinguono, perché scritto in prigionia con scarsità di informazioni e di letture (e infatti il solito pigrissimo Cerasa, quello che L’Unione Sarda paga per dire le ovvietà più scontate, ha gioco facile a ripubblicare sul Foglio di oggi un testo critico di Ernesto Galli della Loggia sul Manifesto di Ventotene, come pure il Corriere della Sera non può che barcamenarsi affidando a un ex repubblicano come Carioti il compito di spiegare che lo stesso Spinelli corresse il tiro, una volta libero, delle maggiori ingenuità del Manifesto) non ha niente a che vedere con il disordine idologico, culturale, strategico e tattico che anima il Pd.
Il Manifesto di Ventotene appartiene a quel campo minoritario che in Italia è costituito da azionisti e socialisti, quel territorio che piacque a Gobetti, a Rosselli, a Giustizia e Libertà, ai migliori repubblicani e ai migliori socialisti, passati e presenti.
Il Pd è lontano mille miglia da queste visioni, è un’accozzaglia di centristi e di post comunisti con innesti della pseudo-cultura gender e woke, tutti uniti solo ed esclusivamente da una visione lucidissima del proprio desiderio di potere, in questo sodali dei Cinquetasche.
Sapendo di avere davanti ziteddi, come dicono a Maddalena, la Meloni, che aveva ed ha da gestirsi un problema grande come una casa in politica interna e estera ( a mio avviso sta cercando il pretesto per le elezioni anticipate, perché non può continuare in questo rapporto equivoco con la Lega), ha sputato dritto nell’occhio dei fighettini, sapendo che al Pd poco cale di Spinelli e Rossi, perché non li leggono, non li hanno letti, e se li avessero letti, non li avrebbero capiti, ma anche che un gesto ‘almirantiano’ avrebbe comunque indotto i bambini e le bambine, dall’indignazione facile e borsittedda Prada, ad alzare la polvere per sentirsi vivi.
Ecco fatto, l’Italia è servita: oggi gioca la Nazionale e tutto torna a posto.
Come mai molti giornalisti di sinistra scrivono che la Meloni ha ragione
Egregio, concordo con Lei come la piazza non sia la soluzione se si opta per la democrazia rappresentativa. Il vero problema è che in troppi si vota Tizio o Caio, partito A o partito B con leggerezza. Per un verso si va a simpatia, per un altro per aspettative di convenienza piuttosto che per compiacere un amico o conoscente. Se il panorama politico è composto prevalentemente di -oni (eh ne conosciamo sì …) piuttosto che incompetenti, cialtroni o vanesi è perché NOI in larga parte siamo così. Saluti.
Ho capito, lei è un futurista, crede nel valore catartico della violenza. Io no.
Monumentale, Professore. Davvero complimenti. Analisi lucidissima e piena di verità.
Vada a spiegarlo ai futuri disoccupati in seguito agli aumenti dei dazi e ai pastori sardi che non potranno vendere il loro latte
La piazza è salvifica quando è popolare e non populista. Certo si può correre il rischio della violenza, vedi latte versato , ma è anche il luogo da cui può emergere una nuova leadership sia culturale che politica
Per me la piazza è sinonimo di forca. Io credo molto nella civiltà della democrazia rappresentativa, sebbene capisca che la democrazia funziona molto bene a livelli alti e diffusi di istruzione e di civiltà, meno quando ci si imbarbarisce.
Egregio Professore non capisco se per Lei sia peggio per gli italiani avere una presidente del consiglio paraalmirantiana o degli oppositori parlamentari ingenui e facili a cadere anche nelle più becere provocazioni. Per me la soluzione al dilemma si incomincia a intravedere sia in Sardegna che in Italia: la piazza
La Meloni ha fatto l’unica cosa che un vero politico doveva fare in quell’inutile dibattito sul niente. Con buona pace delle opposizioni.
