Questo è il ricorso presentato al Tribunale da parte del Collegio sindacale di Abbanoa.
Prima di entrare nel merito, mi preme esprimere la mia opinione sul conflitto in atto tra il Collegio sindacale e il Consiglio di Amministrazione, perché è uno scontro emblematico di alcuni assetti del potere della Sardegna e su come essi, spesso, si reggano solo in un contesto non trasparente e dominato da una comunicazione manipolante e invece si dissolvano non appena si accende seriamente la luce.
Per un lungo periodo il Collegio sindacale è stato coeso con questo Cda che ne ha difeso in ogni modo la nomina accidentata.
Poi è accaduto che l’ex DG Sandro Murtas abbia documentato una serie di situazioni gravi e ineludibili che hanno esposto l’organo di vigilanza, cioè il Collegio, a responsabilità di mancato controllo non banali.
Da qui la presa di distanza. A Cagliari, quando la festa finisce, non esistono amici: a si sarvai!
Il problema grave è che questo conflitto è maturato in assenza di esercizio del Controllo analogo, cioè dell’attività in ragione della quale Abbanoa mantiene la gestione in house del Sistema Idrico Integrato sardo. Parrebbe che il presidente Solinas, sempre il 23 febbraio, sempre due giorni prima delle elezioni, abbia proceduto alla nomina dei membri della Commissione del controllo analogo, ma, come al solito, gli atti assunti in gravissimo ritardo non cambiano di un grammo la sostanza delle cose: chiunque oggi può contestare a Abbanoa le funzioni che sta esercitando, in primis proprio le sue bollette. La situazione non è grave, è gravissima.
Vediamo nel dettaglio che cosa il Collegio contesta al Cda.
Le contestazioni generali
La struttura del ricorso va dal generale al particolare, ed è proprio nel generale che il collegio, a mio personale avviso, non ha tutte le carte in regola per le contestazioni che muove, che sono le seguenti:
- gestione totalmente informale di alcune decisioni, anche strategiche, poste in essere direttamente dal Presidente del C.d.A. o attraverso delle riunioni informali tra i consiglieri;
- nessuna considerazione delle relazioni interne dei dirigenti che hanno segnalato criticità gestorie e strutturali, anche rispetto ad alcune richieste della Corte dei Conti e ad alcune procedure di gara;
- ostacolo all’attività di vigilanza del Collegio sindacale e alle richieste, anche provenienti da un componente del Consiglio di amministrazione, di chiarezza e accessibilità, anche materiale, della documentazione su argomenti posti all’ordine del giorno;
- opacità rispetto all’effettiva sussistenza del controllo analogo;
- generale e strutturale carenza negli assetti organizzativi e nella loro adeguatezza anche a gestire la necessaria segregazione di funzioni e i conflitti di interesse.
Le contestazioni specifiche
Assemblea dei soci e documentazione In data 17 gennaio 2024, l’ANCI Sardegna (Associazione Regionale dei Comuni della Sardegna), per conto di oltre 140 comuni firmatari, ai sensi dell’art. 15 dello Statuto sociale, ha chiesto al Presidente del CdA. di convocare con urgenza l’assemblea della Società indicando anche i relativi punti da inserire all’ordine del giorno nonché la documentazione da mettere a disposizione dei soci per consentire una partecipazione assembleare consapevole nella quale poter discutere della situazione. La richiesta è rimasta inevasa.
Commissione Controllo analogo Risulta che la Commissione Controllo Analogo, soggetto preposto all’esercizio del c.d. “controllo analogo congiunto”, non è operativa e che da anni sussiste un grave deficit sul sistema di indirizzo-programmazione e controllo che i soci devono esercitare sulla società in house. È noto che la mancanza (anche sopravvenuta) dell’integrazione del c.d. controllo analogo determina il venire meno dell’affidamento diretto della gestione del servizio.
La relazione Murtas Il Collegio sindacale ha richiesto, nell’ambito della sua attività di vigilanza, in data 30 novembre 2023, ai dirigenti apicali della Società, fra i quali il dott. Sandro Murtas – ovvero al Responsabile del “Settore C. Gestione e recupero dei crediti” – una relazione in merito alla situazione della gestione dei crediti (stato, criticità, soluzioni al dicembre 2023). La relazione richiesta veniva trasmessa al Collegio sindacale in data 21 dicembre 2023 (in seguito la chiamiamo Relazione Gestione Crediti).
Il dott. Murtas, dopo un’analisi delle procedure e dei dati, riassumeva nelle conclusioni:
– le criticità del processo generale sul ciclo attivo;
– l’esigenza di varare specifici piani di azione;
– l’esigenza di un’adeguata organizzazione, di risorse e di dotazioni, per la gestione dell’attività in aumento;
– l’esigenza di una adeguata organizzazione per la gestione delle procedure di limitazione, sospensione e disattivazione.
