L’arresto mancato Come tutti sanno, il Partito dei Sardi è stato additato al pubblico ludibrio come gestore politico di assunzioni di interinali a scopi elettorali.
Diverse persone per bene sono state arrestate, ma tutti sanno anche che chi era nel mirino dell’arresto ero io, come è facile dedurre contando le volte che il mio nome ricorre nell’inchiesta (e non solo in quella degli interinali) senza che mai io sia stato raggiunto da uno straccio di avviso di garanzia e di conseguenza mai rinviato a giudizio.
Oggi questa vicenda è a processo e come tale la rispettiamo e non ne parliamo.
Tuttavia, oggi, nel giorno in cui i partiti di maggioranza stanziano 4,5 milioni di euro per reclutare interinali nelle strutture dell’amministrazione regionale, oggi vogliamo parlare degli aspetti politici e politico-giudiziari delle politiche del lavoro di ieri e di oggi.
Vogliamo parlare dei diversi pesi e delle diverse misure che l’autorità giudiziaria utilizza nel valutare le azioni e le persone (e anche in questo caso, si sa che io parto da un pregiudizio consolidato: il problema di gran parte della magistratura – non di tutta – è il difetto di cultura. Un tempo i magistrati erano anche letterati e uomini di cultura; un tempo governavano e non si facevano governare dalla polizia giudiziaria. Oggi sono tecnici dei codici sommersi dalle carte e lo si vede chiaramente dalla povertà delle visioni, dallo schematismo delle ricostruzioni e dall’incertezza della sintassi delle sentenze).
Vogliamo ricordare che in Sardegna è esistito un Gip e un tribunale del riesame (che di fatto aveva letto in diagonale le carte del processo) che hanno mandato in galera diverse persone prima di andare in pensione e che hanno proposto in più ordinanze un perimetro normativo assurdo per il lavoro interinale che la Corte di Cassazione ha bollato come inconsistente, come fondato su un presupposto giuridico sbagliato. Intanto, però, galera fatta e pensione raggiunta.
La faccia retroscissa del Centrodestra Chi è il Centrodestra che ha votato questa schifezza degli interinali da assumere adesso nelle more dei concorsi?
È il Centrodestra che sta bloccando da mesi le nomine dei Direttori generali per la pretesa di controllo politico delle strutture amministrative.
È il centrodestra che in estate, nel pieno della campagna antincendi, ha decapitato il Corpo forestale del Dg (colpevole di spuntino a Sardara, l’inchiesta nata, come un’altra di cui non parlo, per fornire qualche lustrino a una stagione giudiziaria opaca) e ha affrontato con i piedi l’incendio del lussurgese.
Non mancano gli usceri in Regione e non mancano i dirigenti; manca il rispetto della legge che impone di utilizzare i dirigenti di cui si dispone e non di metterli in un angolo perché non piacciono.
Non mancano i ruoli nei quali valorizzare i giovani laureati e specializzati, purtroppo ci sono ad occuparli pensionati che percepiscono la pensione e anche l’indennità di funzione e lo fanno anche con ostensione orgogliosa del reddito e del potere.
Perché succede tutto questo?
Perché niente e nessuno censura questo modo di agire, questa è la vera ragione. Perché è stato possibile che in Regione si nominassero dirigenti privi di titoli (se si vuole, si può indicare ad esempio il DG che vanta nel curriculum la direzione del gruppo sportivo).
A conferma, se si vuole, si può ripercorrere a mo’ di esempio il caso del nominato DG dell’Aspal, passato dal precariato pubblico alla dirigenza.
Se tutto è impunito, tutto è lecito.
La magistratura che va orgogliosissima della mattanza fatta con i processi sui fondi dei gruppi (con sentenze diverse a seconda del collegio e con conseguente diversa valutazione delle prove), vada adesso in Consiglio regionale e verifichi che cosa è successo negli anni.
È successo che non ci sono più i fondi dei gruppi, ma ci sono gli addetti ai gruppi, un popolo di presunti lavoratori distaccati in Consiglio sulla fiducia, che lavorano e sudano come matti, veri martiri del lavoro e della competenza, coadiutori di consiglieri regionali impegnati H24 nella loro nobile funzione.
Chi ha concorso a creare questi vicoli bizantini della politica?
