Noto che sin dalle prime dichiarazioni dei partiti che compongono la maggioranza di governo in Sardegna, si vede il prevalere della solita impostazione dell’omogeneità politica del governo sardo col governo italiano, un’omogeneità che dovrebbe portare vantaggi. Bisogna però aver ben chiaro che cosa sia l’Italia.
Primo punto: il governo delle emozioni, quello che approva la nuova legge sulla riforma della legittima difesa (e la Sinistra italiana riesce a farsi mettere nell’angolo dei sostenitori dell’obbligo di Stato a restare inermi anche in assenza dello Stato) e respinge gli emendamenti per punire il Revenge porn, cioè la diffusione in rete di immagini intime contro la volontà degli interessati (prevalentemente donne), questo governo produce 6 miliardi di euro di debiti al mese che verranno coperti o con nuove tasse o con nuovi tagli o con l’aumento dell’Iva dopo le elezioni europee. Ciò significa che, per esempio per la Sardegna, i crediti oggi vantabili per la vertenza entrate e per gli accantonamenti grazie alle iniziative svolte in giudizio da Paci, se tutto andrà bene, verranno restituite in comode rate ventennali.
Secondo punto: lo Stato centralista, conformista e intimamente autoritario e sostanzialmente nordista, come è da secoli lo Stato italiano, reagisce all’aumento della complessità con la schedatura. La legge in approvazione in Parlamento prevede che i dipendenti pubblici non timbrino più il cartellino ma usino o l’impronta digitale o l’iride. Chi gestirà l’enorme mole di dati, questa volta non anagrafici ma fisici, di milioni di italiani? Ovviamente lo Stato, che per definizione è sempre buono, democratico e liberale, ma intanto scheda, può fare confronti, vedere chi è stato dove e perché. Immaginate di incrociare questa banca dati con i nuovi poteri previsti per la Polizia Giudiziaria dalle novelle leggi anticorruzione e fatevi un’idea dello Stato poliziesco e morboso che sta costruendo la piccola borghesia italiana promossa dal rancore alla guida della Repubblica.
Terzo punto: Era stato più volte affermato che Quota Cento sarebbe stata una grande occasione non solo per andare in pensione (e fare debito) ma anche per aprire nuove opportunità di lavoro per i giovani. Nei giorni scorsi Il Sole 24ore ha dimostrato che il 90% dei posti che si renderanno liberi per l’adesione degli aventi diritto alle previsioni della legge non verrà coperto. Un imbroglio tutto italiano per acquisire il voto, producendo debito, di qualche milione di prepensionati italiani.