“… con una linea che va dalla glossa (“che cosa significa riarmo?”) al nulla,”
Temo che piuttosto il passaggio è stato dalla glossa al glande.
Antonio il governo italiano mandò il nostro Antonino Arconte, ufficiale Gladio a cercare aiuto in Israele per la liberazione dell’onorevole Moro una settimana PRIMA del suo sequestro come ampiamente dimostrato da documenti certificati in ogni grado di giudizio, in libreria “L’ ultima missione di G71, (Mursia editore) o blog
https://g-71.blogspot.com/?m=1
A proposito dei fighetti PDioti che siedono in parlamento cosa dobbiamo pensare della Schlein che dice che “TRUMP non sarà mai un nostro alleato”? Che se per disgrazia assoluta andassero al governo usciremo dalla NATO dal G7 etc?
Ma chi le ga suggerito questa cazzata, la sua ARMOCROMISTA da €300 l’ora che magari sarà anche il mandatario elettorale della Todde?
😂😂😂
Caro Paolo, intanto complimenti per l’uso di “italioti”. Non sono sicuro che tu faccia riferimento agli abitanti della Magna Grecia. Io comunque preferisco, non senza una certa forzatura, a considerarla una crasi, dove il secondo aggettivo prevale decisamente sul primo. Forse uno di quelli che uso più frequentemente quando parlo dei nostri connazionali. Eh già, in parlamento li mandiamo noi. Non ricordo di chi sia , ma sono sicuro che un noto, e oramai passato a miglior vita, politico italiano dicesse che in effetti la prova che la nostra sia una democrazia rappresentativa risieda nella qualità di chi ci rappresenta.
La Meloni riesce a maneggiare l’opposizione a suo piacimento in quanto all’interno dell’opposizione si hanno una cozzaglia di partiti con differenti idee, che riuniti solo i un unica causa cercano di far cadere la Meloni dal trono. Basti pensare Frantoiani, Bonelli, Renzi, Conte. Creano polemiche sterili dove la presidente riesce a sminuire le proprie figuracce. Renzi ha diviso il PD, ha cercato di creare il famoso terzo polo, e esce in televisione con “Se il centrosinistra non va unito non riuscirà mai a vincere le elezioni”, nessuno ha il coraggio di rispondere a un partito con il 2% dei voti? A mio avviso se i vecchi politici non si risvegliano, la meloni resterà al governo per almeno altri 20 anni Aimè…
Egregio, chi li manda questi in Parlamento? Elementare Watson, gli stessi che mandano le Todde, le Manca, i Truzzu, i Comandini & Co. In un paese che ha conosciuto un minimo di rispetto reciproco soltanto quando i suoi cittadini hanno dovuto sporcarsi le mani per ripulire dalle macerie della guerra (e non è che anche allora non esistessero furbetti e profittatori) cosa si pretende che la politica possa rappresentare? Per discutere di cosa? È balzata agli onori della cronaca la lamentela della moglie di Frattoianni, anch’essa parlamentare, per aver dovuto svegliarsi alle sei del mattino per partecipare ai lavori convocati per le 08.30. Con gente così dove possiamo andare? Vi immaginate questa gentixedda deliberare per mandare i propri figli (di qualunque gender) a far parte delle forze armate europee rischiando una pallottola nella difesa dell’Ucraina? E lasciare vuoto il tavolino sul quale ogni giorno atterra lo spritz pagato da genitore 1 e genitore 2?
Dai, per una volta almeno siamo seri. Saluti.
Forse è il caso di rispolverare la Carta di Chivasso, più che il Manifesto di Ventotene, ma che lo dico a fare?
Buongiorno “Ma chi li manda questi in Parlamento? ” Noi perché si vota per ideale , gli Stati Uniti hanno reso pubbliche le carte del sequestro Moro e pare che l’Italia aveva chiesto aiuto per liberarlo ma gli Stati Uniti non hanno mai risposto ed il PD è allo sfascio