Non si dica Solinas; Solinas è solo il capocomico e ha vocazioni artistiche inespresse (qualcuno ancora ricorda la sua autorappresentazione come produttore di vini subito dopo l’avvenuta elezione in una intervista con Gepi Cucciari. Siamo al capolavoro creativo!).
Non certamente noi abbiamo responsabilità, né, va detto, tanti piccoli partiti sardi.
I partitoni hanno più responsabilità, ma ne hanno una grandissima le toghe, col loro agire schizofrenico, un giorno severissimo, un altro lasco e distratto. E proprio su questa schizofrenia occorre fare un breve excursus.
Flashback L’interesse giudiziario sugli interinali parte nella scorsa legislatura e parte con la richiesta di accesso agli atti presentata dal consigliere del Psd’az Angelo Carta il 25 maggio 2016 che chiedeva alla Asl di Oristano dati statistici e anagrafici dei lavoratori interinali in utilizzo nella Asl negli ultimi cinque anni. L’obiettivo è chiaramente il Partito dei Sardi, ma l’attacco si inserisce in uno scontro campale tra il Partito dei Sardi, il Pd a guida Soru e l’Assessore Arru, scontro nel quale Carta non ha alcun ruolo. Il tema vero della contesa era il disavanzo della sanità sarda e quindi la curva dei costi delle Asl, denunciato dal Partito dei Sardi, negato dal Pd.
L’8 gennaio del 2015 il Consiglio regionale aveva varato la Commissione d’inchiesta sull’efficienza del sistema sanitario regionale e sull’adeguatezza dei suoi costi (http://www3.consregsardegna.it/XVLegislatura/Ordini%20del%20giorn/odg031.asp
La Commissione era stata richiesta dai partiti di maggioranza (http://www3.consregsardegna.it/XVLegislatura/Richieste_commissioni_inchiesta_e_speciali/richiesta_comm_inch_001.asp ma l’ordine del giorno istitutivo era stato votato da tutti i consiglieri regionali, compresi quelli dell’opposizione, cui venne affidata la presidenza nella persona di Attilio Dedoni dei Riformatori.
Lo sfondamento dei tetti Il 9 marzo 2015 il Pd sferrò un attacco formidabile alla linea del Partito dei Sardi: con la legge finanziaria 2015 venne abolito il comma 1 dell’art. 3 della legge regionale 6 del 2012 che prevedeva che “a partire dall’anno 2012 il Servizio sanitario regionale non è finanziabile in deficit”. Questa norma anti-sprechi era stata il frutto della collaborazione tra me e Gianvalerio Sanna. Avevamo replicato la collaborazione una seconda volta nell’art.5 della L.R/21 del 2012 che aveva stabilito che la spesa per i lavoratori interinali non poteva superare il 2% della spesa per il personale di ciascuna Asl. La Giunta Pigliaru, che compatta (con il solo mio dissenso) ritenne la norma sull’obbligo dell’equilibrio di bilancio tale da ingessare il processo riformatore che si voleva mettere in atto (la Asl unica), di fatto vanificò, abolendo l’obbligo dell’equilibrio di bilancio, anche la norma sugli interinali perché non essendovi più il limite della spesa, il tetto del 2% poteva tranquillamente accompagnare la crescita della voce “Costo del personale”.
Le polemiche non mancarono e ve n’è ancora l’eco nella rete:
https://www.sardegnaeliberta.it/wp-admin/post.php?post=13903&action=edit (https://www.sardiniapost.it/politica/sanita-soru-e-maninchedda-a-duello-esplodono-nuove-e-vecchie-ruggini/ ; https://www.lanuovasardegna.it/regione/2015/10/19/news/la-riforma-divide-la-maggioranza-tra-tagli-e-battaglie-di-campanile-1.12295830 ; https://www.sardiniapost.it/politica/ecco-perche-la-sanita-sarda-costa-oltre-3-miliardi/
L’insediamento della Commissione d’inchiesta avvenne il 16 giugno 2016.
Il 29 giugno 2016, il Partito dei Sardi annunciò di aver presentato un accesso agli atti in tutto simile a quello presentato da Carta alla sola Asl di Oristano, a tutte le Asl della Sardegna. La Asl di Oristano fornì i dati richiesti a Carta, il 22 luglio 2016, fuorché i dati anagrafici sulla cui esibibilità annunciò di aver chiesto un parere al Garante della Privacy. Quanta chiarezza si fece sugli interinali delle altre Asl?
