Ieri la comunità ebraica di Roma ha promosso una manifestazione a favore di Israele. Hanno partecipato tutte le forze politiche rappresentate nel Parlamento italiano, fuorché Leu.
Chi conosce la storia degli ebrei europei, che sono i padri degli israeliani di oggi, sa che non permetteranno più a nessuno, ma proprio a nessuno, di perseguitarli e sa anche che lo Stato di Israele è parte importante di questa decisione irreversibile.
Gli ebrei combatteranno per sempre contro chi voglia colpirli, discriminarli o anche solo insultarli. E io, nel mio piccolissimo, sto con loro, per tante ragioni, non ultima perché sono cristiano, perché Se questo è un uomo è il libro che mi ha fatto uomo, perché tutta la cultura occidentale deve all’ebraismo l’educazione all’interpretazione della realtà attraverso i segni, attraverso il linguaggio, attraverso il pensiero.
Se i Greci hanno ipotizzato la razionalità e la conoscibilità del reale, gli Ebrei hanno ipotizzato che il reale abbia un senso che va oltre le apparenze. Certo, tutti sappiamo che l’ebraismo di Destra è quanto di più razzista esista sulla faccia della terra, ma anche la Destra politica europea di Mussolini e Hitler è stata razzista, anche Stalin con i suoi milioni di ebrei perseguitati era razzista: le culture non si giudicano dai tiranni e dai fanatici.
Il problema non sono dunque gli Ebrei, anche perché tanti di noi hanno sangue ebraico che scorre nelle vene, come hanno sangue berbero, sangue longobardo, sangue basco, sangue mediterraneo. Non è il sangue che fa l’uomo, ma gli etnicisti questo non possono capirlo.
Il problema non è neanche cogliere l’evidenza che Hamas ha sparato 1500 razzi verso Israele. Hamas sta dentro un reticolo di formazioni armate in Medio Oriente che, se guardate senza guardare chi sta loro dietro, disorientano. Dietro un fucile c’è sempre un portafoglio, un finanziere, una banca, uno Stato. Il terrorismo è la fogna dello scontro politico degli Stati (infatti fa ridere la pretesa di Mario Moretti di collocare le Brigate Rosse in un limbo senza relazioni estere).
Il problema è che l’Europa e l’Occidente hanno in Medio Oriente una politica a dir poco equivoca, volgare, inumana. L’Occidente fa finta di ignorare chi finanzia il terrorismo in Oriente, chi ha finanziato l’Isis, fa finta di ignorare la strage continua degli Armeni, fa finta di ignorare e di sapere che gli Stati Uniti, per riflesso condizionato dell’alleanza con Israele, hanno sbagliato tutto con la Siria, fa finta di ignorare che il gioco degli specchi tra Russia e Turchia è sostanzialemnte finanziato dalla Germania e dall’UE per tenere i migranti mediorientali nei campi inumani che contrppuntano di morte la rotta balcanica verso l’Europa.
Il problema è certo che Israele abbia il sacrosanto diritto di esistere e di contrapporsi a quegli Stati e a quei partiti che hanno nelle loro costituzioni e nei loro programmi la distruzione di Israele, ma non ha alcun diritto di tenere prigionieri in uno stato di minorità civica i Palestinesi.
Questo è il punto: le condizioni di vita dei Palestinesi nello Stato di Israele.
Queste condizioni sono liberticide. Se io insegnassi in Israele non so se saprei sottrarmi al dovere di difendere i diritti di queste persone. Ecco perché con Israele occorre essere contemporaneamente amorevoli e fermissimi nel tenere il punto: non ha il diritto di circondare con un filo spinato, invisibile a occhio nudo, i Palestinesi, la Cisgiordania e il dissenso in genere; non ha il diritto, per aver vinto più di una guerra, di incentivare la fuga dei Palestinesi da casa loro. Non può fare di tutta l’erba un fascio. Ha diritto di combattere il terrorismo, ma non di usarlo per non affrontare civilmente e politicamente la questione palestinese.
La cosa che fa più schifo in Italia (e in Sardegna) è leggere nei giorni scorsi tante commemorazioni di Moro e vedere che nessuno ne ha raccolto l’eredità nella politica estera italiana verso il Medio Oriente.
Moro aveva capito che fare il tifo in Medio Oriente significa sempre sporcarsi le mani di sangue.
In Medio Oriente, come dappertutto, bisogna capire prima di tutto, e non sempre è semplice.
In Medio Oriente Moro scelse l’impegno per la pace e non c’è mai pace senza giustizia.
