Come tutti sanno, l’inchiesta Ippocrate ha concluso la lunga fase di attesa del processo (cioè la fase della prima pena cui si viene condannati in Italia, quella dell’esposizione pubblica, quella durante la quale si sente solo la voce dell’accusa) ed è giunta al processo: tutti gli imputati meno uno (Gianfranco Congiu) sono stati rinviati a giudizio, anche per la scelta dei collegi difensivi di non scoprire le carte in questa fase dibattimentale (e anche su questo ci sarebbe da riflettere sui meccanismi del non detto e non scritto giudiziario).
Adesso, senza poter essere sospettati di alcunché, si può finalmente parlare degli aspetti politici del processo, cioè di quei fattori contestuali di nessun rilievo penale (e infatti parleremo di fatti non perseguiti dall’Autorità giudiziaria) ma significativi per capire come si fa politica in Sardegna. Sebbene niente impedisca di fare nomi e cognomi, faremo solo quelli dei personaggi noti. Non serve dare un nome e un cognome, serve ragionare sui ruoli sociali svolti. Inoltre, poiché la legge consente solo di citare i documenti, ma non di riprodurli integralmente, mi atterrò scrupolosamente a questa regola, per cui citerò ma non riprodurrò. Ricordo a chi mi volesse incriminare per il solo fatto che sono in vita (pro tempore), che io sono iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti.
L’attacco di Dedoni ad Augusto Cherchi Il leader dei Riformatori oristanesi, Attilio Dedoni, già consigliere regionale, viene ascoltato dalla Polizia giudiziaria il 30 gennaio 2017. Aveva già fatto pervenire attraverso l’on. Angelo Carta, allora consigliere regionale sardista, ascoltato il 24 gennaio 2017, alcune carte, di cui diremo fra un attimo, dicendo che le erano state recapitate anonimamente.
Dedoni è ascoltato in qualità di Presidente della Commissione d’inchiesta sulla sanità sarda istituita dal Consiglio regionale. Il tema caldo è quello degli interinali. La Commissione ha chiesto alle Asl documenti su questi e su altri temi. Angelo Carta ha compiuto un accesso agli atti che ha ritenuto non soddisfatto (su questo è in corso una parte del processo) e si è rivolto alla Procura.
La Polizia Giudiziaria non sembra in perfetta forma e attribuisce a Dedoni il lavoro e le cariche di Angelo Carta, sentito precedentemente, per cui mette in bocca a Dedoni la dichiarazione, evidentemente non fondata, di essere “presidente del Partito Sardo d’Azione”. Subito dopo, nel rispondere alla prima domanda, Dedoni torna ad essere capogruppo dei Riformatori.
All’ultima domanda, “Ha altro da aggiungere?”, che è una domanda rituale cui quasi tutti rispondono “No”, Dedoni sferra un attacco politico ad Augusto Cherchi, consigliere regionale, suo concorrente politico nel collegio elettorale di Oristano, appartenente al Partito dei Sardi, e dice: “In merito all’argomento, ossia agli iter procedurali di richiesta (fatti dalla Commissione alle Asl e, in particolare, dall’on. CARTA), come tra l’altro emerge dai giornali, ci sono state polemiche avanzate dal Consigliere Regionale CHERCHI Augusto contro le predette richieste presentate dal medesimo on. Angelo CARTA”. L’attacco è di tale portata da ritornare pari pari nell’ordinanza di custodia cautelare a carico di Cherchi.
In verità, una ricerca sui quotidiani sardi dell’epoca porta alla conclusione che non vi è alcuna dichiarazione specifica di Augusto Cherchi sul tema. Anzi, una ricerca in rete mette subito in evidenza un altro dato: Cherchi fu tra i proponenti della Commissione d’inchiesta, mentre Dedoni aderì successivamente votando il relativo Ordine del giorno: Richiesta istituzione Commissione: Ordine del giorno istitutivo .
Non solo: i verbali della Commissione d’inchiesta rivelano che Cherchi non ha mai partecipato ai lavori: qui l’archivio sedute.
Il viaggio dei quiz del concorso La questione diviene interessante, poi, sulle carte che Dedoni dice di aver ricevuto anonimamente e di aver consegnato a Carta.
Si tratta di domande scritte a mano su fogli di un block notes con carta intestata di un’azienda oristanese, che fanno riferimento, come accertato dalle indagini, al concorso per Operatori Socio Sanitari, deliberato il 2 dicembre 2014, bandito il 5 febbraio 2015 e le cui prove si svolsero nel maggio 2016.
L’ordinanza di custodia cautelare interpretava questi fogli come la prova di una fuga di notizia avvenuta durante il concorso e non dopo (p.13).
L’inchiesta da subito ha individuato nella sig. ALFA l’autrice delle domande trascritte e ha accertato che si trattava di domande trascritte dopo lo svolgimento di alcune prove, non prima.
La sig.ra ALFA, concorrente del concorso, ha infatti dichiarato di essere stata aiutata da uno degli imputati, l’infermiere Salvatore Manai, per superare la fase preselettiva e le prove scritte.
Manai si sarebbe recato a casa sua prima delle prove e le avrebbe dato le domande d‘esame delle quali lei afferma aver fatto una foto col suo cellulare.
Il telefono rotto L’Autorità giudiziaria chiede la consegna del cellulare, il quale vien consegnato rotto e totalmente inutilizzabile per la ricostruzione di qualsiasi immagine.