La risposta è semplice: nessuna.
Si insabbiò tutto e a oggi gli unici dati precisi disponibili sono proprio quelli della Asl di Oristano e della Asl di Nuoro. La Commissione stessa si occupò del tema ‘interinali’ solo in una riunione inconcludente del 6 dicembre 2016.
Le altre Asl o non risposero o risposero frammentariamente all’accesso agli atti del Partito dei Sardi, ma ignorarono anche le richieste sui dati avanzate dalla Commissione d’inchiesta che naufragò nell’indifferenza generale, con un silenzio tombale, tra le altre, della Asl di Sassari. Lo denunciò duramente il consigliere Pd Roberto Deriu https://www.lanuovasardegna.it/regione/2015/09/30/news/inchiesta-su-sanita-e-asl-sassari-finisce-nel-mirino-1.12183500.
Proprio sulla Asl di Sassari si consuma a marzo 2017 l’ultimo scontro Partito dei Sardi Pd, con la denuncia da parte del primo dell’eccessivo ricorso ai contratti a tempo determinato e ai Co.co.co https://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2017/03/06/news/aou-e-asl-troppe-assunzioni-con-contratti-a-tempo-determinato-1.14989623). Ma la musica non cambia, tutto tace. La Commissione naufraga; Deriu si dimette e il 1 giugno 2017 Dedoni chiede al Consiglio regionale se ha ancora senso tenere in piedi la commissione.
La Commissione doveva essere sostenuta dalla maggioranza, prima di tutto; invece, incardinato il processo a Oristano contro il Partito dei Sardi, maggioranza e minoranza sembrano avere poco interesse alla trasparenza dei conti e degli atti della sanità sarda.
Sintomatica in tal senso la dichiarazione resa dall’assessore Arru. Infatti, lo stesso assessore, autodichiaratosi esigentissimo con Oristano, che insieme a Nuoro fu l’unica Asl a fornire tutti i dati richiesti alla Commissione d’inchiesta, si dimostrò particolarmente tollerante verso l’inerzia delle altre Asl nel rilasciare i dati e i documenti, perché complessi e interferenti con la ‘dura’ attività di gestione. (https://www.lanuovasardegna.it/regione/2015/09/30/news/inchiesta-su-sanita-e-asl-sassari-finisce-nel-mirino-1.12183500 ). Serve più tempo, affermò l’Assessore. Ma le Asl non consegnarono mai i dati sulla spesa e sulle assunzioni. Tutto si inabissò, fuorché a Oristano e il tempo invocato dall’assessore servì a tombare l’unica incursione nelle nebbie sanitarie degli interinali della storia autonomistica.
Adesso, si ricomincia e si ricomincia con gli interinali perché qualcuno lo concede, questa è la tragica verità.
Sì, sarebbe meglio allargare gli orizzonti, perchè se le porcate interinali e la precarizzazione del lavoro spiegano i loro effetti nefasti e clientelari alla Regione, per circa 4 milioni di euri, nella terza città della Sardegna, Quartu, con sindaco Milia, la giunta decide (nel silenzio più totale, delibera numero 260 del 21/09/2021 ) di indire una procedura aperta per l’affidamento del servizio di somministrazione di lavoro a tempo determinato mediante accordo quadro con un unico operatore economico, per un importo di 1milione e 650mila euro. Facciamo un po’ di proporzioni tra una città di 70mila abitanti e una Regione di 1milione e 600mila? Forza, dai…
Ite b’at de nàrrere?
Sa política miseràbbile a bratzeta cun sa zustíssia miseràbbile de donzi colore e mannaria coment’e cambarada a “si salvi chi può” ifatu sempre de sos miracularzos tricolores e no ifatu de su bisonzu de sa zente e de su dovere cun s’onestade, sa seriedade e rigore de sa libbertade e responsabbiledade chi nos bisonzat e bi cheret.
Ideale: sa giungla, sentza ofesa pro sos animales.
Mi si dea bendata andhat a bratzeta cun sos casinistas no ant a andhare a su matessi casinu?