Il 22 dicembre 2023, il Presidente del Collegio sindacale, con differenti comunicazioni, ha scritto al Presidente del Cda evidenziando le segnalate non correttezze gestorie e domandando la messa a disposizione della documentazione richiamata nella Relazione Gestione Crediti. Con PEC del 22 dicembre 2023 veniva “contestata” dal Collegio al Presidente del Cda l’irritualità nonché l’inopportunità della sua telefonata, ricevuta nella mattinata, con la quale egli invitata il Collegio sindacale a non tenere in considerazione la relazione del dott. Murtas, ingerendosi di fatto nell’attività di verifica dell’organo di controllo. Nello specifico, inoltre, non vi è stata alcuna riunione del Cda né alcuna formale comunicazione, anche interna, avente ad oggetto non solo le eventuali contestazioni, ma anche solo l’analisi della Relazione Gestione Crediti che, in considerazione della rilevanza, non poteva certo essere ignorata, come di fatto è avvenuto. L’attività di verifica del Collegio sindacale attraverso, peraltro, l’accesso alla documentazione veniva comunque avviata con specifiche e puntuali richieste – v. PEC del 24 dicembre 2023, ore 11.42) che non hanno tuttavia avuto riscontro con la materiale messa a disposizione di quanto richiesto. Vengono elelncate a proposito: PEC del 15 gennaio 2024, ore 12:35 (ove si legge: «Rimane completamente inevasa la richiesta del 24 dicembre con la quale abbiamo chiesto copia dei documenti citati dal dott. Murtas nella Sua relazione interamente richiamati nella citata PEC…») e PEC del 2 febbraio 2024, ore 10:53 nonostante un componente del Cda abbia sollecitato in tal senso il Presidente del Cda «… in riferimento alla pec del Collegio Sindacale appena ricevuta, nell’interesse della società e del corretto operato dell’Organo Amministrativo, ritengo necessario e urgente dare tempestivo seguito alle richieste dell’Organo di Controllo e dei Soci» (v. PEC del 2 febbraio 2023, ore 12:45)
L’esclusione dalla gara per la manutenzione del lotto 7. Nell’ambito dell’attività di vigilanza il Collegio sindacale ha acquisito, dalla dirigente responsabile del settore procurement, una dettagliata relazione in ordine ad un procedimento di gara [PN 60/2023, Lotto 7], nella quale si evidenzia che a fronte di un corretto svolgimento della procedura di gara, con relativa graduatoria e proclamazione del vincitore, il Direttore Generale (Determinazione PN 60/23) ha «avviato una autonoma e separata procedura finalizzata alla esclusione del primo e secondo operatore economico risultanti nella graduatoria provvisoria, derogando alle disposizioni ed attribuzioni e competenze di legge, regolamento, e organizzazione interna aziendale…». È una fatto gravissimo se dovesse essere accertato nei termini in cui viene denunciato. Non a caso, il Collegio ha segnalato il caso alla Procura della Repubblica di Cagliari.
La posizione della segreteria del cda Allieri. Nell’ambito dell’attività di vigilanza il Collegio Sindacale, in considerazione di un incremento di funzioni e responsabilità in capo al dott. Andrea Allieri che ha cumulato una pluralità di funzioni e incarichi, anche in potenziale conflitto di interessi, ricoprendo, tra le altre, quelle di segretario del C.d.a., di componente dell’organismo di vigilanza ex d.lgs. 231/2001, di responsabile dell’ufficio legale ha richiesto al Presidente del CdA una relazione avente ad oggetto le attività da lui svolte, il suo inquadramento lavoristico nonché una verifica delle stesse, in ragione dei diversi ruoli affidati, in relazione alla segregazione delle funzioni (PEC del 30 dicembre 2023, ore 11:13) il Collegio sindacale non ha ancora ricevuto riscontro rispetto alle richieste formulate.
Conclusioni Infine una precisazione: ovviamente lo scontro in atto ha ridato voce e fiato a una marea di ignoranti che parlano dell’acqua senza alcuna consapevolezza e che, in ultima analisi, difendono la pretesa di tanti di non volerla pagare. È il partito dei ladri d’acqua, dei morosi, dei qualunquisti e di pochi ma maledetti politici che la usano per fomentare il popolo.
Resto dell’idea di aver fatto benissimo nel 2014 a salvare Abbanoa dal fallimento (e con essa salvare anche la Regione da un disastro finanziario di proporzioni bibliche), a capitalizzarla come prevedeva la legge, a metterla in ordine.
Che poi Abbanoa abbia tanto bisogno di ulteriori interventi di riorganizzazione è fuor di dubbio, sia sul versante del rapporto con i clienti (che è pessimo), sia nella gestione del personale (che è inutilmente conflittuale), sia nel governo del grande tema della manutenzione e del rinnovo delle reti.
Ma l’idea di alcuni di liquidarla, di sostituirla con imprese private è il peggiore incubo che si possa mettere in campo per la nuova Giunta regionale. Qui si parla di Abbanoa per salvarla (e con essa salvare un pezzo molto ampio della Regione e delle sue casse, posto che la Regione, per un errore politico gravissimo, voluto e commesso dalla Giunta Solinas, è rimasta nel capitale di Abbanoa a dispetto della legge e adesso ne deve rispondere).