Moro stette molto lontano dai terroristi e dai capitali che li finanziano (spesso fazioni contrapposte sono finanziate dalle stesse risorse), e lavorò moltissimo a sottarrre spazio di reclutamento ai terroristi. Come? Con l’impegno per l’istruzione e la formazione. In un viaggio di qualche anno fa in Giordania, incontrai il responsabile di una scuola di formazione Giordana. Dove aveva studiato? All’Università per stranieri di Perugia. Con quale borsa di Studio? Con le borse inventate da Moro. Cosa fa oggi? Istruisce e addestra persone che proprio per il futuro che l’istruzione garantisce loro, non si sentono suggestionate dal richiamo delle armi e della lotta armata. Chi tentò di soccorrere Moro durante il sequestro? Proprio quel mondo mediorientale che ha sempre avuto buone informazioni. Chi lo uccise? Proprio il mondo che ieri come oggi non vuole vedere in faccia la verità delle cose.
Caro Paolo, quando vado a Gerusalemme alloggio a Sheick Jarrah e credo che quando ad aver ragione (e anche torto) sono gli uni e gli altri non sia facile per nessuno parteggiare per gli uni e per gli altri. Io credo che l’errore di fondo sia la legge del ritorno perché sovrappopolare Israele (è più piccola della Sardegna e 1/3 è quasi disabitata ma conta 10milioni di abitanti) ha portato a una richiesta di terra e case che non ha eguali. È chiaro che ad averla vinta sono le popolazioni ebraiche che godono di redditi enormemente superiori a quelli degli arabi palestinesi. Stiamo parlando di redditi medi pro capite che superano i 40mila euro contro neanche 10mila. Su quello che scrivi sono pienamente d’accordo, soprattutto sul fatto che la cosa più importante è l’istruzione e su questo Israele, lasciamelo dire, è un fenomeno. Lo avevano capito più di 40 anni fa che il PIL futuro si sarebbe costruito nelle università.
Articolo veramente molto bello, obiettivo e ricco sdi spunti interessanti. Una domanda, relativa a questa millenaria vicenda me la sono sempre posta e il passaggio sulle ipocrisie del mondo occidentale, e non solo aggiungo io, in tema di terrorismo me la fa venire alla mente. Siamo veramente sicuri che il popolo Palestinese non sia solo lo strumento in mano a non so chi per perpetrare e alimentare questa eterna contarpposizione che, ogni tot di tempo sfoccia, in recrudescenze come quella attuale?. Mi chiedo non ci fosse lo stato di Israele i paesi confinanti ammetterebbero l’esistenza di uno stato palestinese autonomo ed indipendente? Pensiamoci, magari anche solo per assurdo. Ma io qualche dubbio lo nutro e mi sorge ogni tanto il pensiero che i palestinesi, in mancanza del ruolo che hanno all’interno del contesto, verrebbero spazzati via senza colpo ferire dagli stati confinanti e di medesima religione. Non so potrei sbagliarmi ma questa sensazione è presente in me oramai da tempo. In sostanza che la palestina sia solo una testa di ponte per gli interessi di qualcuno e che in mancanza di conflitto con Israele cesserebbe di esistere in men che non si dica, magari nel silenzio più assordante di tutti. La situazione dei palestinesi insediati in altri stati orientali non fa che rafforzare questo mio tarlo. Se posso ho trovato interessante questo libro Gerusalemme. Biografia di una città di Simon Sebag Montefiore.
Saluti
Condivido al 100% tutto il tuo ragionamento caro Paolo.
Incentivare la fuga dei palestinesi da casa loro? Sono anni che israele appoggia i sionisti nell’occupare case e terreni dei palestinesi. Il fatto che gli ebrei abbiano subito l’abominio della Shoah non autorizza, colpevoli i sensi di colpa occidentali, allo sterminio con stillicidio giornaliero di morti palestinesi. E non può passare l’assioma se il palestinese si fa ammazzare e bravo se reagisce è un terrorista. Ieri non c’è stata alcuna condanna da parte dei partiti italiani dell’occupazione delle case dei palestinesi a Gerusalemme est. Sentire Salvini che dice con israele senza se e senza ma abbia fatto rivoltare lo stomaco a molti ebrei. Anche io dico che Israele ha diritto di vivere in pace e sicurezza ma non difenderei mai governi sionisti del fascista Nethaniau.
Grazie per quanto hai scritto con lucidità ed equilibrio rari che aiutano a capire
Non è possibile riconciliazione senza ammissione delle colpe e volontà di rimediare.
Le colpe sono distribuite. Tutti, compresi Europa e sopratutto Stati Uniti, dovrebbero iniziare ad ammettere gli errori.