Il sistema informativo della Sardegna potrebbe essere definito come il “sistema dei comunicati” o “il sistema dei pensierini”. Nel primo caso, nei giornali e nelle tv si ripetono i comunicati stampa fatti dai vari soggetti interessati, senza troppe – e faticose – verifiche. L’effetto è quello di un bollettino di prese di posizione riproposte come fatti.
Nel secondo caso, si ha l’effetto straniante di fatti presi un po’ a casaccio e promossi al primo posto dell’ordine del giorno. Un giorno la foto notizia può essere un calciatore, un giorno un cavallo, un altro un libro o una pietra.
Faccio degli esempi di come si può fare informazione credibile.
Un punto sensibile dei nostri tempi è capire la filiera del prezzo dei prodotti, capire quanto conta l’intermediazione, come è tutelato il consumatore.
Latte È possibile farlo. Per esempio il latte e il pecorino romano è monitorabile settimanalmente, e magari guardando i grafici si può capire che è un po’ difficile che se a marzo il Pecorino Romano è a 5,80 esso possa recuperare la perdita di valore del 24% rispetto alla media dell’anno scorso nei residui nove mesi. E magari si possono calibrare le scelte e gli accordi su basi più sicure.
Magistrati Ancora, sul versante dei diritti. Nel Parlamento italiano è in discussione la legge di iniziativa popolare, promossa dall’Unione delle Camere penali, sulla divisione delle carriere dei magistrati. È un tema rilevante oppure no?
Immigrazione Ancora: il cosiddetto Decreto sicurezza ha di fatto tolto retroattivamente il riconoscimento della protezione umanitaria a diverse persone per bene perseguitate nel loro Paese di origine e immigrate in Italia. Si è passati dal 47% al 2%. Interessa? Dovrebbe interessare chi dedica il fondo del proprio giornale ai pregiudizi sull’immigrazione e sulla certezza dei diritti.
Appalti Ancora: parlare di appalti e non parlare di Stato è uno strabismo. L’Appalto è una competizione regolata per la conquista della realizzazione di un’opera o di un servizio che genera ricchezza. Le regole del gioco le fa lo Stato italiano. Parlare di appalti e non di Stato è una contraddizione logica e storica.