Chi invece vuole cavalcare la crisi Abbanoa per fare altro, secondo disegni ben occultati nei loro scopi finali, la vuole distruggere. È questa la battaglia in corso.
Vedremo che accadrà.
Caro professore, considero questo tipo di informazione un esempio di vero servizio in favore della pubblica opinione.
Condivido quanto ha scritto e la puntuale sintesi delle criticità segnalate dal Collegio sindacale; in particolare le conclusioni con il riferimento alla “marea di ignoranti che parlano dell’acqua senza alcuna consapevolezza”.
Sarebbe ottimo se si potesse sempre (o quantomeno spesso) avere una simile obiettiva comunicazione al verificarsi di circostanze molto simili all’attuale.
Nel maggio del 2013 gli organi di controllo della Abbanoa incontrarono “criticità” molto simili a quelle che ha indicato l’attuale Collegio sindacale.
Non proposero tuttavia la denunzia al Tribunale (art. 2409 C.C.) ma un percorso ex art. 2406 C.C., convocando l’assemblea degli azionisti per segnalare le varie irregolarità nella gestione della Società.
Vale la pena riportare i punti salienti esposti nella “memoria” della Regione Sardegna indirizzata all’assemblea dei Soci del 25 maggio 2013:
«Il collegio sindacale riferisce che quanto ravvisato concretizza le condizioni per l’applicazione del 2° comma dell’art. 2406 del codice civile “Omissioni degli amministratori” riguardante fatti censurabili di rilevante gravità che, come tali, richiedono l’urgente necessità di interventi da parte degli azionisti per la loro rimozione, per scongiurare il potenziale danno.
I fatti censurati denunciati riguardano prioritariamente:
• l’anomalo utilizzo su conti correnti ordinari per spese correnti delle somme rivenienti da contributi pubblici per la realizzazione di opere e il mancato pronto ripristino delle somme impropriamente utilizzate, per il pagamento dei fornitori delle opere (a fine febbraio 2013 vi erano 12,3 €/mil di fatture liquidabili relative alle opere finanziate, per le quali tuttavia non vi erano le risorse finanziarie disponibili, in quanto le somme dei contributi pubblici erano state utilizzate per spese correnti). Ciò ha comportato forti criticità di quadratura fra contabilità opere e contabilità generale ancora non sanate;
• mancata informatizzazione dei processi che non consentirà al revisore neppure per l’anno 2012 la consultazione di un inventario crediti analitico prodotto dalla società, causando, come già successo nelle precedenti relazioni al bilancio, la sospensione del giudizio;
• evoluzione delle riorganizzazioni aziendali, succedutesi nel periodo 2009/2012, con sempre maggiore concentrazione sul vertice aziendale (direzione generale in particolare ed ora amministratore unico) e mancanza di attribuzione di piena responsabilità e competenze ai dirigenti.
Le criticità evidenziate dal collegio dei sindaci devono essere pertanto prontamente rimosse dalla società pena l’eventuale applicazione della procedura di cui all’art. 2409 “Denunzia al tribunale”.
A seguito della denuncia delle irregolarità rappresentate dal collegio sindacale si chiede che i soci adottino i conseguenti opportuni provvedimenti finalizzati a rimuoverne le cause e ripristinare il corretto svolgimento dell’attività di gestione svolto dalla società».
Anche 11 anni fa, come nell’attuale circostanza, il Collegio sindacale rilevò anche una sostanziale assenza del «controllo analogo» che, come Lei correttamente scrive, “determina il venire meno dell’affidamento diretto della gestione del servizio”.
L’assemblea del 25 maggio 2013 deliberò quindi di affidare un incarico alla società di revisione Deloitte & Touche la quale, in ultima analisi, evidenziò le medesime criticità e non confutò gli aspetti evidenziati dagli organi di controllo.
Troppo spesso l’operato dell’organo di controllo è visto con sospetto e il più delle volte in tanti si chiedono solo «cui prodest?» senza considerare che – molto più banalmente – si tratta di professionisti che (semplicemente) fanno il loro dovere.
cordialmente
… a ‘bonos’ (lampu!) contos, de Abbanoa ndhe ant fatu una “cosa” casinista (o de casinistas PRO?) pro su chi NO serbit a sa zente, pro su chi NO serbit a sa Sardigna!
Ant a èssere solu SOLINISTAS?
Il caos è totale: da semplice utente, ho in atto da alcuni anni un contenzioso relativo ad una casa di famiglia al Poetto: mi chiedono di pagare bollette prescritte (come da loro stessi riconosciuto), bollette già pagate e bollette per consumi presunti relativi a periodi successivi allo slaccio dell’utenza (slaccio ovviamente fatto da loro). Ho più volte dichiarato la mia disponibilità a pagare il dovuto ma non quello non dovuto. Non mi hanno mai neanche risposto. È palese che non si parlano neanche da una stanza all’altra. Figuriamoci gli alti vertici!