L’Unione Sarda ha da poco pubblicato il testo di una lettera di tutti i direttori di Dipartimento del Brotzu, iscrivendola in una sorta di conflitto tra medici e politici. Invece questa è in qualche modo una semplificazione di ciò che è realmente accaduto, una vera e propria civil war dentro il più grande ospedale della Sardegna, attraversato da pulsioni di riaccreditamento politico dei vertici in scadenza, incapacità di gestione (c’è una vicenda allucinante di cui non voglio parlare finché non si risolve, ma che farebbe girare le eliche anche a un buddista militante) e conflitti interni di tale portata da paralizzare l’ospedale.
Una cosa è certa: oggi, la Giunta regionale ha uno straordinario strumento per intervenire e azzerare i vertici dell’azienda e riportare un po’ d’ordine. Saprà fare una così, semplice semplice? Non si sa, bisogna vedere se il sistema cinquecascolante, vera terra di mezzo della transizione tra Destra e Sinistra, lo consentirà.
Questa la successione dei fatti e dei testi (per inciso corre l’obbligo di notare che sarebbe urgente, tra i vertici sanitari, un corso accelerato di lingua italiana. È un dettaglio, che però incide sulla chiarezza della comunicazione, ahimè!)
Il Direttore sanitario del Brotzu il 21 luglio ha scritto ai direttori e ai primari questa lunga nota.
«Con la presente voglio esprime un profondo rammarico e rappresentare alle SS.VV. come, in occasione dell’evento noto a tutti come black out elettrico avvenuto dalle 18.00 di sabato 20 luglio, non abbia avuto da parte vostra Direttori di Dipartimento alcun atto concreto (telefonata, SMS, mail) di messa a disposizione per la collaborazione con lo scrivente ad eccezione del Direttore Generale, del Direttore Amministrativo e dell’Ing. Borelli che come me sono sopraggiunti immediatamente in ospedale; disponibilità non manifestata neanche nei giorni seguenti il week end.
Vorrei invece sottolineare come qualche collega si sia fatto addirittura promotore di “urgenza” non in carico alla nostra azienda che proponevano lo spostamento di pazienti da un posto sicuro, leggi altro ospedale in attività, per portarlo in un posto momentaneamente non sicuro come il nostro ospedale, aumentando di fatto di una unità ad alta fragilità ed esponendolo in caso di verosimili complicazioni in quanto privi momentaneamente dell’uso sicuro di sala operatoria o apparecchiature ad alimentazione elettrica a seguito del Black Out.
Voglio precisare come qualunque decisione sia stata prontamente presa in accordo preventivo con la Direttrice Generale, che legge in copia conoscenza, e con un costante filo diretto con il direttore del Dipartimento Tecnico, Ing. Borelli, per tutta la durata dell’emergenza cominciata alle 18 di sabato 20 e terminata di fatto nella mattinata di mercoledì 23 con il ripristino di alcune tecnologie radiologiche e soprattutto il PACS.
Con la presente voglio ringraziare, il Direttore Generale, il Direttore Amministrativo, l’ing. Borelli e tutti i suoi tecnici, i dirigenti medici della Direzione di Presidio, la Dott.ssa Dettori e il Dott. Pira, il Dott. L. Mascia. il Dott. Siotto, il dott. Polo e la Dott.ssa Lantini, la Dott.ssa Marcello, il dott. Manconi, i colleghi medici in turno e tutto il personale del comparto che si è messo a disposizione dello scrivente ben oltre il loro ruolo istituzionale dimostrando un senso di responsabilità e di profonda appartenenza all’Azienda.
Cordiali saluti
Il Direttore Sanitario
Dott. Raimondo Pinna»
Pare però che, non soltanto i vertici dell’Azienda Brotzu siano stati informati, ma anche altri vertici, più politici. Vero? Falso? Non sono in grado di verificarlo.