Successivamente i magistrati hanno ricostruito anche il viaggio dei fogli manoscritti, ed è un viaggio tutto interno al partito dei Riformatori.
Il viaggio dei documenti La sig.ra ALFA si reca a casa del sig. BETA, attualmente incardinato in ruoli amministrativi per conto dei Riformatori, candidato sindaco nel 2018 in uno dei paesi dell’oristanese, militante e iscritto al partito dei Riformatori, amico di Dedoni come lui stesso dichiara una volta ascoltato dall’Autorità giudiziaria.
BETA dice di non ricordare se la sig. ALFA gli abbia consegnato i fogli con le domande dopo lo svolgimento delle prove e se lui le abbia affidate successivamente a Dedoni, tuttavia ricorda di avergliene parlato. Ma Dedoni dichiara di aver ricevuto i fogli, poi affidati a Angelo Carta, per posta. Fatto è che l’autorità giudiziaria benché priva della prova che avrebbe dimostrato la consegna delle domande da Manai alla sig. ALFA, data l’inservibilità del cellulare consegnato, si trova davanti a questa trafila tutta politica del viaggio delle accuse.
Il nido Riformatore dei testimoni d’accusa Allo stesso circuito, poi, risulta esplicitamente connessa un’altra testimone di accusa, una delle più citate nell’Ordinanza di custodia cautelare e nel Fine indagine, la sig.ra GAMMA. Infatti, la signora GAMMA era candidata nella lista del sig. BETA e da questi sostenuta elettoralmente, come testimoniato da altro testimone, che chiameremo IGNOTO 1. Quest’ultimo è il trait-d’union con un altro testimone, IGNOTO 2 ripetutamente citato negli atti della Procura per un episodio singolare: egli accusa l’infermiere Manai di avergli promesso un’assunzione in un’agenzia interinale dalla quale avrebbe poi ricevuto la telefonata di convocazione, ma l’indagine della Procura sui tabulati e sulle telefonate in entrata nel cellulare di IGNOTO 2 e in uscita da quelli dell’Agenzia interinale non ha trovato alcuna telefonata.
IGNOTO 2 è d’altra parte valorizzato dalla Procura proprio contro il consigliere regionale Augusto Cherchi, in quanto, a dire di IGNOTO 2, Cherchi lo avrebbe nominato al posto di Manai coordinatore provinciale del Partito dei Sardi per consentire a Manai di far parte della commissione di concorso per infermieri.
Ma qualcosa non torna e se ne accorge anche l’autorità giudiziaria.
L’unico congresso provinciale del Partito dei Sardi si celebra il 24 marzo 2018 e viene eletto Stefano Siddi di Terralba. Non a caso, l’Autorità giudiziaria, non parla più nel “fine indagini” di ‘segreteria provinciale’ o ‘coordinamento provinciale’ come carica svolta da Manai.
Tuttavia agli atti dell’indagine non si trova un solo atto di Cherchi che nomini Angotzi e in un’intercettazione tra Cherchi e Manai, Cherchi chiede a Manai che cosa fosse questo rappresentato scambio di ruoli di cui evidentemente non sa nulla.
In questo quadro molto nebuloso, si staglia una rivalità politica dei Riformatori verso il Partito dei Sardi di cui ingenuamente, come di tante altre circostanze, non ci eravamo accorti e che ci porterà a seguire con interesse, oltre che con indicibile dolore, le fasi del processo. Scoprire nelle movenze della politica qualcosa di oscuro e terribile che la supera, fa male, ma tant’è.
Egregio Gianni, tutti i link sono funzionanti e attivi.
N.b.
Buonsenso cartesiano, of course.
Il link all’archivio delle sedute non funge.
La sua cronaca è puntuale e accurata ma non credo siano molti i lettori in grado di districarsi in questi intrecci politico/giudiziari.
Convengo sul fatto che vi sia una scarsa professionalità generale ma credo al contempo che alcune connessioni soggettive o delle entità, non risultano molto chiare.
Ma si comprende. È vincolato dalle norme, dalla riservatezza dei dati e dai diritti dei singoli. Oltre che dal buonsenso che, leggendola, mi pare faccia parte della sua personalità..
La circostanza delle segnalazioni di cui non si individua la fonte mi sembra la seduta spiritica di via gradoli. Si, fino a prova contraria dobbiamo farla per buona. Però….
Chiudo per non annoiarla. Un piccolo, insignificante appunto. Letto che è sempre critico dei dettagli.
Ma il signoə Angelə Carta, è maschio o femmina ?
Spero mi venga consentito l’accesso agli atti e alle intercettazioni/captazioni. Forse una mano nell’analisi potrei darla.
E non mi contesti la cripticità. Cerco solo di adeguarmi e di utilizzare lo stesso codice mediatico che, come può insegnarmi, è indispensabile per comunicare.
Signor Murru, sono stati rinviati a giudizio e dunque sono imputati, ahimé.
Trovo estremamente interessante, politicamente e socialmente, la lettura della sua ricostruzione dei fatti. Mi permetto solo di segnalarle che, nel primo periodo di questo suo scritto, la parola “imputati” andrebbe sostituita con indagati. Questi assumono la posizione di imputati solo a seguito dell’eventuale rinvio a giudizio.