Certamente la reazione dei Direttori di Dipartimento sembra essere così dura verso la “politica” da travalicare i vertici della governance della Asl (non a caso, in conclusione, si evocano l’Assessore alla Sanità e il Sindaco di Cagliari). Ecco il testo integrale.
«La sofferenza cronica dell’ARNAS Brotzu in tutte le sue Strutture Operative ed i Servizi è stata stigmatizzata e resa nota ai più elevati livelli Istituzionali in una nota della Direzione Generale in conseguenza di situazioni di grave criticità il cui apice si è registrato nella notte fra il 13 e 14 luglio, quando l’iperafflusso di ogni tipo di patologia ed urgenza è stato gestito grazie all’abnegazione del Personale Sanitario nella sua totalità impegnato in interventi complessi che solo la nostra Azienda può soddisfare .
Tale situazione di criticità avrebbe meritato un immediato ed appropriato approfondimento collegiale finalizzato ad un nuovo assetto organizzativo coerente alle mutate condizioni della Rete.
Ciò non è stato e pertanto con rammarico i Direttori dei Dipartimenti in totale accordo con le Strutture di rifermento lamentano il loro mancato coinvolgimento nell’ identificazione di percorsi clinico organizzativi di diretta competenza e responsabilità capaci di emendare quanto quegli eventi avevano evidenziato come peraltro previsto dall’articolo 15 comma 6 d. Igs n 502/92 . Appare del tutto evidente che tale problematica organizzativa coinvolga il livello della Politica che su questa ARNAS ha sempre potuto contare nella globalità e collegialità della componente Sanitaria nelle varie specialità e che determinano , per la competenza dei Professionisti che vi operano, la qualifica di Ospedale di Rilievo Nazionale . Il mancato coinvolgimento dei Direttori dei Dipartimenti con la gravemente lacunosa gestione dell’informazione si è ancor più manifestato in occasione del recente guasto alla centrale elettrica del San Michele (20-21 luglio 2024) quando è apparso evidente ai più la condizione di grave rischio cui si è esposta una larga fascia di popolazione afferente all ‘area di competenza dell’ARNAS senza che, il nucleo operativo o una unita di crisi allargata a tutti i Clinici responsabili, abbia avuto la possibilità di offrire la propria competenza a supporto della Direzione Aziendale. L’Ospedale ha conosciuto ed osservato in questa fattispecie, attraverso i mezzi di stampa e la televisione, l’intervento della Politica che non si è curata di verificare, nell’occasione, che la componete operativa realmente responsabile per legge fosse stata adeguatamente e tempestivamente coinvolta per la gestione di una situazione drammatica in aderenza per equipollenza a quanto previsto dalla delibera AOB 1810 del 12.10.2016. Gli operatori infatti esprimono la loro forte preoccupazione qualora accadimenti di tale portata si fossero verificati nella citata notte del 13 e 14 luglio . Questo Collegio dei Direttori sottolinea come questa condizione di incertezza abbia generato insicurezza e preoccupazione nel Personale opacizzando la figura ed il ruolo dell’Istituzione.
L’analisi critica dei processi necessita di AUDIT finalizzati al confronto, all’individuazione delle criticità, all’ identificazione dei ruoli dei singoli attori protagonisti e la loro interazione operativa.
Per tale ragione il Collegio dei Direttori, con immutato spirito di collaborazione Istituzionale derivante peraltro dai doveri di Ufficio definiti dalla legge, ciascuno per la propria competenza, chiedono alla SV un incontro finalizzato a ripristinare ruolo e responsabilità di ciascuno per il miglioramento dei percorsi gestionali e clinici di questa ARNAS in considerazione soprattutto dell’unicità delle competenze dell’Azienda Sanitaria. Chiedono altresì di estendere l’invito all’Assessorato alla Sanità, al Sindaco della Città di Cagliari ed a quanti negli eventi del 20 e 21 luglio si siano sostituiti alla componente clinico operativa senza fornire chiare risposte e dettagliati protocolli di intervento esponendo ulteriormente gli Operatori Sanitari a gravissimi rischi nella tutela della salute dei cittadini Sardi.
Distinti saluti
Direttore Dipartimento delle malattie Oncologiche
Direttore Dipartimento Emergenza Urgenza
Direttore Dipartimento Oncologico Chirurgico
Direttore Dipartimento Cardio Vascolare 77
Direttore Dipartimento Chirurgico
Direttore Dipartimento Neurologico e della Riabilitazione
Direttore Dipartimento Diagnostica Avanzata e Servizi
Direttore Dipartimento Medico Internistico
Dipartimento Materno Infantile»
Una domanda sorge spontanea. Ma un’indagine non dico della magistratura ma almeno interna, dell’Ares o dell’ assessorato non sarebbe stata utile e opportuna? Per capire cause, responsabilité e soprattutto conseguenze ( di cui poco si sa) della paralisi del più grande ospedale della Sardegna. L’assessore invece ha visto bene solo di correre a congratularsi con i vertici del San Michele.
Egregio, quasi quasi fosse il proseguo del tema dibattuto sul Suo post di ieri, abbiamo ulteriore conferma che, autonomia differenziata o meno, la sanità sarda non è alla frutta ma ben oltre l’ammazzacaffe’.
In un sistema ormai totalmente fuori controllo (e lo dico da ex dipendente SSR dal 1978 al 2023) era inevitabile si arrivasse alle rivolte.
Siamo 25 anni buoni che si continuano a proporre false riforme che in realtà non cambiano nulla limitandosi a ritocchi nominali ma mantenendo la sostanza (ahimè) immutata; ciò per poter commissariare il nostro SSR ai fini della sola occupazione del potere.
Come ho già avuto modo di esporre in passato su questo blog, l’unica strada percorribile è una Costituente della Salute per elaborare una VERA riforma del sistema, costituente aperta al contributo delle rappresentanze professionali, della sanità sia pubblica che privata e delle associazioni di volontariato che quotidianamente vivono il dramma di questo sfascio. Ciò per individuare le formule e gli equibri anche territoriali di intervento. Le risorse ci sono, bisogna tirare fuori le idee ed i modelli senza guardare al colore politico ed agli interessi di bottega delle lobbies.
Attenzione, siamo già in gravissimo ritardo e la rivolta dagli operatori potrebbe estendersi ai cittadini. Saluti.
Preg.mo Professore,
concordo con lei che la ricostruzione fornita dall’Unione Sarda, sia del tutto semplicistica e superficiale.
La crisi dell’Ospedale più grande della Sardegna, è una crisi che risale ormai ad almeno 15 anni e, per questo, non può essere etichettata in modo così banale a meno di non avere come unico scopo quello di alimentare, peraltro in modo poco efficace, tesione politica sul tema della sanità, laddove già non vi fosse.
Ma, mi consenta di sottolineare un aspetto che al di là degli eventi e al di là delle responsabilità, mi pare significativo del livello, non tanto dello scontro, quanto culturale degli attori in campo: la missiva trasmessa dagli eminentissimi Direttori di Dipartimento, pone più volte l’accento su un aspetto che, raccontato così, può suonare tra il patetico e l”arrogante: la nostra altissima professionalità, la nostra abnegazione, la nostra dedizione etc, etc etc.
Mi scusino Signori Direttori, ma al di là del deprecabile eventuale mancato coinvolgimento della Direzione Sanitaria Voi dove eravate? Non sapete che l’altissima professionalità non la raccontate voi, ma la devono riconocere altri? la devono riconoscere elementi di merito misurabili e verificabili da altri? Non vi sembra un gesto scomposto di autoproclamazione il riconoscersi così sommamente superiori? Mi pare quantomeno stucchevole, fuori contesto e anche fuori tempo massimo.
Quanta protervia!!!
Poi, che viviamo in un tempo in cui è assente la visione e la strategia (non solo quella politica, ma anche quella dei sanitari) questo è un altro paio di maniche, ma almeno in queste occasioni cerchiamo di essere un po’ più umili e meno pretestuosi.